https://www.tematichedigenere.com/api.php?action=feedcontributions&user=Admin&feedformat=atomTematiche di genere - Contributi dell'utente [it]2024-03-29T09:15:45ZContributi dell'utenteMediaWiki 1.40.1https://www.tematichedigenere.com/index.php?title=BOZZA_Aldo_Moro_e_Kissinger&diff=29374BOZZA Aldo Moro e Kissinger2024-03-18T16:02:26Z<p>Admin: Creata pagina con "Da verificare se contiene informazioni utili: [https://www.ilgiornale.it/news/politica/linconfessabile-verit-sul-delitto-moro-nascosta-dietro-mani-1524072.html L'inconfessabile verità sul delitto Moro nascosta dietro Mani Pulite e Cinquestelle - ilGiornale.it] == Ipotesi di ingerenze degli USA nella politica interna italiana == === Riassunto === * Alcuni ex collaboratori di Aldo Moro hanno dichiarato che durante una visita a Washington, Moro ebbe un duro scontro con..."</p>
<hr />
<div>Da verificare se contiene informazioni utili: [https://www.ilgiornale.it/news/politica/linconfessabile-verit-sul-delitto-moro-nascosta-dietro-mani-1524072.html L'inconfessabile verità sul delitto Moro nascosta dietro Mani Pulite e Cinquestelle - ilGiornale.it]<br />
<br />
== Ipotesi di ingerenze degli USA nella politica interna italiana ==<br />
<br />
=== Riassunto ===<br />
<br />
* Alcuni ex collaboratori di Aldo Moro hanno dichiarato che durante una visita a Washington, Moro ebbe un duro scontro con l'allora Segretario di Stato Henry Kissinger, contrario all'eventuale entrata del PCI nel governo italiano.<br />
* L'ex vicesegretario della DC Giovanni Galloni affermò che Moro, prima del rapimento, era a conoscenza di infiltrati dei servizi americani e israeliani nelle Brigate Rosse (il senso è quindi perché non intervennero?) e che gli Stati Uniti erano contrari a un governo con i comunisti per motivi strategici, legati alle basi militari in Italia.<br />
* La vedova di Moro dichiarò che suo marito era inviso agli Stati Uniti fin dal 1964 per il suo progetto di compromesso storico con il PCI, e che subì pressioni e moniti espliciti da parte di alte figure statunitensi, come Henry Kissinger, per abbandonare questo progetto.<br />
* Alcune teorie suggeriscono che il rapimento e l'uccisione di Moro potevano essere vantaggiosi per gli interessi americani, che temevano un governo di coalizione con i comunisti in Italia.<br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Pieczenik Steve Pieczenik], ex funzionario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America e consulente CIA, ha affermato che il suo compito era di manipolare i terroristi italiani affinché le Brigate Rosse uccidessero Moro a ogni costo.<br />
* Si indaga sulla possibilità che Moro potesse essere salvato ma l'operazione fu annullata, e sulle discrepanze riguardo l'ora del ritrovamento del suo corpo.<br />
<br />
=== Da Wikipedia ===<br />
[https://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_sul_caso_Moro Ipotesi sul caso Moro - Wikipedia], al paragrafo Il possibile coinvolgimento degli Stati Uniti, riporta un dato molto interessante.<br />
<br />
Nel corso degli anni alcuni collaboratori di Moro hanno dichiarato che durante una visita a Washington, Moro ebbe un duro scontro con l'allora Segretario di Stato Henry Kissinger (contrario a un'eventuale entrata del PCI nel governo italiano)<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1044_01_1982_0246_0009_14999195/|titolo=Guerzoni conferma: Kissinger ebbe un duro scontro con Moro|pubblicazione=''La Stampa''|data=11 novembre 1982|accesso=30 agosto 2015}}</ref>.<br />
<br />
L'ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana Giovanni Galloni il 5 luglio 2005, in un'intervista nella trasmissione ''Next'' di RaiNews24 disse che <u>poche settimane prima del rapimento, Moro gli confidò,</u> discutendo della difficoltà di trovare i covi delle BR, di essere a conoscenza del fatto che <u>sia i servizi americani sia quelli israeliani avevano degli infiltrati nelle BR</u> <ref>''[http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=55360 Galloni a 'Next': Moro mi disse che sapeva di infiltrati CIA e Mossad nelle BR] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080523215104/http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=55360|date=23 maggio 2008}}'', RaiNews24, 5 luglio 2005.</ref>:<br />
<br />
{{Citazione|Pecorelli scrisse che il 15 marzo 1978 sarebbe accaduto un fatto molto grave in Italia e si scoprì dopo che Moro doveva essere rapito il giorno prima [...] l'assassinio di Pecorelli potrebbe essere stato determinato dalle cose che il giornalista era in grado di rivelare.|Intervista con Giovanni Galloni nella trasmissione ''Next''.}}<br />
<br />
Lo stesso Galloni aveva già rilasciato dichiarazioni simili durante un'audizione alla Commissione Stragi il 22 luglio 1998<ref>''[http://www.parlamento.it/bicam/terror/stenografici/steno39.htm Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi]'', 39ª seduta, audizione di [[Giovanni Galloni]], 22 luglio 1998.</ref>, in cui affermò anche che durante un suo viaggio negli Stati Uniti del 1976 gli era stato fatto presente che, <u>per motivi strategici</u> (il <u>timore di perdere le basi militari su suolo italiano</u>, che erano la prima linea di difesa in caso di invasione dell'Europa da parte sovietica) <u>gli Stati Uniti erano contrari a un governo aperto ai comunisti come quello a cui puntava Moro</u>:<br />
<br />
{{Citazione|Quindi, l'entrata dei comunisti in Italia nel Governo o nella maggioranza era una questione strategica, di vita o di morte, "life or death" come dissero, per gli Stati Uniti d'America, perché se fossero arrivati i comunisti al Governo in Italia sicuramente loro sarebbero stati cacciati da quelle basi e questo non lo potevano permettere a nessun costo. Qui si verificavano le divisioni tra colombe e falchi. I falchi affermavano in modo minaccioso che questo non lo avrebbero mai permesso, costi quel che costi, per cui vedevo dietro questa affermazione colpi di Stato, insurrezioni e cose del genere.|Dichiarazioni di Giovanni Galloni, Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, 39ª seduta, 22 luglio 1998.}}<br />
<br />
La vedova di Aldo Moro ebbe modo di dichiarare al primo processo contro il nucleo storico delle BR che suo marito era inviso agli Stati Uniti fin dal 1964, quando venne varato il primo governo di centro-sinistra ([[governo Moro I]]), e <u>che più volte fosse stato «ammonito» da esponenti politici d'oltreoceano a non violare la cosiddetta «logica di [[Conferenza di Jalta|Jalta]]»</u><ref name="Giovacchino pp. 181 - 184">Rita di Giovacchino, ''Il libro nero della Prima Repubblica'', Roma, Fazi Editore, 2005, pp. 181-184, ISBN 88-8112-633-8.</ref>.<br />
<br />
<u>Le pressioni statunitensi sul marito s'accentuarono</u> dopo il 1973<ref name="Giovacchino pp. 181 - 184" />, <u>quando Moro era impegnato nel suo progetto di allargamento della maggioranza di governo al PCI ([[compromesso storico]])</u>.<br />
<br />
Nel settembre del 1974 il Segretario di Stato americano, Henry <u>Kissinger, in occasione di una visita di Stato di Moro negli Stati Uniti, diede un monito ben chiaro allo statista DC avvertendolo della «pericolosità» di tale legame col PCI</u>. E di nuovo, <u>nel</u> marzo <u>[[1976]] gli avvertimenti si fecero più espliciti</u>.<br />
<br />
Nell'occasione, egli fu avvicinato da un alto personaggio americano che lo apostrofò duramente.<br />
<br />
Di fronte alla Commissione parlamentare d'inchiesta, la moglie di Moro rievocò così l'episodio:<blockquote>«È una delle pochissime volte in cui mio marito mi ha riferito con precisione che cosa gli avevano detto, senza svelarmi il nome della persona. [...] Adesso provo a ripeterla come la ricordo: "Onorevole (detto in altra lingua, naturalmente), lei deve smettere di perseguire il suo piano politico per portare tutte le forze del suo Paese a collaborare direttamente. Qui, o lei smette di fare questa cosa, o lei la pagherà cara. Veda lei come la vuole intendere"»</blockquote>Molte di queste teorie si basarono sull'ipotesi che la ricerca di un compromesso tra i partiti di governo e il [[Partito Comunista Italiano]] al fine di creare un governo di grande coalizione, stava profondamente disturbando quegli interessi (la cosiddetta ''[[pax americana]]''). Questo, secondo alcuni osservatori, porterebbe a ritenere che quanto accaduto a Moro poteva risultare vantaggioso per gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].<br />
<br />
<u>Questa posizione era stata espressa per la prima volta nell'indagine ''Chi ha ucciso Aldo Moro?'' (1978), scritta dal giornalista statunitense [[Webster Tarpley]]</u> e commissionata dal parlamentare della DC [[Giuseppe Zamberletti]].<br />
<br />
Circa le parole riferite dalla moglie di Moro in seguito, durante una sua deposizione, secondo cui, prima del sequestro, «una figura politica statunitense di alto livello» disse ad Aldo Moro «o lasci perdere la tua linea politica o la pagherai cara», era da ricollegare al timore che in [[Italia]] si giungesse a una soluzione simile a quella del [[Cile]] che nel [[1973]] aveva subito un [[colpo di Stato]] per opera del generale [[Augusto Pinochet]], che aveva instaurato un'efferata dittatura militare. Il cambiamento era inteso come abbandono di ogni ipotesi di accordo con i comunisti.<br />
<br />
