Guerra in Ucraina, gli eventi in ucraina che hanno preceduto il conflitto

Da Tematiche di genere.
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  • 21 Febbraio 2022, La Russia riconosce l'indipendenza delle due repubbliche auto-dichiarate di Donetsk e Luhansk (nella regione del Donbass)
  • 24 febbraio 2022, Putin annuncia l’avvio delle operazioni militari in Ucraina. Una «operazione speciale» finalizzata a demilitarizzare e denazificare l'Ucraina[1] a difesa dell’indipendenza delle due repubbliche auto-dichiarate di Donetsk e Luhansk
  • L’escalation viene paragonata a quella vissuta nel 2014 con l’annessione della penisola della Crimea nel 2014
  • 24 agosto 1991: dichiarazione di indipendenza da Mosca, poi approvata con un referendum che vedrà oltre il 92% degli ucraini schierarsi a favore dell’addio all’Urss
  • L'ucraina era il secondo paese della vecchia Urss per dimensione economica
  • Nei primi anni dell’indipendenza il Pil scende di molto (-23% nel 1994) e viene governata da leader vicini a Mosca: dal 1991 al 2004
  • 2004: viene dichiarato vincitore un leader filorusso (il candidato filo-occidentale Juščenko era favorevole all’avvicinamento con Ue e Nato). Ci furono proteste che sfociarono nella cosiddetta Rivoluzione arancione. Il voto venne invalidato e ripetuto, con la vittoria del candidato filo-occidentale. Durerà fino al 2010.
  • 2004 la Nato ingloba tre ex Stati sovietici come Estonia, Lettonia e Lituania; 
  • Nel 2008, la NATO promette di allargarsi all’Ucraina in futuro. La notizia surriscalda i rapporti con Mosca
  • 2008 l’economia ucraina sprofonda sotto il peso della crisi finanziaria (causata dai subprime USA) Julija Tymošenko fu una delle personalità più controverse dell’entourage di Juščenko. Nel 2011 finirà in carcere per aver firmato un contratto di forniture di gas sfavorevole all’Ucraina. Si difenderà parlando di un caso montato dagli avversari.
  • 2010 nuovo leader gradito a Putin il cui tentativo di allontanarsi dall'europa scatena le proteste dell'Euromaidan a cui conseguono:
    • deposizione del presidente filorusso
    • convocazione del voto anticipato
    • abolizione del bilinguismo russo-ucraino
    • scarcerazione della ex premier Tymošenko
  • Tymošenko tenne un celebre discorso a Kiev, irritando una parte della platea che non si sentiva rappresentata dalla ex leader
  • Reazione russa: un mese dopo la Russia invade la penisola della Crimea
  • A maggio seguono l’esempio i militanti filo-russi delle due province del Donbas, Donetsk e Luhansk
  • Sia in Crimea che in Donbass incassa il consenso della popolazione con un referendum. La vittoria del sì è schiacciante in entrambi i casi, creando una “frattura” che dà adito a scontri e violenze sempre più intensi.
  • Nel 2014/15, Francia, Germania, Russia e Ucraina firmano i cosiddetti accordi di Minsk che prevede il cessate il fuoco e il lavoro diplomatico per configurare lo status speciale delle due province. Tali accordi, furono «implementati poi nel 2015 con una serie di nuove misure note come Minsk II. Tentativi che però non hanno mai portato ad un cessate il fuoco duraturo, dato che le violazioni nel corso degli anni sarebbero state oltre 2.000[2]».
  • 2014 - 2021: La pace rimane solo sulla carta. Il governo ucraino conteggia infatti almeno 14 mila vittime nella regione del Donbass e 1,5 milioni di sfollati[3]. Gli USA spendono 10 miliardi di dollari per le operazioni militari nell’area.
  • 2014 - 2019: alla presidenza dell'ucraina si susseguono Poroshenko
  • L’attuale presidente, l’ex attore comico Zelensky. L’orientamento di entrambi è di apertura all’Occidente e di allontanamento da Mosca
  • 2017 nuovi accordi siglati con la Ue (quindi sotto Poroshenko) e una spinta sempre più decisa verso Bruxelles.
  • Zelensky chiede apertamente l’ingresso nella Ue e nella Nato
  • Cercare critiche di Poroshenko verso https://www.google.com/search?q=poroshenko+accuse+Zelensky

Per approfondire

Note