L'America ha un problema di libertà di parola - NYTimes: differenze tra le versioni

Da Tematiche di genere.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
(Creata pagina con "L'America ha un problema di libertà di parola. Pablo Delcan spiega perché gli americani stanno perdendo il possesso di un diritto fondamentale come cittadini di un paese lib...")
 
Nessun oggetto della modifica
 
(2 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 1: Riga 1:
L'America ha un problema di libertà di parola. Pablo Delcan spiega perché gli americani stanno perdendo il possesso di un diritto fondamentale come cittadini di un paese libero: il diritto di dire la loro mente e di esprimere le loro opinioni in pubblico senza paura di essere svergognati o evitati
Fonte: https://www.nytimes.com/2022/03/18/opinion/cancel-culture-free-speech-poll.html
== Riassunto ==
L'America ha un problema di libertà di parola.  


Sia la sinistra che la destra sono catturati in un ciclo distruttivo di condanna e recriminazione intorno alla cultura della cancellazione
Pablo Delcan spiega perché gli americani stiano perdendo il possesso di un diritto fondamentale come cittadini di un paese libero: il diritto di esprimere le loro opinioni in pubblico senza paura di essere sviliti od ostracizzati.


Molti a sinistra rifiutano di riconoscere che la cancel culture esiste affatto, credendo che coloro che si lamentano di esso stiano offrendo la copertura per i bigotti per spacciare il discorso di odio.
Sia la sinistra che la destra sono intrappolate in un ciclo distruttivo di condanne e recriminazioni riguardo la cancel culture.


Nel frattempo, a destra, hanno abbracciato una versione ancora più estrema di censura come baluardo contro una società in rapido cambiamento.
Molti a sinistra rifiutano direttamente di riconoscere che la cancel culture esista, credendo che coloro che se ne lamentano vogliano solo coprire i bigotti che diffondono discorsi di odio.


Comunque definisca la cancel culture, gli Americani sanno che esiste e sentono il suo peso.
Nel frattempo la destra, nel suo ragliare di cancel culture, ha adottato una versione ancora più estrema di censura come baluardo contro una società in rapido cambiamento, con leggi che vieterebbero i libri, soffocherebbero gli insegnanti e scoraggerebbero la discussione aperta nelle classi.


Solo il 34% degli americani crede che tutti gli americani godano completamente della libertà di parola
Molti americani sono comprensibilmente confusi, quindi, su cosa possano dire e dove dirlo: comunque la si definisca, gli americani sanno che la cancel culture esiste e ne sentono il peso.


L'84% degli adulti crede che alcuni americani non parlino liberamente per paura di ritorsioni o critiche severe
In un nuovo sondaggio nazionale, commissionato dal Times Opinion e dal Siena College, si apprende che  


Il sondaggio Times Opinion/Siena College ha rilevato che il 46% degli intervistati si sente meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa.
* solo il 34% degli americani crede che tutti gli americani godano completamente della libertà di parola
* mentre l'84% degli adulti crede che alcuni americani non parlino liberamente per paura di ritorsioni o critiche severe.


Solo il 21% delle persone ha riferito di sentirsi più libero, anche se negli ultimi dieci anni c'è stata una vasta espansione delle voci nella piazza pubblica attraverso i social media.
Il sondaggio Times Opinion/Siena College inoltre ha rilevato che:


La libertà di parola richiede non solo un impegno per l'apertura e la tolleranza in astratto, ma la consapevolezza sia del potere della parola che dei suoi potenziali danni.
* il 46% degli intervistati si sente meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa.
* solo il 21% delle persone ha riferito di sentirsi più libero, nonostante negli ultimi dieci anni ci sia stato un vasto aumento delle "voci" ammesse al dibattito attraverso l'espansione dei social media.


I social media sono inondati da discorsi del tipo "punta e colpisci, colpisci, colpisci e colpisci".
La libertà di parola richiede non solo un impegno astratto per l'apertura e la tolleranza, ma anche la consapevolezza del potere della parola ed i suoi potenziali danni.


Rendere internet un posto più grazioso non sembra essere in cima all'agenda di nessuno, e certamente non per la maggior parte delle aziende tecnologiche che lo controllano.
Non riteniamo sufficiente che gli americani credano nel diritto degli altri di parlare liberamente: dovrebbero anche trovare modi per supportare attivamente e proteggere tale diritto.


Parla a tuo rischio e pericolo
Non ci illudiamo sia facile. Nella nostra era, in particolare, i  social media sono inondati da discorsi tutti orientati allo sminuire, fare a pezzi, infierire su e stuzzicare l'avversario.


