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Cibernetica
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===''Behavior, Purpose and Teleology''=== Lo stesso Wiener fa risalire la nascita delle idee che condussero alla cibernetica ad un ciclo di incontri tenuti, a partire dagli anni '30 e fino al [[1944]], presso la [[Harvard Medical School]], dove medici e ricercatori discutevano con matematici, fisici ed ingegneri di problemi interdisciplinari e di metodo scientifico<ref name="ReferenceA"/>. Wiener, all'epoca un matematico del MIT già affermato, incontrò qui il fisiologo [[Messico|messicano]] Arturo Rosenblueth, che conduceva gli incontri e che divenne poi suo collaboratore in varie ricerche sui meccanismi di controllo neuromuscolari, oltre che principale interlocutore sui problemi metodologici<ref>a Rosenblueth verra' dedicata ''La cibernetica''</ref>. Rosenblueth era allievo di Cannon, che ad Harvard dirigeva il dipartimento di Fisiologia della Medical School<ref>[http://www.the-aps.org/fm/presidents/introwbc.html American Physiological Society - Walter Bradford Cannon] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150326052539/http://www.the-aps.org/fm/presidents/introwbc.html |data=26 marzo 2015 }}</ref><ref>Cannon conosceva bene Wiener, in quanto amico personale del padre, Leo; cfr. {{Cita|Hellman 1982}}, pag. 153 nota; {{Cita|Conway Siegelman 2004}}</ref>. Successivamente, al MIT, Wiener si dedicò al progetto dei sistemi di puntamento antiaereo, lavorando con il matematico ed ingegnere Julian Bigelow, anche qui in un ambito interdisciplinare che coinvolgeva matematica e vari campi della tecnologia. La riflessione sulla retroazione sviluppata in queste esperienze condusse Wiener, con Rosenblueth e Bigelow, a proporre, nell'articolo del [[1943]] ''Behavior, Purpose and Teleology''<ref>[http://pespmc1.vub.ac.be/books/wiener-teleology.pdf ''Behavior, Purpose and Teleology'', The Philosophy of Science, Volume 10, Number 1, Jan., 1943] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140714210708/http://pespmc1.vub.ac.be/Books/Wiener-teleology.pdf |data=14 luglio 2014 }}; tradotto nella versione italiana di {{Cita|Wiener 1964}} ed in {{Cita|Somenzi 1965/1994}}. Successivamente l'argomento fu ripreso da Rosenblueth e Wiener in ''The role of models in science'', The Philosophy of Science, Volume 12, 1945, tradotto in {{Cita|Somenzi 1965/1994}}; e ''Purposeful and Non-Purposeful Behavior'', The Philosophy of Science, Volume 17, 1950</ref>, una forma di analisi basata, piuttosto che sulla struttura interna degli oggetti di studio, sui loro comportamenti (''behavior'') osservabili dall'esterno. Da questo punto di vista, macchine ed organismi viventi sono assimilabili, in quanto ambedue in grado di perseguire il raggiungimento di un obiettivo (''purpose''), grazie all'uso di meccanismi di [[retroazione]]. Questa, nei casi più complessi, può essere ''predittiva'', in grado cioè di tenere conto dell'evoluzione temporale del suo obiettivo; ciò accade, ad esempio, in un animale che caccia una preda in movimento, o in un sistema di puntamento antiaereo, nel quale il tiro avviene verso la posizione stimata futura del bersaglio. I comportamenti ''[[teleologia|teleologici]]'' vengono quindi definiti come quelli orientati ad uno scopo e guidati dalla retroazione che in questo modo diviene, da concetto puramente tecnologico, lo strumento di una ''"forma di analisi comune"'' che ''"può essere usata per studiare i comportamenti sia delle macchine che degli organismi viventi, indipendentemente dalla loro complessità"''. Il mondo della biologia e dell'intelligenza diventa così comprensibile senza richiedere l'ipotesi dell'esistenza di una ''causa finale'', e quindi una visione [[metafisica]] o [[determinismo|non deterministica]] della realtà<ref name="cita-Hellman-1982"/><ref>{{Cita|Cordeschi 1998}}, cap. IV</ref>. La modalità di analisi formalizzata nell'articolo sarà poi usata abitualmente in ambito cibernetico da vari autori: per evitare di dover studiare sistemi di struttura complessa o sconosciuta, ci si concentra invece sullo sviluppo di modelli, anche semplici, che mostrino però i tratti essenziali del comportamento di interesse<ref>''La cibernetica...è una “teoria delle macchine”, ma si occupa non di cose, ma di forme di comportamento. Non si chiede “cos'è quest'oggetto?” ma “cosa fa?”'' in {{Cita|Ashby 1956}}, cap. I</ref><ref>Le radici di questa modalità di analisi, indicata talvolta anche come ''funzionale'', o ''sintetica'', si trovano nello sviluppo degli approcci meccanicisti alla fisiologia ed alla psicologia, dall'inizio del secolo fino alla II guerra mondiale, che hanno visto la nascita dei primi automi in grado di interagire con l'ambiente; cfr {{Cita|Cordeschi 1998}}. Lo sviluppo di modelli, o "automi", accompagna poi tutta la storia della cibernetica: per l'applicazione estensiva e più recente di un metodo analogo, vedi ad es. {{cita|Braitenberg 1984}}. Anche il notissimo [[test di Turing]] sull'intelligenza di una macchina può essere considerato un caso estremo di questa forma di analisi</ref>. Proposte analoghe erano state avanzate in Gran Bretagna negli stessi anni da [[William Ross Ashby|W. Ross Ashby]]<ref>''Adaptivness and equilibrium'', Journal of Mental Science, Vol. 86, pp. 478-483, 1940; Ashby svilupperà ulteriormente il tema nelle sue due opere successive {{Cita|Ashby 1956}} e {{Cita|Ashby 1960}}</ref> e da [[Kenneth Craik]]. Quest'ultimo, uno psicologo coinvolto anch'egli durante la guerra nell'analisi dei sistemi automatici di puntamento antiaereo, prematuramente scomparso nel [[1945]], può essere considerato un vero precursore della cibernetica, enunciatore di tesi simili a quelle di Wiener sullo studio unificato di animale e macchina. Nello scritto ''The mechanism of human action'' (1943 - 1945, poi pubblicato postumo) aveva tracciato una distinzione nell'analisi psicologica tra metodi ''analitico'' e ''sintetico''<ref>{{Cita|Cordeschi 1998}}, cap. IV; {{Cita|Somenzi 1965/1994}}, Introduzione e cap. I</ref>, mostrando come modelli sintetici che impiegano la retroazione possono aiutare a superare la barriera tra mondo inorganico ed intelligenza invocata dal [[vitalismo]].
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