Bucha

Da Tematiche di genere.
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Marco Travaglio[modifica | modifica sorgente]

I MORTI AL BALZO

di Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

Link - 5 aprile 2022

L’unica certezza sull’orribile strage di Bucha è che 410 esseri umani sono morti. Quasi sicuramente per mano russa: sapremo tutto, forse, da un’inchiesta internazionale alla fine della guerra (e molto dipenderà da chi l’avrà vinta). Ma francamente importa poco chi li abbia uccisi, e dove, e quando: chiunque sia stato non sposta di un millimetro il giudizio sulla guerra, che è sempre sterminio e distruzione.

Nemmeno se si scoprisse che la strage – come sostengono i russi e i complottisti – è opera degli ucraini, o di qualche milizia più o meno nazi o mercenaria, si ribalterebbe il capitolo delle colpe. Che sono chiarissime: dal 24 febbraio sono di Putin, mentre fino a quel giorno se le dividevano equamente la Russia, la Nato (soprattutto gli Usa) e il governo ucraino.

Ne vedremo tante, di scene come Bucha, o come il video di soldati ucraini che gambizzano soldati russi imprigionati e ammanettati, se non si arriverà presto a una vera trattativa con reciproche concessioni fra i veri protagonisti della guerra per procura: Russia e Nato (soprattutto Usa), con l’Ue in mezzo.

Questi sono i tipici orrori di ogni guerra, nessuna esclusa: basta leggere i libri di Gino Strada, che ne ha visti tanti (Una persona alla volta, postumo, è il saggio più venduto in Italia).

Se durante le nostre guerre – contro Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia ecc. – ne abbiamo visti molti di meno, anche se moriva molta più gente, non è perché mancassero le fosse comuni e le strade lastricate di cadaveri. Ma solo perché non li volevamo e non li dovevamo vedere, quindi non ce li facevano vedere: gli aggressori eravamo noi “buoni”;

i nostri inviati embedded sui carri armati Nato (mai su quelli “nemici”) vedevano solo quello che voleva la Nato; e noi occidentali siamo molto più abili di libici, serbi, afghani e sunniti iracheni a orientare le telecamere e i social.

Altrimenti chi promette di trascinare Putin al Tribunale dell’Aja come Milosevic vi avrebbe già processato i coniugi Clinton, Bush jr., Blair, Berlusconi, Aznar, Sarkozy, senza dimenticare Assad e tanti altri (e ora dovrebbe sincerarsi che i nostri crimini contro l’umanità siano caduti in prescrizione, onde evitare che finiscano sul banco degli imputati pure i giudici di Putin).

Basta ipocrisie.

La strage di Bucha non aggiunge né toglie nulla a ciò che già si sa della guerra: non solo quella in Ucraina, ma tutte (nel solo Yemen le bombe iraniane e quelle saudite, cioè nostre, han già fatto 370 mila morti e 23 milioni di affamati).

Chi coglie al balzo lo sdegno su quelle scene di ordinaria guerra per allungarla mettendo in circolo ancora più armi lavora per altre dieci, cento, mille Bucha. E il modo peggiore per onorare quei morti è usarli per moltiplicarli.

Giuseppe Flavio Pagano[modifica | modifica sorgente]

@dejalanuit

Serve inchiesta indipendente[modifica | modifica sorgente]

Le foto che sono state diffuse ieri sul massacro di Bucha hanno creato un'onda di sdegno internazionale. Tuttavia ci sono molti punti oscuri nella versione ucraina, e pertanto è necessaria un'indagine indipendente. Le forze armate russe infatti si sono ritirate il 30 marzo dalla zona di Kiev. Il 31 marzo il sindaco Fedoruk dà l'annuncio della liberazione con un video. Tuttavia nel video è gioioso, non fa minimamente cenno a morti per strada.

Andiamo avanti.[modifica | modifica sorgente]

Il 2 aprile una testata ucraina dà la notizia di un rastrellamento di sabotatori e collaborazionisti dei russi proprio a Bucha.

"Nella Bucha liberata, il territorio fu ripulito da sabotatori e complici russi""I tecnici degli esplosivi ispezionano i siti dei crimini di guerra russi e sequestrano ordigni e munizioni inesplosi."

