Gogne mediatiche: differenze tra le versioni

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Il concetto di ''gogna mediatica'' identifica l'esposizione al pubblico disprezzo che colpisce personaggi messi al centro dell’attenzione dai mezzi di informazione, per via di reati soltanto ipotizzati o non sanzionati da una sentenza di tribunale<ref>https://www.treccani.it/vocabolario/gogna-mediatica_%28Neologismi%29/</ref>. Si tratta di una dinamica molto recente e in rapida diffusione, soprattutto grazie ai social network, diventati terreno di battaglia per personaggi famosi e non; spesso si configura come una condanna al presunto colpevole senza alcun processo, fuori dal perimetro delle aule giudiziarie, dai suoi princìpi e dalle sue regole, consegnando l’accertamento delle responsabilità all’opinione pubblica e ai presunti elementi di cui si è a disposizione.
Il concetto di ''gogna mediatica'' identifica l'esposizione al pubblico disprezzo che colpisce personaggi messi al centro dell’attenzione dai mezzi di informazione, per via di reati soltanto ipotizzati o non sanzionati da una sentenza di tribunale<ref>https://www.treccani.it/vocabolario/gogna-mediatica_%28Neologismi%29/</ref>. Si tratta di una dinamica molto recente e in rapida diffusione, soprattutto grazie ai social network, diventati terreno di battaglia per personaggi famosi e non; spesso si configura come una condanna al presunto colpevole senza alcun processo, fuori dal perimetro delle aule giudiziarie, dai suoi princìpi e dalle sue regole, consegnando l’accertamento delle responsabilità all’opinione pubblica e ai presunti elementi di cui si è a disposizione.


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Tutto questo con la consapevolezza - o forse no - che <u>sfruttando queste tecniche di negativo accanimento mediatico, in molti casi si spinge la vittima, spesso inerte e incapace di poter ribattere, ad una sofferenza fisica e psicologica che può arrivare fino al suicidio</u>.
Tutto questo con la consapevolezza - o forse no - che <u>sfruttando queste tecniche di negativo accanimento mediatico, in molti casi si spinge la vittima, spesso inerte e incapace di poter ribattere, ad una sofferenza fisica e psicologica che può arrivare fino al suicidio</u>.
 