Alcuni ritengono che quella figura fosse [[Henry Kissinger]], che già aveva parlato in termini molto diretti al Ministro degli Esteri Moro in un incontro a tu per tu nel 1974. Interpellato in merito, Kissinger ha smentito l'accaduto, a cominciare dalla data dell'ultimo ''diktat'' a latere di un meeting internazionale il 23 marzo 1976<ref>''[[Il Sole 24 Ore]]'', 15 marzo 2008.</ref>.<br />
<br />
Si disse anche che Moro tenesse i contatti tra [[Enrico Berlinguer]] ([[Partito Comunista Italiano|PCI]]) e [[Giorgio Almirante]] ([[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]]), segretari rispettivamente dei principali partiti di sinistra e di destra, con lo scopo – secondo questa ipotesi – di «raffreddare la tensione delle rispettive frange estremiste» ([[Brigate Rosse]] e [[Nuclei Armati Rivoluzionari]]), <u>l'esatto opposto di quanto volevano gli [[Strategia della tensione|strateghi della tensione]]</u>.<br />
<br />
<u>Steve Pieczenik</u>, che ufficialmente coordinava il collegamento tra i servizi segreti americani e gli omologhi italiani, nel 2013 ribadì in un'intervista concessa a [[Gianni Minoli]] su [[Radio 24]] le rivelazioni precedentemente esposte nel [[2008]] in un suo libro, ovvero che il suo reale compito fosse quello di «manipolare alla distanza i terroristi italiani così da far in modo che le BR uccidessero Moro a ogni costo»<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2014/11/12/news/caso_moro_accusa_di_omicidio_a_superconsulente_usa-100381454/|titolo=Caso Moro, nuovo colpo di scena: il pg accusa di concorso in omicidio il superconsulente Usa di Cossiga|pubblicazione=la Repubblica|data=12 novembre 2014|accesso=13 novembre 2014}}</ref>.<br />
<br />
Il PM romano [[Luca Palamara]] ha fatto acquisire agli atti il libro, del 2008, e l'intervista, del [[2013]]<ref>{{Cita news|autore=Marco Ludovico|url=http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-10-01/come-manipolammo-caso-moro-064524.shtml?uuid=AbVLL8gI|titolo=L'esperto Usa: «Così manipolammo il caso Moro»|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|data=1º ottobre 2013|accesso=8 maggio 2017}}</ref>. Le parole del consulente statunitense sono state inserite nel fascicolo processuale aperto sulla base di un esposto di [[Ferdinando Imposimato]], avvocato che all'epoca dei fatti ([[1978]]) ricopriva la carica di Giudice istruttore.<br />
<br />
Imposimato sostiene che Moro, prigioniero in via Montalcini, poteva essere salvato poiché il luogo era noto e monitorato dalle forze dell'ordine, ma l'operazione di salvataggio fu annullata all'ultimo momento. Steve Pieczenik è considerato una figura chiave per fare luce sul caso Moro, con Palamara interessato alle sue affermazioni riguardo la possibile liberazione di Moro da parte delle BR, che avrebbe rovinato i piani di Pieczenik. Un altro aspetto indagato è il "giallo di via Caetani" riguardante l'ora di ritrovamento del corpo di Moro, con discrepanze tra la versione ufficiale e le testimonianze di due artificieri, contrastate da altri testimoni che negano le affermazioni degli artificieri<ref>{{Cita libro|autore=Fulvio Conti|titolo=Banana Joe nella Repubblica delle Banane|città=Loreto|editore=StreetLib|anno=2016}}</ref><ref name="misteri">''Misteri d'Italia'', ''[[L'Arena (quotidiano)|L'Arena]]'', 1º ottobre 2013.</ref>.</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Alcol_e_consenso,_Riflessione_sulla_complessit%C3%A0_della_situazione&diff=29373Alcol e consenso, Riflessione sulla complessità della situazione2024-03-16T22:48:05Z<p>Admin: /* Introduzione */</p>
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<div><br />
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===Alcol e consenso===<br />
*[https://www.laleggepertutti.it/194469_fare-sesso-con-una-ragazza-ubriaca-e-violenza-sessuale Fare sesso con una ragazza ubriaca è violenza sessuale]<br />
== Riflessione sula complessità della situazione ==<br />
=== Introduzione ===<br />
Le leggi riconoscono che l'assunzione alcol e droghe può alterare lo stato di coscienza di una persona e comprometterne la capacità di fornire un consenso pienamente consapevole. Una persona visibilmente ubriaca o drogata, ad esempio, potrebbe non essere in grado di fornire un consenso valido.<br />
<br />
Questa prospettiva legislativa sembra sensata ad una prima lettura, tuttavia, quando guardiamo ad esempi concreti le cose si fanno più complesse. Considerando due adolescenti leggermente brilli che si baciano consensualmente, come si applica in questo caso il principio del consenso? La legge dovrebbe considerare automaticamente invalido il loro consenso reciproco? Hanno dunque effettuato violenza sessuale reciproca? <br />
<br />
Non si tratta di un esercizio accademico, ma di una questione reale che tocca la vita quotidiana di molti. La legge semplifica spesso situazioni complesse per gestirle equamente, ma la realtà è più sfumata.<br />
<br />
Nel caso di due adolescenti leggermente brilli, se entrambi comprendono le loro azioni, il loro consenso potrebbe essere valido. Se uno dei due è molto ubriaco, il consenso potrebbe non essere valido, poiché l'alcol può alterare la capacità di decisione. Anche in questo caso però il tema appare delicato. È importante sottolineare che queste sono questioni complesse a cui non esiste una risposta univoca o definitiva, ma è fondamentale promuovere un dialogo aperto e onesto su questi temi.<br />
<br />
{{S|}}<br />
<br />
C'è da inglobare in queste riflessioni questa parte (presa da qui: [[Leggi, Filosofia del diritto#Finalità delle leggi nel diritto penale]]): <br />
<br />
Divisione tra il piano della responsabilità penale con quello dell'educazione. <br />
<br />
Come ho scritto in un commento, bisogna tenere distinto il piano della '''responsabilità''' '''penale''' con quello dell''''educazione'''. Se non ci fossero tutti questi tabù, i pregiudizi, gli ostacoli alla libertà e all'emancipazione sessuale le cose sarebbero ben diverse, questo senz'altro. E il cambiamento si ottiene con l'educazione. Ciò non toglie che, per me, la responsabilità penale di chi va con una persona incapace di prestare il proprio consenso c'è. E tutti quelli che dicono "''ma allora siamo quasi tutti penalmente responsabili''" , beh si, hanno ragione, perché purtroppo la cosa è fin troppo normalizzata, secondo me. Non c'è da scherzare con la libertà delle persone. Addirittura io litigai con un mio collega durante una lezione di diritto penale perché lui sosteneva che se il partner "revoca" il proprio consenso durante l'atto e l'altro non si ferma, non sarebbe stupro. <br />
<br />
Questo per farti capire come la penso. Che sul tema bisognerebbe parlare senza paraocchi, senza pregiudizi, senza tabù certamente, ma anche con un po' di cautela.<br />
<br />
Come dicevo è una cosa che va verificata caso per caso. Ovviamente il sistema è mandato avanti da esseri umani. Leggi troppo generiche sono pericolose ma anche leggi troppo casistiche. È nel caso concreto che bisogna verificare se la presunta vittima ha potuto dare il proprio consenso. E no, potrebbe essere diversamente.<br />
<br />
Nel caso che hai postato tu forse il tribunale del riesame ha ragione, in un altro caso la soluzione potrebbe essere diversa. Non si può ragionare astrattamente.<br />
<br />
--- <br />
<br />
1. **Consenso nelle relazioni intime**: Viene sottolineata l'importanza di ottenere il consenso esplicito prima di intraprendere qualsiasi atto sessuale o bacio, evidenziando che la legge non accetta un consenso implicito basato sull'assenza di resistenza da parte della partner. <br />
<br />
2. **Legislazione italiana riguardante il consenso**: Viene discusso come la legge italiana gestisce il consenso negli atti sessuali, citando specificamente gli articoli 609bis e ter del codice penale. Viene evidenziato che la legislazione non richiede esplicitamente il consenso per gli atti sessuali, ma piuttosto si concentra sull'assenza di violenza, minaccia, o abuso di autorità, salvo in casi specifici dove il consenso diventa un fattore critico (ad esempio, in pratiche BDSM), dove il consenso è necessario per considerare gli atti leciti, dato che potrebbero altrimenti configurarsi come reati perseguibili su querela della persona offesa. <br />
<br />
# Consenso nelle relazioni intime: Le fonti consultate enfatizzano l'importanza del consenso esplicito nelle relazioni intime. Il consenso sessuale è definito come una comunicazione verbale che esprime la volontà di partecipare a un'attività sessuale e può essere revocato in qualsiasi momento. Non si dovrebbe mai presumere che il silenzio o l’assenza di resistenza equivalgano a un consenso. Inoltre, il consenso non può essere ottenuto tramite coercizione, minacce o violenza. Tuttavia, non ho trovato nelle fonti fornite una dichiarazione specifica che indichi che la legge italiana non accetta un consenso implicito basato sull'assenza di resistenza. La legge italiana punisce gli atti sessuali compiuti con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità (art. 609 bis c.p.), ma non specifica direttamente il concetto di consenso implicito o esplicito.<br />
# Legislazione italiana riguardo il consenso: La legge italiana, come riportato nelle fonti, si concentra sulla punibilità degli atti sessuali compiuti con violenza, minaccia o abuso di autorità (articolo 609 bis del codice penale). Non ho trovato nelle fonti fornite un riferimento diretto che affermi che la legislazione italiana richieda esplicitamente il consenso per gli atti sessuali in generale. Tuttavia, l'articolo 609 ter c.p. punisce chi compie atti sessuali con minorenni, e l'articolo 609 quater c.p. punisce la prostituzione minorile e la pornografia minorile. Inoltre, l'articolo 609-sexies c.p. stabilisce che l'ignoranza dell'età della persona offesa non può essere invocata come scusa, a meno che non si tratti di ignoranza inevitabile. Non ho trovato nelle fonti fornite informazioni specifiche riguardo al consenso in pratiche BDSM o altre situazioni in cui il consenso diventa un fattore critico per la liceità degli atti sessuali.<br />
---<br />
