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Cibernetica
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{{Citazione|I molti [[robot|automi]] dell'epoca presente sono collegati al mondo esterno sia per quanto riguarda la ricezione di impressioni, che per l'esecuzione di azioni. Essi contengono organi sensoriali, effettori, e l'equivalente di un [[sistema nervoso]] per il trasferimento dell'informazione dagli uni agli altri (...) Non è affatto miracoloso che possano essere trattati in un'unica teoria assieme con i meccanismi della [[fisiologia]].|Norbert Wiener<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, cap. I, pag. 71-72 della II edizione italiana</ref>}} [[File:Toyota_Robot_at_Toyota_Kaikan.jpg|thumb|[[Robot]]]] Il termine '''cibernetica''' (dal [[Lingua greca antica|greco]]: κυβερνήτης, ''kybernḗtēs'', 'pilota di navi') indica un vasto programma di ricerca [[Interdisciplinarità|interdisciplinare]], rivolto allo studio [[matematica|matematico]] unitario degli [[organismi viventi]] e, più in generale, di [[sistemi]], sia naturali che artificiali. Nacque durante gli anni della [[seconda guerra mondiale]], su impulso di un gruppo di ricercatori, tra i quali ebbe una parte predominante il [[matematico]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Norbert Wiener]]. Questi, pur provenienti da diverse formazioni intellettuali, erano uniti dall'interesse per gli strumenti concettuali sviluppati dalle [[Tecnologia|tecnologie]], allora emergenti, dell'[[controllo automatico|autoregolazione]], della [[comunicazione]] e del [[calcolatore|calcolo automatico]], e per la loro applicazione allo studio delle funzioni tipiche degli esseri viventi. Nel [[1948]] Wiener pubblicò [[La cibernetica: Controllo e comunicazione nell'animale e nella macchina|La cibernetica]]<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}.</ref>; in questo libro, che ottenne grande successo, definiva l'ambito di interesse e gli obiettivi della nuova disciplina, inaugurando anche l'uso del nuovo termine, da lui coniato. ==Generalità== [[File:Controlloretro.gif|thumb|Esempio di retroazione]] La cibernetica è nata dunque come un campo di studi comune tra l'[[ingegneria]], la [[biologia]] e le [[scienze umane]]. Già da questo si comprende l'importanza fondamentale per la cibernetica dell'[[interdisciplinarità]],<ref name="ReferenceA">{{Cita|Wiener 1948/1961}} Introduzione</ref> che può essere immediatamente confermata dall'esame dei ''curricula'' estremamente variegati di tutti i suoi protagonisti. Un'altra caratteristica metodologica generale del metodo cibernetico è l'attenzione rivolta al comportamento (ed alla sua descrizione matematica) degli oggetti del suo studio, più che ai dettagli della loro struttura materiale. Da ciò deriverà una tendenza alla definizione concettuale e, molto spesso, anche alla realizzazione fisica di modelli artificiali della realtà biologica, grazie anche alle nascenti possibilità della tecnologia elettronica.<ref>{{Cita|Cordeschi 1998}}.</ref><ref>{{Cita|Braitenberg 1984}}.</ref> L'interesse ad uno studio comparato di animale e [[macchina]], o di conseguenza al rapporto tra naturale ed artificiale, rappresenta una caratteristica comune a tutti gli studiosi di cibernetica. L'ampiezza delle conseguenze di questo atteggiamento è tale da coinvolgere vari problemi di interesse [[filosofia|filosofico]]; la cibernetica si caratterizza come una nuova forma di [[riduzionismo (filosofia)|riduzionismo]], innovatrice rispetto alle forme tradizionali di [[meccanicismo]] per aver messo in luce l'importanza del concetto di [[informazione]] nell'interpretazione dei fenomeni della vita.<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, cap. I; {{Cita|Cordeschi 1998}}</ref> [[File:20080831-R0012506.JPG|thumb|[[Supercomputer]]]] Per approfondire i contenuti della cibernetica al di là di queste sintetiche definizioni, bisogna ricorrere all'esame del suo effettivo sviluppo storico e delle diverse posizioni di chi ad essa si è richiamato, con una particolare attenzione al pensiero dello studioso che ha creato il nome della nuova disciplina. Si è trattato infatti di un fenomeno molto ampio, variegato ed interpretato spesso in modo diverso dai suoi protagonisti.<ref>per una panoramica dei diversi accenti posti sull'uno o l'altro aspetto si può esaminare, sul sito della American Society for Cybernetics ({{Cita|Asc}}), un elenco di alcune delle [http://www.asc-cybernetics.org/foundations/definitions.htm diverse definizioni fornite] per questo nuovo campo di ricerca</ref> Si può comunque dire che nel programma cibernetico si possono individuare tre nuclei, chiaramente rilevabili anche nell'impianto dell'omonimo libro<ref name="ReferenceA"/><ref>{{Cita|Kline 2015}}.</ref><ref>{{cita|Enciclopedia Italiana 1961}}.</ref>.Il primo, che accompagna tutta l'opera di Wiener, e nel quale è fondamentale l'apporto del fisiologo A. Rosenblueth, consiste in un metodo di analisi dei fenomeni biologici basato sull'uso del concetto di [[retroazione]] e, più in generale, di scambio di [[informazione]], sia all'interno dell'organismo, che tra questi e l'ambiente.<ref name="cita-Hellman-1982">{{Cita|Hellman 1982}}.</ref> Esso si basa sulla constatazione che l'uso di questi strumenti, nati per studiare il funzionamento di macchine costruite dall'uomo, può essere esteso alla spiegazione di alcuni tra gli attributi fondamentali del vivente, quali la tendenza al mantenimento della [[stabilità interna]], la capacità di [[apprendimento|apprendere]] (ovvero di modificare i propri comportamenti in funzione dell'esperienza) e l'apparente orientamento ad uno scopo delle proprie azioni. In quest'ambito possono essere collocati anche i contributi del britannico [[William Ross Ashby|W. Ross Ashby]]<ref>{{cita|Ashby 1956}}; {{cita|Ashby 1960}}</ref>. Il secondo nucleo, che nasce tra il [[1943]] ed il [[1945]] con il contributo essenziale di [[John von Neumann|J. von Neumann]], [[Warren McCulloch|W. McCulloch]] e [[Walter Pitts|W. Pitts]], riguarda l'estensione di questo metodo di analisi alle funzioni [[cognizione|cognitive]] del sistema nervoso centrale ed alle nuove [[computer|macchine calcolatrici]] [[Digitale (informatica)|digitali]], considerate in modo unitario dal punto di vista del concetto di [[Teoria della calcolabilità|computazione]]. Il terzo, il cui sviluppo è legato alle ''Macy Conferences on Cybernetics'', tenute dal [[1946]] al [[1953]], vede l'estensione dei concetti cibernetici allo studio delle [[scienze sociali]]<ref name="cita-Heims-1991">{{Cita|Heims 1991}}.</ref>. Wiener peraltro non contribuisce direttamente a questa estensione, dichiarandosi anche scettico sulla sua possibilità<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, Introduzione, pagg. 49 - 50 della II edizione italiana; cap. VIII</ref>; l'uso dei concetti cibernetici nelle scienze sociali verrà analizzato e promosso da studiosi provenienti da quel mondo, tra i quali [[Margaret Mead]] e [[Gregory Bateson]]. Soprattutto quest'ultimo ha esercitato, nei decenni successivi, un'influenza importante e duratura su varie discipline, basando sulla cibernetica, oltre che lo studio di temi di antropologia e psichiatria, una visione generale della realtà. Il grande dibattito innescato dalla pubblicazione del libro di Wiener e dalle ''Macy Conferences'' durò alcuni anni, per poi spegnersi progressivamente. Alcuni dei motivi di questa evoluzione erano interni alla stessa proposta di Wiener; la sintesi che egli cercava si rivelò infatti sia prematura (in relazione alle conoscenze dell'epoca in alcuni campi: ad esempio, la fisiologia del [[sistema nervoso centrale]]), sia di ampiezza eccessiva per produrre strumenti di ricerca efficaci. Non fu poi d'aiuto il successo incontrato presso il pubblico dal nome e dalle idee della cibernetica, che portò ad un uso spesso improprio del termine e ad un suo discredito nel mondo della ricerca<ref>{{Cita|Kline 2015}}, capitolo VII</ref>. Altri ostacoli sorsero dalle divergenze, personali e scientifiche, che divisero i fondatori della nuova disciplina, impedendo lo stabilirsi di collaborazioni durevoli e di gruppi di lavoro strutturati<ref name="cita-Heims-1980">{{Cita|Heims 1980}}.</ref><ref name="cita-Conway-Siegelman-2004">{{Cita|Conway Siegelman 2004}}.</ref>. Anzi, il movimento cibernetico si trovò ad affrontare la concorrenza di nuovi gruppi (ad esempio quello dell'[[Intelligenza Artificiale]]), con analoghi interessi, che tuttavia preferivano organizzarsi autonomamente, rivendicando anche una diversa visione su alcuni punti<ref>{{Cita|Arbib 1987}}, capitolo I</ref>. Pur se oggi è impossibile parlare della cibernetica come di una disciplina attiva o di un movimento scientifico organizzato, le sue idee ed i problemi da essa posti restano ancora al centro del dibattito scientifico in molti ambiti. Il campo di studio delineato dalla cibernetica è oggi occupato da molte discipline autonome che, pur se in qualche modo discendenti da una comune radice, ne affrontano i temi con metodi non sempre conciliabili in un quadro unitario<ref>{{Cita|Enciclopedia Italiana 1978}}.