L'America ha un problema di libertà di parola - NYTimes: differenze tra le versioni

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Fonte: https://www.nytimes.com/2022/03/18/opinion/cancel-culture-free-speech-poll.html
== Riassunto ==
== Riassunto ==
L'America ha un problema di libertà di parola. Pablo Delcan spiega perché gli americani stanno perdendo il possesso di un diritto fondamentale come cittadini di un paese libero: il diritto di dire la loro mente e di esprimere le loro opinioni in pubblico senza paura di essere svergognati o evitati
L'America ha un problema di libertà di parola.  
Sia la sinistra che la destra sono catturati in un ciclo distruttivo di condanna e recriminazione intorno alla cultura della cancellazione


Molti a sinistra rifiutano di riconoscere che la cancel culture esiste affatto, credendo che coloro che si lamentano di esso stiano offrendo la copertura per i bigotti per spacciare il discorso di odio.
Pablo Delcan spiega perché gli americani stiano perdendo il possesso di un diritto fondamentale come cittadini di un paese libero: il diritto di esprimere le loro opinioni in pubblico senza paura di essere sviliti od ostracizzati.


Nel frattempo, a destra, hanno abbracciato una versione ancora più estrema di censura come baluardo contro una società in rapido cambiamento.
Sia la sinistra che la destra sono intrappolate in un ciclo distruttivo di condanne e recriminazioni riguardo la cancel culture.


Comunque definisca la cancel culture, gli Americani sanno che esiste e sentono il suo peso.
Molti a sinistra rifiutano direttamente di riconoscere che la cancel culture esista, credendo che coloro che se ne lamentano vogliano solo coprire i bigotti che diffondono discorsi di odio.


Solo il 34% degli americani crede che tutti gli americani godano completamente della libertà di parola
Nel frattempo la destra, nel suo ragliare di cancel culture, ha adottato una versione ancora più estrema di censura come baluardo contro una società in rapido cambiamento, con leggi che vieterebbero i libri, soffocherebbero gli insegnanti e scoraggerebbero la discussione aperta nelle classi.


L'84% degli adulti crede che alcuni americani non parlino liberamente per paura di ritorsioni o critiche severe
Molti americani sono comprensibilmente confusi, quindi, su cosa possano dire e dove dirlo: comunque la si definisca, gli americani sanno che la cancel culture esiste e ne sentono il peso.


Il sondaggio Times Opinion/Siena College ha rilevato che il 46% degli intervistati si sente meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa.
In un nuovo sondaggio nazionale, commissionato dal Times Opinion e dal Siena College, si apprende che  


Solo il 21% delle persone ha riferito di sentirsi più libero, anche se negli ultimi dieci anni c'è stata una vasta espansione delle voci nella piazza pubblica attraverso i social media.
* solo il 34% degli americani crede che tutti gli americani godano completamente della libertà di parola
* mentre l'84% degli adulti crede che alcuni americani non parlino liberamente per paura di ritorsioni o critiche severe.


La libertà di parola richiede non solo un impegno per l'apertura e la tolleranza in astratto, ma la consapevolezza sia del potere della parola che dei suoi potenziali danni.
Il sondaggio Times Opinion/Siena College inoltre ha rilevato che:


I social media sono inondati da discorsi del tipo "punta e colpisci, colpisci, colpisci e colpisci".
* il 46% degli intervistati si sente meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa.
* solo il 21% delle persone ha riferito di sentirsi più libero, nonostante negli ultimi dieci anni ci sia stato un vasto aumento delle "voci" ammesse al dibattito attraverso l'espansione dei social media.


Rendere internet un posto più grazioso non sembra essere in cima all'agenda di nessuno, e certamente non per la maggior parte delle aziende tecnologiche che lo controllano.
La libertà di parola richiede non solo un impegno astratto per l'apertura e la tolleranza, ma anche la consapevolezza del potere della parola ed i suoi potenziali danni.


Parla a tuo rischio e pericolo
Non riteniamo sufficiente che gli americani credano nel diritto degli altri di parlare liberamente: dovrebbero anche trovare modi per supportare attivamente e proteggere tale diritto.


Il cinquantacinque per cento degli intervistati ha detto di aver tenuto la lingua nell'ultimo anno perché erano preoccupati di ritorsioni o critiche dure.
Non ci illudiamo sia facile. Nella nostra era, in particolare, i  social media sono inondati da discorsi tutti orientati allo sminuire, fare a pezzi, infierire su e stuzzicare l'avversario.


I repubblicani (58%) erano leggermente più propensi a trattenere la lingua rispetto ai democratici (52%) o agli indipendenti (56%).
Un flusso di cattiva informazione e disinformazione che ha alzato la tensione.


