Critiche ai metodi con cui viene rilevata la violenza sulle donne

Da Tematiche di genere.
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La violenza nelle relazioni intime: una questione di genere?[modifica | modifica sorgente]

Alcuni studi, riassunti nei seguenti articoli[1][2][3] e nei dati presentati in questo articolo, suggeriscono che la violenza nelle relazioni intime non sia affatto un fenomeno prevalentemente maschile. Contrariamente all'idea popolare che la violenza domestica sia il risultato del desiderio patriarcale di dominio (modello "Duluth"), tutti i dati sembrano sfidare questa visione.

Le vecchie teorie, oggi superate[modifica | modifica sorgente]

Il modello Duluth è un quadro teorico usato per comprendere la violenza di genere, in cui l'uomo è visto come il soggetto forte e dominante e la donna come la vittima debole e controllata. Questo modello assume che la violenza tra uomo e donna sia il risultato di un desiderio di controllo maschile radicato nelle strutture sociali patriarcali.

Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che la violenza domestica non sia più prevalente nelle relazioni uomo-donna rispetto a quelle omosessuali o lesbiche. Queste ricerche mettono in discussione la validità del modello Duluth, evidenziando che la realtà potrebbe essere più complessa di quanto suggerisca questa teoria.

Inoltre, la stessa ideatrice del modello Duluth, Ellen Pence, ha ammesso che la sua teoria era stata influenzata da bias di conferma e che non rifletteva accuratamente le esperienze reali di uomini e donne coinvolti in situazioni di violenza domestica.

La stessa fondatrice di questo modello, Ellen Pence, dichiarò nel 1999 che questo modello è stato frutto di una serie di bias di Conferma, che l'hanno portata a credere molto più facilmente a ciò che già credeva (ovvero il classico patriarcato come primo e principale motivo delle violenze domestiche)

Determinando che il bisogno o il desiderio di potere fosse la forza motivante dietro i maltrattamenti, abbiamo creato un quadro concettuale che, in effetti, non si adattava all'esperienza vissuta di molti degli uomini e delle donne con cui stavamo lavorando. Lo staff DAIP [...] è rimasto imperterrito dalla differenza tra la nostra teoria e le esperienze reali di coloro con cui stavamo lavorando [...] Sono stati i casi stessi a creare la fessura in ciascuna delle nostre armature teoriche. Parlando per me, ho scoperto che molti degli uomini che ho intervistato non sembravano esprimere un desiderio di potere sul proprio partner. Anche se ho colto incessantemente ogni occasione per far notare agli uomini nei gruppi che erano così motivati ​​e semplicemente negatori, il fatto che pochi uomini abbiano mai articolato un tale desiderio è passato inosservato a me e a molti dei miei colleghi. Alla fine, ci siamo resi conto che stavamo trovando ciò che avevamo già predeterminato di trovare.[4]

Pertanto, una visione più olistica della violenza domestica dovrebbe considerare una varietà di fattori, inclusi precedenti litigi e dinamiche di coppia, background educativo, fattori culturali, situazione economica, stabilità emotiva, eventuali tendenze o disturbi individuali, problemi relazionali, fattori sociali, gelosia, condizioni ereditate, posizione sociale, solitudine e, sì, anche ruoli di genere. Ridurre tutto a un problema di dominio maschile derivante dal patriarcato può essere troppo semplificante.

In definitiva, molti studi attuali indicano che la violenza domestica non è esclusivamente legata al genere.

Critiche alle narrative mediatiche[modifica | modifica sorgente]

Allo stesso modo, la Rape, Abuse & Incest National Network (RAINN), la più grande organizzazione americana contro la violenza sessuale, ha espresso critiche severamente riguardo alla cosiddetta "cultura dello stupro"[5].

Analisi delle discrepanze nei dati[modifica | modifica sorgente]

Un'indagine condotta da Barbara Benedettelli ha evidenziato discrepanze significative nella percezione e nel trattamento dei femminicidi[6].

Altre discrepanze[modifica | modifica sorgente]

Il progetto @antisexistworld ha compiuto uno sforzo considerevole nel censire tutti gli episodi di violenza da gennaio 2019 ad aprile 2021, fornendo un quadro dettagliato della situazione[7].

L'attivista che se ne è occupata, una ragazza, offre anche una spiegazione più dettagliata dell'importanza di sfidare le narrative mediatiche esistenti sulla violenza domestica può essere trovata qui.

Un'analisi critica del questionario ISTAT sulla violenza di genere[modifica | modifica sorgente]

Con il permesso dell'autore, presentiamo di seguito un'analisi critica dell'indagine ISTAT sulla violenza di genere. Per un'introduzione completa, consultare la nota metodologica dell'ISTAT.