<br />
Altro spunto di riflessione, questi dato non sono sulle denunce ma su i processi, almeno in Italia non tutti i fascicoli (cioè le denunce) vanno a processo cioè in tribunale, anzi la maggior parte viene archiviata (ovvero non si va a processo), da quel che so solo il 40% dei fascicoli supera il Gup e va a processo. Perché ciò è interessante? Perché una delle più comuni cause di archiviazione è che la denuncia sia contro ignoti (non si sa chi ha commesso il reato, la ha fatta franca dicamo) ma nei reati contro le donne e nei reati di violenza nella stagrandissima maggioranza dei casi l'indagato è noto. Inoltre mi ricordo che in italia mediamente le sentenze di condanna si attestino al 50% circa mentre i reati di violenza sessuale si attestino come percentuale di condanna al 15%. Ovviamente non prendere queste statistiche per oro colato ma come spunto per approfondimenti.<br />
<br />
Un aspetto cruciale da considerare nell'analisi della giustizia penale in Italia riguarda il percorso delle denunce fino al processo. Non tutte le denunce si trasformano in processi giudiziari; infatti, una significativa porzione di esse viene archiviata prima di raggiungere questa fase. Questo fenomeno è particolarmente rilevante poiché, secondo alcune stime, solo il 40% dei fascicoli supera la fase preliminare del Giudice per le Indagini Preliminari (GUP) e procede verso il processo. La ragione dietro a questo dato merita attenzione, soprattutto considerando che una delle cause più frequenti di archiviazione è la denuncia contro ignoti, ovvero casi in cui l'autore del reato non è identificato. Tuttavia, nei reati di violenza contro le donne e nei reati di violenza in generale, l'indagato è spesso noto, il che pone interrogativi sulla gestione di tali denunce.Inoltre, è importante sottolineare che, mentre la media delle sentenze di condanna in Italia si aggira intorno al 50%, per i reati di violenza sessuale la percentuale di condanne è significativamente inferiore, attestandosi intorno al 15%. Questo divario tra la generale tendenza alla condanna e la specifica situazione dei reati di violenza sessuale solleva questioni sulla difficoltà di perseguire legalmente tali crimini e sulla necessità di approfondire le cause di tale discrepanza.Queste osservazioni non devono essere interpretate come definitive, ma piuttosto come spunti per ulteriori indagini e riflessioni sul sistema giudiziario e sulla sua capacità di affrontare efficacemente i reati di violenza, in particolare quelli contro le donne. La complessità di questi temi richiede un'analisi dettagliata e un impegno costante per migliorare l'accesso alla giustizia per le vittime di violenza.<br />
<br />
--- <br />
<br />
Proseguendo nell'analisi, in ambito di reati e di responsabilità penale, ci accorgiamo che la mancanza di lucidità è vista in modo diverso. <br />
<br />
'''Interpretazione Differenziata della Lucidità:'''<br />
<br />
Nel contesto dei reati e della responsabilità penale, la lucidità viene interpretata in modo diverso, evidenziando una possibile mancanza di considerazione per la complessità delle situazioni individuali.<br />
<br />
'''Approccio Matematico vs Caso per Caso:'''<br />
<br />
Si preferisce un approccio più rigido, ispirato all’ingegneria e alla matematica, rispetto a un’analisi caso per caso che potrebbe meglio catturare la complessità delle situazioni reali.<br />
<br />
'''Aree Grigie nel Principio del Consenso:'''<br />
<br />
L’applicazione del principio del consenso può presentare aree grigie, come evidenziato dall’esempio dei due adolescenti leggermente brilli.<br />
<br />
'''Mancanza di Riflessione Profonda nella Legislazione:'''<br />
<br />
Le leggi possono essere formulate rapidamente senza una riflessione approfondita sulla complessità delle situazioni reali, spesso per dare una buona impressione superficiale o mantenere una facciata di rispettabilità.<br />
<br />
'''Esempio degli Autovelox e Leggi Punitivi:'''<br />
<br />
Le leggi possono essere punitivamente severe ma spesso non applicate rigorosamente, come nel caso dei limiti di velocità e degli autovelox. Se applicate rigorosamente, potrebbero risultare in ingiustizie.<br />
<br />
'''Leggi come Slogan piuttosto che Soluzioni:'''<br />
<br />
Alcune leggi possono servire più come slogan o strumenti politici piuttosto che tentativi concreti di affrontare e risolvere problemi reali.<br />
<br />
'''Strumentalizzazioni Politiche:'''<br />
<br />
Viene menzionata la strumentalizzazione politica e la necessità di un’analisi critica e non superficiale, sottolineando la necessità di guardare oltre le apparenze nella formulazione delle leggi.<br />
<br />
'''Necessità di Analisi Critica:'''<br />
<br />
La necessità di un’analisi critica e approfondita per esaminare la legge e la sua applicazione, in modo da garantire che affronti effettivamente le questioni complesse della vita reale piuttosto che servire interessi superficiali o politici.<br />
<br />
Queste tesi suggeriscono una chiamata a una riflessione più profonda e a un’analisi critica della legge e della sua applicazione. Questo è fondamentale per garantire che le leggi siano formulate e applicate in modo tale da affrontare efficacemente le questioni complesse della vita reale.<br />
<br />
{{S|}}<br />
Il primo punto da capire: parliamo di persone brille o persone ubriache? Qual è la terminologia specifica?<br />
<br />
il secondo punto: interessi politici, disinteresse delle persone, interessi mediatici, strumentalizzazioni, ecc<br />
<br />
terzo punto: assenza di stabilità semantica<br />
<br />
quarto punto: iperprotezione e relativismo, non si può far sentire sicure le persone proteggendole di più <br />
=== Perché usare il concetto di consenso come un ombrello per ogni problema ===<br />
Nel caso di omicidio stradale, guidare in stato di ebbrezza è considerato un comportamento volontario e pericoloso, e l'intossicazione non rappresenta una scusante. Dunque l'intossicazione da sostanze altera la capacità individuale di consenso informato, ma non esime dalle responsabilità legali per azioni che mettono a rischio l'incolumità altrui.<br />
<br />
Per dimostrarlo vorrei considerare alcuni casi pratici di esempio (ad esempio quello in cui entrambi i partner siano brilli).<br />
# Consenso Informato:<br />
#* Il consenso richiede una comprensione chiara e una valutazione consapevole delle implicazioni delle proprie azioni. L'incapacità di fornire un consenso informato sotto l'effetto dell'alcool o delle droghe è riconosciuta dalla legge, specialmente in situazioni come relazioni sessuali o decisioni mediche. La legge tutela le persone da potenziali abusi o sfruttamenti in tali condizioni vulnerabili.<br />
# Intossicazione e Responsabilità Legale:<br />
#* Nella guida in stato di ebbrezza, l'elemento di scelta volontaria gioca un ruolo cruciale. Una persona sceglie attivamente di consumare alcol e poi di mettersi al volante, mettendo a rischio la sicurezza altrui. La legge tende a considerare queste decisioni come atti di negligenza o imprudenza, che non possono essere giustificati dall'intossicazione.<br />
# Differenze tra i Due Scenari:<br />
#* Le differenze tra questi due scenari risiedono principalmente nella natura delle decisioni e nelle potenziali conseguenze. Nel primo caso, l'intossicazione può rendere una persona incapace di fornire un consenso informato, mettendo la persona in una posizione di vulnerabilità. Nel secondo caso, l'intossicazione non esonera una persona dalla responsabilità legale per le conseguenze pericolose delle proprie azioni.<br />
*</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Alcol_e_consenso,_Riflessione_sula_complessit%C3%A0_della_situazione&diff=29372Alcol e consenso, Riflessione sula complessità della situazione2024-03-16T22:47:36Z<p>Admin: Admin ha spostato la pagina Alcol e consenso, Riflessione sula complessità della situazione a Alcol e consenso, Riflessione sulla complessità della situazione</p>
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<div>#RINVIA [[Alcol e consenso, Riflessione sulla complessità della situazione]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Alcol_e_consenso,_Riflessione_sulla_complessit%C3%A0_della_situazione&diff=29371Alcol e consenso, Riflessione sulla complessità della situazione2024-03-16T22:47:35Z<p>Admin: Admin ha spostato la pagina Alcol e consenso, Riflessione sula complessità della situazione a Alcol e consenso, Riflessione sulla complessità della situazione</p>
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===Alcol e consenso===<br />
*[https://www.laleggepertutti.it/194469_fare-sesso-con-una-ragazza-ubriaca-e-violenza-sessuale Fare sesso con una ragazza ubriaca è violenza sessuale]<br />
== Riflessione sula complessità della situazione ==<br />
=== Introduzione ===<br />