La professione del giornalista[modifica | modifica sorgente]

Stamani Toni Capuozzo, storico inviato del TG5, cronista di guerra che ha conosciuto sul campo tanti conflitti e orrori, pubblica su Facebook un post dove si pone alcune domande sui fatti di Bucha. Sono domande che partono dall'esame di fonti ucraine stesse. Vi consiglio una lettura.

Rilievi dal satellite[modifica | modifica sorgente]

Ieri il NYT ha pubblicato una foto satellitare che dimostra che i morti nella cittadina di Bucha, vicino Kiev, erano presenti addirittura da settimane. Questo risolve in parte le domande sulla tempistica, chiarendo che non si tratta di vittime lasciate li nei giorni della ritirata russa. Il satellite purtroppo non può dirci come sono morti, ma alcune cose le nota anche il NYT.

Siamo sempre il 2 aprile.[modifica | modifica sorgente]

Žan Belenjuk, deputato della Rada (parlamento) ucraina di origini ruandesi campione di lotta grecoromana è a Bucha. Si trova in perlustrazione nei luoghi fuori Kiev (nello stesso giorno andrà a verificare i danni all'aeroporto di Hostomel). Tuttavia nel suo racconto non menziona affatto cadaveri di civili nelle strade. Si fa anche fotografare con dei soldati.

Arriviamo al 3 aprile, quando le foto terrificanti dei corpi per strada vengono rese note alla stampa, anche attraverso video. Se questi cadaveri erano presenti alla vista di tutti, già dalla liberazione dei russi, perché aspettare quasi quattro giorni per mostrarli? Chi sono quelle persone uccise? Ma soprattutto chi le ha uccise? Questo crimine è per opera dei russi o degli છે ucraini? Probabilmente come diceva Seneca "cui prodest scelus, is fecit", cioè "colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l'ha compiuto". Serve un'indagine indipendente.

Anche fosse comuni[modifica | modifica sorgente]

Bucha : la società Usa Maxar Technologies, mostra immagini satellitari di quelle che sarebbero fosse comuni scavate nel corso del mese di marzo. Il sindaco della città parla di 300 vittime. La società che ha fotografato il sito sostiene che gli scavi sono iniziati già intorno al 10 marzo. In questo caso, a livello temporale, ci sono pochi dubbi che le fosse siano opera dei russi.

Chiedere indagini indipendenti non è propaganda filo-russa. Anche ieri il Segretario Generale dell'ONU chiedeva esattamente questo.

Il ritorno dei comunisti[modifica | modifica sorgente]

Il canale Russia 1 intervista dei soldati ucraini filo-russi nell'Ucraina nord-orientale. Notate le insegne sulla divisa. All'interno dell'esercito russo ci sono numerosi comunisti ucraini. Approssimativamente, il 40% dei battaglioni di ricognizione russi sono ucraini. Nel 2014 l'Ucraina ha bandito i comunisti e molti di loro sono emigrati a Donetsk o in Russia e ora stanno tornando a regolare i conti con Zelensky.

Cui prodest?[modifica | modifica sorgente]

Tutta la vicenda di Bucha ci spinge a un'ondata di sdegno. I morti sono reali, sono persone che sino a poco tempo fa conducevano una vita tranquilla. Vedere i loro corpi abbandonati per strada, come sacchi d'immondizia, ci devasta. Ma l'onda emotiva non deve coprire la ricerca razionale della verità e dei responsabili. In passato fosse comuni o stragi manipolate ad arte furono inscenate per motivare guerre. La guerra in Kosovo scoppiò cosi. Per questo bisogna essere cauti, e chiedersi a chi giova questo massacro. Potrebbero essere stati davvero i russi, ma bisogna provarlo, e a fornire le prove non possono essere gli stessi ucraini.

Anche il reporter italiano Claudio Locatelli invita alla cautela a proposito dei crimini di Bucha

I russi chiedono inchiesta[modifica | modifica sorgente]

La Russia chiede una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su quanto accaduto a Bucha. Il Regno Unito, che attualmente detiene la presidenza del Consiglio, rifiuta tale richiesta.

Le sepolture di Bucha[modifica | modifica sorgente]

Devo fare una rettifica, le fosse comuni a cui accennavo prima a Bucha, in realtà sono state scavate dai cittadini ucraini stessi, per dare sepoltura alle persone uccise durante le prime settimane di occupazione. Viene confermato dal sindaco stesso il 28 marzo.

