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Guia Soncini - L'era dell'indignazione, lista episodi2
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== ANGOLI DI NICCHIE DI FRAZIONE DI MINORANZE == === La cancel culture === La ''cancel culture'' è ormai un tema così ''à la page'' che ti si nota di più se non te ne occupi. * Ci stava per fare un libro Julie Burchill, la più interessante bastiancontraria d’Inghilterra: l’uscita di ''Welcome to the Woke Trials: How #Identity Killed Progressive Politics'' era prevista nell’aprile 2021; il libro avrebbe raccontato d’una volta in cui gli invasati di Twitter avevano chiesto (e ottenuto) la rimozione d’un articolo di Burchill accusandola di transfobia; poi, a dicembre 2020, Burchill s’è messa di nuovo a polemizzare su Twitter (questa volta il tema era Maometto), e l’editore ha dato retta ai suscettibili che la accusavano d’essere islamofobica, annullando l’uscita del libro. * Ci ha fatto un documentario per la tv inglese Irvine Welsh (l’autore di ''Trainspotting,'' che mette l’uccisione d’un cane in ogni suo romanzo da quando s’è accorto che la gente se ne ha più a male rispetto a quando uccide gli umani: avrà lo stesso pubblico di Garrone). === Il caso della signora di Central Park === C’era stato il caso della signora di Central Park, adesso nessuno se ne ricorda più perché è un’indignazione dell’altroieri, ma per un po’ non si parlò d’altro. * Un uomo nero aveva ripreso una tizia (bianca) che era in una zona di Central Park in cui si osservano gli uccelli (attività svolta dall’uomo nero) con un cane non al guinzaglio. * In estrema sintesi: lui le diceva di legare il cane, lei si faceva venire una crisi isterica e chiamava la polizia. Vuole farlo uccidere, commentavano compatti gli americani, in quel momento particolarmente sensibili al razzismo della polizia (l’incidente era avvenuto il giorno in cui un poliziotto aveva ucciso George Floyd), e apparentemente incapaci di capire che, se la polizia uccide quelli che ferma, è sensato chiedere che la polizia smetta di farlo, non che la gente smetta di chiamare la polizia se si sente in pericolo. Veniva deciso che la tizia fosse razzista, e i social chiedevano il suo licenziamento e lo ottenevano (l’osservatore di uccelli diceva le cose più equilibrate, come spesso accade quando un caso attrae folle deliranti in preda a ricatto partecipativo: i commentatori sono sempre assai meno lucidi dei protagonisti). === La nuova norma redazionale === Nell’estate del 2020, l’Associated Press, seguita da altre testate giornalistiche americane, stabilisce una nuova norma redazionale: nero, ''black,'' quando non è la tinta d’una giacca recensendo una sfilata ma un’identità razziale, verrà scritto con la maiuscola (come in inglese vengono scritte le nazionalità). * Spesso le buone intenzioni fanno tutto il giro e generano mostruosità, e questo mi sembra uno di quei casi: tenendo minuscolo ''white,'' stai dicendo che ai bianchi è concessa la libertà di definirsi un po’ come preferiscono, ma i neri sono innanzitutto maiuscolamente neri. * Che tu abbia scoperto il vaccino per una malattia terminale o scritto il romanzo definitivo, comunque il tuo principale aggettivo deve riguardare il colore della tua pelle8. * Come si faccia a considerarlo progresso trascende la mia comprensione. * Ma sto divagando. Quando una giornalista (nera, e premio Pulitzer per una controversa inchiesta sullo schiavismo) annuncia entusiasta su Twitter che il suo giornale, il ''New York Times,'' scriverà d’ora in poi maiuscolo Black, le prime risposte che le arrivano sono: «Ora se solo smettessero di usare “ispanico” e adoperassero “latinx”» «Ma i latini e gli ispanici non sono due gruppi diversi?» «No» «Non c’è accordo neanche tra di noi su questo, è una cosa generazionale» «La comunità latina ha moltissime volte detto che non le piace “latinx”, le parole coi generi sono parte della nostra lingua, cercare di neutralizzarle è assurdo» – eccetera. Pochi giorni prima, un analogo dibattito ha riguardato un nuovo acronimo. * Fino ad allora si è usato POC, ''People of Color,'' mentre ora pare che l’espressione corretta sia BIPOC, ''Black [and] Indigenous People of Color. * '' Si era dibattuto tra chi lo trovava ridondante e chi doveroso, chi «colore è colore» e chi «basta ignorare gli indigeni d’America».
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