== Vedi anche ==
* [[Sociability di Francesco Oggiano]] parla estesamente dell'argomento: nel libro <u>analizza l'uso dei social media come strumento per il linciaggio pubblico</u> e la condanna senza processo. Fa riferimento alla pratica storica della gogna pubblica, descritta dallo scrittore Daniel Defoe nel XVIII secolo, e la confronta con l'attuale fenomeno delle gogne sui social. Si evidenzia come <u>la gogna fosse considerata barbarica e dannosa</u> per la vita futura del condannato, <u>portando alla sua abolizione</u>. Tuttavia, sui social, si rischia di introdurre un nuovo sistema senza processo, in cui prevale solo la condanna pubblica. Si sottolinea l'importanza di ispirarsi ai principi del diritto di procedura penale, come regole uguali per tutti, diritto alla difesa e presunzione d'innocenza. Si evidenzia che sulle piattaforme digitali spesso mancano regole chiare e uguali per tutti, e <u>si tende a credere acriticamente alle parole dell'accusatore senza dare opportunità di replica all'accusato</u>. Si sottolinea la <u>necessità di rispettare il principio di presunzione d'innocenza e di valutare le diverse fonti e versioni dei fatti prima</u> di partecipare al linciaggio pubblico. Si riportano vari esempi tra cui il caso del regista Fausto Brizzi come esempio di come la presunzione di colpevolezza possa danneggiare la vita di una persona senza un processo adeguato.
* [[Giustizialismo oggi e nel 1600]] - Il testo esplora la <u>persistenza</u> di certi atteggiamenti nella società, dall'epoca storica raccontata da Alessandro Manzoni ne ''I Promessi Sposi'' (1600) fino ai tempi moderni. L'assoggettamento alla vendetta, al giustizialismo, e alla folla dominata dall'emotività piuttosto che dalla ragione. Manzoni porta come esempi la caccia agli untori durante la peste del 1630 a Milano (episodio della Colonna Infame) e l'episodio del Pane. Si osserva la tendenza a cercare capri espiatori piuttosto che affrontare i problemi di fondo, l'inasprimento delle leggi come soluzione apparente e l'effetto divisorio che emerge quando si affrontano veramente i problemi. Interessante anche confrontare queste dinamiche con la teoria del "divide et impera" e la metafora dei capponi di Renzo ne "I Promessi Sposi". Qui vengono spiegati più in dettaglio gli episodi<ref>[[Panico morale e Diavoli popolari#Episodi della "carestia del pane" e della "colonna infame" ne I Promessi Sposi di Manzoni]]</ref>.
* [[Panico morale e Diavoli popolari]] - "Panico morale e Demoni popolari" è un libro di sociologia scritto da Stanley Cohen, in cui introduce i concetti di "panico morale" e "demoni popolari", fenomeni sociali che riguardano la reazione emotiva e sproporzionata della società verso individui o gruppi considerati una minaccia ai suoi valori e interessi. L'autore esamina il ruolo dei media in queste dinamiche, usando come esempio le rivolte tra le subculture dei Mods e Rockers negli anni '60 nel Regno Unito. Il panico morale si riferisce a un episodio di panico o preoccupazione collettiva che è amplificato e distorto dai media o da altri attori sociali. Questi episodi di panico collettivo ingiustificato possono derivare da una esposizione sproporzionata di un fenomeno reale o fittizio, portando a reazioni esagerate nei confronti del gruppo o fenomeno in questione. I "demoni popolari" sono individui o gruppi ritratti come devianti e accusati di vari crimini, diventando l'oggetto di campagne di ostilità che si intensificano in movimenti di massa chiamati "panico morale". Questi demoni popolari sono spesso usati come capri espiatori, incarnando i problemi della comunità.
* [[Disquisizioni e confronto su giustizia e giustizialismo]]
== Gogna pubblica prima dei social ==
== Gogna pubblica prima dei social ==
La gogna pubblica è un abominio, ma non penso che sia mai stata davvero “abolita”, basta pensare al [https://www.errorigiudiziari.com/caso-tortora-storia/ caso Tortora], lo “sbatti il mostro in prima pagina” non è mai passato di modo. I Radicali hanno proprio un’associazione a lui dedicata (“associazione [https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Tortora Enzo Tortora]”) che si occupa di combattere questi '''fenomeni di inciviltà''', [https://it.wiktionary.org/wiki/dossieraggio '''dossieraggio''']/[https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/killeraggio/ '''killeraggio''' politico] e umano (vedi anche il libro [https://www.amazon.it/Comunicazione-potere-Manuel-Castells/dp/8883500911 Comunicazione e Potere di Manuel Castells]<ref>https://www.infodem.it/analisi.asp?id=2697</ref>). In Italia possiamo essere tutti “colpevoli fino a prova contraria” da un giorno all’altro, non esiste nella pratica la presunzione d’innocenza.
La gogna pubblica è un fenomeno che esiste da molto tempo prima dei social media. Ad esempio, in passato c'erano le lettere scarlatte e le gogne pubbliche<ref name=":0">[https://theconversation.com/the-power-of-public-shaming-for-good-and-for-ill-38920 The power of public shaming, for good and for ill][https://www.cbc.ca/news/canada/newfoundland-labrador/social-media-shaming-dont-do-it-1.4233288 The shame game: Think twice before venting frustration on social media]
[https://www.nytimes.com/2020/12/03/t-magazine/cancel-culture-history.html The Long and Tortured History of Cancel Culture]. </ref>. Tuttavia, con l'avvento dei social media, la gogna pubblica ha acquisito una nuova dimensione e può avere conseguenze gravi e durature per le persone coinvolte<ref name=":0" />.  


In '''Cina''' la gogna pubblica è addirittura uno strumento di controllo sociale: in alcune città ci sono schermi nelle piazze dove vengono mostrate le facce di chi commette violazioni del codice della strada e simili. I regolamenti di conti interni al partito o tra partito e società civile vengono risolti con accuse di “corruzione” o crimini inventati, che poi vengono riportati dai media per giustificare processi contro le persone sgradite. Come successo a [https://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Ma Jack Ma] e vari altri imprenditori non allineati, oppure delle migliaia di condanne a morte che avvengono in Cina ogni anno.
La gogna pubblica è un abominio, ma non penso che sia mai stata davvero “abolita”, basta pensare al [https://www.errorigiudiziari.com/caso-tortora-storia/ caso Tortora], lo “sbatti il mostro in prima pagina” non è mai passato di modo. I Radicali hanno proprio un’associazione a lui dedicata (“associazione [https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Tortora Enzo Tortora]”) che si occupa di combattere questi '''fenomeni di inciviltà''', [https://it.wiktionary.org/wiki/dossieraggio '''dossieraggio''']/[https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/killeraggio/ '''killeraggio'''] sia politico che umano (vedi anche il libro [https://www.amazon.it/Comunicazione-potere-Manuel-Castells/dp/8883500911 Comunicazione e Potere di Manuel Castells]<ref>https://www.infodem.it/analisi.asp?id=2697</ref>).  


