Modifica di Cancel culture e illiberali di sinistra
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Da una parte c’è chi considera la cancel culture una realtà anche qui. Dall’altra, chi – come Francesco Cundari in un articolo per Linkiesta – pensa che siamo in un paese in cui «è possibile dire in televisione e scrivere anche sui giornali più blasonati, senza che nessuno se ne scandalizzi e spesso neanche se ne accorga, cose che negli Stati Uniti sarebbero causa di licenziamento». E che le urla alla cancel culture e al «non si può più dire niente» qui siano «solo l’ultimo rifugio dei prepotenti». È vero, siamo un paese meno puritano e più incline al perdono. | Da una parte c’è chi considera la cancel culture una realtà anche qui. Dall’altra, chi – come Francesco Cundari in un articolo per Linkiesta – pensa che siamo in un paese in cui «è possibile dire in televisione e scrivere anche sui giornali più blasonati, senza che nessuno se ne scandalizzi e spesso neanche se ne accorga, cose che negli Stati Uniti sarebbero causa di licenziamento». E che le urla alla cancel culture e al «non si può più dire niente» qui siano «solo l’ultimo rifugio dei prepotenti». È vero, siamo un paese meno puritano e più incline al perdono. | ||
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