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Femminicidi
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== È davvero un fenomeno culturale legato al patriarcato? == [[Riassunto articolo Femminicidio e violenza maschile: falso binomio]] Quando si tratta di femminicidi, '''<u>non</u> c'è evidenza che dimostri una relazione di causa-effetto con la cultura patriarcale'''. Le ricerche scientifiche fino ad ora condotte '''non sono riuscite a stabilire una correlazione tra la mentalità patriarcale e l'incidenza dei femminicidi'''<ref>È importante sottolineare che stabilire che '''un fenomeno A causi un fenomeno B è''' molto più '''complesso''' che semplicemente evidenziare una correlazione tra i due. '''In questo caso''' specifico, non siamo riusciti a trovare nemmeno studi che evidenzino '''una correlazione.'''</ref>. Ciò significa che, anche se in una società potrebbero essere presenti atteggiamenti e credenze patriarcali, non ci sono prove che questi comportamenti culturali causino direttamente i femminicidi. La mancanza di un legame causale chiaro è importante, perché suggerisce che le spiegazioni per questi crimini potrebbero essere più complesse e non possono essere ridotte semplicemente a un singolo fattore culturale. In altre parole, l'idea comune che i femminicidi siano un risultato diretto di una mentalità patriarcale è visto come un approccio ingenuo alla psicologia, poiché manca di supporto empirico o di evidenze concrete. In sintesi, l'assunzione che i femminicidi siano causati da una cultura patriarcale non è supportata da prove scientifiche sufficienti. Gli studi non hanno trovato una relazione causale o anche una correlazione significativa tra questi due elementi, indicando che la comprensione di questi crimini richiede un'analisi più approfondita e multidimensionale.<ref>Di norma, rispettando il metodo scientifico, vengono fatti '''studi di correlazione''' per capire quali siano i [[Predittori di un fenomeno in statistica|predittori]] di un certo fenomeno e '''test di verifica d'ipotesi''' per valutare col metodo sperimentale se la realtà osservata si accordi o meno con l'ipotesi su di essa fatta. Con questi test, si risale ad un certo coefficiente di correlazione in base al quale si ammette come valida l'ipotesi, ma non di rado si può incorrere in una serie di errori definiti informali, tra cui la fallacia del "non causa pro causa", in cui una causa è identificata in modo errato solo in base alla correlazione desunta dal test, come riassume anche la massima [[google:correlation+is+not+causation&oq=correlation+is+not+causation&|"correlation does not imply causation"]]. La realtà dei fatti è che non ci sono studi in letteratura scientifica che provino realmente un nesso di causalità tra questione culturale e femminicidio, ma {{Senza fonte|vi è solo un certo grado di correlazione statistica}}. </ref> Se le cause culturali non sono sufficienti a spiegare i femminicidi, allora cosa li causa realmente? === Possibili spiegazioni psicologiche === In realtà ci sono moltissime cause possibili e la stragrande maggioranza sono più vicine al singolo che alla società. Per la componente psicopatologica degli eventi, si rimanda al DSM-5,<ref>https://it.wikipedia.org/wiki/Manuale_diagnostico_e_statistico_dei_disturbi_mentali</ref> nel gruppo dei "Disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta", in cui elementi fondamentali sono la difficoltà nel resistere ad un impulso, una forte tensione interiore prima di compiere l'azione e una sensazione di piacere e gratificazione quando si realizza; i soggetti che ne soffrono sono tipicamente aggressivi, irritabili, vendicativi, violano spesso i diritti fondamentali e le norme sociali senza alcuna premeditazione, ma solo per placare la tensione interiore. Spesso, nell'analisi di un movente di un femminicidio, non si considerano fattori a mio avviso imprescindibili che tipicamente portano allo sviluppo di tratti patologici di personalità, quali la presenza di una patologia sottostante o di un conflitto genitoriale non risolto. Per questo motivo, non ritengo lecito né ragionevole che tali episodi contino nell'elaborazione statistica del femminicidio, andando a pomparne in maniera clamorosa i numeri pur di dare rilevanza mediatica al fenomeno. Vedi anche [https://it.wikipedia.org/wiki/Errore_fondamentale_di_attribuzione errore fondamentale di attribuzione]. === Il mio ragazzo è geloso, è un segnale d'allarme? === ''Disclaimer:'' La gelosia in una relazione può essere preoccupante (specialmente se eccessiva<ref>il problema spesso è infatti legato agli eccessi</ref>), ma non è l'unico né il principale indicatore di potenziale violenza. Altri segnali, come comportamenti violenti pregressi, minacce di violenza o una relazione tossica, sono cruciali da considerare. La prevenzione del femminicidio richiede un approccio completo, che includa la consapevolezza delle dinamiche di relazioni pericolose e l'offerta di supporto alle vittime. Se sospetti che il tuo partner possa essere pericoloso affidati ai consigli di un professionista (psicologo), se è già stato violento rivolgiti ai centri antiviolenza o alla polizia. ''Spiegazione statistica:'' tornando allo scopo dell'articolo, ovvero la