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Guerra in Ucraina, le riflessioni di Toni Capuozzo
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== Link da ritrovare == >ANSA-BOX/ Capuozzo, 30 anni dopo Sarajevo stessa follia Ucraina (di Francesca Pierleoni) (ANSA) - ROMA, 04 APR - L'assedio di Sarajevo dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, "il più lungo della storia moderna" ricorda Roberto Olla, viene ripercorso a 30 anni dal suo inizio nella serata speciale che Focus (Canale 35) dedica al racconto della guerra nella ex Jugoslavia. Un'esplorazione fra traumi, vittime, macerie e atrocità, quanto mai attuale, viste le immagini che arrivano dall'Ucraina. Ad aprire la serata, curata da Carlo Gorla per la Direzione Generale Informazione Mediaset, è in prima serata, lo speciale di Roberto Olla 'Jugoslavia, la morte di un Paese', sulla dissoluzione della Jugoslavia di Tito. A seguire, con la regia di Roberto Burchielli, Toni Capuozzo e il suo cameraman Igor Vucic rievocano le cronache di quei giorni nel reportage 1992-2022 - Ritorno all'Inferno. "Undici mila 541 mila sedie rosse, una per ogni vittima, uccise dai proiettili dei cecchini e dalle schegge delle granate", hanno ricordato a Sarajevo in occasione del trentennale, l'inizio dell'assedio, esordisce Olla nel suo racconto. Sarajevo "era in qualche modo il simbolo di una città multietnica - sottolinea nello speciale la diplomatica Laura Mirachian, capo missione durante la guerra dei Balcani -. Era la prima volta che in Europa esplodeva un conflitto del quale poi avremmo capito la portata". Il racconto tra immagini d'archivio, testimonianze e commenti, traccia un viaggio nella storia del Paese, dal dominio unificatore di Tito alla sua dissoluzione dopo il crollo del Patto di Varsavia. Il "mosaico artificiale" tenuto insieme da Tito fatalmente si scompone, spiega il generale di Brigata Nicola Conforti. Il 3 marzo 1992 la Bosnia proclama l'indipendenza: "i serbi hanno iniziato una rivolta contro una Bosnia indipendente e unita e prendono le armi perchè temevano un Paese sotto guida musulmana" dice il docente di storia contemporanea Roberto Morozzo. "I massacri e le stragi di civili sconvolgono l'opinione pubblica mondiale" aggiunge Olla, si arriva così all'istituzione da parte dell'Onu di un tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia: "E' la prima volta dopo la seconda Guerra Mondiale e il tribunale di Norimberga". Lo speciale riporta anche a luoghi martire della guerra, come Srebenica dove la protezione dell'Onu (che hanno avuto a lungo regole di ingaggio limitate, ndr) non funziono' e ci fu nel 1995 un eccidio da parte dei serbi di Bosnia, della popolazione locale musulmana, con l'uccisione di oltre 8300 persone . Violenze davanti alle quali l'occidente, diviso sul conflitto, non ha saputo dare a lungo risposte adeguate. Diventa ancora più personale e di grande intensità il racconto nello speciale di un grande inviato di guerra del Tg5 come Toni Capuozzo, che in apertura del suo ritorno a Sarajevo 30 anni dopo rincontra il cameraman che ha raccontato con lui l'assedio, Igor Vucic: "E' come avere le stesse cicatrici". In questi giorni "e' difficile essere qui e sapere quello che succede in Ucraina - spiega il giornalista - Le guerre sono tutte diverse ma hanno sempre qualcosa in comune. La follia, l'orrore, il dolore, le illusioni. Essere in un posto dove hai vissuto una guerra e vedere in televisione le immagini dell'Ucraina mi fa chiedere cosa capiterà fra 30 anni, se qualcuno tornerà a Kiev e cosa sarà di quei destini". Il viaggio riporta Capuozzo e Vucic a ritrovare persone e luoghi legati a quel drammatico periodo, evocati dalle immagini girate allora, come l'allora infante Kemal, che era rimasto senza una gamba, dopo essere stato colpito da una granata, che aveva ucciso sua madre. Non essendo possibile trovare protesi per il piccolo a Sarajevo, Capuozzo (che poi ha ospitato il bambino nella sua famiglia per cinque anni, ed ha continuato ad aiutarlo attraverso gli anni, ndr) e i suoi colleghi decisero di portarlo in Italia. "Lì abbiamo cambiato qualcosa - osserva il giornalista - tutto il resto è stato un piccolo lungo giro nell'inferno". Le guerre "finiscono per fortuna, i ricordi restano. Sono tatuaggi che non si vedono - aggiunge -. Gli stessi errori, le stesse tragiche illusioni ritornano di guerra in guerra". (ANSA). Y64-MA 04-APR-22 18:02 SXB [[Categoria:Geopolitica]]
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