"Nella fossa comune vicino alla chiesa di Bucha - riferisce - abbiamo seppellito più di 120 persone, mentre altri cinquanta corpi attendono la sepoltura. E questa è soltanto la parte centrale della città. Nei quartieri periferici gli addetti dei nostri servizi non riescono a recuperare le salme, perché li uccidono. Molte persone seppelliscono i propri cari dove possono : nei cortili, nei parchi, nei campi e vicino agli alberi".

Niente verifiche, tutto chiaro[modifica | modifica sorgente]

Per il Pentagono non c'è bisogno di verifiche indipendenti. Quello che emerge dalle foto di Bucha è chiaro. Non c'è motivo di non credere alla ricostruzione degli ucraini.

La professione del giornalista[modifica | modifica sorgente]

Stamani Toni Capuozzo, storico inviato del TG5, cronista di guerra che ha conosciuto sul campo tanti conflitti e orrori, pubblica su Facebook un post dove si pone alcune domande sui fatti di Bucha. Sono domande che partono dall'esame di fonti ucraine stesse. Vi consiglio una lettura.

Rilievi dal satellite[modifica | modifica sorgente]

Ieri il NYT ha pubblicato una foto satellitare che dimostra che i morti nella cittadina di Bucha, vicino Kiev, erano presenti addirittura da settimane. Questo risolve in parte le domande sulla tempistica, chiarendo che non si tratta di vittime lasciate li nei giorni della ritirata russa. Il satellite purtroppo non può dirci come sono morti, ma alcune cose le nota anche il NYT.

Crateri da mortaio[modifica | modifica sorgente]

Il NYTimes ammette i crateri da impatto in Yablonska Street a Bucha dove sono stati trovati i morti. inose position or over uree weeks.

The causes of death are unclear. Some of the bodies were beside what appears to be an impact crater. Others were near abandoned cars. Three of the bodies lay beside bicycles. Some have their hands bound behind their backs with white cloth. The bodies were scattered over more than half a mile of Yablonska Street

Nei cerchi si vedono i segni delle esplosioni dei mortai, mentre in verde si notano vari mezzi colpiti dai detriti dell'esplosione.

I satelliti aprono altre domande[modifica | modifica sorgente]

Le persone morte in quella strada avevano la fascia bianca al braccio indossata dai civili nelle zone sotto controllo russo, e portavano razioni alimentari fornite dai russi (sacchetti verdi con stella bianca). Che motivo avrebbero avuto i russi prima di sfamarli e poi ucciderli? Maxar sostiene che le loro immagini dal satellite mostrano che i corpi erano nella strada già dal 19-20 marzo. Si potrebbe anche ipotizzare che quei civili morti li siano stati colpiti in quei giorni proprio dai mortai provenienti dalla zona sotto controllo ucraino. Sono tutte supposizioni. Per questo un'indagine sul campo indipendente e rigorosa è necessaria, e chi parla adesso con la verità in tasca parla in malafede.

L'orrore chiama orrore[modifica | modifica sorgente]

Volevo ragionare con voi di alcune cose che stiamo notando in questa guerra, e perché la rendono così diversa dalla narrazione di altre guerre. La cosa che mi colpisce è che l'esibizione di cadaveri sui media, non risparmiandoci la vista di corpi mutilati o bruciati, non sia più finalizzata a convincerci dell'orrore della guerra, a instillarci il desiderio di porre rimedio con una mediazione, a spingerci a considerare la strada della pace. Anzi, al contrario spinge verso la perpetuazione del conflitto, a rendere tutto sommato accettabile la continuazione della guerra, magari con più armi.

La copertura mediatica offerta a ogni singolo colpo di mortaio sparato in Ucraina stride moltissimo con il silenzio vergognoso di quanto accadeva a Gaza, o in Siria, o nel Curdistan, o nello Yemen in questi anni. Neanche l'ISIS ha avuto la stessa ondata di sdegno quotidiano che viene sollecitata oggi. a Nessuno poco tempo fa si sarebbe sognato di vedere il New York Times a lavoro con i satelliti per capire chi aveva lasciato dei morti ammazzati per strada a Damasco. Semplicemente erano morti che non si potevano utilizzare per una campagna sul riarmo dell'Europa. La fine della nostra civiltà mediatica sta tutta qui, nel rendere più concepibile la perpetuazione dell'orrore piuttosto che spingere per la sua fine.