Allo stesso tempo, il 22% degli adulti ha riferito di aver subito ritorsioni o di aver criticato aspramente qualcuno per qualcosa che lui o lei ha detto.
Rendere internet un posto più grazioso non sembra essere in cima all'agenda di nessuno, e certamente non della maggior parte delle aziende tecnologiche che la controllano.  


I sondaggisti hanno chiesto quanto le persone si sentono libere oggi di discutere sei argomenti:
Il vecchio "pensa prima di parlare" ha lasciato il posto al nuovo "parla a tuo rischio e pericolo", ma non puoi dirti un sostenitore della libertà di parola se sorvegli e confini il discorso più che proteggerlo. La libertà di parola richiede disponibilità verso le idee che non ci piacciono ed autocontrollo di fronte a parole che ci sfidano o persino ci turbano.


Si sente più libero, meno libero o libero come prima di esprimere il suo punto di vista nella maggior parte delle situazioni quotidiane oggi rispetto a 10 anni fa in politica?
Eppure qualcosa è andato perduto, il sondaggio mostra chiaramente un'insoddisfazione per la libertà di parola per come è vissuta e compresa dagli americani oggi:


Più libero. Meno libero. In generale.
* il 55% degli intervistati dice di essersi "morso la lingua" nell'ultimo anno perché preoccupato di ritorsioni o critiche dure.
* i repubblicani (58%) erano lievemente più inclini a trattenersi rispetto ai democratici (52%) o agli indipendenti (56%).
* al contempo, il 22% degli adulti riferisce di aver subito ritorsioni o di aver criticato aspramente qualcuno per qualcosa che ha detto. Gli adulti tra 18 e 34 anni avevano molte più probabilità di farlo rispetto agli americani più anziani,  ed i liberali rispetto ai moderati o ai conservatori.


I democratici e i liberali hanno mostrato un più alto livello di sostegno per chiudere a volte tale discorso
I sondaggisti hanno chiesto quanto le persone si sentano libere oggi di discutere di sei argomenti - tra cui religione, politica, identità di genere e relazioni razziali - rispetto a 10 anni fa: più liberi, meno liberi o uguali.


Il 66% degli intervistati era d'accordo con quanto segue: "La nostra democrazia è costruita sullo scambio libero, aperto e sicuro di idee, non importa quanto siano diverse. Dovremmo incoraggiare tutti i discorsi, purché siano fatti in un modo che non minacci gli altri".
Gli intervistati neri si sentivano più a loro agio: almeno il 30% di loro afferma di sentirsi più libero di parlare su ogni argomento. Tuttavia, quel sentimento di maggiore libertà tra gli intervistati neri non riguarda la maggioranza.


Un intero 30% ha concordato che "mentre sostengo la libertà di parola, a volte si deve chiudere il discorso che è antidemocratico, bigotto o semplicemente falso".
Comunque, ben l'84% dei neri intervistati ha condiviso la preoccupazione di questo editoriale che si tratti di un problema "molto serio" o "piuttosto serio" che alcuni americani non esercitino la libertà di parola.


== Versione integrale ==
Ma le soluzioni non sono molto chiare. Nel sondaggio, il 66% degli intervistati è d'accordo con quanto segue: “La nostra democrazia si basa sullo scambio di idee libero [...] dovremmo incoraggiare tutti i discorsi se fatti in modo che non minaccino gli altri”. Eppure il 30% concorda sul fatto che "pur sostenendo la libertà di parola, a volte bisogna tacitare discorsi antidemocratici, bigotti o semplicemente falsi".
Credito...Pablo Delcan


Il comitato editoriale è un gruppo di giornalisti d'opinione le cui opinioni sono informate da competenze, ricerche, dibattiti e determinati valori di lunga data. È separato dalla redazione.
I democratici e i liberali hanno mostrato un maggiore sostegno per il chiudere a volte tali discorsi, nonostante la difesa a piena voce della libertà di parola fosse un tempo un ideale liberale. Eppure molti progressisti sembrano aver perso fede in quel principio.


Nonostante tutta la tolleranza e l'illuminazione rivendicate dalla società moderna, gli americani stanno perdendo il controllo di un diritto fondamentale come cittadini di un paese libero: il diritto di esprimere la propria opinione e di esprimere le proprie opinioni in pubblico senza paura di essere svergognati o evitati.
Durante la lotta per la tolleranza, molti progressisti sono diventati intolleranti nei confronti di chi non è d'accordo con loro, assumendo una sorta di moralismo presuntuoso e tendenza censoria, un tempo propri della destra. Questo ha reso le persone incerte: molti sanno che non dovrebbero dire cose razziste, ma non capiscono ad esempio cosa possono dire sulla razza, e  c'è una differenza tra l'incitamento all'odio e un discorso che ci sfida in modi che troviamo difficili o offensivi.