Le leggi riconoscono che l'assunzione alcol e droghe può alterare lo stato di coscienza di una persona e comprometterne la capacità di fornire un consenso pienamente consapevole. Una persona visibilmente ubriaca o drogata, ad esempio, potrebbe non essere in grado di fornire un consenso valido.<br />
<br />
Questa prospettiva legislativa sembra sensata ad una prima lettura, tuttavia, quando guardiamo ad esempi concreti le cose si fanno più complesse. Considerando due adolescenti leggermente brilli che si baciano consensualmente, come si applica in questo caso il principio del consenso? La legge dovrebbe considerare automaticamente invalido il loro consenso reciproco? Hanno dunque effettuato violenza sessuale reciproca? <br />
<br />
Non si tratta di un esercizio accademico, ma di una questione reale che tocca la vita quotidiana di molti. La legge semplifica spesso situazioni complesse per gestirle equamente, ma la realtà è più sfumata.<br />
<br />
Nel caso di due adolescenti leggermente brilli, se entrambi comprendono le loro azioni, il loro consenso potrebbe essere valido. Se uno dei due è molto ubriaco, il consenso potrebbe non essere valido, poiché l'alcol può alterare la capacità di decisione. Anche in questo caso però il tema appare delicato. È importante sottolineare che queste sono questioni complesse a cui non esiste una risposta univoca o definitiva, ma è fondamentale promuovere un dialogo aperto e onesto su questi temi.<br />
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{{S|}}<br />
<br />
C'è da inglobare in queste riflessioni questa parte (presa da qui: [[Leggi, Filosofia del diritto#Finalità delle leggi nel diritto penale]]): <br />
<br />
Divisione tra il piano della responsabilità penale con quello dell'educazione. <br />
<br />
Come ho scritto in un commento, bisogna tenere distinto il piano della '''responsabilità''' '''penale''' con quello dell''''educazione'''. Se non ci fossero tutti questi tabù, i pregiudizi, gli ostacoli alla libertà e all'emancipazione sessuale le cose sarebbero ben diverse, questo senz'altro. E il cambiamento si ottiene con l'educazione. Ciò non toglie che, per me, la responsabilità penale di chi va con una persona incapace di prestare il proprio consenso c'è. E tutti quelli che dicono "''ma allora siamo quasi tutti penalmente responsabili''" , beh si, hanno ragione, perché purtroppo la cosa è fin troppo normalizzata, secondo me. Non c'è da scherzare con la libertà delle persone. Addirittura io litigai con un mio collega durante una lezione di diritto penale perché lui sosteneva che se il partner "revoca" il proprio consenso durante l'atto e l'altro non si ferma, non sarebbe stupro. <br />
<br />
Questo per farti capire come la penso. Che sul tema bisognerebbe parlare senza paraocchi, senza pregiudizi, senza tabù certamente, ma anche con un po' di cautela.<br />
<br />
Come dicevo è una cosa che va verificata caso per caso. Ovviamente il sistema è mandato avanti da esseri umani. Leggi troppo generiche sono pericolose ma anche leggi troppo casistiche. È nel caso concreto che bisogna verificare se la presunta vittima ha potuto dare il proprio consenso. E no, potrebbe essere diversamente.<br />
<br />
Nel caso che hai postato tu forse il tribunale del riesame ha ragione, in un altro caso la soluzione potrebbe essere diversa. Non si può ragionare astrattamente.<br />
<br />
--- <br />
<br />
1. **Consenso nelle relazioni intime**: Viene sottolineata l'importanza di ottenere il consenso esplicito prima di intraprendere qualsiasi atto sessuale o bacio, evidenziando che la legge non accetta un consenso implicito basato sull'assenza di resistenza da parte della partner. <br />
<br />
2. **Legislazione italiana riguardante il consenso**: Viene discusso come la legge italiana gestisce il consenso negli atti sessuali, citando specificamente gli articoli 609bis e ter del codice penale. Viene evidenziato che la legislazione non richiede esplicitamente il consenso per gli atti sessuali, ma piuttosto si concentra sull'assenza di violenza, minaccia, o abuso di autorità, salvo in casi specifici dove il consenso diventa un fattore critico (ad esempio, in pratiche BDSM), dove il consenso è necessario per considerare gli atti leciti, dato che potrebbero altrimenti configurarsi come reati perseguibili su querela della persona offesa. <br />
<br />
# Consenso nelle relazioni intime: Le fonti consultate enfatizzano l'importanza del consenso esplicito nelle relazioni intime. Il consenso sessuale è definito come una comunicazione verbale che esprime la volontà di partecipare a un'attività sessuale e può essere revocato in qualsiasi momento. Non si dovrebbe mai presumere che il silenzio o l’assenza di resistenza equivalgano a un consenso. Inoltre, il consenso non può essere ottenuto tramite coercizione, minacce o violenza. Tuttavia, non ho trovato nelle fonti fornite una dichiarazione specifica che indichi che la legge italiana non accetta un consenso implicito basato sull'assenza di resistenza. La legge italiana punisce gli atti sessuali compiuti con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità (art. 609 bis c.p.), ma non specifica direttamente il concetto di consenso implicito o esplicito.<br />
# Legislazione italiana riguardo il consenso: La legge italiana, come riportato nelle fonti, si concentra sulla punibilità degli atti sessuali compiuti con violenza, minaccia o abuso di autorità (articolo 609 bis del codice penale). Non ho trovato nelle fonti fornite un riferimento diretto che affermi che la legislazione italiana richieda esplicitamente il consenso per gli atti sessuali in generale. Tuttavia, l'articolo 609 ter c.p. punisce chi compie atti sessuali con minorenni, e l'articolo 609 quater c.p. punisce la prostituzione minorile e la pornografia minorile. Inoltre, l'articolo 609-sexies c.p. stabilisce che l'ignoranza dell'età della persona offesa non può essere invocata come scusa, a meno che non si tratti di ignoranza inevitabile. Non ho trovato nelle fonti fornite informazioni specifiche riguardo al consenso in pratiche BDSM o altre situazioni in cui il consenso diventa un fattore critico per la liceità degli atti sessuali.<br />
<br />
--- <br />
<br />
Proseguendo nell'analisi, in ambito di reati e di responsabilità penale, ci accorgiamo che la mancanza di lucidità è vista in modo diverso. <br />
<br />
'''Interpretazione Differenziata della Lucidità:'''<br />
<br />
Nel contesto dei reati e della responsabilità penale, la lucidità viene interpretata in modo diverso, evidenziando una possibile mancanza di considerazione per la complessità delle situazioni individuali.<br />
<br />
'''Approccio Matematico vs Caso per Caso:'''<br />
<br />
Si preferisce un approccio più rigido, ispirato all’ingegneria e alla matematica, rispetto a un’analisi caso per caso che potrebbe meglio catturare la complessità delle situazioni reali.<br />
<br />
'''Aree Grigie nel Principio del Consenso:'''<br />
<br />
L’applicazione del principio del consenso può presentare aree grigie, come evidenziato dall’esempio dei due adolescenti leggermente brilli.<br />
<br />
'''Mancanza di Riflessione Profonda nella Legislazione:'''<br />
<br />
Le leggi possono essere formulate rapidamente senza una riflessione approfondita sulla complessità delle situazioni reali, spesso per dare una buona impressione superficiale o mantenere una facciata di rispettabilità.<br />
<br />
'''Esempio degli Autovelox e Leggi Punitivi:'''<br />
<br />
Le leggi possono essere punitivamente severe ma spesso non applicate rigorosamente, come nel caso dei limiti di velocità e degli autovelox. Se applicate rigorosamente, potrebbero risultare in ingiustizie.<br />
<br />
'''Leggi come Slogan piuttosto che Soluzioni:'''<br />
<br />
Alcune leggi possono servire più come slogan o strumenti politici piuttosto che tentativi concreti di affrontare e risolvere problemi reali.<br />
<br />
'''Strumentalizzazioni Politiche:'''<br />
<br />
Viene menzionata la strumentalizzazione politica e la necessità di un’analisi critica e non superficiale, sottolineando la necessità di guardare oltre le apparenze nella formulazione delle leggi.<br />
<br />
'''Necessità di Analisi Critica:'''<br />
<br />
La necessità di un’analisi critica e approfondita per esaminare la legge e la sua applicazione, in modo da garantire che affronti effettivamente le questioni complesse della vita reale piuttosto che servire interessi superficiali o politici.<br />
<br />
Queste tesi suggeriscono una chiamata a una riflessione più profonda e a un’analisi critica della legge e della sua applicazione. Questo è fondamentale per garantire che le leggi siano formulate e applicate in modo tale da affrontare efficacemente le questioni complesse della vita reale.<br />
<br />
{{S|}}<br />
Il primo punto da capire: parliamo di persone brille o persone ubriache? Qual è la terminologia specifica?<br />
<br />
il secondo punto: interessi politici, disinteresse delle persone, interessi mediatici, strumentalizzazioni, ecc<br />
<br />
terzo punto: assenza di stabilità semantica<br />
<br />
quarto punto: iperprotezione e relativismo, non si può far sentire sicure le persone proteggendole di più <br />
=== Perché usare il concetto di consenso come un ombrello per ogni problema ===<br />
Nel caso di omicidio stradale, guidare in stato di ebbrezza è considerato un comportamento volontario e pericoloso, e l'intossicazione non rappresenta una scusante. Dunque l'intossicazione da sostanze altera la capacità individuale di consenso informato, ma non esime dalle responsabilità legali per azioni che mettono a rischio l'incolumità altrui.<br />