</ref>. ==Le radici della cibernetica== La cibernetica può essere considerata il punto di arrivo di alcune linee di pensiero, sviluppatesi nei decenni precedenti gli anni '40 del secolo scorso, in discipline quali la matematica, la tecnologia, la fisiologia generale e del sistema nervoso, la psicologia. Ne ripercorriamo qui le tappe essenziali<ref name="cita-Arbib-1987">{{Cita|Arbib 1987}}, cap. I</ref>. === Storia del termine === [[File:Ampère - Essai sur la philosophie des sciences, 1838 - 3912601 323893 1 00011.tif|thumb|''Saggio sulla filosofia della scienza'' (''Essai sur la philosophie des sciences''), 1838, nel quale [[Ampère]] usa il termine "cibernetica" come "scienza del governo".]] La parola greca antica ''kybernetes'' ({{greco|κυβερνήτης}}) indica il pilota di una nave<ref>[https://www.grecoantico.com/dizionario-greco-antico.php?lemma=KYBERNHTHS100 Dizionario Greco Antico online]</ref>. La radice ''kyber'' sta per ''"timone"'' e trova un parallelo nel latino ''guber'', che ritroviamo nel ''gubernator'', timoniere. ''Kyber'' e ''guber'' fanno evidente riferimento ad una comune progenitrice indoeuropea che significava timone. In ambedue le lingue il termine assume anche, per estensione, un significato metaforico che sta ad indicare colui che guida, o governa, una città o uno Stato: già nel greco di [[Platone]]<ref>''[[Alcibiade primo|Alcibiade I]]'', 134(e)-135(b); [[La Repubblica (dialogo)|La Repubblica]], ''passim''</ref> è attestata, in questo significato più ampio di ''arte del governo'', l'espressione ''kybernetikès techne''. Nell'accezione politica di Platone, il termine viene ripreso nel [[1834]] da [[André-Marie Ampère|Ampère]], nella sua ampia classificazione delle scienze, e qualche anno più tardi anche dal filosofo polacco [[Bronisław Trentowski|Trentowski]]<ref>{{Cita|Masani 1990}} pag. 252</ref>. Intanto, con la [[rivoluzione industriale]], nasceva per la prima volta l'esigenza di costruire macchine che fossero in grado di regolare il proprio funzionamento in modo automatico, cioè senza l'intervento umano. L'esempio tipico è quello della [[macchina a vapore|macchine a vapore]], che per le sue applicazioni industriali doveva stabilizzare la velocità di rotazione in condizioni di carico variabili. Questo problema di controllo fu risolto per primo nel [[1789]] da [[James Watt]], con il cosiddetto ''[[regolatore centrifugo]] di velocità''; fu però necessario quasi un secolo, prima che [[James Clerk Maxwell]], nel [[1868]], descrivesse matematicamente il funzionamento del regolatore, individuando le condizioni di un suo [[Teoria della stabilità|comportamento stabile]]. Maxwell introdusse in questa occasione il termine ''governor'', per indicare il meccanismo di regolazione<ref>[https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b1/On_Governors.pdf J. C. Maxwell, ''On Governors'']</ref>. Indipendentemente da [[Platone]] ed [[Ampere]], ma con un esplicito omaggio a Maxwell, il termine fu reintrodotto da Wiener nell'estate del [[1947]], anglicizzato in ''cybernetics'', nell'atto di dare il titolo al proprio libro pubblicato l'anno successivo: ''[[La cibernetica|Cybernetics or Control and Communication in the Animal and the Machine]]''<ref>Wiener scrisse anche due altre opere sull'argomento, di taglio più divulgativo, e maggiormente orientate a problemi sociali: vedi {{Cita|Wiener 1950}} e {{Cita|Wiener 1964}}</ref>. Nelle intenzioni del suo autore, il libro proponeva un vasto programma di ricerca e, in prospettiva, teneva a battesimo una nuova scienza, fondata appunto sullo studio unificato di animali e macchine dal punto di vista delle teorie del controllo automatico, della comunicazione e del calcolo automatico. Al momento della sua creazione, il termine conobbe un successo molto ampio, sia in ambito scientifico che presso il pubblico. L'uso popolare del termine continua ancora oggi, seppure in un senso improprio e lontano dal significato originale, attraverso l'uso del prefisso ''"cyber-"'' (talvolta italianizzato in ''"ciber-"'') ad indicare genericamente una connessione con la moderna tecnologia dell'informazione<ref>si pensi a termini quali [[cyberspazio]], [[cyberpunk]], cybersecurity, cyberbullismo ecc.</ref>. La sua rilevanza in ambito scientifico è invece declinata, parallelamente alla vitalità del movimento, dopo la dispersione del gruppo originale dei primi scienziati raccolti attorno a Wiener e la morte di questi nel 1964. === Lo sviluppo tecnologico e l'emergenza del concetto di informazione === Molti degli strumenti di analisi della cibernetica derivano da alcune tecnologie, legate da un comune interesse nella elaborazione dell'[[informazione]], che ricevettero un particolare impulso dallo sviluppo dei dispositivi [[elettronica|elettronici]] durante la prima metà del XX secolo. L'evoluzione storica della teoria dei ''[[controllo automatico|sistemi di controllo automatico]]''<ref>{{Cita web |url=http://ieeecss.org/CSM/library/1996/june1996/02-HistoryofAutoCtrl.pdf |titolo=S. Bennet, ''A brief history of Automatic Control'', IEEE Control Systems Society |accesso=10 luglio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160809050823/http://ieeecss.org/CSM/library/1996/june1996/02-HistoryofAutoCtrl.pdf |dataarchivio=9 agosto 2016 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/summary?doi=10.1.1.134.4498 Neculai Andrei, ''Modern Control Theory -- A historical perspective'']</ref><ref>D. A. Mindell, ''[[iarchive:B-001-002-575|Between human and machine - feedback, control and computing before Cybernetics]]'', The Johns Hopkins University Press, 2002, ISBN 0-80186895-5</ref> inizia praticamente con la regolazione del funzionamento dei motori a vapore. Sulla base del lavoro pionieristico di Maxwell alcuni matematici, tra i quali [[Adolf Hurwitz|A. Hurwitz]] e [[Edward Routh|E. Routh]], definirono dei metodi di verifica della stabilità del sistema, pur se in una prospettiva che restava lontana dalla pratica di progetto. Le applicazioni crebbero molto nei decenni successivi, ma restarono sostanzialmente confinate allo sviluppo di [[servomeccanismo|servomeccanismi]], nell'ambito dei campi di interesse dell'[[ingegneria meccanica]], finché la nascente tecnologia [[elettronica]] non aprì ambiti applicativi totalmente nuovi. Nel [[1927]] [[Harold Stephen Black|Harold Black]] dei [[Bell Labs]], per risolvere problemi di comunicazione telefonica a lunga distanza, progettò il primo [[amplificatore]] esplicitamente basato sull'uso della [[retroazione]]. In questo modo si poteva aumentare la [[larghezza di banda]] dell'amplificatore, al costo però di maggiori rischi di instabilità del sistema; l'attenzione su questi nuovi problemi favorì lo sviluppo di nuovi studi sulla [[teoria della stabilità|stabilità]], più vicini alle esigenze dei progettisti, quali quelli di [[Harry Nyquist]] e [[Hendrik Wade Bode|Hendrik Bode]], anch'essi dei Bell Labs. La pubblicazione, a partire dalla seconda metà degli anni quaranta, dei primi trattati sui sistemi di controllo e la loro progettazione<ref>Tra di essi, [https://books.google.it/books/about/Fundamental_theory_of_servomechanisms.html?id=aLdKAAAAMAAJ&redir_esc=y L. McColl, ''Fundamental Theory of Servomechanisms''] del 1945, citato più volte da Wiener in ''Cibernetica'', il cui IV capitolo costituisce esso stesso una introduzione generale all'argomento</ref>, decretò la nascita del [[controllo automatico]] come disciplina autonoma. Come quello dei controlli automatici, anche lo sviluppo delle ''[[comunicazioni elettriche]]'' (dal [[telegrafo]], introdotto da [[Samuel Morse]] nel [[1837]], al [[telefono]], che [[Alexander Bell]] sperimentò con successo nel [[1876]], alle trasmissioni senza fili, che dai brevetti di [[Nikola Tesla|Tesla]] ([[1896]]) e di [[Guglielmo Marconi|Marconi]] ([[1897]]) portarono fino alla [[radio (elettronica)|radio]] ed al [[radar]]) vide delle forti innovazioni tecnologiche, ma una relativa costanza dei problemi di base. Indipendentemente dalla tecnologia usata, è sempre necessario, infatti, da un lato ''[[codice (teoria dell'informazione)|codificare]]'' un messaggio prima di inviarlo, al fine di migliorare la qualità della [[Trasmissione (telecomunicazioni)|trasmissione]] attraverso un determinato [[Canale (telecomunicazioni)|canale]]; dall'altro, ''[[filtro (elettronica)|filtrarlo]]'' in [[Ricezione#Telecomunicazioni|ricezione]], per eliminare o ridurre il [[rumore (elettronica)|rumore]] indesiderato, inevitabilmente aggiunto dalla trasmissione. Le necessità [[Seconda guerra mondiale|belliche]] favorirono la progettazione di sistemi complessi, nei quali interagivano i problemi di controllo e quelli di comunicazione. Nei [[sistema di puntamento|sistemi di puntamento]] antiaereo, ad esempio, la velocità di reazione richiesta dalla rapidità del volo aereo imponeva l'automazione di funzioni precedentemente svolte da operatori umani; ora la rilevazione della posizione del bersaglio era affidata al [[radar]], mentre il puntamento delle armi veniva gestito da servomeccanismi. La velocità dei bersagli poneva anche il problema di dirigere il tiro in modo [[predizione|predittivo]], cioè non verso la posizione attuale del bersaglio, ma verso quella nella quale, nel prossimo futuro, fosse massima la probabilità di trovarlo al momento dell'impatto con il proiettile<ref>P. R. Masani, ''Norbert Wiener 1894 - 1964'', Basel - Boston - Berlin, Birkhäuser Verlag, 1990 ISBN 0-8176-2246-2, pag. 181</ref>. Sia il MIT che i Bell Labs lavorarono per il governo USA alla soluzione dei molti problemi tecnici posti dalla progettazione di questi apparati. Al MIT, all'inizio degli anni '40, Wiener affrontò il problema con la collaborazione dell'ingegnere J. Bigelow; da questa attività nacque la consapevolezza sulla pervasività della retroazione e sulla sua funzione nei meccanismi orientati al raggiungimento di un fine<ref>{{cita|Hellman 1982}}, pagg. 144 - 152</ref><ref>Peter Galison, ''[https://www.jstor.org/stable/1343893 The Ontology of the Enemy: Norbert Wiener and the Cybernetic Vision]'', Critical Inquiry, Vol. 21, No. 1 (Autumn, 1994), pp. 228-266, University of Chicago Press</ref><ref>Anche un precursore britannico della cibernetica, [[Kenneth Craik]], lavorò all'automazione del tiro contraereo per il suo paese, analizzando il funzionamento dei meccanismi di retroazione; v. {{cita|Cordeschi 1998}}, pagg. 186 - 188</ref>. Per eliminare dai segnali ricevuti dal radar il [[rumore (elettronica)|rumore]] indesiderato ad esso sovrapposto, ed individuare la posizione futura del bersaglio mobile, sulla base delle informazioni deducibili dalla sua storia passata, Wiener sviluppò una [[filtro di Wiener|teoria unificata]] di [[filtro (elettronica)|filtraggio]] e di [[predizione]]<ref>D. A. Mindell, già citato, cap. 11</ref>, poi pubblicata nel [[1949]]<ref>N. Wiener, ''The Extrapolation, Interpolation, and Smoothing of Stationary Time Series'', Report of the Services 19, Research Project DIC-6037 