Il cinquantacinque per cento degli intervistati ha detto di aver tenuto la lingua nell'ultimo anno perché erano preoccupati di ritorsioni o critiche dure.
Un flusso di cattiva informazione e disinformazione che ha alzato la tensione.


I repubblicani (58%) erano leggermente più propensi a trattenere la lingua rispetto ai democratici (52%) o agli indipendenti (56%).
Rendere internet un posto più grazioso non sembra essere in cima all'agenda di nessuno, e certamente non della maggior parte delle aziende tecnologiche che la controllano.  


Allo stesso tempo, il 22% degli adulti ha riferito di aver subito ritorsioni o di aver criticato aspramente qualcuno per qualcosa che lui o lei ha detto.
Il vecchio "pensa prima di parlare" ha lasciato il posto al nuovo "parla a tuo rischio e pericolo", ma non puoi dirti un sostenitore della libertà di parola se sorvegli e confini il discorso più che proteggerlo. La libertà di parola richiede disponibilità verso le idee che non ci piacciono ed autocontrollo di fronte a parole che ci sfidano o persino ci turbano.


I sondaggisti hanno chiesto quanto le persone si sentono libere oggi di discutere sei argomenti:
Eppure qualcosa è andato perduto, il sondaggio mostra chiaramente un'insoddisfazione per la libertà di parola per come è vissuta e compresa dagli americani oggi:


Si sente più libero, meno libero o libero come prima di esprimere il suo punto di vista nella maggior parte delle situazioni quotidiane oggi rispetto a 10 anni fa in politica?
* il 55% degli intervistati dice di essersi "morso la lingua" nell'ultimo anno perché preoccupato di ritorsioni o critiche dure.
* i repubblicani (58%) erano lievemente più inclini a trattenersi rispetto ai democratici (52%) o agli indipendenti (56%).
* al contempo, il 22% degli adulti riferisce di aver subito ritorsioni o di aver criticato aspramente qualcuno per qualcosa che ha detto. Gli adulti tra 18 e 34 anni avevano molte più probabilità di farlo rispetto agli americani più anziani,  ed i liberali rispetto ai moderati o ai conservatori.


Più libero. Meno libero. In generale.
I sondaggisti hanno chiesto quanto le persone si sentano libere oggi di discutere di sei argomenti - tra cui religione, politica, identità di genere e relazioni razziali - rispetto a 10 anni fa: più liberi, meno liberi o uguali.


I democratici e i liberali hanno mostrato un più alto livello di sostegno per chiudere a volte tale discorso
Gli intervistati neri si sentivano più a loro agio: almeno il 30% di loro afferma di sentirsi più libero di parlare su ogni argomento. Tuttavia, quel sentimento di maggiore libertà tra gli intervistati neri non riguarda la maggioranza.


Il 66% degli intervistati era d'accordo con quanto segue: "La nostra democrazia è costruita sullo scambio libero, aperto e sicuro di idee, non importa quanto siano diverse. Dovremmo incoraggiare tutti i discorsi, purché siano fatti in un modo che non minacci gli altri".
Comunque, ben l'84% dei neri intervistati ha condiviso la preoccupazione di questo editoriale che si tratti di un problema "molto serio" o "piuttosto serio" che alcuni americani non esercitino la libertà di parola.


Un intero 30% ha concordato che "mentre sostengo la libertà di parola, a volte si deve chiudere il discorso che è antidemocratico, bigotto o semplicemente falso".
Ma le soluzioni non sono molto chiare. Nel sondaggio, il 66% degli intervistati è d'accordo con quanto segue: “La nostra democrazia si basa sullo scambio di idee libero [...] dovremmo incoraggiare tutti i discorsi se fatti in modo che non minaccino gli altri”. Eppure il 30% concorda sul fatto che "pur sostenendo la libertà di parola, a volte bisogna tacitare discorsi antidemocratici, bigotti o semplicemente falsi".
 
I democratici e i liberali hanno mostrato un maggiore sostegno per il chiudere a volte tali discorsi, nonostante la difesa a piena voce della libertà di parola fosse un tempo un ideale liberale. Eppure molti progressisti sembrano aver perso fede in quel principio.
 
Durante la lotta per la tolleranza, molti progressisti sono diventati intolleranti nei confronti di chi non è d'accordo con loro, assumendo una sorta di moralismo presuntuoso e tendenza censoria, un tempo propri della destra. Questo ha reso le persone incerte: molti sanno che non dovrebbero dire cose razziste, ma non capiscono ad esempio cosa possono dire sulla razza, e  c'è una differenza tra l'incitamento all'odio e un discorso che ci sfida in modi che troviamo difficili o offensivi.
 
