Modifica di La Costruzione Mediatica del 'No-Vax': Un'Analisi della Stigmatizzazione e della Diffamazione Collettiva

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Per rendere in qualche modo visibile a tutti quelli che si sono esibiti in questi mesi in giudizi sprezzanti e aggressivi verso una minoranza, e per sperare che abbiano modo di ravvedersi (e anche, diciamolo, di vergognarsi), ho raccolto un po’ di testimonianze di persone che vengono etichettate come No Vax in quanto sono restie ad accogliere le attuali inoculazioni. Mi sono arrivate in poche ore una quantità ingestibile di storie personali. Ne ho escluso quelle ovvie (per dire, che donne in gravidanza siano restie a vaccinarsi con un prodotto poco testato e senza casistica specifica è ovvio per chiunque abbia una coscienza, e ad altri non sono interessato a rivolgermi). Ne presento qui di seguito solo una ventina, perché alla fin fine cambia la forma del dubbio, cambia il problema personale, cambia la motivazione scientifica, ma resta una struttura di fondo. C’è una ricorsività legata a condizioni di salute che presentano incognite, e rispetto a cui non esistono studi disponibili. Dai casi che ho avuto modo di leggere l’atteggiamento ricorrente del ceto medico è stato quello di una sottovalutazione forfettaria: grandi pacche sulle spalle basate sul nulla, e spesso motivate in termini burocratici.  
Per rendere in qualche modo visibile a tutti quelli che si sono esibiti in questi mesi in giudizi sprezzanti e aggressivi verso una minoranza, e per sperare che abbiano modo di ravvedersi (e anche, diciamolo, di vergognarsi), ho raccolto un po’ di testimonianze di persone che vengono etichettate come No Vax in quanto sono restie ad accogliere le attuali inoculazioni. Mi sono arrivate in poche ore una quantità ingestibile di storie personali. Ne ho escluso quelle ovvie (per dire, che donne in gravidanza siano restie a vaccinarsi con un prodotto poco testato e senza casistica specifica è ovvio per chiunque abbia una coscienza, e ad altri non sono interessato a rivolgermi). Ne presento qui di seguito solo una ventina, perché alla fin fine cambia la forma del dubbio, cambia il problema personale, cambia la motivazione scientifica, ma resta una struttura di fondo. C’è una ricorsività legata a condizioni di salute che presentano incognite, e rispetto a cui non esistono studi disponibili. Dai casi che ho avuto modo di leggere l’atteggiamento ricorrente del ceto medico è stato quello di una sottovalutazione forfettaria: grandi pacche sulle spalle basate sul nulla, e spesso motivate in termini burocratici.  


Quello che resta come retrogusto è un kafkiano senso di impotenza di fronte ad una forma di [[bullismo]] di stato che nessuno credeva possibile.
Quello che resta come retrogusto è un kafkiano senso di impotenza di fronte ad una forma di bullismo di stato che nessuno credeva possibile.
[[Categoria:Psicologia sociale]]
[[Categoria:Psicologia sociale]]
[[Categoria:Pandemia]]
[[Categoria:Pandemia]]
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