Da Fare: Femminicidi bozza dopo morte Giulia Cecchettin: differenze tra le versioni

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Combattete il maschio debole con le unghie e con i denti, combattete il femminismo col cervello.
Combattete il maschio debole con le unghie e con i denti, combattete il femminismo col cervello.
----Sicuri che c'entri il patriarcato?
----Sicuri che c'entri il patriarcato? (Riflessione presa dal web:[https://www.facebook.com/giacinto.lombardi/posts/pfbid021RwctLsnc3oyRMDgt4qXmoVFHfbbEBuTirEuECnicjwxmaW73gCiHPRA5xUmP6zPl?__cft__[0]=AZWqtkHcEuztsrawfpohdVMVqCQfs0AqXeBSTuIg4p7qREYZQ2ZYFkzHS_kz-UDzGkxiRDGuLL1i8zBypvS2AT57Q5FrFOeE_CMclu2Km1EgBlh9fzPa2hueWS46SdBOHAgcKm6VzaPHunfhndZ4cbu1QNY9opjLSBIV5_tMJbhDlA&__tn__=%2CO%2CP-y-R link])


Il dramma di Filippo è nel rapporto simbiotico con la madre rivissuto con la ragazza, il rapporto madre-figlio che non può essere spezzato pena la disperazione e la follia o, come direbbe Melanie Klein, la posizione schizo-paranoide. Il dramma della nostra gioventù è il prolungamento dell'infanzia, della condizione di dipendenza economica e affettiva necessaria al prolungarsi degli studi e della preparazione al lavoro e all'indipendenza. Il prolungarsi dell'infanzia prolunga il potere della madre, cioè del matriarcato sui ragazzi. IL PATRIARCATO NON C'ENTRA NIENTE, questo è il fallimento del patriarcato, è il frutto della distruzione della figura paterna e del suo significato simbolico. Il dramma di questo tempo è la televisione instrumentum regni invece di critica del potere e difesa del popolo.
Il dramma di Filippo è nel rapporto simbiotico con la madre rivissuto con la ragazza, il rapporto madre-figlio che non può essere spezzato pena la disperazione e la follia o, come direbbe Melanie Klein, la posizione schizo-paranoide. Il dramma della nostra gioventù è il prolungamento dell'infanzia, della condizione di dipendenza economica e affettiva necessaria al prolungarsi degli studi e della preparazione al lavoro e all'indipendenza. Il prolungarsi dell'infanzia prolunga il potere della madre, cioè del matriarcato sui ragazzi. IL PATRIARCATO NON C'ENTRA NIENTE, questo è il fallimento del patriarcato, è il frutto della distruzione della figura paterna e del suo significato simbolico. Il dramma di questo tempo è la televisione instrumentum regni invece di critica del potere e difesa del popolo.
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Nei primi 9 mesi dell’anno 9.272 chiamate sono state ricevute dal numero telefonico di emergenza 1522 e riguardavano richieste di aiuto o segnalazione di casi di violenza subita dalle donne. In circa 3 casi su 5 le telefonate erano relative a donne con figli per più della metà (54%) minorenni. Alla vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Save the Children lancia un forte allarme per i gravi e duraturi effetti della violenza di genere domestica o intra-familiare sui figli delle vittime.
Nei primi 9 mesi dell’anno 9.272 chiamate sono state ricevute dal numero telefonico di emergenza 1522 e riguardavano richieste di aiuto o segnalazione di casi di violenza subita dalle donne. In circa 3 casi su 5 le telefonate erano relative a donne con figli per più della metà (54%) minorenni. Alla vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Save the Children lancia un forte allarme per i gravi e duraturi effetti della violenza di genere domestica o intra-familiare sui figli delle vittime.
