Episodio bacio Hermoso Perez: differenze tra le versioni

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Io: innanzitutto voglio ringraziarti perché hai espresso un punto di vista profondo e importante. Le "doverizzazioni" che hai descritto riguardo l'educazione femminile causano nelle ragazze l'introiezione dei valori che spiegavi e spesso alla formazione di un severo "giudice interiore", che porta all'auto-soppressione e al non ascolto dei propri bisogni e desideri. Crescere in un ambiente costellato di doveri e restrizioni spesso modella tratti di personalità inclini alla "compliance" a discapito dei propri bisogni veri. Questo può tradursi in atteggiamenti passivi, in cui si cerca di accontentare gli altri per evitare conflitti. A lungo andare, tale passività potrebbe evolversi in resistenza, manifestandosi in modi sottilmente passivo-aggressivi, espressione di un disagio accumulato e in certe situazioni, la reazione potrebbe sfociare in aggressività (vedi le reazioni feroci, le richieste di dimissioni, ecc). Anche se ciò può apparire come una liberazione o un tentativo di riacquistare un potere (anche semplicemente sulle proprie decisioni), in realtà a mio avviso, è una tattica a breve termine. La società oggi sta dimostrando una crescente sensibilità e attenzione verso le tematiche e le esperienze femminili e questo è senza dubbio un passo avanti positivo. Tuttavia, come accade spesso con i cambiamenti sociali rapidi, possono emergere eccessi da entrambe le parti. Col tempo, assisteremo a una reazione opposta, con una crescente critica verso alcune reazioni femminili percepite come eccessive. Emergerà un dibattito sulla correttezza di etichettare certi gesti, come un bacio in pubblico, come "violenza". Qualcuno osserverà che spesso le reazioni emotive hanno radici in ferite educative o personali, piuttosto che nel gesto. E considera anche che veniamo da un periodo in cui i maschi (anche in italia) hanno commesso moltissimi errori. Per cui molti ragazzi oggi sentono come giusto appoggiare questo tipo di battaglie, ma in realtà non tutti hanno compreso appieno ad esempio la sensibilità delle ragazze (che è molto forte e che in grossa misura non deriva dai maschi, ma più dalle madri e dal marketing) né le cause sfaccettate di queste insicurezze (sanno solo che le ragazze soffrono per il mancato consenso, non tutta la parte che hai spiegato tu sul come vi sono diventate così sensibili). Questo senza contare che il femminismo è pieno di strumentalizzazioni (enormi) e che la società tende a oscillare tra estremi opposti. Tutto questo rischia di compromettere molto la percezione delle donne nella società (già adesso, se escludiamo le più giovani, è iniziato un peggioramento). La soluzione che vedo io è non colpevolizzarsi, ma nemmeno cercare un altro colpevole. È fondamentale incoraggiare l'empatia e il dialogo, dando alle donne la possibilità di esprimere le proprie preoccupazioni, ma anche scegliendo bene le proprie battaglie e facendo introspezione per capire quando un'emozione negativa richiede in primis un lavoro su noi stessi (a tutti viene semplice concentrarci sugli sbagli degli altri). A me è capitato col bullismo. Io li avrei trucidati quei ragazzini, ma erano solo ragazzini. C'è voluta tanta psicoterapia per imparare ad accettare che non sono mostri e che la mia sofferenza è dipesa tantissimo da vari fattori inclusi la mia genetica, l'educazione familiare, ecc. E anche per accettare che il bullismo in qualche misura è fisiologico..
Io: innanzitutto voglio ringraziarti perché hai espresso un punto di vista profondo e importante. Le "doverizzazioni" che hai descritto riguardo l'educazione femminile causano nelle ragazze l'introiezione dei valori che spiegavi e spesso alla formazione di un severo "giudice interiore", che porta all'auto-soppressione e al non ascolto dei propri bisogni e desideri. Crescere in un ambiente costellato di doveri e restrizioni spesso modella tratti di personalità inclini alla "compliance" a discapito dei propri bisogni veri. Questo può tradursi in atteggiamenti passivi, in cui si cerca di accontentare gli altri per evitare conflitti. A lungo andare, tale passività potrebbe evolversi in resistenza, manifestandosi in modi sottilmente passivo-aggressivi, espressione di un disagio accumulato e in certe situazioni, la reazione potrebbe sfociare in aggressività (vedi le reazioni feroci, le richieste di dimissioni, ecc). Anche se ciò può apparire come una liberazione o un tentativo di riacquistare un potere (anche semplicemente sulle proprie decisioni), in realtà a mio avviso, è una tattica a breve termine. La società oggi sta dimostrando una crescente sensibilità e attenzione verso le tematiche e le esperienze femminili e questo è senza dubbio un passo avanti positivo. Tuttavia, come accade spesso con i cambiamenti sociali rapidi, possono emergere eccessi da entrambe le parti. Col tempo, assisteremo a una reazione opposta, con una crescente critica verso alcune reazioni femminili percepite come eccessive. Emergerà un dibattito sulla correttezza di etichettare certi gesti, come un bacio in pubblico, come "violenza". Qualcuno osserverà che spesso le reazioni emotive hanno radici in ferite educative o personali, piuttosto che nel gesto. E considera anche che veniamo da un periodo in cui i maschi (anche in italia) hanno commesso moltissimi errori. Per cui molti ragazzi oggi sentono come giusto appoggiare questo tipo di battaglie, ma in realtà non tutti hanno compreso appieno ad esempio la sensibilità delle ragazze (che è molto forte e che in grossa misura non deriva dai maschi, ma più dalle madri e dal marketing) né le cause sfaccettate di queste insicurezze (sanno solo che le ragazze soffrono per il mancato consenso, non tutta la parte che hai spiegato tu sul come vi sono diventate così sensibili). Questo senza contare che il femminismo è pieno di strumentalizzazioni (enormi) e che la società tende a oscillare tra estremi opposti. Tutto questo rischia di compromettere molto la percezione delle donne nella società (già adesso, se escludiamo le più giovani, è iniziato un peggioramento). La soluzione che vedo io è non colpevolizzarsi, ma nemmeno cercare un altro colpevole. È fondamentale incoraggiare l'empatia e il dialogo, dando alle donne la possibilità di esprimere le proprie preoccupazioni, ma anche scegliendo bene le proprie battaglie e facendo introspezione per capire quando un'emozione negativa richiede in primis un lavoro su noi stessi (a tutti viene semplice concentrarci sugli sbagli degli altri). A me è capitato col bullismo. Io li avrei trucidati quei ragazzini, ma erano solo ragazzini. C'è voluta tanta psicoterapia per imparare ad accettare che non sono mostri e che la mia sofferenza è dipesa tantissimo da vari fattori inclusi la mia genetica, l'educazione familiare, ecc. E anche per accettare che il bullismo in qualche misura è fisiologico..
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[[Categoria:Femminismo]]
[[Categoria:Problematiche sociali]]
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