==Disquisizioni sul tema nate da un confronto==
In Italia possiamo essere tutti “colpevoli fino a prova contraria” da un giorno all’altro, non esiste nella pratica la presunzione d’innocenza.
Sono emersi vari spunti di riflessione da una conversazione avuta recentemente con una donna; i topic principalmente trattati riguardavano la differenza tra richiesta di giustizia e giustizialismo, come e quanto punire i colpevoli di molestie sessuali, e per ultimo ma non meno importante, la gogna mediatica verso presunti colpevoli, condannati dall'opinione già prima di un regolare processo.
==== La linea sottile tra richiesta di giustizia e giustizialismo ====
Una delle prime battute di questa conversazione è stata una provocazione da parte dell'interlocutrice:<blockquote>Lei:«Perché i maschi dovrebbero temere leggi che inaspriscano le pene per determinati reati, al fine di tutelare maggiormente le vittime? Perché questo dovrebbe essere un problema se si ha la coscienza a posto?».</blockquote>Da qui, emerge chiaramente una tendenza prevalentemente femminile allo giustizialismo<ref>https://www.treccani.it/vocabolario/giustizialismo/</ref>, definito come richiesta in maniera estenuante di una forma di giustizia rapida, severa nei confronti, in questo caso, dei colpevoli di reati contro le donne, giustificando quest'eccessiva richiesta come un modo per ridurre l'incidenza di reati e aumentare la propria percezione di sicurezza, essendo le donne di natura emotive; ma perchè, di fondo, poi dover ritenere l'attuale legislatore come superficiale e inadeguato?
A riguardo, ritengo sia giusto l'atteggiamento di voler tutelare le donne sulle tematiche a loro più sensibili: è risaputo e dimostrato, anche statisticamente, che a differenza degli uomini, le donne hanno livelli di emotività e ansia maggiori, soprattutto nei contesti socio-culturali e lavorativi in cui sono maggiormente stressate, e hanno un rischio raddoppiato di soffrire di disturbi connessi alla sfera emotiva.<ref>http://psiche.org/ricerche-scientifiche/perche-donne-emotive-degli-uomini/</ref>
==== Stima del danno: possibile in tutti i casi? ====
Da ciò è emerso il secondo punto chiave del confronto, ovvero l'eventuale stima del danno subito dalla vittima con l'adeguata condanna verso il colpevole: <blockquote>Io: «Però ritieni che 12 anni di carcere siamo giusti?»
Lei: «12 anni no, ma 1 anno o 6 mesi sì. Non è un discorso di sensibilità, più è grosso il danno più la condanna è severa.»


Io: «Sì, ma come stimi la gravità del danno? Dal trauma? Più sei sensibile e più la condanna deve diventare severa? Se vogliamo farlo ok, ma io sono molto sensibile alle ingiustizie, come plachiamo la mia sete di giustizia per una falsa denuncia di stalking?»
In '''Cina''' la gogna pubblica è addirittura uno strumento di controllo sociale: in alcune città ci sono schermi nelle piazze dove vengono mostrate le facce di chi commette violazioni del codice della strada e simili. I regolamenti di conti interni al partito o tra partito e società civile vengono risolti con accuse di “corruzione” o crimini inventati, che poi vengono riportati dai media per giustificare processi contro le persone sgradite. Come successo a [https://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Ma Jack Ma] e vari altri imprenditori non allineati, oppure delle migliaia di condanne a morte che avvengono in Cina ogni anno.
 
Lei: «Col carcere. Idem»
 
Io: «Ok e nei casi in cui non c'è certezza? Tipo il figlio di Grillo? E inoltre la psicologia dice chiaro e tondo che la traumaticità di un evento è molto soggettiva..»
 
Lei: «Il danno oltre alla pacca, è che Greta si è ritrovata disturbata nel posto di lavoro, ed è stata messa in una situazione di soggezione nei confronti di colleghi e superiori. Soggezione è dire poco perché per queste cose una volta ti licenziavano».</blockquote>In queste situazioni, quantificare un danno emotivo risulta sostanzialmente impossibile, essendo l'emotività una caratteristica notevolmente soggetta a variabilità sia inter che intraindividuale, basti ricordare l'andamento ciclico della produzione degli ormoni sessuali nelle donne, che influiscono sulle risposte socio-comportamentali e appunto sulla sfera emotiva.
====== Perché alcuni reati sì e altri no ======
<blockquote>
Io: «Ok, ma anche mille eventi completamente diversi possono causare rischi analoghi. Un [https://it.wikipedia.org/wiki/Mobbing superiore o un collega che ti rimprovera] ad esempio, ma soprattutto cosa dovremmo dire di tutti quelli che hanno partecipato alla gogna mediatica contro il molestatore? Per la legge non si poteva, è diffamazione<ref>Articolo 595 del codice penale Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente [ndr. reato di ingiuria], comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1032 euro. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a 2064 euro. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa [57-58bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro. Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [342], le pene sono aumentate.</ref>, non puoi umiliare qualcuno.»
 
