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Guia Soncini - L'era dell'indignazione, lista episodi
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=== L’episodio del MeToo - IL FETICISMO DELLA FRAGILITÀ === C’è un comico che non si può più citare giacché aveva l’abitudine di chiedere a signorine del suo ambiente lavorativo se desse fastidio il suo eventuale masturbarsi davanti a loro, e ricevuto l’assenso procedeva. All’inizio del MeToo, alcune delle signorine raccontarono al ''New York Times'' che il signore (si chiama Louis CK, nominiamo l’innominabile) aveva commesso una violenza, g'''iacché esse avevano sì detto di sì, ma solo perché, egemonizzate dal suo maggior successo professionale, ritenevano insubordinazione dire di no.''' Tutte le donne che hanno parlato di quella vicenda facevano (fanno) le comiche, e più o meno tutte hanno argomentato che il vero scandalo fosse che le loro carriere non erano decolla'''te, per colpa del bruto che le aveva traumatizzate prima e ostacolate poi.''' Pochi mesi dopo, a capodanno del 2018, su Netflix arriva il nuovo monologo di Dave Chappelle. Dave Chappelle è un comico nero d’una bravura sconcertante, ed è stato – parte della bravura – il più rapido a elaborare quel momento di moralizzazione e a trovare i punti giusti rispetto ai quali fare il suo lavoro, cioè prendere quel momento per il culo. Quel monologo – ''The Bird Revelation'' – si apriva con una panoramica del tipo «e poi non rimase nessuno»: erano i mesi in cui ogni giorno veniva fuori che qualche colosso della cultura americana si era comportato impropriamente con qualche signora, quaranta giorni o quarant’anni prima («Sono nel mondo dello spettacolo da trent’anni: non avevo mica capito che rischi correvo»). Dopo avere parlato di tutti gli altri, da Harvey Weinstein a Kevin Spacey, Chappelle arriva alla parte sensibile. Il suo collega, il suo amico, e anche quello le accuse nei confronti del quale erano più ridicole – epperò all’epoca non era socialmente accettabile ridicolizzarle, se non eri il più bravo a trovare il ridicolo in tutto. Noialtre leggevamo da mesi i resoconti chiedendoci come fosse possibile che uno che ha come fantasia sessuale farsi una sega davanti a donne con cui non ha relazioni, '''come fosse possibile che l’immagine di questo tizio che si sbottona i pantaloni paonazzo non fosse oggetto di ridicolo ma di terrore''', come fosse possibile che gli avessero tolto tutto (il suo film, i suoi programmi televisivi, la sua tournée teatrale) per punirlo, invece d’andare a teatro a ridere di lui – di lui, non con lui – appena usciva sul palco, invece di cantare «Faccelo vede’» fino a farlo morire di vergogna; noi tacevamo questi nostri dubbi, poi è arrivato Chappelle e: «Non dovrei dirlo, ma le accuse a Louis sono le uniche che mi hanno fatto ridere». «Una signora ha detto: “Louis ha rovinato il mio sogno di fare la comica”. Sul serio? Mi permetto di dirle, signora: lei non ha mai avuto un sogno. L’FBI aveva un programma per controllare e ricattare le figure pericolose, è per quello che esistono tante registrazioni di Martin Luther King con delle puttane. Ma, per nostra fortuna, lui un sogno ce l’aveva davvero. Pensate che se Louis si fosse fatto una sega davanti a Martin Luther King lui avrebbe detto “Non posso continuare con questo movimento, mi spiace ma la liberazione dei neri si ferma qui”?». E ancora: «Una delle signore ha detto: “Eravamo al telefono, e mi sono accorta che si stava masturbando”. Non sai riattaccare il telefono?». '''Naturalmente le feticiste della fragilità trovano offensivo che Chappelle rida delle vittime invece che dei carnefici,''' ma a me sembra l’unica posizione rispettosa. Quella che, invece di compatirti come fossi un’inetta incapace di farsi valere, ti chieda: «Sto colpevolizzando le vittime se dico che, se non riesci a fare di uno che si cala i pantaloni materiale comico, forse il tuo talento comico non è un granché?»; quella che ti tratti come una professionista adulta dalla quale ci si aspetta la stessa capacità reattiva che ha Chappelle, la stessa capacità di prendere una bruttura e vederne il ridicolo. A me sembra che l’unica domanda seria, sull’affaire CK, l’unica domanda femminista, l’unica domanda che prendesse sul serio le ambizioni professionali delle signore, se la sia fatta proprio Chappelle: «Com’è possibile che nessuna abbia ancora scritto il monologo ''Non riuscivo a riattaccare il telefono''?».
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