MIT, February 1942; poi New York: Wiley, 1949. ISBN 0-262-73005-7. Risultati analoghi erano stati raggiunti indipendentemente, negli stessi anni, da [[Kolmogorov]]; v. {{cita|Wiener 1948/1961}}, Introduzione</ref>. Questi risultati di Wiener risolvevano in modo generale il tipico problema di filtraggio della tecnica delle comunicazioni, inquadrandolo nell'ambito della [[statistica|teoria statistica]]. Negli stessi anni, sviluppando il lavoro già intrapreso dai suoi colleghi dei Bell Labs [[Harry Nyquist|Nyquist]] ed [[Ralph Hartley|Hartley]], [[Claude Shannon|C. E. Shannon]] pubblicò i suoi due fondamentali articoli su ''A Mathematical Theory of Communication''<ref>Claude E. Shannon, [https://archive.org/stream/bellsystemtechni27amerrich#page/379/mode/1up ''A Mathematical Theory of Communication''], Bell System Technical Journal, vol. 27, luglio e ottobre 1948</ref>, che davano un fondamento quantitativo al concetto di informazione ed alle operazioni di codificazione, fondando la moderna [[teoria dell'informazione]]. Anche in questo lavoro la trasmissione viene considerata come una teoria statistica; lo stesso Shannon rese esplicitamente omaggio alla tradizione della [[meccanica statistica]] utilizzando il termine ''"[[entropia]]"''<ref>sembra su suggerimento di [[John von Neumann]], v. ad es. {{Cita web |url=http://www.eoht.info/page/Neumann-Shannon+anecdote |titolo = ''Neumann - Shannon anectode'' |editore = eoht.info |lingua = en |accesso = 3 ottobre 2016}}; Shannon ha però sostanzialmente negato questa circostanza, v. {{Cita web |url=http://ethw.org/Oral-History:Claude_E._Shannon |titolo = ''Claude E. Shannon: An Interview Conducted by Robert Price, 28 July 1982'' |editore = Engineering and Techology History Wiki - IEEE History Center, The Institute of Electrical and Electronics Engineers, Inc. |lingua = en |accesso = 19 settembre 2016 }}</ref> come sinonimo di "quantità di informazione". Questo risultato confermò Wiener nella convinzione che la teoria generale dei sistemi di comunicazione e controllo, sia naturali che artificiali, che egli voleva creare, non poteva che avere una base statistica<ref>{{cita|Wiener 1948/1961}}, Capitolo I</ref>. La nascita delle ''[[storia del computer|macchine calcolatrici]]'' è un processo che ha avuto le sue radici concettuali nei secoli precedenti al [[novecento]], ma che di fatto ha iniziato a produrre risultati significativi con la disponibilità dei primi dispositivi [[relais|elettromeccanici]] e, soprattutto, [[Valvola termoionica|elettronici a vuoto]]. Nei decenni tra le due guerre assistiamo ad uno sviluppo tecnologico impetuoso che portò alla costruzione, durante la II guerra mondiale, di macchine calcolatrici pienamente funzionanti, fondamentali per la soluzione di importanti problemi militari. Tuttavia, in questo processo un ruolo fondamentale fu svolto da una intuizione che proveniva da un ambito apparentemente lontano, quello delle ricerche sulla [[logica]] ed i [[fondamenti della matematica]]. Nel [[1936]], infatti, [[Alan Turing]] pubblicò il suo lavoro ''On Computable Numbers, with an Application to the Entscheidungsproblem'',<ref>{{Cita news|cognome= Turing |nome= A. M. |anno= 1937 |titolo= On Computable Numbers, with an Application to the Entscheidungsproblem |annooriginale= Delivered to the Society November 1936 |periodico= Proceedings of the London Mathematical Society |serie= 2 |volume= 42 |pp= 230–65 | doi= 10.1112/plms/s2-42.1.230 |url= http://www.comlab.ox.ac.uk/activities/ieg/e-library/sources/tp2-ie.pdf |cid= harv }} e {{Cita news|cognome= Turing |nome= A.M. |datapubblicazione= 1937 |titolo= On Computable Numbers, with an Application to the Entscheidungsproblem: A correction |periodico= Proceedings of the London Mathematical Society |serie= 2 |volume= 43 |pp= 544–6 | doi = 10.1112/plms/s2-43.6.544 |anno= 1938 }}</ref> nel quale definiva un modello di macchina calcolatrice, oggi nota come [[macchina di Turing]], per analizzare il concetto logico-matematico di “[[Teoria della calcolabilità|computabilità]]”. Questa macchina, anche se di livello astratto, e pensata per scopi esclusivamente teorici, rappresenta tuttavia il modello del moderno calcolatore elettronico digitale. Questo può essere considerato definitivamente nato negli USA con le macchine [[ENIAC]] ed [[EDVAC]]; un report del [[1945]], redatto da [[John von Neumann]]<ref>{{Cita pubblicazione|cognome= von Neumann |nome= John |wkautore= John von Neumann |titolo= ''First Draft of a Report on the EDVAC'' |anno= 1945 |url= https://sites.google.com/site/michaeldgodfrey/vonneumann/vnedvac.pdf?attredirects=0&d=1 |accesso= 24 agosto 2016}}</ref>, che descrive il funzionamento del secondo, definisce un [[architettura di von Neumann|modello di architettura]], detto appunto di von Neumann<ref>la paternità dell'architettura delle macchine citate va tuttavia attribuita all'intero gruppo di progetto, guidato da [[John Mauchly]] e [[J. Presper Eckert]].</ref>, seguito da praticamente tutti gli elaboratori prodotti da allora<ref>la principale alternativa è rappresentata dalla cosiddetta [[architettura Harvard]], la cui paternità è riconducibile ad [[Howard Aiken]], anch'egli interessato ai primi sviluppi della cibernetica</ref>. È interessante notare come von Neumann fosse ben conscio dell'influenza del lavoro di Turing sullo sviluppo successivo delle macchine calcolatrici automatiche<ref>B. Randell, ‘''On Alan Turing and the Origins of Digital Computers''', in Meltzer, B., Michie, D. (a cura di), Machine Intelligence 7, Edinburgh, Edinburgh University Press, 1972, pag. 10</ref>. La connessione tra calcolatori e logica fu ribadita nel 1937 da Shannon, che nella propria tesi di ''Master'' al MIT ''A Symbolic Analysis of Relay and Switching Circuits''<ref>Claude Shannon, [https://dspace.mit.edu/bitstream/handle/1721.1/11173/34541425-MIT.pdf?sequence=2 "A Symbolic Analysis of Relay and Switching Circuits," tesi del Massachusetts Institute of Technology, 10 agosto 1937], più tardi pubblicata in{{Cita pubblicazione|rivista= Trans. AIEE |anno= 1938 |volume= 57 |numero=12 |pp= 713–723 |doi= 10.1109/T-AIEE.1938.5057767 }}</ref> dimostrò come il [[logica proposizionale|calcolo delle proposizioni]] espresso dall'[[algebra di Boole]] potesse essere usato per analizzare e progettare l'''[[hardware]]'' di un calcolatore digitale. ===La biologia e l'omeostasi=== Nell'ambito della [[fisiologia]], già nel secolo XIX [[Claude Bernard]] aveva identificato una delle caratteristiche fondamentali degli esseri viventi nella capacità di mantenere, nel proprio [[Claude Bernard#Milieu interieur|"''milieu intérieur''"]] (o "ambiente interno", costituito dai fluidi circolanti nel corpo), la costanza nel tempo dei parametri che garantiscono la vita. Queste osservazioni vennero riprese dai fisiologi [[John Scott Haldane|J. S. Haldane]] e L. J. Henderson all'inizio del secolo successivo, e finalmente sviluppate appieno dal fisiologo americano [[Walter Bradford Cannon|Walter Cannon]], che nel suo libro ''The wisdom of the body'' ([[1932]]), richiamandosi esplicitamente a Bernard, presentò una descrizione di vari sistemi di controllo presenti negli organismi viventi (quali quelli della composizione del sangue o della temperatura del corpo). Cannon chiamò [[omeostasi]] la capacità degli essere viventi di mantenere invariati i propri parametri vitali, reagendo ai disturbi esterni che tendono ad alterarli. In questo modo Cannon stabiliva esplicitamente, per la prima volta, un legame tra lo studio della fisiologia degli organismi e quello della stabilità delle macchine o, più in generale, di ''"altri tipi di organizzazioni"''<ref>W. B. Cannon, ''The wisdom of the body'', W. W. Norton & C., ediz. rivista nel 1967, ISBN 978-0-393-00205-8; Introduzione, pag. 25</ref><ref>S. J. Cooper, ''From Claude Bernard to Walter Cannon. Emergence of the concept of homeostasis'', Appetite 51 (2008) 419–427</ref>. ===L'animale e la macchina=== L'interesse della cibernetica allo studio comparato di animali e macchine ha le sue radici nella lunga storia degli [[Automa meccanico|automi]], cioè di macchine in grado di imitare funzioni tipiche degli esseri viventi. Chi ha ideato e costruito automi, dall'antichità classica in poi, si è sempre preoccupato delle funzioni meccaniche ed energetiche necessarie per dotarli della capacità di compiere azioni autonome. Dall'inizio del secolo XX il concetto di automa mostra una importante evoluzione; le loro funzioni iniziano ad includere in maniera crescente anche la capacità di interazione con l'ambiente circostante, dal quale la macchina può ricevere delle informazioni che, a loro volta, contribuiscono ad influenzarne il comportamento<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, cap. I</ref>. Questo processo può essere esaminato nell'ambito della discussione tra fisiologi e psicologi, in atto dall'inizio del secolo scorso, sull'interpretazione dei fenomeni della vita. In un dibattito che coinvolgeva studiosi quali [[Jacques Loeb|Loeb]], [[Edward Thorndike|Thorndike]], [[William McDougall|McDougall]], [[Max Frederick Meyer|Meyer]], [[Clark Hull|Hull]], [[Nicolas Rashevsky|Rashevsky]], [[Kenneth Craik|Craik]], si confrontavano una concezione [[meccanicismo|meccanicista]] e [[riduzionismo (filosofia)|riduzionista]] dei fenomeni biologici, di origine [[positivismo|positivista]], ed una [[vitalismo|vitalistica]]. Per la prima volta la nascente tecnologia elettromeccanica permetteva di concepire, ed anche di costruire, macchine, sia pure rudimentali, che potevano essere usate per dimostrare come un oggetto inorganico potesse simulare una funzione tipica dell'animale, in quanto rivolta ad uno scopo, quale, ad esempio, l'orientamento verso la sorgente di uno stimolo, o intelligente, quali la memoria e l'apprendimento. Si trattava degli esordi di un riduzionismo di tipo nuovo, nel quale era fondamentale (anche se non sempre chiaramente riconosciuto ed enunciato) il concetto di scambio di informazioni tra automa ed ambiente<ref>per un'analisi del dibattito intellettuale su questi temi e la descrizione di alcune macchine, si rimanda a {{Cita|Cordeschi 1998}}, capp. I - IV</ref>. A partire da queste origini la progettazione, anche solo ideale, e la costruzione di automi, nello spirito indicato, è divenuto poi uno strumento costante di analisi della cibernetica. Tra gli esempi di automi più noti, concepiti dai principali esponenti della disciplina, si possono citare tra gli altri l'''”omeostato”'' di [[William Ross Ashby|Ross Ashby]]<ref>{{Cita|Ashby 1960}}.