<br />
Per dimostrarlo vorrei considerare alcuni casi pratici di esempio (ad esempio quello in cui entrambi i partner siano brilli).<br />
# Consenso Informato:<br />
#* Il consenso richiede una comprensione chiara e una valutazione consapevole delle implicazioni delle proprie azioni. L'incapacità di fornire un consenso informato sotto l'effetto dell'alcool o delle droghe è riconosciuta dalla legge, specialmente in situazioni come relazioni sessuali o decisioni mediche. La legge tutela le persone da potenziali abusi o sfruttamenti in tali condizioni vulnerabili.<br />
# Intossicazione e Responsabilità Legale:<br />
#* Nella guida in stato di ebbrezza, l'elemento di scelta volontaria gioca un ruolo cruciale. Una persona sceglie attivamente di consumare alcol e poi di mettersi al volante, mettendo a rischio la sicurezza altrui. La legge tende a considerare queste decisioni come atti di negligenza o imprudenza, che non possono essere giustificati dall'intossicazione.<br />
# Differenze tra i Due Scenari:<br />
#* Le differenze tra questi due scenari risiedono principalmente nella natura delle decisioni e nelle potenziali conseguenze. Nel primo caso, l'intossicazione può rendere una persona incapace di fornire un consenso informato, mettendo la persona in una posizione di vulnerabilità. Nel secondo caso, l'intossicazione non esonera una persona dalla responsabilità legale per le conseguenze pericolose delle proprie azioni.<br />
*</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Alcol_e_consenso,_Riflessione_sulla_complessit%C3%A0_della_situazione&diff=29370Alcol e consenso, Riflessione sulla complessità della situazione2024-03-16T14:53:15Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
<br />
===Alcol e consenso===<br />
*[https://www.laleggepertutti.it/194469_fare-sesso-con-una-ragazza-ubriaca-e-violenza-sessuale Fare sesso con una ragazza ubriaca è violenza sessuale]<br />
== Riflessione sula complessità della situazione ==<br />
=== Introduzione ===<br />
Le leggi riconoscono che l'assunzione alcol e droghe può alterare lo stato di coscienza di una persona e comprometterne la capacità di fornire un consenso pienamente consapevole. Una persona visibilmente ubriaca o drogata, ad esempio, potrebbe non essere in grado di fornire un consenso valido.<br />
<br />
Questa prospettiva legislativa sembra sensata ad una prima lettura, tuttavia, quando guardiamo ad esempi concreti le cose si fanno più complesse. Considerando due adolescenti leggermente brilli che si baciano consensualmente, come si applica in questo caso il principio del consenso? La legge dovrebbe considerare automaticamente invalido il loro consenso reciproco? Hanno dunque effettuato violenza sessuale reciproca? <br />
<br />
Non si tratta di un esercizio accademico, ma di una questione reale che tocca la vita quotidiana di molti. La legge semplifica spesso situazioni complesse per gestirle equamente, ma la realtà è più sfumata.<br />
<br />
Nel caso di due adolescenti leggermente brilli, se entrambi comprendono le loro azioni, il loro consenso potrebbe essere valido. Se uno dei due è molto ubriaco, il consenso potrebbe non essere valido, poiché l'alcol può alterare la capacità di decisione. Anche in questo caso però il tema appare delicato. È importante sottolineare che queste sono questioni complesse a cui non esiste una risposta univoca o definitiva, ma è fondamentale promuovere un dialogo aperto e onesto su questi temi.<br />
<br />
{{S|}}<br />
<br />
C'è da inglobare in queste riflessioni questa parte (presa da qui: [[Leggi, Filosofia del diritto#Finalità delle leggi nel diritto penale]]): <br />
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Divisione tra il piano della responsabilità penale con quello dell'educazione. <br />
<br />
Come ho scritto in un commento, bisogna tenere distinto il piano della '''responsabilità''' '''penale''' con quello dell''''educazione'''. Se non ci fossero tutti questi tabù, i pregiudizi, gli ostacoli alla libertà e all'emancipazione sessuale le cose sarebbero ben diverse, questo senz'altro. E il cambiamento si ottiene con l'educazione. Ciò non toglie che, per me, la responsabilità penale di chi va con una persona incapace di prestare il proprio consenso c'è. E tutti quelli che dicono "''ma allora siamo quasi tutti penalmente responsabili''" , beh si, hanno ragione, perché purtroppo la cosa è fin troppo normalizzata, secondo me. Non c'è da scherzare con la libertà delle persone. Addirittura io litigai con un mio collega durante una lezione di diritto penale perché lui sosteneva che se il partner "revoca" il proprio consenso durante l'atto e l'altro non si ferma, non sarebbe stupro. <br />
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Questo per farti capire come la penso. Che sul tema bisognerebbe parlare senza paraocchi, senza pregiudizi, senza tabù certamente, ma anche con un po' di cautela.<br />
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Come dicevo è una cosa che va verificata caso per caso. Ovviamente il sistema è mandato avanti da esseri umani. Leggi troppo generiche sono pericolose ma anche leggi troppo casistiche. È nel caso concreto che bisogna verificare se la presunta vittima ha potuto dare il proprio consenso. E no, potrebbe essere diversamente.<br />
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Nel caso che hai postato tu forse il tribunale del riesame ha ragione, in un altro caso la soluzione potrebbe essere diversa. Non si può ragionare astrattamente.<br />
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1. **Consenso nelle relazioni intime**: Viene sottolineata l'importanza di ottenere il consenso esplicito prima di intraprendere qualsiasi atto sessuale o bacio, evidenziando che la legge non accetta un consenso implicito basato sull'assenza di resistenza da parte della partner. <br />
<br />
2. **Legislazione italiana riguardante il consenso**: Viene discusso come la legge italiana gestisce il consenso negli atti sessuali, citando specificamente gli articoli 609bis e ter del codice penale. Viene evidenziato che la legislazione non richiede esplicitamente il consenso per gli atti sessuali, ma piuttosto si concentra sull'assenza di violenza, minaccia, o abuso di autorità, salvo in casi specifici dove il consenso diventa un fattore critico (ad esempio, in pratiche BDSM), dove il consenso è necessario per considerare gli atti leciti, dato che potrebbero altrimenti configurarsi come reati perseguibili su querela della persona offesa. <br />
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# Consenso nelle relazioni intime: Le fonti consultate enfatizzano l'importanza del consenso esplicito nelle relazioni intime. Il consenso sessuale è definito come una comunicazione verbale che esprime la volontà di partecipare a un'attività sessuale e può essere revocato in qualsiasi momento. Non si dovrebbe mai presumere che il silenzio o l’assenza di resistenza equivalgano a un consenso. Inoltre, il consenso non può essere ottenuto tramite coercizione, minacce o violenza. Tuttavia, non ho trovato nelle fonti fornite una dichiarazione specifica che indichi che la legge italiana non accetta un consenso implicito basato sull'assenza di resistenza. La legge italiana punisce gli atti sessuali compiuti con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità (art. 609 bis c.p.), ma non specifica direttamente il concetto di consenso implicito o esplicito.<br />
# Legislazione italiana riguardo il consenso: La legge italiana, come riportato nelle fonti, si concentra sulla punibilità degli atti sessuali compiuti con violenza, minaccia o abuso di autorità (articolo 609 bis del codice penale). Non ho trovato nelle fonti fornite un riferimento diretto che affermi che la legislazione italiana richieda esplicitamente il consenso per gli atti sessuali in generale. Tuttavia, l'articolo 609 ter c.p. punisce chi compie atti sessuali con minorenni, e l'articolo 609 quater c.p. punisce la prostituzione minorile e la pornografia minorile. Inoltre, l'articolo 609-sexies c.p. stabilisce che l'ignoranza dell'età della persona offesa non può essere invocata come scusa, a meno che non si tratti di ignoranza inevitabile. Non ho trovato nelle fonti fornite informazioni specifiche riguardo al consenso in pratiche BDSM o altre situazioni in cui il consenso diventa un fattore critico per la liceità degli atti sessuali.<br />
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Proseguendo nell'analisi, in ambito di reati e di responsabilità penale, ci accorgiamo che la mancanza di lucidità è vista in modo diverso. <br />
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'''Interpretazione Differenziata della Lucidità:'''<br />
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Nel contesto dei reati e della responsabilità penale, la lucidità viene interpretata in modo diverso, evidenziando una possibile mancanza di considerazione per la complessità delle situazioni individuali.<br />
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'''Approccio Matematico vs Caso per Caso:'''<br />
<br />
Si preferisce un approccio più rigido, ispirato all’ingegneria e alla matematica, rispetto a un’analisi caso per caso che potrebbe meglio catturare la complessità delle situazioni reali.<br />
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'''Aree Grigie nel Principio del Consenso:'''<br />