Allo stesso tempo, tutti gli americani dovrebbero preoccuparsi profondamente di una valanga di leggi, approvate dalle legislature repubblicane, che imbavagliano la discussione su determinati argomenti e violano chiaramente lo spirito del Primo Emendamento.
 
Questi numerosi provvedimenti includono il disegno di legge "Don't Say Gay" della Florida, che limiterebbe ciò di cui insegnanti e studenti possono parlare e consentirebbe ai genitori di intentare causa.
 
Chi difende la libertà di parola ha ragione a combattere contro queste leggi, ma i limiti legali non sono gli unici vincoli alla libertà di parola. Nei campus universitari e in molti luoghi di lavoro, i discorsi dannosi od offensivi possono comportare non solo vergogna online, ma anche perdita di mezzi di sussistenza. Per alcuni progressisti è una forma di controllo necessaria, ma quando le norme sociali del linguaggio accettabile cambiano costantemente e non esiste una chiara definizione di danno, questi vincoli possono trasformarsi in regole arbitrarie con conseguenze sproporzionate.
 
La libertà di parola si basa sul rispetto reciproco, quello delle persone l'una per l'altra e di un governo per le persone che serve. Ogni giorno gli americani devono parlarsi liberamente per affinare e migliorare gli elementi del nostro contratto sociale, ma quando il discorso pubblico si restringe, diventa più difficile farlo come società.
[[Categoria:Progressisti]]
[[Categoria:Progressisti]]
[[Categoria:Politically Correct]]
[[Categoria:Politically Correct]]
[[Categoria:Cancel Culture]]
[[Categoria:Cancel Culture]]

Versione attuale delle 10:23, 8 apr 2022

Fonte: https://www.nytimes.com/2022/03/18/opinion/cancel-culture-free-speech-poll.html

Riassunto[modifica | modifica sorgente]

L'America ha un problema di libertà di parola.

Pablo Delcan spiega perché gli americani stiano perdendo il possesso di un diritto fondamentale come cittadini di un paese libero: il diritto di esprimere le loro opinioni in pubblico senza paura di essere sviliti od ostracizzati.

Sia la sinistra che la destra sono intrappolate in un ciclo distruttivo di condanne e recriminazioni riguardo la cancel culture.

Molti a sinistra rifiutano direttamente di riconoscere che la cancel culture esista, credendo che coloro che se ne lamentano vogliano solo coprire i bigotti che diffondono discorsi di odio.

Nel frattempo la destra, nel suo ragliare di cancel culture, ha adottato una versione ancora più estrema di censura come baluardo contro una società in rapido cambiamento, con leggi che vieterebbero i libri, soffocherebbero gli insegnanti e scoraggerebbero la discussione aperta nelle classi.

Molti americani sono comprensibilmente confusi, quindi, su cosa possano dire e dove dirlo: comunque la si definisca, gli americani sanno che la cancel culture esiste e ne sentono il peso.

In un nuovo sondaggio nazionale, commissionato dal Times Opinion e dal Siena College, si apprende che

  • solo il 34% degli americani crede che tutti gli americani godano completamente della libertà di parola
  • mentre l'84% degli adulti crede che alcuni americani non parlino liberamente per paura di ritorsioni o critiche severe.

Il sondaggio Times Opinion/Siena College inoltre ha rilevato che:

  • il 46% degli intervistati si sente meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa.
  • solo il 21% delle persone ha riferito di sentirsi più libero, nonostante negli ultimi dieci anni ci sia stato un vasto aumento delle "voci" ammesse al dibattito attraverso l'espansione dei social media.

La libertà di parola richiede non solo un impegno astratto per l'apertura e la tolleranza, ma anche la consapevolezza del potere della parola ed i suoi potenziali danni.

Non riteniamo sufficiente che gli americani credano nel diritto degli altri di parlare liberamente: dovrebbero anche trovare modi per supportare attivamente e proteggere tale diritto.

Non ci illudiamo sia facile. Nella nostra era, in particolare, i  social media sono inondati da discorsi tutti orientati allo sminuire, fare a pezzi, infierire su e stuzzicare l'avversario.

Un flusso di cattiva informazione e disinformazione che ha alzato la tensione.

Rendere internet un posto più grazioso non sembra essere in cima all'agenda di nessuno, e certamente non della maggior parte delle aziende tecnologiche che la controllano.