Il questionario[modifica | modifica sorgente]

Il campione dell'indagine includeva oltre 24.000 donne, delle quali circa 3.500 non di cittadinanza italiana, e impiegava 150 intervistatrici. Da fine pagina 3 a metà pagina 4 viene introdotto il questionario, spiegando perché, ad esempio, hanno deciso di porre diverse domande, entrando nello specifico del tipo di violenza subita (elemento importante per chi fosse interessato professionalmente a come costruire un questionario). Da metà pagina 4 a inizio pagina 6 trovate le domande, divise per temi:

  1. violenza fisica e sessuale;
  2. violenza sessuale;
  3. violenza sessuale prima dei 16 anni (famigliare ed extra);
  4. violenza psicologica ed economica.

Questioni critiche[modifica | modifica sorgente]

  1. Il primo appunto riguarda una carenza grave sul metodo: manca il riferimento. Quando valutiamo la frequenza di un evento abbiamo bisogno di un riferimento (vedi statistica). Possiamo ovviamente decidere su base empirica che un evento possa essere frequente o meno, ma per essere precisi, e magari determinare dei trend, dobbiamo darci dei riferimenti. Non abbiamo né un gruppo di controllo (es. gli uomini), né una popolazione generale di riferimento. In parole povere, non siamo in grado di determinare se gli episodi di violenza sulle donne abbiano una incidenza superiore o inferiore alla media, nella norma oppure no (per norma si intende non pari alla media matematica ma più o meno vicino, detto grezzamente).
  2. Mi sembra che il questionario sia rivolto esclusivamente a donne eterosessuali. Si riferisce quasi esclusivamente a violenze subite da uomini, in pochi casi uomo/partner. Nella sezione riferita al contesto famigliare, ad esempio, parla di violenza Padre su Madre e/o intervistata, e Madre su intervistata. Coerentemente alla scelta da me criticata nel punto 1, manca un controllo del dato in relazione alla violenza Madre su Padre.
  3. La violenza psicologica ed economica sono state rilevate solo in relazione al partner, e non alla famiglia. In realtà, è proprio il nucleo famigliare quello in cui si possono identificare maggiori influenze da parte del modello patriarcale di società (anche soltanto per differenze generazionali), senza contare che società patriarcale, per definizione, si riferisce prima di tutto al controllo esercitato dal pater familias. Come probabilmente molte (e molti) potranno confermare, l'ambito famigliare può essere un contesto pesantissimo per le violenze psicologiche ed economiche, ed anzi, sono in grado di determinare un "imprinting" tale da influenzare figlie e figli nel modo di concepire una relazione affettiva.
  4. Ho provato a rispondere alle domande in prima persona. Dato che sono nato nell'81, praticamente dovrei barrare sì a quasi tutte le domande sulla violenza subita, parzialmente sì alla violenza sessuale, no violenza sessuale in famiglia. Per il resto quasi tutto sì, pure la parte su coltello e pistola. Tenete presente che, salvo specifiche, anche gli schiaffoni vengono registrati come episodio di violenza.

Vedi anche[modifica | modifica sorgente]

Critiche e Revisioni di Modelli Teorici e Ricerche sulla Violenza Domestica

Esplora una visione critica sulla violenza di genere, mettendo in discussione i modelli teorici tradizionali e le ricerche esistenti. Questa sezione include articoli che sfidano l'idea che la violenza domestica sia intrinsecamente legata al genere, offrendo una prospettiva più equilibrata e basata sui dati.

Analisi Sociale e Mediatica della Violenza di Genere

Approfondimenti sulla rappresentazione mediatica della violenza di genere e sulle sue implicazioni sociali. Questi articoli esaminano come i media influenzano la percezione della violenza, discutendo la necessità di un dialogo più inclusivo e meno stereotipato.

Aspetti Legalmente e Socialmente Controversi

Questa sezione si concentra su questioni legali e sociali controverse legate alla violenza di genere, come le false accuse e la rappresentazione dei femminicidi, offrendo una prospettiva critica sulle narrazioni dominanti.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Violenza domestica
  2. Storia su instagram di ProgettoParità sulla violenza domestica
  3. Erin Pizzey#Studi sulla violenza domestica
  4. Pence, Ellen (1999). "Some Thoughts on Philosophy". In Shepherd, Melanie; Pence, Ellen (eds.). Coordinating Community Responses to Domestic Violence: Lessons from Duluth and Beyond. Thousand Oaks, CA.: Sage. pp. 29–30.
  5. https://www.tematichedigenere.com/wiki/Critiche_alla_cultura_dello_stupro?venotify=created#Critiche_della_RAINN
  6. Riassunto dei vari articoli sui femminicidi#Riassunto barbarabenedettelli.it Indagine femminicidi 2018
  7. https://www.instagram.com/antisexistworld/