</ref>, la ''”tartaruga”'' di [[William Grey Walter|Grey Walter]]<ref>[http://www.rutherfordjournal.org/article020101.html "Grey Walter’s Anticipatory Tortoises"] di Margaret Boden, in: ''The Rutherford Journal'', Volume 2, 2006–2007</ref>, il ''”topo”'' solutore di labirinti di [[Claude Shannon|Shannon]], la ''”cimice"/"tignola”'' di Singleton e Wiener, che illustra i meccanismi neurologici del tremore degli arti<ref>{{Cita|Wiener 1950}}, cap. XI</ref>, eccetera<ref>per un elenco di dispositivi ideati dall'inizio agli anni '90 del secolo scorso vedi Appendice in {{Cita|Cordeschi 1998}}</ref><ref>una rivisitazione più recente di questa modalità di analisi in {{Cita|Braitenberg 1984}}</ref>. ==L'opera di Wiener e lo sviluppo della cibernetica== ===''Behavior, Purpose and Teleology''=== Lo stesso Wiener fa risalire la nascita delle idee che condussero alla cibernetica ad un ciclo di incontri tenuti, a partire dagli anni '30 e fino al [[1944]], presso la [[Harvard Medical School]], dove medici e ricercatori discutevano con matematici, fisici ed ingegneri di problemi interdisciplinari e di metodo scientifico<ref name="ReferenceA"/>. Wiener, all'epoca un matematico del MIT già affermato, incontrò qui il fisiologo [[Messico|messicano]] Arturo Rosenblueth, che conduceva gli incontri e che divenne poi suo collaboratore in varie ricerche sui meccanismi di controllo neuromuscolari, oltre che principale interlocutore sui problemi metodologici<ref>a Rosenblueth verra' dedicata ''La cibernetica''</ref>. Rosenblueth era allievo di Cannon, che ad Harvard dirigeva il dipartimento di Fisiologia della Medical School<ref>[http://www.the-aps.org/fm/presidents/introwbc.html American Physiological Society - Walter Bradford Cannon] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150326052539/http://www.the-aps.org/fm/presidents/introwbc.html |data=26 marzo 2015 }}</ref><ref>Cannon conosceva bene Wiener, in quanto amico personale del padre, Leo; cfr. {{Cita|Hellman 1982}}, pag. 153 nota; {{Cita|Conway Siegelman 2004}}</ref>. Successivamente, al MIT, Wiener si dedicò al progetto dei sistemi di puntamento antiaereo, lavorando con il matematico ed ingegnere Julian Bigelow, anche qui in un ambito interdisciplinare che coinvolgeva matematica e vari campi della tecnologia. La riflessione sulla retroazione sviluppata in queste esperienze condusse Wiener, con Rosenblueth e Bigelow, a proporre, nell'articolo del [[1943]] ''Behavior, Purpose and Teleology''<ref>[http://pespmc1.vub.ac.be/books/wiener-teleology.pdf ''Behavior, Purpose and Teleology'', The Philosophy of Science, Volume 10, Number 1, Jan., 1943] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140714210708/http://pespmc1.vub.ac.be/Books/Wiener-teleology.pdf |data=14 luglio 2014 }}; tradotto nella versione italiana di {{Cita|Wiener 1964}} ed in {{Cita|Somenzi 1965/1994}}. Successivamente l'argomento fu ripreso da Rosenblueth e Wiener in ''The role of models in science'', The Philosophy of Science, Volume 12, 1945, tradotto in {{Cita|Somenzi 1965/1994}}; e ''Purposeful and Non-Purposeful Behavior'', The Philosophy of Science, Volume 17, 1950</ref>, una forma di analisi basata, piuttosto che sulla struttura interna degli oggetti di studio, sui loro comportamenti (''behavior'') osservabili dall'esterno. Da questo punto di vista, macchine ed organismi viventi sono assimilabili, in quanto ambedue in grado di perseguire il raggiungimento di un obiettivo (''purpose''), grazie all'uso di meccanismi di [[retroazione]]. Questa, nei casi più complessi, può essere ''predittiva'', in grado cioè di tenere conto dell'evoluzione temporale del suo obiettivo; ciò accade, ad esempio, in un animale che caccia una preda in movimento, o in un sistema di puntamento antiaereo, nel quale il tiro avviene verso la posizione stimata futura del bersaglio. I comportamenti ''[[teleologia|teleologici]]'' vengono quindi definiti come quelli orientati ad uno scopo e guidati dalla retroazione che in questo modo diviene, da concetto puramente tecnologico, lo strumento di una ''"forma di analisi comune"'' che ''"può essere usata per studiare i comportamenti sia delle macchine che degli organismi viventi, indipendentemente dalla loro complessità"''. Il mondo della biologia e dell'intelligenza diventa così comprensibile senza richiedere l'ipotesi dell'esistenza di una ''causa finale'', e quindi una visione [[metafisica]] o [[determinismo|non deterministica]] della realtà<ref name="cita-Hellman-1982"/><ref>{{Cita|Cordeschi 1998}}, cap. IV</ref>. La modalità di analisi formalizzata nell'articolo sarà poi usata abitualmente in ambito cibernetico da vari autori: per evitare di dover studiare sistemi di struttura complessa o sconosciuta, ci si concentra invece sullo sviluppo di modelli, anche semplici, che mostrino però i tratti essenziali del comportamento di interesse<ref>''La cibernetica...è una “teoria delle macchine”, ma si occupa non di cose, ma di forme di comportamento. Non si chiede “cos'è quest'oggetto?” ma “cosa fa?”'' in {{Cita|Ashby 1956}}, cap. I</ref><ref>Le radici di questa modalità di analisi, indicata talvolta anche come ''funzionale'', o ''sintetica'', si trovano nello sviluppo degli approcci meccanicisti alla fisiologia ed alla psicologia, dall'inizio del secolo fino alla II guerra mondiale, che hanno visto la nascita dei primi automi in grado di interagire con l'ambiente; cfr {{Cita|Cordeschi 1998}}. Lo sviluppo di modelli, o "automi", accompagna poi tutta la storia della cibernetica: per l'applicazione estensiva e più recente di un metodo analogo, vedi ad es. {{cita|Braitenberg 1984}}. Anche il notissimo [[test di Turing]] sull'intelligenza di una macchina può essere considerato un caso estremo di questa forma di analisi</ref>. Proposte analoghe erano state avanzate in Gran Bretagna negli stessi anni da [[William Ross Ashby|W. Ross Ashby]]<ref>''Adaptivness and equilibrium'', Journal of Mental Science, Vol. 86, pp. 478-483, 1940; Ashby svilupperà ulteriormente il tema nelle sue due opere successive {{Cita|Ashby 1956}} e {{Cita|Ashby 1960}}</ref> e da [[Kenneth Craik]]. Quest'ultimo, uno psicologo coinvolto anch'egli durante la guerra nell'analisi dei sistemi automatici di puntamento antiaereo, prematuramente scomparso nel [[1945]], può essere considerato un vero precursore della cibernetica, enunciatore di tesi simili a quelle di Wiener sullo studio unificato di animale e macchina. Nello scritto ''The mechanism of human action'' (1943 - 1945, poi pubblicato postumo) aveva tracciato una distinzione nell'analisi psicologica tra metodi ''analitico'' e ''sintetico''<ref>{{Cita|Cordeschi 1998}}, cap. IV; {{Cita|Somenzi 1965/1994}}, Introduzione e cap. I</ref>, mostrando come modelli sintetici che impiegano la retroazione possono aiutare a superare la barriera tra mondo inorganico ed intelligenza invocata dal [[vitalismo]]. ===Il sistema nervoso come macchina logica=== Negli Stati Uniti, il mondo della ricerca scientifica entrò in contatto con il calcolatore digitale negli anni della guerra ed in quelli immediatamente precedenti. Wiener racconta che il suo interesse per questa tecnologia nacque inizialmente dalla sua collaborazione con [[Vannevar Bush]] allo studio dell'[[analizzatore differenziale]]. Da quell'esperienza egli trasse la convinzione che fosse necessario passare ad una architettura di calcolatore completamente elettronico, [[digitale (informatica)|digitale]] e basato sul [[Sistema numerico binario|sistema di numerazione binario]]<ref name="ReferenceA"/>. Anche John von Neumann, uno dei maggiori matematici del XX secolo, membro del prestigioso [[Institute for Advanced Study|IAS]] a [[Princeton]], e già in contatto con Wiener, iniziò ad occuparsi attivamente di calcolo automatico nel suo ruolo di consulente del governo USA, per la risoluzione di problemi di calcolo numerico di interesse militare. Von Neumann aveva anche conosciuto [[Alan Turing|Turing]] all'IAS già nel [[1936]], e gli aveva offerto una posizione nell'Istituto<ref>Turing non accettò e scelse rientrare in patria, alla vigilia dello scoppio della II guerra mondiale. Vedi A. Hodges, ''Alan Turing. The Enigma'', Burnett Books, London 1983 (trad, it: ''Alan Turing - una biografia'', Universale Bollati Boringhieri, 2006, ISBN 88-339-1654-5, pp. 176 - 177)</ref>. Anche il mondo della neurofisiologia fu interessato nello stesso periodo da una svolta importante, impressa dal neurofisiologo [[Warren McCulloch]]. Wiener ebbe l'occasione di incontrarlo tramite Rosenblueth, e successivamente, nel 1942, ad un convegno della Fondazione Macy<ref>[http://macyfoundation.org/ The Josiah Macy Jr. Foundation]</ref> di New York. McCulloch lavorava ad un modello formale dell'attività neuronale, che non riusciva a completare a causa delle difficoltà tecniche dell'argomento. Egli poté superarle solo grazie all'incontro, a [[Chicago]], con il giovanissimo logico e matematico [[Walter Pitts]], che conosceva a fondo i sistemi logici di [[Rudolf Carnap|Carnap]] e [[Bertrand Russell|Russell]]. Il loro lavoro diede luogo, nel [[1943]], al fondamentale articolo ''A Logical Calculus of Ideas Immanent in Nervous Activity''<ref>Warren McCulloch and Walter Pitts, [https://www.cs.cmu.edu/~./epxing/Class/10715/reading/McCulloch.and.Pitts.pdf ''A Logical Calculus of Ideas Immanent in Nervous Activity''], 1943, Bulletin of Mathematical Biophysics 5:115–133; ripubblicato in {{cita|McCulloch 1965/2016}}</ref>. Nello stesso anno, Wiener accolse Pitts nel suo gruppo di lavoro al MIT e, presumibilmente, lo mise in contatto, assieme