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Suffragio femminile in Italia
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===Dal 1890 al fascismo=== La partecipazione delle donne alla vita politica era considerata incompatibile con la natura di quest'ultima, ma <u>per quanto riguardava il voto amministrativo locale l'opinione pubblica cominciava a fine secolo a recepire opinioni diverse</u>. La '''prima conquista''' in questo campo avvenne nel [[1890]]: la legge conferiva alle donne la <u>possibilità di votare e di essere votate nei consigli di amministrazione delle istituzioni di beneficenza</u>. Iniziava così il cammino che avrebbe portato le donne all'ottenimento del suffragio universale. '''Seguirono le leggi''': * 1893 che ammetteva le donne al voto nei collegi di probiviri chiamati a risolvere i conflitti di lavoro; * 1910 che conferiva alle donne la partecipazione elettorale nelle Camere di Commercio; * 1911 con la quale le donne potevano partecipare alle elezioni di organi dell'istruzione elementare e popolare.<ref name="Votoam" /> Nel 1907 [[Adelaide Coari]] presentò il suo "Programma minimo femminista" presso un congresso a Milano: tra le sue richieste figurava quella di concedere alla donna diritti, tra cui il diritto di voto amministrativo, che fino a quel momento erano negati.<ref name=ItaLib /><br />Apertura del fascismo Nel [[1922]] [[Benito Mussolini]] salì al governo. Egli, accolto da [[Margherita Ancona]] e [[Alice Schiavoni Bosio]], partecipò nel [[1923]] al IX Congresso della Federazione Internazionale Pro Suffragio e <u>promise di concedere il voto amministrativo alle Italiane a meno che non si verificassero imprevisti</u>, e rassicurò gli uomini parlando di “conseguenze benefiche” che sarebbero derivate dalla suddetta concessione. ''Tra l'altro Mussolini sottolineò l'atteggiamento pacato delle suffragette italiane, che reclamavano il diritto di voto senza aggressività''. Il 9 giugno dello stesso anno apparve il disegno di legge che prevedeva la concessione del voto amministrativo limitato, spettante alle eroine della Patria, alle madri o vedove di caduti in guerra, alle donne benestanti o istruite. <u>'''Il 22 novembre [[1925]] il [[fascismo]] fece entrare in vigore una legge che per la prima volta rendeva le italiane elettrici in ambito amministrativo.'''</u> Questa legge fu però resa inutile dalla riforma podestarile entrata in vigore pochi mesi dopo e precisamente in data 4 febbraio [[1926]]: così <u>'''ogni elettorato amministrativo locale veniva annullato'''</u> e si sostituiva al [[sindaco]] il [[podestà (fascismo)|podestà]] che <u>'''non era eletto dal popolo, ma nominato dal governo'''</u>.<ref name="Votoam" />
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