Ghosting, assertività e need for closure

Da Tematiche di genere.
Versione del 4 ott 2022 alle 17:10 di 35.180.64.213 (discussione) (articolo definitivo)
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Il ghosting è un fenomeno in preoccupante ascesa, una tattica interpersonale passivo-aggressiva in cui si verifica l'interruzione di ogni rapporto digitale, via chat, mail, social, senza spiegazioni, semplicemente smettendo di farsi sentire. Il termine deriva dall'inglese "ghost", fantasma, descrivendo l'atteggiamento tipico di chi decide unilateralmente di troncare una relazione, un legame, che sia di breve o lunga durata. Si è iniziato a parlare di questa dinamica dal 2015, e dalla digitalizzazione delle relazioni, da quando ormai le vite di tutti sono appese e totalmente dipendenti dai social, si sta diffondendo sempre più.

Chi è vittima del ghosting non capisce le ragioni della sparizione, resta in un limbo di domande e supposizioni che non hanno risposta, perché l’interlocutore diventa un fantasma, scompare nel silenzio, toglie l’amicizia sui social, blocca il contatto su Whatsapp, o semplicemente ignora ogni tentativo di richiesta di chiarimento, esplicitando in realtà inadeguatezza e debolezza.


Principali cause del ghosting

  • Paura del confronto: Non prendersi le proprie responsabilità e sparire, diventare nebbia, è una tattica aggressiva e immatura che il ghoster attua per non dare spiegazioni e ascoltare eventuali obiezioni, domande e lamentele dell’altro e tutelandosi così da probabili discussioni in cui potrebbe sentirsi giudicato. Agendo in questo modo si sente meno “cattivo”, tanto da annullare il rapporto come se nulla non fosse mai esistito nella realtà, magari nel tentativo di essere ugualmente amato e desiderato, anche dopo la rottura;
  • Paura del conflitto: Il fatto di sparire ed evitare lo scontro, rivela una forte fragilità psicologica, e, spesso, un profondo senso di inferiorità;
  • Paura dell'abbandono: Spesso accade che il ghoster scelga di uscire dalla scena quando percepisce di stare vivendo qualcosa che potrebbe minacciare la sua indipendenza e stabilità emotiva, ovvero proprio quando la relazione assume connotati più intensi e coinvolgenti, ottenendo però risultati opposti.


Il contributo della dematerializzazione digitale delle relazioni

Dai dati Espad, circa il 48% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni ha utilizzato device per connettersi a Internet per almeno il 20% della giornata; nove ragazzi su dieci, usano la rete per chattare e stare sui social, da qui si può intuire quanto il fenomeno del ghosting abbia maggiore facilità di diffondersi nella popolazione adolescente. La giovane generazione, la Z, non è abituata ad avere interconnessioni con la realtà, le loro esperienze sono molto più rapide di chi è cresciuto nell’analogico, si dà un peso diverso alle relazioni, poiché non si è esperita la frustrazione dell’attesa dell’altro; ognuno può immaginare l’altro come si vuole prima di incontrarlo, e quando prevale la fantasia le possibilità di restarne deluso sono alte. Quando un rapporto è già così fragile, fluido e intermittente, quando arriva un calo di interesse o qualcuno che piace di più, la comunicazione corretta e sincera diventa improvvisamente un lavoro che richiede troppo sforzo.

Le relazioni virtuali sono di fatto relazioni reali per la portata emotiva che hanno, ma sul piano concreto, basta mettere il telefono in modalità aereo per disconnettersi da tutto: basta non visualizzare per crogiolarsi nell’idea di non aver visto. Anche per questo il ghosting accade così facilmente nelle relazioni che vivono in chat, perché il telefono permette di non doversi svelare: spiegare cosa non è andato, giustificarsi, definire i propri sentimenti o la loro mancanza, esplicitare cosa si vuole e cosa no, usare le parole per dire senza ferire. Non visualizzare e sparire è naturalmente più immediato, perché ammettere di aver sbagliato o giustificarsi può produrre emozioni negative o gettare una luce negativa su di sé e nessuno vuole sentirsi così, soprattutto in un legame che può passare da intenso ad allentato con tale facilità.


Dinamiche psicologiche in vittima e carnefice

Secondo uno studio dell'Università di Padova, il ghoster presenta più frequentemente i tratti tipici della triade oscura della personalità – psicopatia, machiavellismo e narcisismo. Chi sparisce del tutto può avere un disturbo narcisistico della personalità, per cui quando una relazione non è più ritenuta interessante, anziché affrontare la situazione anche se negativa, tende a scomparire; studi sul fenomeno concordano inoltre nel descrivere una forte insicurezza e debolezza in questi soggetti.