<br />
L’applicazione del principio del consenso può presentare aree grigie, come evidenziato dall’esempio dei due adolescenti leggermente brilli.<br />
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'''Mancanza di Riflessione Profonda nella Legislazione:'''<br />
<br />
Le leggi possono essere formulate rapidamente senza una riflessione approfondita sulla complessità delle situazioni reali, spesso per dare una buona impressione superficiale o mantenere una facciata di rispettabilità.<br />
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'''Esempio degli Autovelox e Leggi Punitivi:'''<br />
<br />
Le leggi possono essere punitivamente severe ma spesso non applicate rigorosamente, come nel caso dei limiti di velocità e degli autovelox. Se applicate rigorosamente, potrebbero risultare in ingiustizie.<br />
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'''Leggi come Slogan piuttosto che Soluzioni:'''<br />
<br />
Alcune leggi possono servire più come slogan o strumenti politici piuttosto che tentativi concreti di affrontare e risolvere problemi reali.<br />
<br />
'''Strumentalizzazioni Politiche:'''<br />
<br />
Viene menzionata la strumentalizzazione politica e la necessità di un’analisi critica e non superficiale, sottolineando la necessità di guardare oltre le apparenze nella formulazione delle leggi.<br />
<br />
'''Necessità di Analisi Critica:'''<br />
<br />
La necessità di un’analisi critica e approfondita per esaminare la legge e la sua applicazione, in modo da garantire che affronti effettivamente le questioni complesse della vita reale piuttosto che servire interessi superficiali o politici.<br />
<br />
Queste tesi suggeriscono una chiamata a una riflessione più profonda e a un’analisi critica della legge e della sua applicazione. Questo è fondamentale per garantire che le leggi siano formulate e applicate in modo tale da affrontare efficacemente le questioni complesse della vita reale.<br />
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{{S|}}<br />
Il primo punto da capire: parliamo di persone brille o persone ubriache? Qual è la terminologia specifica?<br />
<br />
il secondo punto: interessi politici, disinteresse delle persone, interessi mediatici, strumentalizzazioni, ecc<br />
<br />
terzo punto: assenza di stabilità semantica<br />
<br />
quarto punto: iperprotezione e relativismo, non si può far sentire sicure le persone proteggendole di più <br />
=== Perché usare il concetto di consenso come un ombrello per ogni problema ===<br />
Nel caso di omicidio stradale, guidare in stato di ebbrezza è considerato un comportamento volontario e pericoloso, e l'intossicazione non rappresenta una scusante. Dunque l'intossicazione da sostanze altera la capacità individuale di consenso informato, ma non esime dalle responsabilità legali per azioni che mettono a rischio l'incolumità altrui.<br />
<br />
Per dimostrarlo vorrei considerare alcuni casi pratici di esempio (ad esempio quello in cui entrambi i partner siano brilli).<br />
# Consenso Informato:<br />
#* Il consenso richiede una comprensione chiara e una valutazione consapevole delle implicazioni delle proprie azioni. L'incapacità di fornire un consenso informato sotto l'effetto dell'alcool o delle droghe è riconosciuta dalla legge, specialmente in situazioni come relazioni sessuali o decisioni mediche. La legge tutela le persone da potenziali abusi o sfruttamenti in tali condizioni vulnerabili.<br />
# Intossicazione e Responsabilità Legale:<br />
#* Nella guida in stato di ebbrezza, l'elemento di scelta volontaria gioca un ruolo cruciale. Una persona sceglie attivamente di consumare alcol e poi di mettersi al volante, mettendo a rischio la sicurezza altrui. La legge tende a considerare queste decisioni come atti di negligenza o imprudenza, che non possono essere giustificati dall'intossicazione.<br />
# Differenze tra i Due Scenari:<br />
#* Le differenze tra questi due scenari risiedono principalmente nella natura delle decisioni e nelle potenziali conseguenze. Nel primo caso, l'intossicazione può rendere una persona incapace di fornire un consenso informato, mettendo la persona in una posizione di vulnerabilità. Nel secondo caso, l'intossicazione non esonera una persona dalla responsabilità legale per le conseguenze pericolose delle proprie azioni.<br />
*</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Come_Mentire_e_Indurre_in_Errore_con_le_Statistiche_sugli_Stupri&diff=29369Come Mentire e Indurre in Errore con le Statistiche sugli Stupri2024-03-16T14:20:38Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>L'articolo: https://www.datagoneodd.com/blog/2015/01/25/how-to-lie-and-mislead-with-rape-statistics-part-1/<br />
<br />
'''Da fare: finire a copiare i link e le immagini, tradurre la seconda parte. Rileggere.'''<br />
<br />
= How To Lie And Mislead With Rape Statistics: Part 1 =<br />
January 25, 2015 by Francis Walker<br />
<br />
Si scopre che solo il 7,8% delle denunce di stupro sono vere.<br />
<br />
So che può sembrare difficile da credere, ma non me lo sono inventato. Tecnicamente, è completamente vero. È anche completamente una cavolata. È così fuorviante e costruito su così tante avvertenze non dichiarate, che la maggior parte delle persone lo considererebbe come buono come mentire se sapessero come è stato effettivamente derivato. La cosa interessante è quella statistica che potresti aver sentito, che "solo il 2-8% delle denunce di stupro si rivelano false"? Non solo è altrettanto fuorviante (se non di più), ma proviene dallo stesso identico insieme di dati.<br />
<br />
Allora, da dove viene il numero del 2-8%? Se lo hai letto [http://www.washingtonpost.com/posteverything/wp/2014/12/06/no-matter-what-jackie-said-we-should-automatically-believe-rape-claims/ nell'articolo di Zerlina Maxwell] sul Washington Post potresti essere ragionevolmente confuso che l'intervallo provenga dall'FBI.<blockquote>''Infatti (nonostante i vari miti popolari), l'FBI riporta che solo il 2-8 percento delle accuse di stupro si rivelano false, una percentuale che è inferiore a quella (10 percento) di persone che mentono sul furto di auto.''</blockquote>Maxwell ha fatto riferimento a un articolo del 2009 che [http://www.nsvrc.org/publications/articles/false-reports-moving-beyond-issue-successfully-investigate-and-prosecute-non-s ipotizzava la fascia del 2-8%], ma questo non ha nulla a che fare con le statistiche dell'FBI o i furti d'auto. Tuttavia, esiste una versione precedente dell'articolo del 2009 pubblicata nel 2007 con lo stesso nome che includeva questo dato:<blockquote>''Per esempio, il dipartimento di polizia di Portland, Oregon, ha esaminato 431 denunce di aggressioni sessuali completate o tentate nel 1990 e ha scoperto che l'1,6%''<ref>Questa statistica proviene dalla versione 2 del manuale dell'Oregon SART. Quando hanno aggiornato questa statistica 12 anni dopo, nel 2002, come descritto nella versione 3, hanno scoperto che era quasi raddoppiata al 3%</ref> ''di esse sono state determinate essere false. Questo era in confronto con una percentuale del 2,6% per le false denunce di furto di veicoli (Ufficio del Procuratore Generale dell'Oregon, 2006).''</blockquote>Questo proviene da un singolo dipartimento di polizia, in un singolo anno, e non è una statistica dell'FBI. Come si scopre, c'è una statistica rilevante dell'FBI, ma invece dell'1,6%, è dell'8%, il che significherebbe che non si adatterebbe al suo punto riguardo ai furti di veicoli. D'altra parte, c'è anche una statistica separata<ref>Menzionato in fondo alla pagina 5 qui, anche se la fonte originale è sconosciuta</ref> che dice che circa il 10% delle denunce di furto di veicoli sono false. OK, quindi ora abbiamo una fonte per la fascia del 2-8%, una stima dell'FBI che è in quella gamma, e un'altra statistica che mostra una percentuale più alta di furti d'auto. Quindi, mentre lei confonde un po' le sue fonti e ciò rende quello che dice un po' fuorviante, nel complesso il suo punto è accurato, giusto?<br />
<br />
È qui che ci imbattiamo in un piccolo problema<ref>In realtà ci sono più di un problema - le persone fanno false denunce di veicoli rubati per frode assicurativa, che ha molto poco a che fare con il motivo per cui fanno false denunce di stupro, quindi non vedo molto valore informativo nel fatto che una sia più alta dell'altra. Anche se confrontare numeri non correlati è il tuo genere, non sono sicuro che ti piacerà come finisce questo.</ref> – stiamo attingendo tutte queste statistiche da posti diversi, quindi come facciamo a sapere che sono abbastanza simili da essere confrontabili? Se Maxwell avesse controllato quella statistica dell'8% dell'FBI, scoprirebbe che effettivamente hanno qualcosa da dire su questo argomento – anche se non si inserisce così bene nel suo racconto. Il numero dell'8% proviene dalla sezione II dei rapporti dell'FBI sul crimine negli Stati Uniti dal 1995 al 1997 che dicono:<br />
<br />
