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Femminicidi
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== Sensazionalismo, strumentalizzazione per sciacallaggio == {{Vedi anche|Femminicidio, danni sensazionalismo}} === Una riflessione sulla narrazione sensazionalistica === Riporto una [https://www.instagram.com/p/CtTTf1SMaFR/ riflessione] di [https://www.instagram.com/theperiodoff/ The Period.] che reputo estremamente significativa: <blockquote>Più passa il tempo e più sembra che l'attenzione morbosa della stampa e della tv sui femminicidi, stia diventando sempre più forte, il livello di voyeurismo stia arrivando a livelli senza precedenti tanto da alimentare un dubbio, legittimo, esplicitato in un libro di Jude Ellison Sady Doyle: «il nostro bisogno di storie che parlano di donne spezzate nasconde un'innegabile crudeltà. Le andiamo a cercare per puro sadismo o misoginia interiorizzata, possiamo usarle come schermi su cui proiettare le nostre paure e i nostri fallimenti o per avere la conferma che ci siamo comportando bene, secondo il ruolo che compete al nostro genere». Mai come negli ultimi vent'anni, sono aumentate le trasmissioni televisive che seppur avevano originariamente come obiettivo quello di affrontare casi di cronaca in generale, sono finiti poi per focalizzarsi proprio sui femminicidi. O sulle violenze sulle donne, con tanto di ricostruzioni realizzate con attori e attrici professionisti che mettono in scena l'escalation della violenza: gli schiaffi, i calci, le coltellate. Abbiamo ormai strumenti giuridici internazionali vincolanti (La Convenzione di Instanbul), codici deontologici (Il Manifesto di Venezia), conosciamo la piramide della violenza, il processo che parte dagli stereotipi, dalle battute sessiste, per poi arrivare alle molestie e alla violenza vera e propria. Sappiamo quanto sia importante il ruolo dei media nella prevenzione della violenza sulle donne. Eppure, nonostante tutto, continuiamo a trattare i casi di femminicidio come macchine da soldi. Per vendere più copie, fare più clic, attrarre più lettori</blockquote> === Il sensazionalismo in statistica: il caso dell'Istat === Da notare che non solo i mass media, infatti, ma anche '''l'ISTAT''' si sia più volte espressa sul tema con toni sensazionalistici:<blockquote>"Donne uccise da uomini, perché sono donne. Questo è il femminicidio. Un massacro, a vedere i numeri. Circa 150 casi all’anno in Italia [''157'' nel 2012, 179 nel 2013, 152 nel 2014, 141 nel 2015, 145 nel 2016], un totale di circa 600 omicidi negli ultimi quattro anni. ''Significa che in Italia ogni due giorni (circa) viene uccisa una donna''. Omicidi di donne in Italia. Se ne contano migliaia nel mondo. Numeri da genocidio."</blockquote>Tuttavia nello stesso studio, poche righe sotto, viene riportato il numero di omicidi totali di donne avvenuti nello stesso anno e il numero coincide con quello indicato per i femminicidi. Il documento statistico stesso risulta quindi estremamente fuorviante, con tutte le problematiche di '''distorsione percettiva''' che ne conseguono; a tal proposito, suggerisco una lettura dell'articolo sui [[danni della polarizzazione]]. Una obiezione circa la lettura dei dati può essere inoltre data osservando la coorte scelta per l'analisi statistica:<blockquote>"[...]non si legge così il dato: quello 0,02% sui vaccini è calcolato sulle somministrazioni effettive di vaccino, quel 0,0003% dei femminicidi è calcolato sulla popolazione femminile tutta. La percentuale va calcolata sulle donne adulte, con una relazione sentimentale presente o passata che presenta rischi di femminicidio (come compagno violento, possessivo ecc...), una platea molto più piccola della popolazione totale che fa schizzare quella percentuale molto in alto. Sarebbe come calcolare il dato sulla percentuale di reazioni avverse considerando tutta la popolazione, anche quella non vaccinata, il che non ha alcun senso converrai.»</blockquote>Questo fenomeno non ha colpito solo l'Istat: stessi toni e stessa ambiguità nell'uso del termine e nella coorte selezionata, si possono riscontrare anche nelle analisi dell'[[EURES]], nel documento '''Sintesi VII Rapporto EURES sul Femminicidio in Italia'''; nello specifico, durante un dibattito a riguardo, una ragazza ha sollevato alcune obiezioni più che condivisibili, tra cui:<blockquote>"Il report che citi dice in introduzione che da una ''diversa definizione di femminicidio'' e specifica che parla di omicidi verso le donne, con ''un'accezione diversa da quella che viene data oggi''. Il report è del 2015, la legge è stata cambiata solo due anni prima e il codice rosso sarebbe arrivato nel 2019, direi che è comprensibile che il report sia confusionario rispetto ai due concetti, anche per i pochi dati che avevamo rispetto a un'aggravante appena introdotta. Stessa cosa per questo grafico, preso dallo stesso report, che da una definizione ampia e oggi superata''."''</blockquote>Purtroppo, è un dato di fatto che ISTAT, EURES e mass media abbiano utilizzato costantemente negli anni la definizione errata di femminicidio a fini statistici, contribuendo inevitabilmente a generare sensazionalismo. Nel complesso i mezzi di informazione, utilizzando in modo inappropriato certi termini, hanno generato un tipico esempio di ''[[Folk Devils and Moral Panics]],'' creando un panico collettivo ingiustificato su una questione da molti ritenuta come minaccia, promuovendo polemiche e accuse nei confronti di capri espiatori, di "diavoli popolari". === Conseguenze della distorsione === La società attuale ha la tendenza ad avere una soglia di attenzione sempre più bassa, dove è pertanto facile cadere in errore: succede spesso, infatti, che si faccia affidamento esclusivamente sulla voce dei media, o che addirittura ci si soffermi solo sul titolo ad effetto o sul dato riportato a caratteri cubitali. "Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa" diceva Gregg Easterbrook, concetto familiare a molti in astratto, ma che spesso coglie impreparati negli esempi concreti. Lo stesso dato quindi, presentato però in forma episodica, può avere un impatto molto più deciso sull'emotività e sulle reazioni suscitate; in una società poco incline ad un'informazione sana, questo può generare una narrazione della realtà completamente contraffatta e costruita, in base all'ideologia che va per la maggiore.
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