comprensione delle dinamiche dietro al fenomeno e il contrasto della disinformazione mediatica, '''proviamo a spiegare''' meglio '''con un esempio''' statistico. Prendiamo come esempio un gruppo di 1000 uomini, di cui 300 mostrano segni di gelosia. Se, in questo gruppo, 10 uomini sono autori di violenza grave o femminicidio<ref>I numeri reali sono enormemente più bassi. I femminicidi reali sono circa 55 l'anno in Italia, su una popolazione di circa 30 milioni di donne, ma anche considerando i dati (falsati in eccesso) forniti dall'ISTAT abbiamo 0,35 femminicidi ogni 100.000 donne</ref>, e 3 di questi sono gelosi, <u>ciò non implica che la gelosia sia un fattore predominante</u> al fine di prevedere il rischio di un femminicidio. In realtà, sotto queste ipotesi la probabilità che un uomo geloso sia un autore di femminicidio sarebbe '''dell'1%''' (ovvero 3 su 300 e non 3 su 10 come potrebbe sembrare intuitivo), mentre la probabilità che un uomo non geloso sia violento è del 2.33% (7 su 300). È chiaro l'esempio? I numeri reali però sono estremamente più bassi. I femminicidi riguardano 0,35 persone ogni 100.000, quindi una percentuale dello 0,00035%<ref>Spiegazione statistica con dati realistici: Supponiamo di considerare un gruppo di 100.000 uomini. In questo gruppo, diciamo che il 20% degli uomini mostra segni di gelosia, ovvero 20.000 uomini. Se la probabilità che un uomo sia un femminicida è dello 0,00035% (come indicato dalle statistiche), ciò significa che, in media, ci sono circa 0,35 femminicidi per ogni 100.000 uomini. In altre parole, ci aspetteremmo che meno di uno (arrotondando, uno) degli uomini in questo grande gruppo sia un femminicida. Calcolo della Percentuale di Uomini Gelosi che sono Femminicidi: Per calcolare la percentuale di uomini gelosi che sono femminicidi, usiamo la probabilità condizionata. Con 0,35 femminicidi ogni 100.000 uomini e 20.000 uomini gelosi, ci sarebbe meno di un femminicida (arrotondiamo a uno per semplicità) tra gli uomini gelosi. Quindi, meno dell'1% (in realtà molto meno, dato che stiamo arrotondando lo 0,35 a 1) dei 20.000 uomini gelosi è un femminicida. Questo dimostra che, pur essendo la gelosia un problema in una relazione, il collegamento diretto con i femminicidi è inesatto e la probabilità che un uomo geloso sia un femminicida è estremamente bassa.</ref>. È una percentuale estremamente bassa. La gelosia (a livelli normali) è un problema, ma collegarlo ai femminicidi è abbastanza inesatto. Questo esempio mostra che, sebbene la gelosia possa essere considerata un fattore di rischio, non è un indicatore affidabile della potenziale pericolosità di una persona. === Attenzione selettiva === {{S|Questo paragrafo è da migliorare}} Qui vorrei aprire una parentesi L’euristica della disponibilità, nota anche come bias della disponibilità, è un accorgimento mentale che si basa sugli esempi immediati che vengono in mente a una persona quando valuta un argomento specifico, un concetto, un metodo o una decisione<sup>1</sup>. Questa euristica, che opera sulla nozione che, se qualcosa può essere richiamato, deve essere importante, o almeno più importante delle soluzioni alternative non così facilmente richiamabili, è intrinsecamente orientata verso le informazioni recentemente acquisite<sup>1</sup>. Per quanto riguarda le cause di morte, a livello globale, 7 delle 10 principali cause di morte nel 2019 erano malattie non trasmissibili. Queste sette cause hanno rappresentato il 44% di tutte le morti o l’80% delle prime 10. Tuttavia, tutte le malattie non trasmissibili insieme hanno rappresentato il 74% delle morti a livello globale nel 2019<sup>2</sup>. Le malattie cardiache e i tumori sono la causa di ogni seconda morte. Le malattie infettive, che includono polmonite, malattie diarroiche, tubercolosi, HIV/AIDS e malaria, sono responsabili di circa 1 morte su 7<sup>3</sup>. Il bias che descrivi potrebbe essere correlato al bias dell’attenzione selettiva, che si riferisce a come la percezione di una persona è influenzata da fattori selettivi nella sua attenzione<sup>4</sup>. Questo bias può spiegare il fallimento di un individuo nel considerare possibilità alternative quando è occupato con un filone di pensiero esistente<sup>4</sup>. Inoltre, il bias dell’attenzione selettiva può portare a errori sistematici nel pensiero e a giudizi distorti, specialmente quando si è di fronte a scelte o decisioni<sup>5</sup>. In relazione ai femminicidi, la percezione di questo fenomeno potrebbe essere influenzata sia dall’euristica della disponibilità che dal bias dell’attenzione selettiva. Ad esempio, se i media riportano frequentemente storie di femminicidi, queste notizie diventano facilmente disponibili nella mente delle persone, facendo sembrare che tali eventi siano più comuni di quanto non siano in realtà. Allo stesso modo, se una persona ha esperienza diretta o indiretta di molestie o di “catcalling”, potrebbe essere più incline a prestare attenzione alle notizie sui femminicidi e a percepire tali eventi come più comuni o probabili. Questo può portare a una percezione distorta della realtà e a decisioni basate su informazioni incomplete o fuorvianti. Vedi anche:
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