1995<blockquote>''La percentuale di "infondatezza", o la percentuale di denunce determinate attraverso l'indagine essere false, è più alta per lo stupro forzato rispetto a qualsiasi altro crimine dell'Indice. Nel 1995, l'8% delle denunce di stupro forzato sono state considerate "infondate", mentre la media per tutti i crimini dell'Indice era del 2%.''</blockquote>1996<blockquote>''La percentuale di "infondatezza", o la percentuale di denunce determinate attraverso l'indagine essere false, è più alta per lo stupro forzato rispetto a qualsiasi altro crimine dell'Indice. L'otto percento delle denunce di stupro forzato nel 1996 sono state considerate "infondate", mentre la media per tutti i crimini dell'Indice era del 2 percento.''</blockquote>1997<blockquote>''Una percentuale più alta di denunce di stupro forzato viene determinata "infondata", o trovata attraverso l'indagine essere falsa, rispetto a qualsiasi altro crimine dell'Indice. Mentre la media delle percentuali di "infondatezza" per tutti i reati dell'Indice del crimine era del 2 percento nel 1997, l'8 percento delle denunce di stupro forzato erano "infondate" nello stesso periodo di tempo.''</blockquote>Quindi, quando si guarda alle cose su una base comparabile e dai dati sui crimini di tutto il paese e su più anni, invece che la percentuale di rapporti infondati sia inferiore per lo stupro rispetto ad altri tipi di crimine, lo stupro forzato ha effettivamente le percentuali più alte di infondatezza ed era costantemente 4 volte la media.<br />
<br />
Torniamo alla fascia del 2-8% del 2009. Pensa per un minuto a cosa renderebbe una buona fonte statistica su false denunce di stupro. Data la facilità con cui si possono manipolare le ricerche statistiche, probabilmente vorresti qualcuno di imparziale affinché i dati siano utili. Ora clicca sulla fonte elencata da Maxwell. Si tratta di un articolo che appare in The Voice, il bollettino del National Center for the Prosecution of Violence Against Women. L'articolo è intitolato ''False Reports: Moving Beyond the Issue to Successfully Investigate and Prosecute Non-Stranger Sexual Assault''. OK, quindi non inizia proprio bene sul fronte dell'imparzialità, ma diamogli il beneficio del dubbio e approfondiamo l'articolo.<br />
<br />
L'articolo inizia con una nota che le stime delle false denunce di aggressioni sessuali variano parecchio (dall'1,5% al 90%). Poi proseguono dicendo che non trovano molte delle precedenti fonti di dati credibili e tentano di restringere quella fascia. Il primo studio<ref>Penso che archive.org debba perfezionare la loro metodologia di elenco delle parole chiave</ref>4 che cercano di screditare è stato fatto nel 1994 dal professor Eugene Kanin. In esso, Kanin ha scoperto che il 41% delle 109 denunce di aggressioni sessuali fatte a un dipartimento di polizia del Midwest in un periodo di 9 anni è stato determinato essere falso. Questo sembrerebbe in netto contrasto con la loro affermazione che il numero reale sia del 2-8%. Gli autori presentano due ragioni principali per cui lo studio di Kanin non è valido. La prima è che le determinazioni che le denunce erano false sono state fatte solo dai detective. Lavorano in una citazione da un articolo scritto da David Lisak, uno degli autori del documento (la versione del 2009 comunque):<blockquote>''Kanin non descrive alcuno sforzo per sistematizzare la sua propria "valutazione" dei rapporti di polizia—ad esempio, elencando dettagli o fatti che ha usato per valutare i criteri utilizzati dalla polizia per trarre le loro conclusioni. Né Kanin descrive alcuno sforzo per confrontare la sua valutazione di quei rapporti con quella di un secondo ricercatore indipendente—fornendo un'analisi della "affidabilità". Questo viola una regola fondamentale della scienza, una regola progettata per garantire che le osservazioni non siano semplicemente il riflesso del pregiudizio dell'osservatore (p. 2).''</blockquote>Poi continuano a riassumere questo primo punto come segue:<blockquote>''In altre parole, non c'è modo di esplorare se la classificazione di questi casi come falsi sia stata semplicemente effettuata come risultato delle percezioni e dei pregiudizi dei detective, senza alcuna reale indagine condotta.''</blockquote>Colgo l'occasione per una breve deviazione nella terra dell'ironia. Ricordate come ho detto che c'era una versione precedente di questo articolo di due anni prima? Sebbene David Lisak non fosse un autore di quel documento (il suo posto fu preso dal Dr. Alan Berkowitz), gli altri due autori - Dr. Kimberly A. Lonsway e il Sergente Joanne Archambault (in pensione) - lo erano. In quella versione, la fascia "credibile" era del 2-4% invece del 2-8% e offrivano tre pezzi di evidenza a sostegno. Il primo è il dato del Dipartimento di Polizia dell'Oregon (sembra che la polizia sia perfettamente in grado di una determinazione imparziale - finché il numero che ottengono ti piace). Il secondo era questo<ref>Il loro terzo e ultimo pezzo di evidenza nel documento originale era uno studio che si è svolto al di fuori degli Stati Uniti</ref>:<blockquote>''Similmente, il Sergente Joanne Archambault della Divisione Crimini Sessuali del Dipartimento di Polizia di San Diego ha valutato regolarmente la percentuale di false denunce per diversi anni e le ha trovate essere intorno al 4%''</blockquote>Il pregiudizio dell'osservatore può essere un vero problema, ma funziona in entrambi i modi. Più tardi arriveremo alle prove che stanno usando per la loro nuova stima (fortunatamente hanno scartato le prime due fonti del 2007 questa volta). Quando lo facciamo, tenete a mente quali tipi di vedute avevano in partenza. Torniamo allo studio di Kanin. La loro principale preoccupazione è essenzialmente che la polizia sta facendo la determinazione vero/falso da sola, potenzialmente a capriccio senza molta indagine, che in superficie è una lamentela piuttosto valida. Tranne che, ovviamente, per il fatto che rappresenta completamente in modo errato come sono stati determinati i rapporti falsi. Quello che vogliono farvi pensare è che si tratta solo di un gruppo di poliziotti che non credono alle donne e quindi classificano come false senza indagare affatto sui dettagli. Possono farlo perché sanno che praticamente nessuno andrà veramente a leggere la ricerca sottostante. Se lo facessi, troveresti questo proprio all'inizio nella sezione dei metodi:<blockquote>''Questa città è stata presa di mira per lo studio perché offriva un laboratorio quasi modello per studiare le false denunce di stupro. Primo, la sua agenzia di polizia non è sommersa da gravi casi di crimini gravi e, quindi, ha la libertà e la motivazione di registrare e perseguire a fondo tutte le denunce di stupro. Infatti, la politica dell'agenzia vieta agli agenti di polizia di usare la loro discrezione nel decidere se riconoscere ufficialmente una denuncia di stupro, indipendentemente da quanto quella denuncia possa essere sospetta. Secondo, la dichiarazione di un'accusa falsa segue una procedura altamente istituzionalizzata. L'indagine su tutte le denunce di stupro prevede sempre un'offerta seria di sottoporre a poligrafo le denuncianti e i sospettati. Inoltre, per una dichiarazione di accusa falsa da emettere, la denunciante deve ammettere che nessuno stupro è avvenuto. Lei è l'unico agente che può dire che l'accusa di stupro è falsa. Il dipartimento di polizia non dichiarerà un'accusa di stupro come falsa quando la denunciante, per qualsiasi motivo, non prosegue con l'accusa o coopera sul caso, indipendentemente da quanto dubbio la polizia possa avere riguardo la validità dell'accusa. In breve, questi casi sono dichiarati falsi solo perché la denunciante ha ammesso che sono falsi. Inoltre, solo una persona è poi autorizzata a inserire nei registri una dichiarazione formale che l'accusa è falsa, l'ufficiale responsabile dei registri. Infine, si dovrebbe notare che questo dipartimento non confonde i tentativi di stupro denunciati con gli stupri completati. Pertanto, le denuncianti di stupro menzionate in questo documento si riferiscono a stupri forzati completati solo. Ciò che precede ci lascia con una certa fiducia che i casi dichiarati falsi da questa agenzia di polizia sono effettivamente una riflessione ragionevole - se non minima - delle false denunce di stupro fatte a questa agenzia, specialmente quando si considera che una scoperta di falsa denuncia è totalmente dipendente dalla ritrattazione dell'accusa di stupro.''</blockquote>Dato che questo è internet e quella era una lunga citazione, permettetemi di riassumerla<br />
<br />
* Gli agenti di polizia sono vietati di usare la loro discrezione nel decidere se una denuncia è falsa <br />
* Una denuncia è determinata essere falsa se, e solo se, la denunciante ammette che nessuno stupro è avvenuto<br />
<br />
La credibilità è importante qui. Per credere nella fascia del 2-8%, devi accettare la premessa che gli autori dell'articolo hanno esaminato la ricerca pertinente e distillato in modo equo e accurato i dati in quella gamma. Con quello che ora sai sulla metodologia, fai a te stesso la seguente domanda: la visione presentata dagli autori rappresenta equamente e con precisione i fatti dello studio?<br />
<br />