----Riguardo lo stato d'animo di chi viene abbandonato e anche in relazione al vocale di Giulia vorrei dire che serve un supporto psicologico e ricollegarmi a questo:  io però, oltre alla premura di cui giustamente parli tu, vorrei vedere anche un altro tipo di supporto. Siamo tutti soli al giorno d'oggi. Il ragazzo in questione viene descritto come un mostro possessivo, ma la realtà è che avrebbe dovuto ricevere supporto psicoterapico. E le amiche di lei, davvero... mi domando se siano riuscite a darle consigli adeguati. Dall'audio è evidente che lei non temeva di essere ferita da lui, ma temeva che lui si facesse del male. Ai ragazzi mancano spesso figure di riferimento. Vorrei aggiungere, inoltre, che molto spesso le relazioni in questa società liquida sono complesse. Se quel ragazzo era così insicuro da arrivare a un gesto che ha distrutto due famiglie, non è perché è il mostro cattivo dei film. Diamo ai ragazzi modelli disfunzionali (penso al boom di disturbi dell'alimentazione e al legame con i social, penso alla televisione, a programmi come Uomini e Donne, ecc.), e poi tutti si svegliano solo in quel caso su 100.000 in cui si verifica una tragedia. Non va bene così.. [https://www.facebook.com/nara.sayo.908/posts/pfbid0uVGvkiw4fyRTh9rqrezDsvc2kyfD5N7ag1YHURqLZ2PW2jkRm3as3BtCNBH5CJgDl?comment_id=1363919580885273&reply_comment_id=341975271790117 link]
----Scambio di pensieri da calssificare:
=> parte per capire di che si parla
Io: Raga che coglioni comunque. Ogni volta che diffondo dati precisi e incontestabili nessuno/a legge o fiata (quindi cadono nel vuoto).
Più il post è attaccabile invece, specialmente se è attaccabile a suon di slogan, e più "Gne Gne" si leggono. Ma che palle, c'è una superficialità e una mediocrità devastante.
=> parte migliorata
Da questo scambio di messaggi emerge una posizione comune che critica la tendenza delle persone a ignorare o non reagire a informazioni precise e incontestabili, mentre mostrano un maggiore interesse verso contenuti più facilmente attaccabili o superficiali. C'è una percezione condivisa di una crescente superficialità e mediocrità nella società, in parte attribuita all'influenza della televisione e ad una cultura che privilegia il qualunquismo e il narcisismo. Questa tendenza è vista come un problema che colpisce anche le persone intelligenti, ed è evidenziata dalla mancanza di reazioni o discussioni significative su argomenti seri o dati oggettivi, a differenza di quelli più controversi o meno fondati.
La seconda parte dell'argomento introduce un ulteriore aspetto critico riguardo alla cultura del dibattito e dell'informazione: la mancanza di interesse nel cercare approfondimenti e una tendenza a preferire discussioni superficiali o basate su intrattenimento piuttosto che su fatti concreti. Questa osservazione suggerisce che molte persone evitano di impegnarsi in dibattiti seri che richiedono analisi di dati o conoscenze approfondite. Viene rilevato che spesso si risponde con insulti o argomentazioni poco mature quando si tenta di sollevare questioni più complesse.
Integrando questa visione con la prima parte, emerge un quadro generale in cui la società, particolarmente in Italia secondo queste opinioni, è descritta come incline alla superficialità e al qualunquismo, con una preferenza marcata per contenuti di facile consumo come gossip e soap opera. Questa tendenza si riflette anche nel modo in cui si conducono le discussioni online, dove il desiderio di auto-affermazione e il piacere personale (ego/edonismo) spesso prevalgono su un vero e proprio interesse per l'argomento trattato o per un'analisi approfondita. In sintesi, si critica una cultura che privilegia il dibattito superficiale e l'autopromozione a discapito di un approccio più maturo e informato alla discussione di temi importanti.
----Riassunto
Giuwanni Gioss Citterio capisco perfettamente ciò che stai dicendo. Quello degli attivisti è uno stile comunicativo molto assertivo, quasi provocatorio, e deve essere così per suscitare dibattito e interesse, altrimenti non se ne parlerebbe e non ci sarebbe speranza di risolvere i problemi. Benissimo.
Parliamone. La prima cosa che voglio dire è che i dati sui femminicidi sono tutti completamente sballati. Mi segui? Non solo i giornali fanno sensazionalismo, ma anche ISTAT ed Eures.
Nel conteggio dei femminicidi includono anche i matricidi (ricordi Erika e Omar), gli infanticidi (ricordi Anna Maria Franzoni), gli omicidi pietatis causa (Luana Englaro). Ti sembra normale?
I femminicidi nel senso corretto del termine sono circa 55 l'anno, ma Istat ed Eures diffondono dati falsati affermando che sono tra i 140 - 170.
Non è abbastanza? Ok, hai ragione, andiamo più a fondo.
Parliamo di violenza domestica.
Conosci il modello Duluth? è un modello utilizzato per conoscere le dinamiche della violenza di genere, in estrema sintesi: l'uomo viene associato alla parte forte e potente, che controlla.
Molto brutto, vero?