Questo silenziamento sociale, questa depluralizzazione dell'America è evidente da anni, ma affrontarlo suscita ancora più paura. Sembra un terzo binario, pericoloso. Per una nazione forte e una società aperta, questo ''è'' pericoloso.
Allo stesso tempo, tutti gli americani dovrebbero preoccuparsi profondamente di una valanga di leggi, approvate dalle legislature repubblicane, che imbavagliano la discussione su determinati argomenti e violano chiaramente lo spirito del Primo Emendamento.


Come è successo? In gran parte, è perché la sinistra e la destra politica sono intrappolate in un ciclo distruttivo di condanna e recriminazione intorno alla cultura dell'annullamento. Molti a sinistra si rifiutano di riconoscere che la cultura dell'annullamento esiste, credendo che coloro che se ne lamentano stiano offrendo copertura ai bigotti per spacciare incitamenti all'odio. Molti a destra, nonostante tutto il loro ragliare sulla cultura dell'annullamento, hanno abbracciato una versione ancora più estrema della censura come baluardo contro una società in rapido cambiamento, con leggi che vieterebbero i libri, soffocherebbero gli insegnanti e scoraggerebbero la discussione aperta nelle classi.
Questi numerosi provvedimenti includono il disegno di legge "Don't Say Gay" della Florida, che limiterebbe ciò di cui insegnanti e studenti possono parlare e consentirebbe ai genitori di intentare causa.


Molti americani sono comprensibilmente confusi, quindi, su cosa possono dire e dove possono dirlo. Le persone dovrebbero essere in grado di presentare punti di vista, porre domande e commettere errori e assumere posizioni impopolari ma in buona fede su questioni su cui la società sta ancora lavorando, il tutto senza temere la cancellazione.
Chi difende la libertà di parola ha ragione a combattere contro queste leggi, ma i limiti legali non sono gli unici vincoli alla libertà di parola. Nei campus universitari e in molti luoghi di lavoro, i discorsi dannosi od offensivi possono comportare non solo vergogna online, ma anche perdita di mezzi di sussistenza. Per alcuni progressisti è una forma di controllo necessaria, ma quando le norme sociali del linguaggio accettabile cambiano costantemente e non esiste una chiara definizione di danno, questi vincoli possono trasformarsi in regole arbitrarie con conseguenze sproporzionate.


Comunque tu definisca la cultura dell'annullamento, gli americani sanno che esiste e ne sentono il peso. In un nuovo sondaggio nazionale commissionato dal Times Opinion e dal Siena College, solo il 34 per cento degli americani ha affermato di ritenere che tutti gli americani godessero della libertà di parola completamente. Il sondaggio ha rilevato che l'84% degli adulti ha affermato che è un problema "molto serio" o "piuttosto serio" il fatto che alcuni americani non parlino liberamente nelle situazioni quotidiane per paura di ritorsioni o aspre critiche.
La libertà di parola si basa sul rispetto reciproco, quello delle persone l'una per l'altra e di un governo per le persone che serve. Ogni giorno gli americani devono parlarsi liberamente per affinare e migliorare gli elementi del nostro contratto sociale, ma quando il discorso pubblico si restringe, diventa più difficile farlo come società.
 
Questo sondaggio e altri recenti sondaggi del Pew Research Center e della Knight Foundation rivelano una crisi di fiducia attorno a uno dei valori più basilari dell'America. La libertà di parola e di espressione è vitale per la ricerca degli esseri umani della verità e della conoscenza del nostro mondo. Una società che valorizza la libertà di parola può beneficiare della piena diversità delle sue persone e delle loro idee. A livello individuale, gli esseri umani non possono prosperare senza la fiducia necessaria per correre rischi, perseguire idee ed esprimere pensieri che altri potrebbero rifiutare.
 
Ancora più importante, la libertà di parola è il fondamento dell'autogoverno democratico. Se le persone si sentono libere di esprimere le loro opinioni nelle loro comunità, il processo democratico può rispondere e risolvere idee contrastanti. Le idee che non vengono contestate da visioni opposte rischiano di diventare deboli e fragili piuttosto che essere rafforzate da un severo esame. Quando la parola è soffocata o quando i dissidenti sono esclusi dal discorso pubblico, una società perde anche la sua capacità di risolvere i conflitti e corre il rischio della violenza politica.
 
''Di seguito abbiamo estratto alcune delle altre domande del sondaggio. Scegli le tue risposte per vedere come le tue opinioni si confrontano con quelle degli americani.''
 