a McCulloch, con von Neumann<ref name="ReferenceA"/><ref>{{Cita|Hellman 1982}} pag. 206 nota 70</ref>. Il risultato di McCulloch e Pitts resta la prima formalizzazione dell'equivalenza logica tra il sistema nervoso ed un calcolatore elettronico, e della possibilità di rappresentare ambedue con strumenti della logica formale. Gli autori mostrarono infatti che una rete neuronale può essere descritta dalla logica delle proposizioni e quindi dall'algebra di Boole, analogamente a quanto trovato sei anni prima da Shannon per i circuiti digitali. Von Neumann commentò: ''"Si è sostenuto spesso che le attività e le funzioni del sistema nervoso umano siano così complesse da non poter essere eseguite da nessun meccanismo ... Il risultato di McCulloch e Pitts mette fine a tutto questo e prova che tutto ciò che può essere descritto completamente e senza ambiguità a parole, può essere ipso facto realizzato con una rete neurale finita"''<ref>J. von Neumann, ''[https://www.cs.ucf.edu/~dcm/Teaching/COP5611Spring2010/vonNeumannSelfReproducingAutomata.pdf The general and logical theory of automata]'', tradotto in {{Cita|Somenzi 1965/1994}}</ref>. Nel suo ''"First Draft"'' del 1945 sull'architettura dell'[[EDVAC]] egli citò esplicitamente i risultati di McCulloch e Pitts, usandoli come modello (l'unico disponibile all'epoca) di un [[circuito sequenziale|circuito digitale sincrono]]. Alcuni anni dopo, lo sviluppo del concetto formale di [[automa (informatica)|automa]] permise la costruzione di un modello che poteva descrivere in modo unitario il comportamento di sistemi diversi come la macchina di Turing, le reti neurali, i calcolatori digitali con il loro [[software]], i circuiti elettronici digitali<ref>in particolare, l'equivalenza tra un circuito digitale dotato di memoria e una rete neurale fu poi provata rigorosamente da [[Stephen Kleene|Kleene]], tramite la definizione del concetto di [[automa a stati finiti]]; v. [http://www.dlsi.ua.es/~mlf/nnafmc/papers/kleene56representation.pdf ''Representation of events in nerve nets and finite authomata''] in [[John McCarthy|J. McCarty]], [[Claude Shannon|C. Shannon]] (a cura di): ''Automata Studies'', Princeton University Press, 1956. Le macchine di Turing costituiscono una cetegoria di automi con capacità di calcolo maggiore di quella degli automi a s.f.</ref><ref name="ReferenceB">{{Cita|Arbib 1987}}.</ref>. Dopo l'articolo del 1943, McCulloch e Pitts pubblicarono anche altri rilevanti risultati. Nel [[1947]], ad esempio, in ''On How We Know Universals: The Perception of Auditory and Visual Forms''<ref>Bulletin of Mathematical Biophysics, 1947, 9:127-147; ripubblicato in {{cita|McCulloch 1965/2016}}</ref>, che Wiener cita estensivamente in ''La cibernetica''<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, Introduzione e cap. VI</ref>, approfondirono i meccanismi neurofisiologici di costruzione degli universali dai dati della percezione. Dal loro modello di reti di neuroni nacque un filone di studi, ancora oggi fiorente, sullo sviluppo di [[rete neurale artificiale|modelli formali del sistema nervoso]] per lo studio teorico di processi come la [[percezione]] e l'[[apprendimento]]<ref name="ReferenceB"/><ref>G. Piccinini,[http://www.umsl.edu/~piccininig/First_Computational_Theory_of_Mind_and_Brain.pdf ''The first computational theory of mind and brain''], Synthese 141: 175–215, 2004</ref><ref>Alcuni prototipi basati sulle teorie di Mc Culloghs e Pitts, comparsi negli anni di maggiore sviluppo della cibernetica, sono stati il [[Percettrone|''"perceptron"'']] di Rosenblatt (1958) ed il sistema PAPA sviluppato dal CNR di Genova (1961)</ref>. Wiener avvertì la necessità di un approfondimento di questi temi, anche dal punto di vista delle sue tesi su teleologia e retroazione. Egli promosse quindi, assieme a von Neumann, un incontro che si tenne a [[Princeton]], all'inizio del [[1945]], con la partecipazione, tra gli altri, di Wiener, McCulloch e Pitts, del neurofisiologo R. Lorente de Nò, del matematico ed esperto di calcolatori H. Goldstine<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, Introduzione. Wiener scrive che l'incontro si tenne nell'inverno 1943/1944, ma si tratta di un errore; cfr {{Cita|Hellman 1982}} pag. 228</ref>. Questo incontro costituì la prima occasione di contatto tra matematici, ingegneri del controllo e del calcolo automatico, e neurofisiologi, che rappresentavano le discipline sulle quali sarà costruito l'impianto de ''La cibernetica''. Ci furono dei tentativi di organizzare tra i partecipanti all'incontro un gruppo di lavoro stabile, per il quale fu anche ipotizzato il nome di ''Teleological Society''<ref>{{Cita|Masani 1990}}; {{Cita|Hellman 1982}}; {{Cita|Heims 1991}}</ref>, e che si realizzerà poi nell'ambito delle ''Macy Conferences on Cybernetics'', che saranno promosse dalla Fondazione Macy a partire dal [[1946]]. In seguito, von Neumann espresse scetticismo sulla possibilità di affrontare lo studio del funzionamento del cervello umano sulla base delle conoscenze di neurofisiologia allora disponibili, probabilmente ritenendo prematura la sintesi cercata in quest'ambito da Wiener<ref>v. lettera di von Neumann a Wiener del 29.11.1946 riportata in {{Cita|Masani 1990|, pagg. 237 - 249}}; {{Cita|Hellman 1982}}</ref>. Negli anni seguenti, utilizzando il concetto di automa, analizzò varie funzioni tipiche degli esseri viventi, quali la capacità di [[Macchina autoreplicante|riproduzione]]<ref>pubblicato postumo nel 1966 a cura di A. W. Burks come [https://archive.org/details/theoryofselfrepr00vonn_0 ''Theory of Self-Reproducing Automata''] dall'Università dell'Illinois</ref> (fondando lo studio degli [[automi cellulari]]), o quella di fornire prestazioni affidabili partendo da componenti soggetti ad errori, come accade nel sistema nervoso animale<ref>[http://www.urut.ch/pdfsPublic/vN_prob_logics.pdf ''Probabilistic logics and the synthesis of reliable organisms from unreliable components''] in [[John McCarthy|J. McCarty]], [[Claude Shannon|C. Shannon]] (a cura di): ''Automata Studies'', Princeton University Press, 1956</ref>. Questi documenti, rimasti allo stato di abbozzo anche a causa della prematura scomparsa dell'autore, avvenuta nel [[1957]], suggeriscono un suo piano per lo sviluppo di una propria teoria unitaria del cervello e delle macchine calcolatrici<ref>W. Aspray, ''The scientific conceptualization of Information: A Survey'', Annals of History of Computing, vol. 7 n. 2 aprile 1985; A. W. Burks, introduzione a ''Theory of Self-Reproducing Automata''</ref>. ===''Cybernetics''=== Per Wiener ed il primo nucleo di cibernetici una importante occasione di discutere le proprie idee e stabilire nuovi contatti nacque dagli incontri interdisciplinari promossi dalla Fondazione Macy ed in particolare dal suo direttore Frank Fremont-Smith. La fondazione, che già aveva curato la conferenze del 1942 che vide il primo incontro tra Wiener e McCulloch, organizzò dal [[1946]] al [[1953]], con cadenza semestrale, dieci incontri interdisciplinari, inizialmente indicati come "''Conferenze sui meccanismi di retroazione e sui sistemi a causazione circolare nei sistemi biologici e sociali''"<ref>''Macy Conferences on Feedback Mechanisms and Circular Causal Systems in Biological and Social Systems''</ref>, e più semplicemente, dal 1948 in poi, "''Conferenze sulla Cibernetica''". Tramite di esse vennero in contatto con le idee della cibernetica personalità quali [[Claude Shannon|Shannon]], il neuroanatomista [[Gerhardt von Bonin]], l'[[etologia|etologo]] Theodore C. Schneirla, gli psicologi [[Heinrich Klüwer]], [[Kurt Lewin]], [[Lawrence Kubie]] e [[Molly Hollower]], il [[pedagogia|pedagogista]] Lawrence Frank, gli antropologi [[Margaret Mead]] e [[Gregory Bateson]], il sociologo [[Paul Lazerfeld]], il matematico e [[statistica|statistico]] [[Leonard Jimmie Savage]], l'economista [[Oskar Morgenstern]], il filosofo ed [[epistemologia|epistemologo]] Filmer C. S. Northrop, ed altri. Alle conferenze parteciparono i anche due cibernetici britannici, lo psichiatra [[William Ross Ashby|W. Ross Ashby]] ed il neurologo [[William Grey Walter]]<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, Introduzione; [http://www.asc-cybernetics.org/foundations/history2.htm American Society for Cybernetics - History of Cybernetics, Chapter 2: The Coalescence of Cybernetics]; {{Cita|Heims 1991}}; {{Cita|Gleick 2011}}, cap. VIII; {{Cita|Heims 1991}}</ref>. È sotto l'impulso delle conferenze interdisciplinari dalla Fondazione, e nel clima di dialogo e confronto con gli altri partecipanti, che Wiener conia il neologismo cibernetica, e pubblica nel [[1948]] la sua [[La cibernetica: Controllo e comunicazione nell'animale e nella macchina|opera omonima]]. Questa abbraccia un ambito interdisciplinare molto vasto, che comprende la matematica dei [[processi stocastici|processi aleatori]] e dell'[[analisi armonica]], la teoria del controllo e delle comunicazioni, la fisiologia generale e quella del sistema nervoso, la logica, la psicologia. L'obiettivo del lavoro è sempre quello duplice che ha sin qui motivato l'autore: usare i nuovi strumenti concettuali sviluppati nello studio delle macchine per arrivare ad una migliore comprensione degli esseri viventi, e progettare macchine in grado di emulare le prestazioni ed il comportamento degli animali. Nell'opera possono essere individuati alcuni temi prevalenti: * L'assunzione della [[meccanica statistica]] come strumento matematico per la descrizione unitaria sia dei fenomeni della vita che del funzionamento delle macchine che elaborano informazione<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, capp. I e II</ref>; * il ruolo delle teorie della comunicazione e del controllo nell'analisi dei sistemi viventi<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, capp. III e IV</ref>; * il funzionamento del cervello e del sistema nervoso ed i possibili paralleli con gli elaboratori elettronici digitali<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, capp. V, VI e VII</ref>; * le