Anche i ricchi piangono[modifica | modifica sorgente]

Come si è ridotta, dall'inizio della guerra in Ucraina a oggi, la ricchezza dei più famosi miliardari russi.

Uno sguardo sull'abisso[modifica | modifica sorgente]

Uno degli esempi più significativi della degenerazione dell'informazione nostrana l'ho visto su Non è l'Arena di Giletti (La 7). Una donna ucraina risponde alla domanda su una svastica incisa sulla pelle di una donna prigioniera uccisa dal battaglione Azov a Mariupol. La donna risponde in questo modo.

https://www.facebook.com/lafiondarivista/videos/342787601209800/?extid=CL-UNK-UNK-UNK-AN_GK0T-GK1C

Rispetto ai media tradizionali, quindi testate e televisioni, l'informazione oggi corre anche attraverso social come Telegram, Twitter, Instagram. Mi piacerebbe sapere dove raccogliete le notizie in quest'ultimo periodo

Credere nella vittoria[modifica | modifica sorgente]

Sondaggio : il 95% degli ucraini crede nella vittoria sulla Russia, il 91% sostiene l'adesione all'UE. Secondo un recente sondaggio condotto dal Rating Group, il numero di intervistati che ritengono che l'Ucraina possa vincere la guerra nelle prossime settimane è diminuito dal 47% al 35% rispetto al precedente sondaggio pubblicato il 20 marzo. (fonte Kyiv Independent)

Percentuali bulgare[modifica | modifica sorgente]

Da come mi state rispondendo emerge molta insofferenza per i media tradizionali e sulla correttezza dell'informazione. Tantissimi di voi basano la lettura delle notizie su social e nuovi media. Sono trend decisamente da tenere sott'occhio, soprattutto sulla fascia d'età 20-40.

Kiev vuole ridisegnare l'ONU[modifica | modifica sorgente]

Zelensky si rivolge al Consiglio di Sicurezza dell'Onu : la Russia usa il veto come arma, il sistema dell'Onu va trasformato. Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che le Nazioni Unite non sono riuscite a fornire sicurezza nel mondo e ha chiesto di riformare l'organizzazione, ripristinando la "forza della Carta delle Nazioni Unite". Ha anche proposto di tenere una conferenza globale nella "pacifica Kiev" per determinare come riformare il sistema di sicurezza mondiale.

Toni Capuozzo[modifica | modifica sorgente]

https://www.facebook.com/dalvostroinviato/posts/519286892930889 DOPO L’ORRORE

La prima domanda che mi sono fatto è : pensi che sia impossibile che i russi, ritirandosi, abbiano fatto, per vendetta e odio, una strage di civili? Non lo ritengo impossibile, ho visto troppe volte che la guerra porta a dare il peggio di sé. La seconda domanda è stata: pensi che sia impossibile che gli ucraini, aggrediti, bisognosi di aiuto, ansiosi di coinvolgere la comunità internazionale, abbiano “costruito” la scena? Ho una lunga esperienza, dal Kossovo al Libano, da Betlemme a Belgrado, di situazioni forzate, modificate, usate: in guerra ogni mezzo è buono. In più, in questo caso, ci sono i precedenti della ragazza di Mariupol (diceva la verità allora, o la dice adesso?), il mistero del teatro di Mariupol, i numeri che vengono forniti dalle Nazioni Unite e dagli ucraini su vittime civili e perdite militari russe (sarebbero morti 400 militari russi per ogni civile ucciso….). Il mestiere del giornalista è farsi domande, anche quelle scomode. E allora mi ha sorpreso una sequenza di date:

Date
30 marzo le truppe di Putin abbandonano Bucha
31 marzo il sindaco, davanti al municipio, rilascia una dichiarazione orgogliosa, sul giorno storico della liberazione. Non parla di vittime per le strade.
31 marzo Maxar Technologies pubblica le foto satellitari che rivelano l’esistenza di fosse comuni attorno alla chiesa. E’ una scoperta che poteva essere fatta a terra: è la fossa che pietosamente gli abitanti del posto hanno iniziato a scavare il 10 marzo per seppellirvi i propri morti nella battaglia – siamo poco lontani dall’aeroporto di Hostomel - in cui nessuno avrebbe fatto distinzioni tra civili e militari.
1 aprile va in onda a Ukraine TV24 l’intervista al sindaco. Non è accompagnata da alcun commento su morti per strada.
1 aprile un neonazi che si fa chiamare Botsman posta su Telegram immagini di Bucha.