1. Nell'ultimo anno, hai tenuto a freno la lingua perché eri preoccupato per ritorsioni o aspre critiche?
{| class="wikitable"
|'''Selezionane uno →'''
|'''No'''
|'''sì'''
|-
|Globale
|?
|?
|-
|Ma
|?
|?
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|Donne
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|Democratici
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|repubblicani
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|?
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|18-34
|?
|?
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|65+
|?
|?
|}
Seleziona una risposta per vedere i risultati del sondaggio.
 
2. Nell'ultimo anno, hai reagito o criticato aspramente un'altra persona a causa di qualcosa che ha detto?
{| class="wikitable"
|
|'''No'''
|'''sì'''
|-
|Globale
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|Ma
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|Donne
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|Democratici
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|repubblicani
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|18-34
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|65+
|?
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|}
Seleziona una risposta per vedere i risultati del sondaggio.
 
3. Quanto è problematico il fatto che alcuni americani non esercitino la loro libertà di parola nelle situazioni quotidiane per paura di ritorsioni o aspre critiche?
{| class="wikitable"
|
|'''Per niente serio'''
|'''Non molto'''
'''grave'''
|'''Un po' serio'''
|'''Molto'''
'''grave'''
|-
|Globale
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|Ma
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|repubblicani
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|18-34
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|65+
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|}
Seleziona una risposta per vedere i risultati del sondaggio.
 
Il sondaggio Times Opinion/Siena College ha rilevato che il 46% degli intervistati ha affermato di sentirsi meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa. Il trenta per cento ha detto di sentirsi allo stesso modo. Solo il 21 per cento delle persone ha riferito di sentirsi più libero, anche se nell'ultimo decennio c'è stata una vasta espansione di voci nella pubblica piazza attraverso i social media.
 
"C'è una crisi intorno alla libertà di parola ora perché molte persone non la capiscono, non è stato loro insegnato cosa significa e perché è importante", ha affermato Suzanne Nossel, amministratore delegato di PEN America, un'organizzazione per la libertà di parola. "Le salvaguardie per la libertà di parola sono state essenziali per quasi tutto il progresso sociale nel paese, dal movimento per i diritti civili al suffragio femminile fino alle attuali lotte per la giustizia razziale e la polizia".
 
Times Opinion ha commissionato il sondaggio per fornire più dati e approfondimenti che possono informare un dibattito impantanato negli estremi. Questo comitato editoriale prevede di identificare un'ampia gamma di minacce alla libertà di parola nei prossimi mesi e di offrire possibili soluzioni. La libertà di parola non richiede solo un impegno per l'apertura e la tolleranza in astratto. Richiede coscienziosità sia riguardo al potere della parola che ai suoi potenziali danni. Crediamo che non sia sufficiente che gli americani credano semplicemente nei diritti degli altri di parlare liberamente; dovrebbero anche trovare il modo di sostenere e proteggere attivamente tali diritti.
 
Non ci illudiamo che sia facile. La nostra epoca, in particolare, non è fatta per questo; i social media sono inondati di discorsi della varietà del punteggio, della raccolta differenziata, dell'accumulo, della deposizione. Un diluvio di disinformazione e disinformazione online ha acuito questa tensione. Rendere Internet un posto più grazioso non sembra essere in cima all'agenda di nessuno, e certamente non per la maggior parte delle società tecnologiche che lo controllano.
 
Ma la vecchia lezione del "pensa prima di parlare" ha lasciato il posto alla nuova lezione del "parla a tuo rischio e pericolo". Non puoi considerarti un sostenitore della libertà di parola e sorvegliare e punire il discorso più che proteggerlo. La libertà di parola richiede una maggiore disponibilità a impegnarci con idee che non ci piacciono e un maggiore autocontrollo di fronte a parole che ci sfidano e persino ci turbano.
----Vale la pena notare qui l'importante distinzione tra ciò che il Primo Emendamento protegge (libertà ''dalle'' restrizioni di espressione del governo) e la concezione popolare della libertà di parola (il diritto affermativo di esprimere la propria opinione in pubblico, su cui la legge tace). Il mondo sta assistendo, nella Russia di Vladimir Putin, allo strangolamento della libertà di parola attraverso la censura del governo e la reclusione. Questo non è il tipo di minaccia alla libertà di espressione che gli americani devono affrontare. Eppure qualcosa è andato perduto; il sondaggio mostra chiaramente un'insoddisfazione per la libertà di parola così come è vissuta e compresa dagli americani oggi.
 
Considera questo risultato del nostro sondaggio: il 55% degli intervistati ha affermato di aver tenuto a freno la lingua nell'ultimo anno perché era preoccupato per ritorsioni o aspre critiche. Le donne avevano maggiori probabilità di farlo: il 61%, rispetto al 49% degli uomini. Gli intervistati più anziani avevano meno probabilità di averlo fatto rispetto ad altri gruppi di età. I repubblicani (58%) avevano una probabilità leggermente maggiore di aver taciuto rispetto ai democratici (52%) o agli indipendenti (56%).
 