Lei: «Penso sia giusto, perché così una persona prima di fare certe cose entra in paranoia e si mette le mani in tasca. Se lo ha fatto è che perché non aveva la minima percezione di cosa stesse facendo, oppure pensava di farla liscia come chissà quante altre volte!»</blockquote>In questo scambio di battute, emergono alcune criticità:
* Necessità di punire chi partecipa o pratica gogna mediatica;
* L'effetto dissuasivo della legge, secondo cui già solo la presenza di una sanzione o pena stabilite per legge, possa dissuadere dal compiere determinate azioni, andando però talvolta a ledere sulla libertà personale dell'individuo, soprattutto in quanto figura lavorativa, come per i giornalisti la libertà di stampa<ref>https://www.gazzettaufficiale.it/atto/vediMenuHTML?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2019-09-18&atto.codiceRedazionale=19C00245&tipoSerie=corte_costituzionale&tipoVigenza=originario</ref>;
* L'impossibilità di uniformare le condanne date le enormi variabili in gioco.
== Conclusioni ==
[[File:Marco-aurelio-111.jpg|miniatura|272x272px|"Se una cosa esterna ti tormenta, non soffri per quella cosa in sé, ma per il giudizio che hai su di essa." -Marco Aurelio]]
Risulta quindi utopico riuscire ad uniformare o personalizzare le condanne in base al grado di sensibilità della persona sul tema, ancor di più nei casi in cui non vi è neanche certezza di fatti e prove (vedi il processo a Ciro Grillo<ref>https://www.repubblica.it/cronaca/2021/11/05/news/caso_ciro_grillo_al_via_l_udienza_preliminare_i_4_ragazzi_accusati_di_stupro_di_gruppo-325188432/</ref>, figlio di Beppe) o nei casi di falsa denuncia (che purtroppo in determinati contesti, come quello delle separazioni, sono la norma<ref>[[False denunce di maltrattamenti sporte in fase di separazione]] (Fenbi)</ref>). Inoltre, la legge non mira a punire il colpevole per lo spavento causato, bensì perché ha volontariamente violato il diritto di lei a controllare le zone erogene e personali del proprio corpo; diventa pertanto impossibile inserire nel contesto processuale un elemento estremamente soggettivo come la ''traumaticità,'' cardine fondamentale di una delle battute della conversazione: <blockquote>«Se ci riferiamo, ad esempio, alla Terapia Cognitiva, assumiamo che gli stati emotivi e comportamentali di una persona non siano determinati dagli eventi in sé, quanto piuttosto dal modo in cui la persona interpreta soggettivamente la situazione e quindi dai propri convincimenti e dalle proprie credenze. Alla luce di questo assunto, se analizziamo le credenze, avremo la spiegazione del perché un individuo si è comportato in un determinato modo in una data circostanza». </blockquote>Ricollegandomi e chiudendo con il tema della gogna mediatica, senza dubbio la formazione di un ''generalizzato giudizio di colpevolezza'' ampiamente condiviso dalla platea va a causare evidenti storture sul corretto accertamento della verità giudiziaria che, in uno stato di diritto, deve essere di esclusiva competenza di un equo processo regolato da norme.
I processi mediatici emettono spesso e volentieri le loro "sentenze" in tempi molto più rapidi di quelli della giustizia, producendo inevitabilmente immediati effetti sociali ed economici, con conseguenze anche devastanti sulla vita sociale, sul mondo degli affetti, sulla cerchia professionale del colpevole mediatico, che possono destabilizzare perfino la salute psichica della persona. In casi del genere, l'immaginario collettivo risulta indelebilmente segnato dalle impressioni generate nella vicenda mediatica e spesso l'opinione pubblica può condizionare l'espressione di giudizio degli organi di giustizia, motivi per cui questa pratica attualmente rappresenta una vera e propria piaga del sistema mediatico italiano.
 
Le risorse cognitive umane sono limitate e di conseguenza non possiamo evitare di semplificare, e di conseguenza distorcere, la realtà.
== Note ==
== Note ==
<references />
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[[Categoria:Cancel Culture]]
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