possibili applicazioni della cibernetica alle scienze sociali (sulle quali Wiener esprime comunque il suo scetticismo)<ref>{{Cita|Wiener 1948/1961}}, cap. VIII</ref>. I due capitoli IX e X, aggiunti con la seconda edizione, affrontano i temi dell'apprendimento, della auto-replicazione e dell'auto-organizzazione nei sistemi complessi. ==Dopo il 1948== Il libro di Wiener e l'attività del gruppo delle Macy Conferences, che continuò a riunirsi fino al 1953, aiutarono a diffondere i principi del metodo cibernetico ed a far nascere varie iniziative scientifiche che ad esso si richiamarono esplicitamente. Grazie anche a questi contributi, tra la fine degli anni '40 e l'inizio del decennio successivo, la cibernetica conobbe un periodo di grande visibilità e di interesse, da parte sia del mondo della ricerca che di quello della cultura popolare<ref>{{Cita|Kline 2015}} cap. III, ''The Cybernetics Craze''</ref>. Successivamente iniziò un declino dovuto a vari fattori. Innanzitutto sorsero divergenze, sia personali che scientifiche, tra i protagonisti del movimento cibernetico. Dopo il 1951, né Wiener né von Neumann parteciparono più alle Conferenze Macy, la cui presidenza era tenuta da McCulloch. Wiener e von Neumann si erano allontanati per motivi sia di ordine ideologico (Wiener aveva maturato un pacifismo radicale, mentre von Neumann lavorava a contatto con il mondo della difesa USA<ref name="cita-Heims-1980" />) che di diversa visione dei problemi di analisi della mente. Inoltre, Wiener vedeva con sospetto l'attività di McCulloch, nel frattempo trasferitosi al MIT, temendo che volesse appropriarsi della guida scientifica del movimento cibernetico; questa situazione esplose poi, nel 1953, in una sua irreparabile rottura personale nei confronti sia di McCulloch che di Pitts<ref name="cita-Conway-Siegelman-2004"/>. In quel periodo Pitts stava sviluppando la sua tesi di dottorato in matematica sotto la guida di Wiener, per la quale aveva sviluppato un nuovo modello di rete neurale, basato su un ampio uso della meccanica statistica, più complesso rispetto a quello oggetto del suo articolo con McCulloch del 1943. A seguito della rottura, Pitts cessò ogni attività di ricerca e distrusse tutte le sue carte, inclusa la bozza di tesi, entrando in una lunga crisi personale dalla quale non riuscì più ad emergere<ref>A. Gefter, [http://nautil.us/issue/21/information/the-man-who-tried-to-redeem-the-world-with-logic ''The Man Who Tried to Redeem the World with Logic - Walter Pitts rose from the streets to MIT, but couldn’t escape himself'', Nautilus Magazine n. 21, 5.2.2015]; N. Smalheiser, [https://www.researchgate.net/publication/12512396_Walter_Pitts ''Walter Pitts''], Perspectives in Biology and Medicine 43.2 (2000) 217-226</ref>. Il gruppo di giovani neurofisiologi raccolto attorno a Wiener per iniziativa del presidente del MIT J. Wiesner, che comprendeva, oltre a Pitts, [[Jerome Lettvin]]<ref>(1920 - 2011), poi professore al MIT</ref>, Oliver Selfridge<ref>(1926 - 2008), poi ricercatore in varie istituzioni pubbliche e private; v. [http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/s/selfridg.htm Intervista con Oliver Selfridge] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131023013520/http://www.mediamente.rai.it/HOME/bibliote/biografi/s/selfridg.htm |data=23 ottobre 2013 }}</ref> e Patrick Wall<ref>(1925-2001), poi professore al MIT ed all'[[University College (Londra)|University College a Londra]]</ref>, si disperse, mettendo fine ad un ambiente nel quale si combinavano in modo unico conoscenze matematiche e biologiche. Inoltre, l'interesse per la cibernetica da parte di una vasta platea di discipline, in gran parte nell'ambito delle scienze umane e sociali, portarono ad un uso del termine sempre meno preciso e definito. Allo stesso modo, l'esplosione dell'interesse popolare e dei mezzi di comunicazione per la cibernetica, e la inevitabile banalizzazione del termine che ne seguì, erose la credibilità del programma, spesso associato ad iniziative e posizioni non scientifiche<ref>{{Cita|Kline 2015}} cap. VII, ''Cybernetics in Crisis''</ref>. Nel 1956 Shannon usò l'espressione ''bandwagon''<ref>"carrozzone"</ref> per descrivere un fenomeno analogo che avveniva per il termine ''informazione''<ref>C. Shannon, [http://ieeexplore.ieee.org/stamp/stamp.jsp?arnumber=1056774 ''The Bandwagon''], IRE Transactions on Information Theory (1956), vol 2, n. 1, pag. 3, doi:10.1109/TIT.1956.1056774.</ref>, con considerazioni che si sarebbero potute applicare allo stesso modo al termine cibernetica. Ciò comportò la tendenza, per gli studiosi di argomenti di interesse cibernetico, a usare altri termini per descrivere la propria attività. Infine, la nascita (tradizionalmente associata ad un seminario estivo tenutosi presso il [[Dartmouth College]] nel 1956) dell'[[intelligenza artificiale]] (IA) come movimento autonomo ed organizzato, ha rappresentato un altro motivo di indebolimento della cibernetica. Si trattava infatti di movimenti con obiettivi largamento coincidenti, ma animati da ricercatori in gran parte di diversa estrazione, e con un differente approccio ai problemi; l'IA era concentrata sull'analisi dell'intelligenza da un punto di vista computazionale, e trascurava sia il ruolo della retroazione che il parallelismo tra animali e macchine<ref name="cita-Arbib-1987"/>. In ogni caso, dopo la fine delle Conferenze Macy, vari autori, richiamandosi alla cibernetica, vi apportarono contributi personali originali, anche se spesso divergenti dall'impostazione degli iniziatori della disciplina. Il filosofo ed epistemologo americano di origine tedesca [[Ernst von Glasersfeld]], psicologo di formazione, per un periodo collaboratore di [[Silvio Ceccato|Ceccato]] in Italia, elaborò una posizione filosofica da lui stesso indicata come ''[[Costruttivismo (filosofia)|costruttivismo]] radicale''<ref>{{Cita web |url=http://www.univie.ac.at/constructivism/journal/index.html |titolo=''Constructivist Foundations - an interdisciplinary journal'' |accesso=24 novembre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161104165532/http://www.univie.ac.at/constructivism/journal/index.html |dataarchivio=4 novembre 2016 |urlmorto=sì }}</ref>. Contributi originali in campo psicologico vennero anche dal britannico, ingegnere di formazione, [[Gordon Pask]]. [[Gregory Bateson]] e [[Margaret Mead]], ambedue membri del gruppo delle Conferenze Macy, lavorarono per incorporare le idee della cibernetica nell'[[antropologia]]<ref>[http://www.oikos.org/forgod.htm ''For God’s Sake, Margaret - Conversation with Gregory Bateson and Margaret Mead''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070415185352/http://www.oikos.org/forgod.htm |date=15 aprile 2007 }}, pubblicato in: CoEvolutionary Quarterly, giugno 1976, 10(21), 32-44</ref>; in particolare, Bateson se ne servì per sviluppare un sistema multidisciplinare che includeva anche elementi tratti dalla psichiatria, la biologia e l'epistemologia<ref name="cita-Heims-1991"/>. Alcune sue opere, come ''Steps to an ecology of mind''<ref>trad. italiana: ''Verso un'ecologia della mente'', Milano, Adelphi, 1977, ISBN 978-88-459-1535-2, nel 2016 alla 27ª edizione</ref> (1972) o ''Mind and Nature: A Necessary Unity''<ref>trad. italiana: ''Mente e natura, un'unità necessaria'', Milano, Adelphi, 1984, ISBN 978-88-459-0560-5, nel 2016 alla 16ª edizione</ref> (1979), hanno esercitato una vasta influenza e continuano ad essere lette ancora oggi. L'americano [[Jay Forrester]] ed il britannico [[Anthony Stafford Beer|Stafford Beer]], provenienti da diverse discipline (rispettivamente, l'ingegneria elettronica e la [[ricerca operativa]]), si richiamarono ai principi della cibernetica lavorando nell'ambito dei sistemi complessi in ambito organizzativo ed economico. Il biologo cileno [[Humberto Maturana]] negli anni '50 fu collaboratore al MIT di Pitts e Lettvin, con i quali pubblicò alcuni importanti contributi di neurofisiologia della visione<ref>tra i quali il più noto è probabilmente ''What the Frog's Eye Tells the Frog's Brain'' del 1959, v. {{Cita|McCulloch 1965/2016}}, cap. 14</ref>. Successivamente, assieme al suo allievo [[Francisco Varela]], elaborarò una teoria del mondo biologico basata sul concetto di ''autopoiesi''<ref>H. Maturana, F. Varela, R. Uribe, ''[http://homepages.math.uic.edu/~kauffman/MUV.pdf Autopoiesis: the organization of living systems, its characterization and a model]'', Biosystems, vol. 5 n. 4, pagg. 187 - 196, 1974; H. Maturana, F. Varela, ''[https://books.google.com/books?id=nVmcN9Ja68kC&dq=Maturana++Varela+Autopoiesis+Cognition&printsec=frontcover&source=bn&hl=en&ei=vN1YS_eUGqD20wSjzLHxBA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CBkQ6AEwAw#v=onepage&q=&f=false Autopoiesis and Cognition: the Realization of the Living]'', D. Reidel Publishing Co., 1980, ISBN 90-277-1015-5</ref>. [[Heinz von Foerster]], fisico di formazione, si occupò di elettronica, informatica e biofisica. Legato a McCulloch, fu uno dei frequentatori più assidui delle Conferenze Macy, delle quali curò la pubblicazione degli atti. Fondò nel 1958 il ''Biological Computer Laboratory'' (BCL)<ref>[http://bcl.ece.illinois.edu/ ''A web site bringing together resources related to the University of Illinois Biological Computer Laboratory, 1958–1976'']</ref> all'[[Università dell'Illinois a Urbana-Champaign|Università dell'Illinois]], che fino al 1976 fu un centro di ricerca ed elaborazione per la seconda generazione di cibernetici, ed ospitò tra gli altri come docenti Ashby, Pask, Beer, Maturana, Varela, von Glasersfeld, [[John Lilly|J. Lilly]]. von Foerster propose il concetto di ''cibernetica del secondo ordine'', o ''cibernetica della cibernetica'', per indicare il proprio lavoro e quello di altri esponenti<ref>B. Scott, [https://www.univie.ac.at/constructivism/archive/fulltexts/1798.pdf ''Second-order cybernetics: an historical introduction''], Kybernetes, Vol. 33 No. 9/10, 2004, pp. 1365-1378, DOI https://dx.doi.org/10.1108/03684920410556007</ref>. ==La cibernetica