Critiche ai metodi con cui viene rilevata la violenza sulle donne

Da Tematiche di genere.
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Con il consenso dell'autore riporto il seguente articolo:


Vorrei cogliere l'occasione della giornata del 25 novembre per analizzare il lavoro fatto dall'ISTAT riguardo il fenomeno della violenza di genere (inoltre ha richiesto molto meno lavoro del precedente).

Senza indugi e senza anticipazioni, vi propongo il link alla nota metodologica sul sito dell'ISTAT.

Per chi non volesse leggerla tutta una sintesi:

Il campione include più di 24k donne intervistate (circa 3,5k non cittadinanza italiana) e ha coinvolto 150 intervistatrici.

Da fine pagina 3 a metà pagina 4 viene introdotto il questionario, spiegando perché, ad esempio, hanno deciso di porre diverse domande, entrando nello specifico del tipo di violenza subita (elemento importante per chi fosse interessato professionalmente a come costruire un questionario).

Da metà pagina 4 a inizio pagina 6 trovate le domande, divise per temi: 1. violenza fisica e sessuale; 2. violenza sessuale; 3. violenza sessuale prima dei 16 anni (famigliare ed ext

famigliare ed extra); 4. psicologica ed economica.

Alcune considerazioni a riguardo.

  1. Quando valutiamo la frequenza di un evento abbiamo bisogno di un riferimento. Possiamo ovviamente decidere su base empirica che un evento possa essere frequente o meno, ma per essere precisi, e magari determinare dei trend, dobbiamo darci dei riferimenti. Il primo appunto sul metodo (grave) è che manca il riferimento. Non abbiamo né un braccio di controllo (uomini), né una popolazione generale di riferimento. In parole povere, non siamo in grado di determinare se gli episodi di violenza sulle donne abbiano una incidenza superiore o inferiore alla media, nella norma oppure no (per norma si intende non pari alla media matematica ma più o meno vicino, detto grezzamente).
  2. Mi sembra che il questionario sia rivolto esclusivamente a donne eterosessuali. Si riferisce quasi esclusivamente a violenze subite da uomini, in pochi casi uomo/partner. Nella sezione riferita al contesto famigliare, ad esempio, parla di violenza Padre su Madre e/o intervistata, e Madre su intervistata. Coerentemente alla scelta da me criticata nel punto 1, manca un controllo del dato in relazione alla violenza Madre su Padre.
  3. La violenza psicologica ed economica sono state rilevate solo in relazione al partner, e non alla famiglia. In realtà, è proprio il nucleo famigliare quello in cui si possono identificare maggiori influenze da parte del modello patriarcale di società (anche soltanto per differenze generazionali), senza contare che società patriarcale, per definizione, si riferisce prima di tutto al controllo esercitato dal pater familias. Come probabilmente molte (e molti) potranno confermare, l'ambito famigliare può essere un contesto pesantissimo per le violenze psicologiche ed economiche, ed anzi, sono in grado di determinare un "imprinting" tale da influenzare figlie e figli nel modo di concepire una relazione affettiva.
  4. Ho provato a rispondere alle domande. Dato che sono nato nell'81, praticamente dovrei barrare sì a quasi tutte le domande sulla violenza subita, parzialmente sì alla violenza sessuale, no violenza sessuale in famiglia. Per il resto quasi tutto sì, pure la parte su coltello e pistola  .Tenete presente che, salvo specifiche, anche gli schiaffoni vengono registrati come episodio di violenza.