Il vecchio "pensa prima di parlare" ha lasciato il posto al nuovo "parla a tuo rischio e pericolo", ma non puoi dirti un sostenitore della libertà di parola se sorvegli e confini il discorso più che proteggerlo. La libertà di parola richiede disponibilità verso le idee che non ci piacciono ed autocontrollo di fronte a parole che ci sfidano o persino ci turbano.

Eppure qualcosa è andato perduto, il sondaggio mostra chiaramente un'insoddisfazione per la libertà di parola per come è vissuta e compresa dagli americani oggi:

  • il 55% degli intervistati dice di essersi "morso la lingua" nell'ultimo anno perché preoccupato di ritorsioni o critiche dure.
  • i repubblicani (58%) erano lievemente più inclini a trattenersi rispetto ai democratici (52%) o agli indipendenti (56%).
  • al contempo, il 22% degli adulti riferisce di aver subito ritorsioni o di aver criticato aspramente qualcuno per qualcosa che ha detto. Gli adulti tra 18 e 34 anni avevano molte più probabilità di farlo rispetto agli americani più anziani,  ed i liberali rispetto ai moderati o ai conservatori.

I sondaggisti hanno chiesto quanto le persone si sentano libere oggi di discutere di sei argomenti - tra cui religione, politica, identità di genere e relazioni razziali - rispetto a 10 anni fa: più liberi, meno liberi o uguali.

Gli intervistati neri si sentivano più a loro agio: almeno il 30% di loro afferma di sentirsi più libero di parlare su ogni argomento. Tuttavia, quel sentimento di maggiore libertà tra gli intervistati neri non riguarda la maggioranza.

Comunque, ben l'84% dei neri intervistati ha condiviso la preoccupazione di questo editoriale che si tratti di un problema "molto serio" o "piuttosto serio" che alcuni americani non esercitino la libertà di parola.

Ma le soluzioni non sono molto chiare. Nel sondaggio, il 66% degli intervistati è d'accordo con quanto segue: “La nostra democrazia si basa sullo scambio di idee libero [...] dovremmo incoraggiare tutti i discorsi se fatti in modo che non minaccino gli altri”. Eppure il 30% concorda sul fatto che "pur sostenendo la libertà di parola, a volte bisogna tacitare discorsi antidemocratici, bigotti o semplicemente falsi".

I democratici e i liberali hanno mostrato un maggiore sostegno per il chiudere a volte tali discorsi, nonostante la difesa a piena voce della libertà di parola fosse un tempo un ideale liberale. Eppure molti progressisti sembrano aver perso fede in quel principio.

Durante la lotta per la tolleranza, molti progressisti sono diventati intolleranti nei confronti di chi non è d'accordo con loro, assumendo una sorta di moralismo presuntuoso e tendenza censoria, un tempo propri della destra. Questo ha reso le persone incerte: molti sanno che non dovrebbero dire cose razziste, ma non capiscono ad esempio cosa possono dire sulla razza, e  c'è una differenza tra l'incitamento all'odio e un discorso che ci sfida in modi che troviamo difficili o offensivi.

Allo stesso tempo, tutti gli americani dovrebbero preoccuparsi profondamente di una valanga di leggi, approvate dalle legislature repubblicane, che imbavagliano la discussione su determinati argomenti e violano chiaramente lo spirito del Primo Emendamento.

Questi numerosi provvedimenti includono il disegno di legge "Don't Say Gay" della Florida, che limiterebbe ciò di cui insegnanti e studenti possono parlare e consentirebbe ai genitori di intentare causa.

Chi difende la libertà di parola ha ragione a combattere contro queste leggi, ma i limiti legali non sono gli unici vincoli alla libertà di parola. Nei campus universitari e in molti luoghi di lavoro, i discorsi dannosi od offensivi possono comportare non solo vergogna online, ma anche perdita di mezzi di sussistenza. Per alcuni progressisti è una forma di controllo necessaria, ma quando le norme sociali del linguaggio accettabile cambiano costantemente e non esiste una chiara definizione di danno, questi vincoli possono trasformarsi in regole arbitrarie con conseguenze sproporzionate.

La libertà di parola si basa sul rispetto reciproco, quello delle persone l'una per l'altra e di un governo per le persone che serve. Ogni giorno gli americani devono parlarsi liberamente per affinare e migliorare gli elementi del nostro contratto sociale, ma quando il discorso pubblico si restringe, diventa più difficile farlo come società.