fuori dagli USA== ===In Italia=== In [[Italia]] le idee di Wiener si diffusero fortemente nella comunità accademica degli [[epistemologia|epistemologi]] e dei [[fisica|fisici]]. Precedentemente all'ultima [[riforma universitaria]] l'ordinamento accademico italiano prevedeva anche una [[laurea]] in ''fisica-cibernetica'' e presso la facoltà di scienze fu istituita una cattedra in cibernetica, ancora oggi attiva in qualche facoltà ma con contenuti didattici molto variegati. Tra i principali gruppi di ricerca cibernetici che operarono in Italia vanno citate quello napoletano, quello genovese, e la ''scuola operativa italiana'' (SOI)<ref>v. {{Cita|Enciclopedia Italiana 2013}}</ref>. Il primo nacque dalla iniziativa del fisico teorico [[Eduardo Renato Caianiello]], il quale fondò nel [[1957]] l'Istituto di fisica teorica dell'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]], e successivamente formò al suo interno, in collaborazione con il [[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]], un Gruppo di Cibernetica con sede a [[Pozzuoli]]. Caianiello si dedicò principalmente allo studio delle [[rete neurale|reti neurali]]; con lui collaborò sin dall'inizio [[Valentino von Braitenberg]], neurofisiologo, e per un periodo anche il fisico, matematico e ingegnere Giacomo della Riccia<ref>[http://users.dimi.uniud.it/~giacomo.dellariccia/ ''Giacomo della Riccia - Home page'']</ref>, poi ultimo collaboratore di Wiener al MIT. Caianiello, che conobbe personalmente Wiener nel [[1954]], e lo ricevette poi più volte a Napoli, mantenne relazioni di collaborazione con questi ed altri esponenti di primo piano della cibernetica. Tra i membri della scuola di Caianiello non possono essere dimenticati i fisici e matematici [[Luigi Maria Ricciardi]]<ref>prematuramente scomparso il 7 maggio 2011</ref>, [[Francesco Lauria]], [[Aldo De Luca]] e [[Settimo Termini]]. Anche il secondo gruppo nacque ad iniziativa del CNR, che creò il Laboratorio di cibernetica e biofisica di Genova, con sede a Camogli, particolarmente attivo, con il suo promotore, il biofisico Antonio Borsellino (1915-1992), Augusto Gamba (1923-1996), ed altri, nella ricerca sui sistemi [[adattivi]] di apprendimento e [[Riconoscimento di pattern|riconoscimento delle forme]]. Il sistema ''PAPA'' (Programmatore ed Analizzatore Probabilistico Automatico), da essi proposto a partire dal [[1961]], suscitò attenzione ed interesse a livello internazionale<ref>nella letteratura scientifica dell'epoca sulle reti neurali è talvolta usata l'espressione ''Gamba network'', v. ad. es. il noto testo M. Minsky, S. Papert, ''Perceptrons''</ref>. Oggi il centro di Camogli costituisce, assieme ad altri laboratori del CNR a Milano, Pisa, Palermo e Trento, l'Istituto di Biofisica del CNR<ref>{{Cita web |url=http://www.ibf.cnr.it//it |titolo=Istituto di Biofisica del CNR |accesso=27 agosto 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160911180453/http://www.ibf.cnr.it/it |dataarchivio=11 settembre 2016 |urlmorto=sì }}</ref>, che si occupa dello studio della struttura e dei meccanismi di funzionamento dei sistemi biologici con metodi interdisciplinari tipici della fisica e della matematica. Dal canto suo, l’attuale Istituto di cibernetica napoletano<ref>{{Cita web |url=http://www.cib.na.cnr.it/ |titolo=Istituto di Cibernetica "E.Caianiello" |accesso=4 aprile 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200120043037/http://www.cib.na.cnr.it/ |dataarchivio=20 gennaio 2020 |urlmorto=sì }}</ref>, accanto a progetti di bioinformatica e di reti neurali, ha sviluppato prevalentemente ricerche in fisica della superconduttività. Infine, sia nell’Università di Genova sia in quella di Napoli Federico II sono stati inaugurati importanti laboratori di robotica. La ''scuola operativa italiana'', fondata da [[Silvio Ceccato]]<ref>{{Cita|Forleo 2017}}.</ref>, operò principalmente in ambito [[linguistica|linguistico]]. Con Ceccato collaborarono [[Giuseppe Vaccarino]] e [[Vittorio Somenzi]]. Di Somenzi va ricordata l'antologia ''La filosofia degli automi''<ref>{{Cita|Somenzi 1965/1994}}.</ref>, che per prima presentò in italiano i testi classici della cibernetica. Egli fu poi docente di [[filosofia della scienza]] presso [[La Sapienza]] a [[Roma]], ove nello studio metodologico e filosofico della cibernetica e dell'intelligenza artificiale gli è succeduto [[Roberto Cordeschi]]. Tra i cibernetici italiani si possono ricordare inoltre [[Giuseppe Trautteur]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-trautteur/ Giuseppe Trautteur su ''L'Enciclopedia Italiana'']</ref>, [[Giuseppe O. Longo]]. ===Altri paesi=== In [[Gran Bretagna]] viene spesso considerato un anticipatore dell'analisi cibernetica lo psicologo [[Kenneth Craik]], prematuramente scomparso nel [[1945]]. Più tardi, tra il [[1949]] ed il [[1958]], alcuni scienziati interessati alle relazioni tra macchine ed organismi naturali avevano dato vita ad un gruppo informale, noto come [[Ratio Club]]. Tra i suoi frequentatori sono da ricordare lo psichiatra [[William Ross Ashby|W. Ross Ashby]], il neurofisiologo [[William Grey Walter]], il fisico e teorico dell'informazione Donald M. MacKay<ref>vedi {{Cita pubblicazione |cognome=Husbands |nome=Phil |cognome2=Holland |nome2=Owen |contributo= The Ratio Club: A Hub of British Cybernetics |curatore-cognome=Husbands |curatore-nome=Phil |curatore-cognome2=Wheeler |curatore-nome2=M. |curatore-cognome3=Holland |curatore-nome3=Owen |anno= 2008 |cid=Husbands, Owen 2008 |url=http://www.sussex.ac.uk/Users/philh/pubs/Ratio2.pdf |titolo= The mechanical mind in history |isbn = 978-0-262-08377-5 |editore= MIT Press |città= Cambridge, Mass. [u.a.] |oclc = 181142511 }}</ref>. Lo stesso [[Alan Turing|Turing]], anch'egli membro del club, sviluppò dopo la guerra un interesse per l'analisi matematica di problemi biologici<ref>Andrew Hodges, ''Alan Turing - Una biografia'', Bollati Boringhieri, 2006, ISBN 88-339-1654-5; pag. 535 e pagg. 559 - 581</ref>. Al di fuori del Ratio Club, il premio Nobel ungherese naturalizzato britannico [[Dennis Gabor]], pur non aderendo al movimento cibernetico, perseguì interessi simili. Più tardi, [[Anthony Stafford Beer|Stafford Beer]] introdusse nell'ambito degli interessi cibernetici la [[ricerca operativa]] ed i problemi organizzativi. In [[URSS|Unione Sovietica]], nonostante problemi ideologici e politici legati alla difficoltà dei rapporti con l'Occidente, gli studi cibernetici si diffusero ampiamente. Peraltro, la matematica sovietica (con studiosi quali [[Aleksandr Michajlovič Ljapunov|Lyapunov]], [[Andrej Andreevič Markov (1856-1922)|Markov]], [[Andrej Nikolaevič Kolmogorov|Kolmogorov]], [[Aleksandr Jakovlevič Chinčin|Khintchine]], [[Ruslan Stratonovich|Stratonovich]], [[Pontryagin]], ed altri) era tradizionalmente impegnata in aree di interesse cibernetico, quali lo studio dei processi stocastici, le teorie [[teoria dei segnali|dei segnali]], dell'informazione e del controllo. In [[Cile]] va ricordata l'attività dei biologi [[Humberto Maturana]], già collaboratore di McCulloch e Pitts, e [[Francisco Varela]]. ==La nascita di una storiografia della cibernetica== Spentosi il clamore sulla cibernetica, dopo la fine degli anni Sessanta, subentrò l'ignoranza di cosa fosse stata nel dettaglio questa grandiosa esperienza scientifica, dove risiedono - come detto - molte delle radici delle scienze e tecnologie attuali. Ciò dipendeva anche dalla scarsa attenzione alla storia degli eventi tipica del mondo della ricerca, sempre proiettato verso il nuovo. Così ci ritrovammo senza cibernetica e senza sapere cosa fosse stata. Anche per l'effetto distanziante del tempo e ad opera soprattutto di ''outsiders'', a partire dal 1980 è nata una storiografia avvertita della cibernetica. Va citata innanzitutto quella che si è concentrata sulla figura di Wiener. Il primo ad inaugurare questa storiografia fu il fisico statunitense, [[Steve J. Heims]], che aveva scoperto con meraviglia la complessa nebulosa cibernetica delle origini, e gli dedicò due ampie opere: una che confronta von Neumann e Wiener<ref name="cita-Heims-1980"/>, l'altra dedicata alle ''Macy Conferences on Cybernetics''<ref name="cita-Heims-1991"/>. Gli fece seguito, nel 1990, un libro di [[Pesi R. Masani]], matematico che aveva lavorato a fianco di Wiener negli ultimi anni della sua vita, e coglie globalmente la figura di Wiener entrando nei particolari della matematica wieneriana, cercando di renderla comprensibile ai più, e dando in proposito un contributo fondamentale<ref>{{Cita|Masani 1990}}.</ref>. Nel 1994 ha cominciato a dedicarsi allo studio della figura di Wiener [[Leone Montagnini]], che ha approfondito gli aspetti filosofici e sociologici della sua formazione (Wiener aveva un Ph.D. in filosofia) e della sua opera, nonché alcuni fondamentali snodi storiografici sull'evoluzione della cibernetica. Questi contributi sono confluiti, aggiornati e organicamente sistematizzati, nel volume ''Le armonie del disordine''.<ref>filosofo e sociologo, ed in seguito informatico, formatosi presso gli allievi della scuola di Caianiello a Napoli, Montagnini ha dedicato a Wiener e alla cibernetica decine di contributi. Alcune sue opere: [http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/leone-montagnini/norbert-wiener-matematico-che-avvisto-nostro-tempo/maggio-2014 ''Norbert Wiener. Il matematico che avvistò il nostro tempo''] in «Scienza in rete», 1º maggio 2014; ''Interdisciplinary issues in Early Cybernetics'', in: Lilia Gurova, László Ropolyi, and Csaba Pléh, editors; ''New Perspectives on the history of cognitive science'', Budapest, Akadémiai Kiadò, 2013, pp. 81–89; ''L'interdisciplinarità per Norbert Wiener e per Eduardo Caianiello'', in: P. Greco e S. Termini (cur.); ''Memoria e progetto'' cit.; ''Identities and Differences. A stimulating aspect of Early Cybernetics'', in: R. Trappl (cur.), Cybernetics and Systems 2010. Vienna, Austrian Society for Cybernetic Studies, 2010.