Da Fare: Femminicidi bozza dopo morte Giulia Cecchettin: differenze tra le versioni

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Integrando questa visione con la prima parte, emerge un quadro generale in cui la società, particolarmente in Italia secondo queste opinioni, è descritta come incline alla superficialità e al qualunquismo, con una preferenza marcata per contenuti di facile consumo come gossip e soap opera. Questa tendenza si riflette anche nel modo in cui si conducono le discussioni online, dove il desiderio di auto-affermazione e il piacere personale (ego/edonismo) spesso prevalgono su un vero e proprio interesse per l'argomento trattato o per un'analisi approfondita. In sintesi, si critica una cultura che privilegia il dibattito superficiale e l'autopromozione a discapito di un approccio più maturo e informato alla discussione di temi importanti.
Integrando questa visione con la prima parte, emerge un quadro generale in cui la società, particolarmente in Italia secondo queste opinioni, è descritta come incline alla superficialità e al qualunquismo, con una preferenza marcata per contenuti di facile consumo come gossip e soap opera. Questa tendenza si riflette anche nel modo in cui si conducono le discussioni online, dove il desiderio di auto-affermazione e il piacere personale (ego/edonismo) spesso prevalgono su un vero e proprio interesse per l'argomento trattato o per un'analisi approfondita. In sintesi, si critica una cultura che privilegia il dibattito superficiale e l'autopromozione a discapito di un approccio più maturo e informato alla discussione di temi importanti.
----Riassunto
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=== Riflessioni su femminicidi, violenza domestica e strumentalizzazioni ===
Giuwanni Gioss Citterio capisco perfettamente ciò che stai dicendo. Quello degli attivisti è uno stile comunicativo molto assertivo, quasi provocatorio, e deve essere così per suscitare dibattito e interesse, altrimenti non se ne parlerebbe e non ci sarebbe speranza di risolvere i problemi. Benissimo.
Giuwanni Gioss Citterio capisco perfettamente ciò che stai dicendo. Quello degli attivisti è uno stile comunicativo molto assertivo, quasi provocatorio, e deve essere così per suscitare dibattito e interesse, altrimenti non se ne parlerebbe e non ci sarebbe speranza di risolvere i problemi. Benissimo.


Parliamone. La prima cosa che voglio dire è che i dati sui femminicidi sono tutti completamente sballati. Mi segui? Non solo i giornali fanno sensazionalismo, ma anche ISTAT ed Eures.
Parliamone.  


Nel conteggio dei femminicidi includono anche i matricidi (ricordi Erika e Omar), gli infanticidi (ricordi Anna Maria Franzoni), gli omicidi pietatis causa (Luana Englaro). Ti sembra normale?
La prima cosa che voglio sottolineare è la netta discrepanza nei dati sui femminicidi, i quali sono evidentemente sballati. Non è solo una questione di sensazionalismo dei giornali; anche le fonti ufficiali come ISTAT ed Eures presentano dati errati. Nel loro conteggio dei femminicidi, includono erroneamente casi di matricidio, come quello di Erika e Omar, infanticidi, come il caso di Anna Maria Franzoni, e omicidi pietatis causa, come quello di Luana Englaro. Questa generalizzazione inappropriata porta a una distorsione dei numeri, facendo apparire i femminicidi tra i 140 e i 170 all'anno, mentre studi più accurati e specifici indicano che i femminicidi, nel senso stretto del termine, si attestano a circa 55 l'anno. È fondamentale affrontare questa tematica con dati precisi e una corretta categorizzazione dei diversi tipi di omicidi per avere un quadro chiaro e veritiero della situazione.


I femminicidi nel senso corretto del termine sono circa 55 l'anno, ma Istat ed Eures diffondono dati falsati affermando che sono tra i 140 - 170.
Non è abbastanza? Ok andiamo più a fondo, parliamo di violenza domestica.


Non è abbastanza? Ok, hai ragione, andiamo più a fondo.
Conosci il "modello Duluth"? è un approccio alla violenza domestica che si concentra sulla rieducazione degli autori di violenza. Sviluppato negli anni '80 a Duluth, Minnesota, si basa sull'idea che la violenza domestica derivi da una struttura patriarcale nella quale gli uomini esercitano il potere e il controllo sulle donne. Molto brutto, vero?


Parliamo di violenza domestica.
La ricercatrice che l'ha teorizzato in seguito dichiarò nel 1999 che questo modello è stato frutto di una serie di bias di Conferma, che l'hanno portata a credere molto più facilmente a ciò che già credeva (ovvero il classico patriarcato come primo e principale motivo delle violenze domestiche). Aveva preso un abbaglio e lo sappiamo da 20 anni.
 
Conosci il modello Duluth? è un modello utilizzato per conoscere le dinamiche della violenza di genere, in estrema sintesi: l'uomo viene associato alla parte forte e potente, che controlla.
 
Molto brutto, vero?
 
La ricercatrice che l'ha teorizzato in seguito dichiarò nel 1999 che questo modello è stato frutto di una serie di bias di Conferma, che l'hanno portata a credere molto più facilmente a ciò che già credeva (ovvero il classico patriarcato come primo e principale motivo delle violenze domestiche). Capisci? Aveva preso un abbaglio e lo sappiamo da 20 anni.


Queste invece sono le parole di Erin Pizzey, ex femminsita e fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza in UK, «Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. [...] Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi»
Queste invece sono le parole di Erin Pizzey, ex femminsita e fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza in UK, «Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. [...] Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi»
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Da finire a copiare da qui: https://www.facebook.com/marco.quaranta.524/posts/pfbid0woPHQN7CsY4tcQzaeeX39FekCHTQJCdLbnkuKVtGSw3d1oA1rjazUvTwraxGuwuRl?comment_id=3835490023345976
Da finire a copiare da qui: https://www.facebook.com/marco.quaranta.524/posts/pfbid0woPHQN7CsY4tcQzaeeX39FekCHTQJCdLbnkuKVtGSw3d1oA1rjazUvTwraxGuwuRl?comment_id=3835490023345976
----Non si parla di razza ma di etnia perché le differenze a livello di DNA sono talmente piccole da rientrare tutti nella stessa razza, l'homo sapiens sapiens, seppur di etnie diverse con diverse caratteristiche fisiche.
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=== Razza, Etnia ===
Non si parla di razza ma di etnia perché le differenze a livello di DNA sono talmente piccole da rientrare tutti nella stessa razza, l'homo sapiens sapiens, seppur di etnie diverse con diverse caratteristiche fisiche.


Ai cani, gatti eccetera viene dato l'appellativo di razza perché le differenze a livello di DNA fra un pastore tedesco e un chiuaua sono profonde  
Ai cani, gatti eccetera viene dato l'appellativo di razza perché le differenze a livello di DNA fra un pastore tedesco e un chiuaua sono profonde