Allo stesso tempo, il 22% degli adulti ha riferito di aver reagito o di essere stato aspramente critico nei confronti di qualcuno per qualcosa che aveva detto. Gli adulti di età compresa tra 18 e 34 anni avevano molte più probabilità di farlo rispetto agli americani più anziani; era più probabile che i liberali lo facessero rispetto ai moderati o ai conservatori.
 
Elijah Afere, un tecnico IT di 25 anni di Union, NJ, ha affermato di essere preoccupato per le implicazioni più ampie del discorso freddo per la democrazia. “Non puoi più concedere alle persone il beneficio del dubbio di tenere più solo una conversazione. Devi preoccuparti di sentirti giudicato", ha detto. "Le opinioni politiche possono persino influenzare i tuoi legami familiari, il modo in cui ti relazioni con tuo zio o l'altra parte. Non va davvero bene".
 
Roy Block, 76 anni, di San Antonio, si è descritto come un conservatore e ha affermato di essere stato allarmato dalle scene di genitori messi a tacere durante le riunioni del consiglio scolastico nell'ultimo anno. "Penso che siano soprattutto i conservatori a essere messi a tacere", ha detto. “Ma a prescindere, penso che dovrebbe essere una strada a doppio senso. Tutti dovrebbero avere l'opportunità di parlare e soprattutto in incontri aperti e forum aperti".
 
1. Ti senti più libero, meno libero o libero come prima di esprimere quotidianamente il tuo punto di vista nella maggior parte delle situazioni rispetto a 10 anni fa sulla politica?
{| class="wikitable"
|'''Selezionane uno →'''
|'''Più libero'''
|'''Libero come prima'''
|'''Meno gratuito'''
|-
|Globale
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|?
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|Ma
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|Donne
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|18-34
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|65+
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|}
Seleziona una risposta per vedere i risultati del sondaggio.
 
2. Ti senti più libero, meno libero o libero come prima di esprimere quotidianamente il tuo punto di vista nella maggior parte delle situazioni rispetto a 10 anni fa sulle relazioni razziali?
{| class="wikitable"
|
|'''Più libero'''
|'''Libero come prima'''
|'''Meno gratuito'''
|-
|Globale
|?
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|Ma
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|Donne
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|Democratici
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|repubblicani
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|18-34
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|65+
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|}
Seleziona una risposta per vedere i risultati del sondaggio.
 
I sondaggisti hanno chiesto come si sentivano le persone libere oggi per discutere di sei argomenti - tra cui religione, politica, identità di genere e relazioni razziali - rispetto a 10 anni fa: più liberi, meno liberi o uguali. Coloro che si sentivano più liberi erano gli intervistati neri: almeno il 30% di loro ha affermato di sentirsi più libero di parlare su ogni argomento, incluso il 42% sulle relazioni razziali, la quota più alta di qualsiasi gruppo razziale o etnico. Tuttavia, quel sentimento di maggiore libertà tra gli intervistati neri ha raggiunto solo il 46%, non la maggioranza (il 46% riguarda la questione dell'identità di genere).
 
Allo stesso tempo, ben l'84% dei neri intervistati ha condiviso la preoccupazione di questo editoriale che si trattava di un problema "molto serio" o "piuttosto serio" che alcuni americani non esercitassero la loro libertà di parola per paura di ritorsioni o dure critica. E il 45 percento dei neri e quasi il 60 percento dei latini e dei bianchi intervistati ha riferito di aver tenuto a freno la lingua nell'ultimo anno per paura di ritorsioni o aspre critiche.
----Mentre il livello di ansia nazionale riguardo alla libertà di parola è evidente, le soluzioni sono molto meno chiare. Nel sondaggio, il 66 per cento degli intervistati è d'accordo con quanto segue: “La nostra democrazia si basa sullo scambio di idee libero, aperto e sicuro, non importa quanto siano diverse. Dovremmo incoraggiare tutti i discorsi purché siano fatti in un modo che non minacci gli altri”. Eppure un intero 30 percento concorda sul fatto che "sebbene io sostenga la libertà di parola, a volte hai interrotto discorsi antidemocratici, bigotti o semplicemente falsi". Coloro che si sono identificati come democratici e liberali hanno mostrato un livello più elevato di sostegno per la chiusura a volte di tali discorsi.
 
La difesa a gola piena della libertà di parola era un tempo un ideale liberale. Molte delle vittorie legali che hanno ampliato il regno del discorso ammissibile negli Stati Uniti sono arrivate in difesa dei parlanti liberali contro il potere del governo, una sentenza secondo cui gli studenti non potevano essere costretti a recitare il Pledge of Legiance, una sentenza che protegge i diritti di studenti a manifestare contro la guerra del Vietnam, una sentenza che consente l'incendio della bandiera americana.
 