La ricercatrice che l'ha teorizzato in seguito dichiarò nel 1999 che questo modello è stato frutto di una serie di bias di Conferma, che l'hanno portata a credere molto più facilmente a ciò che già credeva (ovvero il classico patriarcato come primo e principale motivo delle violenze domestiche). Capisci? Aveva preso un abbaglio e lo sappiamo da 20 anni.
Queste invece sono le parole di Erin Pizzey, ex femminsita e fondatrice di uno dei primi centri antiviolenza in UK, «Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. [...] Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi»
Ne vogliamo parlare? Vuoi sapere cosa dicono le statistiche sulla violenza domestica? Cerca progetto PASK, è il più grande e autorevole in assoluto, raccoglie migliaia di studi. Indovina un po'? La violenza domestica è simmetrica.
Da finire a copiare da qui: https://www.facebook.com/marco.quaranta.524/posts/pfbid0woPHQN7CsY4tcQzaeeX39FekCHTQJCdLbnkuKVtGSw3d1oA1rjazUvTwraxGuwuRl?comment_id=3835490023345976
----Non si parla di razza ma di etnia perché le differenze a livello di DNA sono talmente piccole da rientrare tutti nella stessa razza, l'homo sapiens sapiens, seppur di etnie diverse con diverse caratteristiche fisiche.
Ai cani, gatti eccetera viene dato l'appellativo di razza perché le differenze a livello di DNA fra un pastore tedesco e un chiuaua sono profonde
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Alessandra Camerino davvero interessante! non avevo mai riflettuto su questa precisazione.
Approfitto per condividerti un dubbio su cui mi interessa molto la tua opinione. Prenditi il tempo che vuoi. A me colpisce come spesso questi argomenti scatenino intense battaglie ideologiche che arrivano a causare odio e sofferenza in rete. Mi colpisce perché l'intento iniziale è ideologico, ma quello che si verifica è una spaccatura tra gruppi che si odiano.
Credo che molto del dibattito acceso sull'uso della parola 'razza' (invece di 'etnia'), derivi dalla preoccupazione che il termine 'razza' possa incoraggiare il razzismo e generare stigma. Credo che questa preoccupazione non sia una semplice idiosincrasia* e derivi invece dalle conoscenze scolastiche relative ai secoli scorsi.
Io però personalmente non sono d'accordo con questa prospettiva. Secondo la mia visione, il razzismo rappresenta solo una forma specifica di xenofobia. La xenofobia (paura del diverso), a sua volta, è parte di un ambito più ampio esplorato dalla psicologia sociale, ossia la teoria dei gruppi. È affascinante notare come, assegnando semplicemente ai partecipanti di un esperimento cartellini di colori diversi, si possano osservare favoritismi all'interno dei gruppi che condividono lo stesso colore. E anche lo stigma non funziona come crede la gente.
Quindi proviamo un attimo a ripartire da zero. la psicologia chiama "psicologia ingenua" la tendenza umana a giudicare sulla base di ciò che si crede di sapere (si contrappone alla scienza che è quella cosa pallosissima che mette alla prova ogni singolo, minuscolo passaggio logico). Ma torniamo alle persone. Esse giudicano, anche energicamente, sulla base di ciò che già sanno o credono di sapere (nonostante non dovrebbero). Le convinziuoni sono infatti fortemente influenzabili tramite i mass media, sono spesso stereotipate e distorte dalle nostre emozioni. Lo si è visto bene col doppio pesismo tra ucraina e palestina ad esempio, ma lo si vede anche in moltissimi altri casi.
La psicologia ci dice che le persone vogliono sentirsi razionali, buone, uniche; ma questo non equivale ad esserlo. Esserlo costa fatica, tanta fatica e la gente spesso non trova la motivazione per mettervi tanto impegno. Alcuni psicologi sociali e sociologi ci ricordano di quanto ancora oggi usiamo capri espiatori, doppi standard, ragionamenti di comodo, ecc.
Quindi la domanda che mi pongo è: è possibile che il male somigli più alla superficialità? è possibile che le persone motivate da alti ideali (es. combattere il razzismo) diventino tanto bigotte e intolleranti da creare un grosso problema di xenofobia (ad esempio contro quelli che etichettano come razzisti)?
<nowiki>*</nowiki>(le persone con tendenze ossessive, vedi grammarnazi, potrebbero dare un peso enorme ad errori simili, ma non penso che sia questo appunto il motivo)
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