Dice solo di aver trovato un parlamentare, in città, non parla di morti.

Ma lo si sente rispondere a una domanda: “Che facciamo con chi non ha il bracciale blu’?” “Sparate”, risponde.

2 aprile la Polizia ucraina gira un lungo filmato sul pattugliamento delle strade di Bucha (che non è enorme: 28mila abitanti). Si vede un solo morto, un militare russo, ai bordi della strada.

Nel filmato, lungo 8 minuti ci sono abitanti che escono dalle case, e passanti che si fermano a parlare con la polizia. Lieti di essere stati liberati, ma nessuno parla di morti per strada.

La cosa peggiore è quando uno racconta di donne costrette a scendere in una cantina, e uomini prelevati per essere interrogati.

3 aprile il neonazi su Telegram incomincia a postare le foto dei morti. A tre giorni pieni dalla Liberazione.
4 aprile il New York Times pubblica una foto satellitare che riprende i morti per strada, spiegando che è stata scattata il 19 marzo (quindi i corpi sarebbero per strada da quasi due settimane, sembrano le armi chimiche di Saddam).

Va da sé che onestà e indipendenza (che poi uno scambi l’indipendenza come dipendenza da Mosca mi fa solo ridere amaramente) impongono domande.

Com’è che gli abitanti di Bucha che, sotto la dura occupazione russa, seppellivano i propri morti, questi invece, pur liberi, li lasciano sulle strade?

Com’è che attorno ai morti non c’è quasi mai del sangue? Se una vittima viene sparata alla tempia, è una pozza, finchè il cuore batte. Se gli spari che è già morto, niente sangue.

Com’è che in una cittadina piccola e in guerra, dove nessuno presumibilmente si allontana da casa, nessuno ha un gesto di pietà, per tre giorni, neanche uno straccio a coprire l’oscenità della morte?

Erano morti nostri o altrui?

Se uno vuole credere, se cioè è questione di fede, anche l’osservazione che i morti, per bassa che sia la temperatura non si conservano così, è inutile. Morti pronti per il camera car che è una gimkana tra i corpi.

Una volta tirai un sasso a un randagio, io che amo gli animali, perché si stava cibando del corpo di un terrorista, e non era in una città affamata.

Purtroppo mi interessano poco le testimonianze de relato – “mi hanno raccontato che” – o i servizi che aggiungono alla scena solo rabbia e indignazione, e pietà all’ingrosso.

Ricordo ancora a Gerusalemme il responsabile della sede RAI scrivere una mail privata ai dirigenti palestinesi attorno alle immagini di un linciaggio a Ramallah: “La Rai non avrebbe mai mandato in onda immagini che vi danneggino”. I gonzi pubblicarono la mail di solidarietà sui giornali. Né mi turbano le accuse dei tifosi, dei trombettieri e dei tamburini.

Senza insulti sono disposto a discutere con chiunque, e so che quelle persone, chiunque fossero, in qualunque circostanza fossero state uccise, a qualunque scopo venissero esibite (i russi per terrorizzare, gli ucraini per emozionare il mondo) sono morte nel modo peggiore, e meritano pietà e giustizia, non propaganda.

Resta l’orrore, e la speranza che commissioni severe indaghino e la facciano pagare ai responsabili. Se sono russi, irraggiungibili, resteranno nell’album delle infamie. Se qualche ucraino ha abbellito o costruito la cosa, è giusto almeno porsi un altro paio di domande scomode.

  • Come fai a non mandare armi a un popolo così martoriato, come fai a non reagire all’orrore?
  • Come fai a convincere l’opinione pubblica mondiale che bisogna mandare altre armi e puntare a punire l’invasore, non a negoziarne il ritiro? Come si giustifica un’escalation?

In poche parole: a chi giova? Ma, attenzione, anche rispondere a questa domanda non dà alcuna certezza. Perché la guerra è calcolo, ma ancora di più follia e stupida ferocia.

E questo è il lungo video della polizia ucraina (ripeto, ucraina) girato il 2 aprile a Bucha. Due giorni dopo che i russi sono andati via da Bucha. Non si vedono morti. Civili vivi e contenti di essere liberati, ma neanche un morto per le strade. Allora i morti che appaiono dal 3 aprile da dove vengono ?