Immagine
 
Credito...Pablo Delcan
 
Eppure molti progressisti sembrano aver perso la fede in quel principio. Questa è stata una fonte di grande frustrazione per una di quelle che hanno risposto al nostro sondaggio, Emily Leonard, una 93enne di Hartford, Connecticut, che si è descritta come una liberale. Ha detto che era allarmata per le notizie di oratori che venivano sgridati nei campus universitari. “Dobbiamo sentire cosa pensano le persone, anche se non siamo d'accordo con loro. È la base della nostra democrazia. Ed è assolutamente essenziale per una democrazia continua”, ha detto. “Per quanto io sia liberale, un po' a sinistra di Lenin, penso che questi ragazzi e tutta questa cultura dell'annullamento e il cosiddetto risveglio ci stiano facendo così tanto male. Stanno minando la Costituzione. Ecco a cosa si riduce”.
 
Il movimento progressista in America è stato una forza positiva in molti modi: per la giustizia sociale e razziale, per l'equità salariale, per un sistema e una società più equi e per invocare odio e incitamento all'odio. Nel corso della loro lotta per la tolleranza, molti progressisti sono diventati intolleranti nei confronti di coloro che non sono d'accordo con loro o esprimono altre opinioni e hanno assunto una sorta di ipocrisia e censura che la destra a lungo mostrava e la sinistra a lungo aborriva. Ha reso le persone incerte sui contorni del discorso: molti sanno che non dovrebbero pronunciare cose razziste, ma non capiscono cosa possono dire sulla razza o cosa possono dire a una persona di razza diversa dalla loro. Attaccare le persone sul posto di lavoro, nel campus, sui social media e altrove che esprimono opinioni impopolari da un luogo di buona fede è la pratica di una società chiusa.
 
Il Times non ammette l'incitamento all'odio nelle nostre pagine, anche se è ampiamente protetto dalla Costituzione, e noi sosteniamo questo principio. Ma c'è una differenza tra l'incitamento all'odio e il discorso che ci sfida in modi che potremmo trovare difficili o addirittura offensivi.
----Allo stesso tempo, tutti gli americani dovrebbero essere profondamente preoccupati per una valanga di leggi approvate dalle legislature controllate dai repubblicani in tutto il paese che imbavagliano la discussione su determinati argomenti e violano chiaramente lo spirito del Primo Emendamento, se non la lettera della legge.
 
Va ben oltre gli stati conservatori che strappano libri su razza e sesso dalle biblioteche delle scuole pubbliche. Dal 2021 in 40 legislature statali sono stati presentati o pre-depositati 175 progetti di legge che prendono di mira ciò che gli insegnanti possono dire e ciò che gli studenti possono imparare, spesso con sanzioni severe. Di questi, 13 sono diventati legge in 11 stati e 106 sono ancora allo studio. Complessivamente, 99 progetti di legge attualmente prendono di mira le scuole pubbliche K-12, 44 mirano all'istruzione superiore e 59 includono la punizione per i trasgressori, secondo un conteggio corrente tenuto da PEN America. In alcuni casi, i progetti di legge non sono diventati legge. Negli altri casi, i tribunali dovrebbero dichiararli incostituzionali.
 
Questi disegni di legge includono il disegno di legge "Don't Say Gay" della Florida, che limiterebbe ciò di cui insegnanti e studenti possono parlare e consentirebbe ai genitori di intentare causa. Se la legge entra in vigore, fai attenzione alle cause contro le scuole che limitano il diritto alla libertà di parola degli studenti di discutere di argomenti come la sessualità, stabiliti dalle precedenti sentenze della Corte Suprema.
 
Le nuove leggi sul bavaglio coincidono con una simile raffica di progetti di legge che apparentemente prendono di mira la teoria critica della razza, un'idea che è filtrata dalle scuole di diritto al pubblico più ampio negli ultimi anni come un modo per comprendere la pervasività del razzismo. Il panico morale attorno alla teoria critica della razza si è trasformato in un vasto sforzo per limitare le discussioni su razza, sesso, storia americana e altri argomenti che i conservatori ritengono divisivi. Diversi stati hanno ora approvato queste leggi sul bavaglio che limitano ciò che si può dire nelle scuole pubbliche, nei college e nelle università e nelle agenzie e istituzioni statali.
 
Nell'approvare leggi che limitano la parola, i conservatori hanno adottato il linguaggio offensivo che alcuni liberali usavano in passato per limitare la parola: l'idea che la parola stessa possa causare un danno inaccettabile, il che ha portato a una proliferazione dei codici vocali del campus e all'uso di attivare avvisi nelle aule universitarie.
 