</ref> ==L'eredità della cibernetica== La cibernetica ha rappresentato un tentativo di sintesi tra diverse discipline, alcune delle quali, all'epoca, in fase nascente. Oggi il campo di interessi delineato da Wiener è occupato da varie discipline specialistiche, tutte in qualche modo discendenti da quell'esperienza originaria, nelle quali è però prevalente il momento analitico. I problemi da affrontare per arrivare ad una teoria unificata degli animali e delle macchine si sono rivelati, infatti, più complessi di quanto forse potessero apparire nel 1948. Tra le discipline il cui sviluppo è stato influenzato dall'esperienza cibernetica si devono citare almeno: * in matematica, lo studio di campi della statistica e della teoria della probabilità come i [[processi stocastici]] e l'[[inferenza statistica]]; l'analisi dei [[sistema dinamico#Sistemi non lineari|sistemi non lineari]]; * tutte le scienze impegnate nello studio della [[sistema complesso|complessità]] e della [[auto-organizzazione]] dei sistemi; * nell'ingegneria, la [[robotica]], la [[bioingegneria]], tutti gli sviluppi della [[teoria dei segnali]], dell'[[teoria dell'informazione|informazione]] e del [[teoria del controllo|controllo]]; * l'[[intelligenza artificiale]]; * molte scienze che studiano il mondo biologico con metodi quantitativi, come la [[biologia dei sistemi|biologia computazionale]]; * vari campi delle [[neuroscienze]], ad esempio la teoria delle [[reti neurali]], la [[linguistica]] e la [[psicologia cognitiva]]; * alcuni campi di interesse [[filosofia|filosofico]] come l'[[epistemologia]], parte delle [[scienze cognitive]], ecc. ==Note== <references /> ==Bibliografia== * {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cibernetica/|titolo="Cibernetica" in Enciclopedia Online|accesso=22 agosto 2016|cid=Enciclopedia Italiana}} * {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cibernetica_res-8f9c1cae-87e7-11dc-8e9d-0016357eee51_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo="Cibernetica" in Enciclopedia Italiana - III Appendice|autore=Alfonso Caracciolo di Forino|data=1961|accesso=22 agosto 2016|cid=Enciclopedia Italiana 1961}} * {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cibernetica_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo="Cibernetica" in Enciclopedia Italiana - IV Appendice|autore=[[Vittorio Somenzi]]|autore2=Aldo Masturzo|data=1978|accesso=22 agosto 2016|cid=Enciclopedia Italiana 1978}} * {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cibernetica_%28Enciclopedia-del-Novecento%29/|titolo="Cibernetica" in Enciclopedia del Novecento|autore=Ernest H. Hutten|data=1975|accesso=22 agosto 2016|cid=Enciclopedia Italiana 1975}} * {{cita web|url=https://www.academia.edu/3716667/Cybernetics/|titolo="Cybernetics" in L. Floridi (ed.), The Blackwell Guide to the Philosophy of Computing and Information|autore=[[Roberto Cordeschi]]|data=2004|accesso=25 maggio 2019|cid=Blackwell 2004}} * {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/la-cibernetica_(Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Scienze)/|titolo="Cibernetica" in Enciclopedia Italiana - Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze|autore=[[Roberto Cordeschi]]|autore2=Teresa Numerico|data=2013|accesso=22 agosto 2016|cid=Enciclopedia Italiana 2013}} * {{Bibliografia|Wiener 1948/1961|N. Wiener, [http://uberty.org/wp-content/uploads/2015/07/Norbert_Wiener_Cybernetics.pdf ''Cybernetics, or control and communication in the animal and the machine''], prima edizione: The MIT Press, Cambridge (MA), 1948; seconda edizione: Wiley, New York, 1961 (trad. italiana: ''La Cibernetica - Controllo e Comunicazione nell'animale e nella macchina'', Il Saggiatore, Milano, 1968)}} * {{Bibliografia|Wiener 1950|N. Wiener, [http://uberty.org/wp-content/uploads/2015/07/Norbert_Wiener_The_Human_Use_of_Human_Beings.pdf ''The human use of human beings''], Boston, 1950 (trad. italiana: ''Introduzione alla cibernetica - L'uso umano degli esser umani'', Boringhieri, 1966)}} * {{Bibliografia|Wiener 1964|N. Wiener, [http://luisguillermo.com/diosygolem/god_and_golem_inc.pdf ''God & Golem, Inc.: A Comment on Certain Points Where Cybernetics Impinges on Religion''] Boston, 1964 (trad. italiana ''Dio & Golem SpA - Cibernetica e religione'', Boringhieri, 1991, ISBN 978-88-339-0626-3)}} * {{Bibliografia|McCulloch 1965/2016|[[Warren McCulloch|W. McCulloch]], [https://www.amazon.com/Embodiments-Mind-Press-Warren-McCulloch/dp/0262631148 ''Embodiments of mind''], MIT Press - Boston, 1965 - 2016, ultima edizione come e-book con prefazioni di J. Lettvin e M. Arbib ed introduzione di [[Seymour Papert|S. Papert]], ASIN B01M3UPJ87}} * {{Bibliografia|Ashby 1956|[[William Ross Ashby|W. Ross Ashby]], [http://pespmc1.vub.ac.be/books/IntroCyb.pdf ''An Introduction to Cybernetics''], 1956; ultima ristampa Martino Fine Books, 2015, ISBN 978-1-61427-765-1)}} * {{Bibliografia|Ashby 1960|[[William Ross Ashby|W. Ross Ashby]], [https://archive.org/details/designforbrainor00ashb ''Design for a Brain: The Origin of Adaptive Behavior''], II edizione, 1960; ultima ristampa Martino Fine Books, 2014, ISBN 978-1-61427-756-9)}} * {{Bibliografia|Somenzi 1965/1994|[[Vittorio Somenzi|V. Somenzi]], ''La filosofia degli automi'', Boringhieri, 1965, poi più volte ristampato ed ampliato in collaborazione con [[Roberto Cordeschi|R. Cordeschi]]; ultima edizione Boringhieri 1994, ISBN 978-88-339-0823-6}} * {{Bibliografia|Arbib 1987|M. Arbib, ''Brains, machines, and mathematics'', II edizione, Springer-Verlag, 1987, ISBN 0-387-96539-4 (trad. it. della I edizione: ''La mente, le macchine e la matematica'', Torino, Boringhieri Editore, 1968)}} * {{Bibliografia|Cordeschi 1998|[[Roberto Cordeschi|R. Cordeschi]], ''La scoperta dell'artificiale – Psicologia, filosofia e macchine attorno alla cibernetica'', Dunod/Masson, 1998, ISBN 88-08-09201-1}} * {{Bibliografia|Riskin 2016|J. Riskin, ''The restless clock'', The University of Chicago Press, 2016, ISBN 978-0-226-52826-7}} * {{Bibliografia|Braitenberg 1984|[[Valentino Braitenberg|V. Braitenberg]], ''Vehicles'', The MIT Press, Cambridge (MA), 1984 (trad. it.: ''I veicoli pensanti – Saggio di psicologia sintetica'', Garzanti, 1984)}} * {{Bibliografia|Hellman 1982|W. D. Hellman, [http://ir.library.oregonstate.edu/xmlui/handle/1957/2846 ''Norbert Wiener and the growth of negative feedback in scientific explanation''], Phd thesis - Oregon State University, 1982}} * {{Bibliografia|Heims 1991|S. J. Heims, ''The Cybernetics Group'', The MIT Press, 1991 (trad. it.: ''I cibernetici. Un gruppo e un'idea'', Roma, Editori Riuniti, 1994)}} * {{Bibliografia|Conway Siegelman 2004|F. Conway, J. Siegelman, ''Dark hero of information age: in search of Norbert Wiener father of Cybernetics'', 2004 (trad it.: ''L'eroe oscuro dell'età dell'informazione'', Torino, Codice edizioni, 2005, ISBN 88-7578-024-2)}} * {{Bibliografia|Kline 2015|R. Kline, ''The Cybernetics Moment: Or Why We Call Our Age the Information Age'', Johns Hopkins University Press, 2015, ISBN 1-4214-1671-9}} * {{Bibliografia|Montagnini 2005|L. Montagnini, ''Le Armonie del Disordine. Norbert Wiener matematico-filosofo del Novecento'', Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2005}} * {{Bibliografia|Heims 1980|S. J. Heims, ''John von Neumann and Norbert Wiener. From Mathematics to the Technologies of Life and Death'', Cambridge, Mass., MIT Press, 1980}} * {{Bibliografia|Masani 1990|P. R. Masani, ''Norbert Wiener, 1894-1964'', Basel - Boston - Berlin, Birkhäuser Verlag, 1990}} * {{Bibliografia|Forleo 2017|F. Forleo, ''La cibernetica italiana della mente nella civiltà delle macchine. Origini e attualità della logonica attenzionale a partire da Silvio Ceccato'', Mantova, Universitas Studiorum, 2017, ISBN 978-88-99459-60-4}} * Altre fonti bibliografiche: ** {{cita web|url=https://collopy.net/projects/bibliography.html|titolo="History of Cybernetics Bibliography" |autore=Peter Sachs Collopy|accesso=27 febbraio 2018|cid=Sachs Collopy}} ** {{cita web|url=https://monoskop.org/Cybernetics|titolo="Cybernetics - A bibliographical genealogy of cybernetics in the United States, France, Soviet Union, and Germany in the 1940s and 1950s, followed by a selected bibliography on its impact across the sciences"|accesso=27 febbraio 2018|cid=Monoscope}} ==Voci correlate== * [[Bionica]] * [[Cyborg]] * [[Interaction design]] * [[Informazione]] * [[Intelligenza artificiale]] * [[Robot]] * [[Rete neurale]] * [[La cibernetica: Controllo e comunicazione nell'animale e nella macchina]] * [[Cibernetica per tutti]] ==Altri progetti== {{interprogetto|wikt}} ==Collegamenti esterni== * {{Collegamenti esterni}} * {{en}}{{cita web|url=http://ieeesmc.org/|titolo=The IEEE Society on Systems, Man, and Cybernetics|accesso=13 settembre 2016|cid=SMCS}} * {{en}}{{cita web|url=http://www.asc-cybernetics.org/foundations/history.htm|titolo=American Society for Cybernetics - History of cybernetics|accesso=13 settembre 2016|cid=Asc}} * {{en}}{{cita web|1=http://www.hfr.org.uk/cybernetics-pages/bibcyb-ac.htm#a|titolo=About Cybernetics - A bibliography of the first decade of cybernetics|cid=CybBiblio|accesso=15 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123235809/http://www.hfr.org.uk/cybernetics-pages/bibcyb-ac.htm#a|dataarchivio=23 gennaio 2015|urlmorto=sì}} * {{en}}{{cita web|url=http://www.uniurb.it/imeslca/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=85&Itemid=62|titolo=An interesting general theory of the Artificial|urlmorto=sì|accesso=4 luglio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722212640/http://www.uniurb.it/imeslca/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=85&Itemid=62|dataarchivio=22 luglio 2011}} * {{cita web |url=http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/ICT/Htmls/Interventi/Articoli/Italia/WienerCiberneticaMarocco/WienerCiberneticaMarocco.htm#_ftn9|titolo=Wiener, padre della cibernetica}} {{Scienze applicate}} {{Controllo di autorità}} {{Portale|Informatica|ingegneria}} [[Categoria:Ingegneria dell'automazione]] [[Categoria:Intelligenza artificiale]]
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