L'opinione di Marta For Few sulla Polarizzazione

Da Tematiche di genere.
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Da Montemagno che si scusa per una sua legittima opinione, agli attacchi programmati nei miei DM per essermi permessa di dire che un Superman bisessuale tutto sommato potevano anche risparmiarcelo. E come al solito mi ritrovo a domandarmi se questa violenza verbale e aggressività abbia senso. Ho ricercato a lungo una risposta. Per trovarla ho dovuto in primis ricercare il perché di tutto questo. Dopo un lungo periodo di analisi, ho notato che le dinamiche della rete sono quasi sempre le stesse.

C’è il “big” di turno che lancia il sasso e poi a seguire arrivano i suoi fedelissimi che si occupano di distruggere carriere professionali, sensibilità personali e reputazioni.

Non importa cosa c’è in ballo, l’importante è affossare l’avversario, demolire chi non la pensa come te.

La rete è in gran parte uno specchio della nostra società moderna. Il nostro è un costrutto sociale ampiamente polarizzato e contraddistinto da un malcontento di fondo sempre meno silenzioso.

Online la polarizzazione va a braccetto con il malessere sociale che si riversa in masse facilmente provocabili e odio gratuito.

I ‘soldati della rete’ sono gli stessi che scendono in piazza contro il Green pass e poi per incontrare il prefetto esibiscono il certificato verde. Non sanno davvero cosa stanno facendo e soprattutto perché lo stanno facendo. Loro agiscono e basta. Rispondono ad un istinto primordiale che è insito nell’uomo: il bisogno di diversificarsi, di possedere un’identità.

Scontrarsi contro qualcuno o contro qualcosa non è altro che una ricerca dell’affermazione di se stessi.

Un’affermazione che quasi sempre è tardata ad arrivare nella vita personale e professionale. E proprio per questo trova una sua dimensione nella protesta e nell’odio contro gli altri.

Il ragionamento contorto è il seguente: io demolisco te ed esercito la mia superiorità, così sento finalmente di aver dato una ragione alla mia esistenza.

Loro ovviamente non sanno di essere prede. Prede di un sistema che li vuole tenere incatenati a dei pretesti nuovi ogni giorno. Solo ed esclusivamente per tornaconto personale dei “big”.

Noi possiamo scegliere da che parte stare. Da quella giusta. Noi non siamo prede ma neanche aguzzini. Siamo quelli che cercano di contrastare un sistema che non funziona più. Ma cerchiamo di farlo mettendo le persone di fronte ai fatti compiuti, con testa. Con coraggio.

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