Ora i conservatori hanno usato l'idea di discorsi dannosi per i propri fini: una legge anti-critica sulla teoria della razza nel Tennessee approvata l'anno scorso, ad esempio, proibisce di promuovere il concetto che "un individuo dovrebbe provare disagio, senso di colpa, angoscia o un'altra forma di disagio psicologico esclusivamente a causa della razza o del sesso dell'individuo” – una misura volta a evitare il “dolore” che gli studenti potrebbero provare quando apprendono elementi razzisti o misogini della storia americana. (Non menzionato, ovviamente, è il potenziale disagio provato dagli studenti che vengono nutriti con una versione imbiancata della storia americana.)
 
I liberali - e chiunque sia interessato a proteggere la libertà di parola - hanno ragione a combattere contro queste leggi perniciose. Ma i limiti legali non sono gli unici vincoli alla libertà di parola degli americani. Nei campus universitari e in molti luoghi di lavoro, i discorsi che altri ritengono dannosi o offensivi possono comportare non solo vergogna online, ma anche perdita di mezzi di sussistenza. Alcuni progressisti ritengono che ciò abbia fornito un controllo necessario, e persino gradito, su coloro che detengono il potere. Ma quando le norme sociali relative al linguaggio accettabile cambiano costantemente e quando non esiste una chiara definizione di danno, questi vincoli al linguaggio possono trasformarsi in regole arbitrarie con conseguenze sproporzionate.
 
La libertà di parola si basa sul rispetto reciproco, quello delle persone l'una per l'altra e di un governo per le persone che serve. Ogni giorno, nelle comunità di tutto il paese, gli americani devono parlarsi liberamente per affinare e migliorare gli elementi del nostro contratto sociale: cosa dobbiamo ai più vulnerabili nei nostri quartieri? Quale condotta dobbiamo aspettarci dai dipendenti pubblici? Quali idee sono così essenziali per comprendere la democrazia americana da dover essere insegnate nelle scuole? Quando il discorso pubblico in America si restringe, diventa più difficile rispondere a queste ea molte altre domande urgenti che dobbiamo affrontare come società.
[[Categoria:Progressisti]]
[[Categoria:Progressisti]]
[[Categoria:Politically Correct]]
[[Categoria:Politically Correct]]
[[Categoria:Cancel Culture]]
[[Categoria:Cancel Culture]]

Versione attuale delle 10:23, 8 apr 2022

Fonte: https://www.nytimes.com/2022/03/18/opinion/cancel-culture-free-speech-poll.html

Riassunto[modifica | modifica sorgente]

L'America ha un problema di libertà di parola.

Pablo Delcan spiega perché gli americani stiano perdendo il possesso di un diritto fondamentale come cittadini di un paese libero: il diritto di esprimere le loro opinioni in pubblico senza paura di essere sviliti od ostracizzati.

Sia la sinistra che la destra sono intrappolate in un ciclo distruttivo di condanne e recriminazioni riguardo la cancel culture.

Molti a sinistra rifiutano direttamente di riconoscere che la cancel culture esista, credendo che coloro che se ne lamentano vogliano solo coprire i bigotti che diffondono discorsi di odio.

Nel frattempo la destra, nel suo ragliare di cancel culture, ha adottato una versione ancora più estrema di censura come baluardo contro una società in rapido cambiamento, con leggi che vieterebbero i libri, soffocherebbero gli insegnanti e scoraggerebbero la discussione aperta nelle classi.

Molti americani sono comprensibilmente confusi, quindi, su cosa possano dire e dove dirlo: comunque la si definisca, gli americani sanno che la cancel culture esiste e ne sentono il peso.

In un nuovo sondaggio nazionale, commissionato dal Times Opinion e dal Siena College, si apprende che

  • solo il 34% degli americani crede che tutti gli americani godano completamente della libertà di parola
  • mentre l'84% degli adulti crede che alcuni americani non parlino liberamente per paura di ritorsioni o critiche severe.

Il sondaggio Times Opinion/Siena College inoltre ha rilevato che:

  • il 46% degli intervistati si sente meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa.
  • solo il 21% delle persone ha riferito di sentirsi più libero, nonostante negli ultimi dieci anni ci sia stato un vasto aumento delle "voci" ammesse al dibattito attraverso l'espansione dei social media.

La libertà di parola richiede non solo un impegno astratto per l'apertura e la tolleranza, ma anche la consapevolezza del potere della parola ed i suoi potenziali danni.

Non riteniamo sufficiente che gli americani credano nel diritto degli altri di parlare liberamente: dovrebbero anche trovare modi per supportare attivamente e proteggere tale diritto.

Non ci illudiamo sia facile. Nella nostra era, in particolare, i  social media sono inondati da discorsi tutti orientati allo sminuire, fare a pezzi, infierire su e stuzzicare l'avversario.

