Giornalismo d'inchiesta, episodio Casellati: differenze tra le versioni

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[[File:Image Roberta Polese.png|miniatura|257x257px]]Riportiamo un pezzo tratto dall'articolo [https://www.globalist.it/politics/2018/03/24/la-casellati-perse-la-causa-ma-spinse-la-giornalista-disoccupata-a-pagare-le-spese-legali/ La Casellati perse la causa: ma spinse la giornalista disoccupata a pagare le spese legali]<blockquote>''La storia l’ha raccontata nel 2016 il Mattino di Padova con l’articolo che riportiamo e prima, nel gennaio 2014, l’aveva denunciata anche [https://notiziario.ossigeno.info/2014/01/diffamazione-il-caso-polese-quanti-rischi-corrono-i-giornalisti-37320/ Ossigeno], ossia l’<u>associazione che da anni denuncia le minacce e le pressioni cui giornalisti che minacciano la libertà di stampa.</u>''</blockquote><blockquote style="display:inline-block">La copertina del '''libro''' non ha un grande appeal, ma l’interno è polvere da sparo. Si intitola «[https://www.amazon.it/non-taccio-LItalia-dellinformazione-fastidio/dp/8868720345 '''Io non taccio''']» e racconta otto storie di ordinaria fatica giornalistica. Di quel '''giornalismo''' cosiddetto '''d’inchiesta''', che spesso è solo il tentativo onesto di descrivere la realtà quando ci si imbatte in potentati costruiti utilizzando le istituzioni.[[File:Libro io non taccio.png|miniatura|308x308px]]''Incarichi pubblici sfruttati'' come proprietà privata, posizioni di rilievo sociale ottenute con il voto ma usate ''a beneficio di chi le occupa'' e di pochi ammanicati, a spese degli ignari elettori. I potenti non gradiscono mai che se ne parli. Di qualunque partito siano, qualunque formazione culturale abbiano, è ''l’unica pubblicità che odiano''.
[[File:Image Roberta Polese.png|miniatura|257x257px]]Riportiamo un pezzo tratto dall'articolo [https://www.globalist.it/politics/2018/03/24/la-casellati-perse-la-causa-ma-spinse-la-giornalista-disoccupata-a-pagare-le-spese-legali/ La Casellati perse la causa: ma spinse la giornalista disoccupata a pagare le spese legali]<blockquote>''La storia l’ha raccontata nel 2016 il Mattino di Padova con l’articolo che riportiamo e prima, nel gennaio 2014, l’aveva denunciata anche [https://notiziario.ossigeno.info/2014/01/diffamazione-il-caso-polese-quanti-rischi-corrono-i-giornalisti-37320/ Ossigeno], ossia l’<u>associazione che da anni denuncia le minacce e le pressioni cui giornalisti che minacciano la libertà di stampa.</u>''</blockquote><blockquote style="display:inline-block">[[File:Libro io non taccio.png|miniatura|308x308px]]{{:Giornalismo d'inchiesta, libro}}
 
Per stroncarla non esitano a intimidire, minacciare. <u>Non querelano neanche più davanti al giudice penale. Pretendono direttamente i danni in sede civile, secondo l’impostazione teorizzata negli anni Novanta da Massimo D’Alema. Non certo l’unico</u>.

 
Nel Veneto [https://it.wikipedia.org/wiki/Amalia_Sartori Lia Sartori] amava ripetere: ''«I giornalisti bisogna denunciarli, anche perché non hanno i soldi per pagarsi l’avvocato»''. È vero. Per il giornalista paga l’azienda, sempre se non scompare prima del processo, come è accaduto a Padova in uno degli otto casi narrati nel libro, intitolato «Gli intoccabili della città del Santo».




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La giornalista si chiama Roberta Polese, lavorava come cronista di giudiziaria per «Il Padova», quotidiano gratuito del gruppo Epolis che ha chiuso nel settembre 2010.</blockquote>Riportiamo parte dell'articolo [https://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinopadova/2016/01/15/padova-la-senatrice-casellati-il-diritto-di-cronaca-e-le-spese-legali-37.html “Il diritto di cronaca e le spese legali”] pubblicato su [https://mattinopadova.gelocal.it/padova Il mattino di Padova]<blockquote>“Poche settimane prima, il 19 luglio 2010, Roberta scrive un articolo intitolato ''«Arpav, scoperto l'uomo ombra, boss dei computer con parenti vip»''. Questo signore è Marco Serpilli, lavora a San Servolo, alla Venice International University che <u>ha ottenuto</u> dall'Arpav, agenzia della Regione Veneto, <u>una consulenza di 250.000 euro</u> per cambiare il sistema informatico.
La giornalista si chiama Roberta Polese, lavorava come cronista di giudiziaria per «Il Padova», quotidiano gratuito del gruppo Epolis che ha chiuso nel settembre 2010.</blockquote>Riportiamo parte dell'articolo [https://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinopadova/2016/01/15/padova-la-senatrice-casellati-il-diritto-di-cronaca-e-le-spese-legali-37.html “Il diritto di cronaca e le spese legali”] pubblicato su [https://mattinopadova.gelocal.it/padova Il mattino di Padova]<blockquote>“Poche settimane prima, il 19 luglio 2010, Roberta scrive un articolo intitolato ''«Arpav, scoperto l'uomo ombra, boss dei computer con parenti vip»''. Questo signore è Marco Serpilli, lavora a San Servolo, alla Venice International University che <u>ha ottenuto</u> dall'Arpav, agenzia della Regione Veneto, <u>una consulenza di 250.000 euro</u> per cambiare il sistema informatico.
Costo 715.000 euro.
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