Ma attenzione alle ripercussioni psicologiche, perché di fatto, chi subisce le azioni del ghosting, subisce un trauma. Un articolo di Newscientist affronta l'aspetto psicologico di entrambi i protagonisti del fenomeno: secondo la psicoterapeuta Jennice Vilhauer, il ghosting è una forma di rifiuto sociale, che attiva nel cervello le stesse regioni che vengono stimolate quando si sperimenta dolore fisico, per cui il disagio che si sperimenta in casi del genere è violento e ben poco astratto; l’essere ghostati può comportare l’emergere di sentimenti quali tristezza, solitudine e stress e soprattutto si sviluppa un senso di abbandono volontario da parte dell’altra persona, è come sentirsi dire che non si è così importanti nella vita dell'altro e di non meritare neanche la dignità di un messaggio o un minimo di considerazione. Ovviamente l’impatto traumatico dipende dalla solidità emotiva di una persona, nei casi più gravi si può arrivare alla depressione, all’ansia, mentre quando in gioco ci sono i ragazzi, questo può avere un effetto pesante, che si basa anche sulla solidità del sostegno ricevuto dalla famiglia e dal contesto sociale in cui si è collocati.


Prospettive differenti sul tema

Sebbene trovi terreno fertile in relazioni di natura sentimentale, sovente il fenomeno del ghosting può essere osservato anche in altri contesti: ad esempio, accade che brand volontariamente e temporaneamente spariscano per realizzare campagne di marketing, così come accade che le agenzie che prendono in carico una prima stesura di idee per un progetto marketing scompaiano all’improvviso; in casi come questi, oltre che alla tipica sensazione di amarezza, subentra anche il fattore della perdita di tempo.

Tornando all'ambito sentimentale, sono risultate fondamentali nella disamina dell'argomento alcune testimonianze dirette:

<<Ho subito ghosting nella mia vita e ci sono stata male, altrettante volte ho ghostato io. Sono uscita magari una o due volte con degli uomini che mi hanno messa a disagio con il loro modo di approcciarsi a me, comportandosi in maniera ambigua e mettendomi in situazioni spiacevoli in cui mi sono sentita con le spalle al muro, non sono riuscita a dirglielo e quindi sono sparita completamente. Avrei dovuto essere chiara? sì. E invece sono sparita completamente, perché ho paura della reazione degli uomini ad un mio "no". So che ci sono persone che sono perfettamente in grado di accettare un rifiuto ma ancora non sono riuscita a superare la paura di dire un "no" secco perché non so cosa potrebbe succedere e mi sottraggo silenziosamente dalla situazione. Probabilmente queste persone volevano provarci con me; io della "cultura del dating" non sopporto che il concetto di base sia quello di giocare sull'ambiguità e sul detto/non detto -come si può pretendere di creare relazioni basate sulla comunicazione se si parte in questo modo? Non tutto il ghosting avviene per questo motivo e lo fanno anche le donne/enby ma penso che tante altre persone abbiano la mia stessa esperienza. Mi fa pensare anche il fatto che sono una persona estremamente assertiva con partners e amici, quindi dev'esserci un motivo se con alcune persone reagisco così.>>

Da questo spezzone emergono alcuni princìpi tipici di dinamiche relazionali moderne: l'assertività in primis, la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni rispettando i valori dell'interlocutore, aspetto del tutto carente nei casi di ghosting; e viceversa, il processo di anticipazione negativa, ovvero creare arbitrariamente inferenze sulle reazioni e le emozioni altrui e proprie, il quale sfocia nell'evitamento esperienziale e quindi nel ghosting.


Conclusioni

Questo fenomeno i cui numeri sono ampiamente in ascesa, rappresenta una delle recenti ed attuali problematiche della società 3.0, basata più sull'apparente, sul digitale e il virtuale che sul reale; a questo, correlano altre dinamiche relazionali quali zombieing e orbiting, che consistono rispettivamente nel riemergere dopo un periodo di silenzio o di orbitare costantemente intorno all'altro per mantenere un aggancio, i quali si manifestano quasi esclusivamente tramite social network. Se da un lato social network e messaggistica istantanea sono ritenuti un importante contributo al consolidamento dei rapporti interpersonali, d'altro canto hanno permesso di creare relazioni estremamente fugaci, sulle quali aleggia costantemente un velo di finzione e fantasia.

Che sia più o meno forte di una rottura normale, il dolore associato al ghosting ha soprattutto una spiegazione: lasciare le cose in sospeso non ci permette di mettere un punto a una situazione e voltare pagina. È meglio ricevere un duro ma chiaro rifiuto, piuttosto che pensare che vada tutto bene e non avere più notizie di un amico o un partner da un momento all'altro. L’associazione del dolore ad un fenomeno “inspiegabile” intensifica il legame della vittima con il ghoster, creando inevitabilmente un tipo di dipendenza emotiva che continua anche dopo la chiusura del rapporto. La mancanza di chiusura e di assertività è ciò che rende il ghosting una pratica così difficile da accettare, e l'incertezza fa sorgere molti dubbi, soprattutto circa il proprio senso di valore sociale.


Note