Un flusso di cattiva informazione e disinformazione che ha alzato la tensione.

Rendere internet un posto più grazioso non sembra essere in cima all'agenda di nessuno, e certamente non della maggior parte delle aziende tecnologiche che la controllano.

Il vecchio "pensa prima di parlare" ha lasciato il posto al nuovo "parla a tuo rischio e pericolo", ma non puoi dirti un sostenitore della libertà di parola se sorvegli e confini il discorso più che proteggerlo. La libertà di parola richiede disponibilità verso le idee che non ci piacciono ed autocontrollo di fronte a parole che ci sfidano o persino ci turbano.

Eppure qualcosa è andato perduto, il sondaggio mostra chiaramente un'insoddisfazione per la libertà di parola per come è vissuta e compresa dagli americani oggi:

  • il 55% degli intervistati dice di essersi "morso la lingua" nell'ultimo anno perché preoccupato di ritorsioni o critiche dure.
  • i repubblicani (58%) erano lievemente più inclini a trattenersi rispetto ai democratici (52%) o agli indipendenti (56%).
  • al contempo, il 22% degli adulti riferisce di aver subito ritorsioni o di aver criticato aspramente qualcuno per qualcosa che ha detto. Gli adulti tra 18 e 34 anni avevano molte più probabilità di farlo rispetto agli americani più anziani,  ed i liberali rispetto ai moderati o ai conservatori.

I sondaggisti hanno chiesto quanto le persone si sentano libere oggi di discutere di sei argomenti - tra cui religione, politica, identità di genere e relazioni razziali - rispetto a 10 anni fa: più liberi, meno liberi o uguali.

Gli intervistati neri si sentivano più a loro agio: almeno il 30% di loro afferma di sentirsi più libero di parlare su ogni argomento. Tuttavia, quel sentimento di maggiore libertà tra gli intervistati neri non riguarda la maggioranza.

Comunque, ben l'84% dei neri intervistati ha condiviso la preoccupazione di questo editoriale che si tratti di un problema "molto serio" o "piuttosto serio" che alcuni americani non esercitino la libertà di parola.

Ma le soluzioni non sono molto chiare. Nel sondaggio, il 66% degli intervistati è d'accordo con quanto segue: “La nostra democrazia si basa sullo scambio di idee libero [...] dovremmo incoraggiare tutti i discorsi se fatti in modo che non minaccino gli altri”. Eppure il 30% concorda sul fatto che "pur sostenendo la libertà di parola, a volte bisogna tacitare discorsi antidemocratici, bigotti o semplicemente falsi".

I democratici e i liberali hanno mostrato un maggiore sostegno per il chiudere a volte tali discorsi, nonostante la difesa a piena voce della libertà di parola fosse un tempo un ideale liberale. Eppure molti progressisti sembrano aver perso fede in quel principio.

Durante la lotta per la tolleranza, molti progressisti sono diventati intolleranti nei confronti di chi non è d'accordo con loro, assumendo una sorta di moralismo presuntuoso e tendenza censoria, un tempo propri della destra. Questo ha reso le persone incerte: molti sanno che non dovrebbero dire cose razziste, ma non capiscono ad esempio cosa possono dire sulla razza, e  c'è una differenza tra l'incitamento all'odio e un discorso che ci sfida in modi che troviamo difficili o offensivi.

Allo stesso tempo, tutti gli americani dovrebbero preoccuparsi profondamente di una valanga di leggi, approvate dalle legislature repubblicane, che imbavagliano la discussione su determinati argomenti e violano chiaramente lo spirito del Primo Emendamento.

Questi numerosi provvedimenti includono il disegno di legge "Don't Say Gay" della Florida, che limiterebbe ciò di cui insegnanti e studenti possono parlare e consentirebbe ai genitori di intentare causa.

Chi difende la libertà di parola ha ragione a combattere contro queste leggi, ma i limiti legali non sono gli unici vincoli alla libertà di parola. Nei campus universitari e in molti luoghi di lavoro, i discorsi dannosi od offensivi possono comportare non solo vergogna online, ma anche perdita di mezzi di sussistenza. Per alcuni progressisti è una forma di controllo necessaria, ma quando le norme sociali del linguaggio accettabile cambiano costantemente e non esiste una chiara definizione di danno, questi vincoli possono trasformarsi in regole arbitrarie con conseguenze sproporzionate.

La libertà di parola si basa sul rispetto reciproco, quello delle persone l'una per l'altra e di un governo per le persone che serve. Ogni giorno gli americani devono parlarsi liberamente per affinare e migliorare gli elementi del nostro contratto sociale, ma quando il discorso pubblico si restringe, diventa più difficile farlo come società.