Passiamo al loro secondo problema con lo studio di Kanin.<blockquote>''Questa preoccupazione è aggravata dal fatto che la pratica di questo particolare dipartimento di polizia era di fare un'offerta "seria di sottoporre a poligrafo" tutte le denuncianti e i sospettati di stupro (Kanin, 1994, p. 82). Infatti, questa pratica "è stata rifiutata e, in molti casi, messa al bando a causa del suo impatto intimidatorio sulle vittime" (Lisak, 2007, p. 6).''</blockquote>Devo fare un'altra deviazione qui. Le persone usano molte tattiche diverse quando cercano di convincerti di cose e alcune sono più efficaci di altre. Non so voi, ma citare se stessi come autorità è abbastanza in fondo alla lista delle cose che mi convincono. Ha un po' quel senso di "Il mio punto è davvero grande, ma sembra che io sia l'unico a farlo". A volte può essere una buona opzione, e sono sicuro che se continuo a fare blogging abbastanza a lungo finirò per farlo alcune volte anch'io, ma nel contestare lo studio di Kanin gli autori usano tre diverse citazioni - e sono tutti lo stesso articolo di Lisak. Oh e solo per punti bonus, quell'articolo di Lisak che continuano a citare? In esso Lisak cita la versione 2007 di False Reports di Lonsway e Archambault. Quindi suppongo che lo renda un'autorità al quadrato? Mettendo da parte il fatto che le loro fonti di critica dello studio di Kanin sembrano venire solo da uno degli autori stessi, la loro lamentela non è del tutto priva di merito. Nell'articolo di base Lisak nota che quando gli investigatori esprimono dubbio durante le interviste alle potenziali vittime può causare sentimenti di confusione, vergogna e auto-colpa. Non sto per contestare questo o dire che penso che l'uso del poligrafo da parte della polizia sia una buona politica. Tuttavia, non sono davvero sicuro di come questo confuti il fatto che, in questo caso, il 41% delle donne ha ammesso di aver inventato l'accusa. In effetti, Kanin stesso affronta questo punto molto nel suo studio<blockquote>Un'obiezione possibile a queste ritrattazioni riguarda la loro validità. Le ritrattazioni dello stupro potrebbero essere il risultato del desiderio delle denuncianti di evitare un "secondo assalto" per mano della polizia. Piuttosto che procedere con la vera accusa di stupro, si potrebbe argomentare, queste donne hanno ritirato le loro accuse per evitare il trauma dell'indagine della polizia. Diverse risposte sono possibili a questo tipo di critica. Primo, con pochissime eccezioni, queste denuncianti erano sospette al momento della denuncia o entro uno o due giorni dopo l'accusa. Queste ritrattazioni non sono seguite a lunghi periodi di indagine e interrogatorio che costituirebbero qualcosa che si avvicina a un secondo assalto. Secondo...nei casi in cui è stato identificato e interrogato un sospetto, i fatti della ritrattazione si accordavano con la difesa del sospetto. Ultimo, la politica di questa agenzia di polizia è di applicare uno statuto riguardante la falsa denuncia di un reato grave. Dopo la ritrattazione, la denunciante è informata che sarà accusata di aver presentato una falsa denuncia, punibile con una multa sostanziosa e una pena detentiva. In nessun caso, è stato fatto uno sforzo da parte della denunciante per ritrattare la ritrattazione.</blockquote>Non fraintendetemi, non sono così ingenuo da dire che non esista una cosa come una falsa confessione. Tuttavia le false confessioni non accadono solo così - sono fatte per certe ragioni<ref>Il Progetto Innocenza ha una spiegazione abbastanza buona qui</ref>, e non sono davvero sicuro che queste ragioni abbiano molto a che fare con le situazioni qui discusse. Le false confessioni fatte nel tentativo di porre fine a lunghe ore di interrogatori coercitivi, o per evitare violenza fisica hanno senso. Quello che non ha senso è l'idea che queste donne ammettano di aver inventato le accuse e forniscano spiegazioni che si accordano con altri fatti del caso invece di alzarsi e andarsene se si sentivano a disagio con le domande. Ha ancora meno senso quando poi vengono informate che saranno accusate di falsa denuncia e continuano ad attenersi alla storia che hanno inventato tutto.<br />
<br />
Non devi solo prendere la mia parola per buona però, possiamo usare un po' di matematica semplice per aiutarci a valutare queste affermazioni. Se la fascia del 2-8% è corretta, quante delle confessioni nello studio di Kanin sarebbero false? Per evitare problemi di arrotondamento, moltiplichiamo tutti i numeri riportati per 1.000 (quindi i rapporti totali passano da 109 a 109.000 e il numero di donne che confessano di aver fatto false denunce passa da 45 a 45.000). Se assumiamo che il tasso effettivo di falsa denuncia sia dell'8%, ci sarebbero 8.720 denunce che erano effettivamente false. Ciò significa che l'80,6% delle volte (36.280 casi), le donne ammettevano di aver inventato la denuncia e accettavano la punizione per averlo fatto, nonostante ci fosse stato realmente uno stupro. In realtà, il numero è probabilmente ancora più alto. Ricordate che <u>lo studio di Kanin conta una denuncia come falsa solo se la donna ammette che era falsa</u>. I numeri sopra assumono che il 100% delle donne che hanno presentato denunce false vengano scoperte e ammettano di averlo fatto. Se solo il 75% di coloro che presentano false denunce confessano, allora passa da un tasso di false confessioni dell'80,6% all'85,5%. La seguente tabella mostra il tasso di false confessioni basato su una varietà di tassi effettivi di false denunce (sul lato sinistro) e tassi di confessione dei falsi denuncianti (in cima).<br />
[[File:False confession rate vs Actual False Reporting Rate.png|centro|riquadrato]]<br />
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Quindi la domanda che devi farti è: sembra un intervallo plausibile per la percentuale di false confessioni in situazioni in cui le donne sono libere di andarsene senza confessare e affrontano multe e tempi di carcere se lo fanno?<br />
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C'è una cosa finale che trovo curiosa nella loro critica allo studio di Kanin. Se pensano che l'uso del poligrafo stia influenzando così tanto i risultati dello studio, si penserebbe che almeno menzionino l'addenda allo studio che descrive un diverso insieme di dati a cui hanno successivamente avuto accesso<ref>Suppongo che ne abbiano tecnicamente fatto menzione. L'hanno sepolto in una nota a piè di pagina come questa.</ref>. Nel 1998 Kanin ha ottenuto l'accesso ai registri di polizia di due grandi università statali del Midwest. Il risultato? In un periodo di tre anni, il 50% delle denunce di stupro forzato erano false. Ancora una volta, solo i casi che includevano una ritrattazione dell'accusa venivano classificati come falsi, e questa volta non veniva usato il poligrafo. Ecco cosa ha detto Kanin su quei dati<blockquote>''In entrambe le agenzie di polizia, la presa della denuncia e il successivo seguito dell'indagine era la responsabilità esclusiva di un ufficiale femminile di alto rango. Nessuna agenzia ha impiegato il poligrafo e nessuna ha dichiarato la denuncia falsa senza una ritrattazione dell'accusa. Più sorprendente è la modellazione dei motivi delle false accuse date dalle denuncianti, una modellazione simile a quella trovata per le denuncianti non studentesse della città. Circa la metà (53%) delle false accuse sono state verbalizzate come aventi una funzione di alibi. In ogni caso, un coinvolgimento sessuale consensuale ha portato a problemi la cui soluzione sembrava essere trovata nel presentare un'accusa di stupro. Le denunce motivate dalla vendetta, circa il 44%, erano della stessa natura apparentemente banale e meschina come quelle incontrate dall'agenzia di polizia della città.''</blockquote>Dato il tempo che ho speso a difendere lo studio di Kanin, potresti pensare che io lo consideri una sorta di standard oro - non lo faccio. Ci sono una serie di lamentele valide sullo studio. Prima di tutto, lo studio iniziale è di una città del Midwest con una popolazione di 70.000 e anche le università erano del Midwest, quindi non si può affidabilmente estrapolare questi tassi come indicativi di tutto il paese. In secondo luogo, i dati sono piuttosto datati a questo punto, con lo studio pubblicato nel 1994 e addenda del 1998, quindi non ci danno necessariamente molte informazioni su come stanno le cose attualmente. Tuttavia, le critiche che Lonsway et al hanno scelto di sollevare non sono solo deboli, ma significativamente fuorvianti. [Aggiornamento: ho scritto di più sui difetti dello studio di Kanin qui]<br />
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Quindi se questi sono i dati che non gli piacciono, su quale tipo di dati pensano che dovremmo affidarci? Controlla presto per Come Mentire e Indurre in Errore con le Statistiche sugli Stupri: Parte 2.<br />
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UPDATE: Part 2 is now [https://www.datagoneodd.com/blog/2015/01/27/how-to-lie-and-mislead-with-rape-statistics-part-2/ available].<br />
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== Note ==</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=File:False_confession_rate_vs_Actual_False_Reporting_Rate.png&diff=29368File:False confession rate vs Actual False Reporting Rate.png2024-03-16T14:19:09Z<p>Admin: </p>
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<div>False confession rate vs Actual False Reporting Rate</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Come_Mentire_e_Indurre_in_Errore_con_le_Statistiche_sugli_Stupri&diff=29367Come Mentire e Indurre in Errore con le Statistiche sugli Stupri2024-03-16T13:34:30Z<p>Admin: Creata pagina con "L'articolo: https://www.datagoneodd.com/blog/2015/01/25/how-to-lie-and-mislead-with-rape-statistics-part-1/ = How To Lie And Mislead With Rape Statistics: Part 1 = January 25, 2015 by Francis Walker Si scopre che solo il 7,8% delle denunce di stupro sono vere. So che può sembrare difficile da credere, ma non me lo sono inventato. Tecnicamente, è completamente vero. È anche completamente una cavolata. È così fuorviante e costruito su così tante avvertenze non dic..."</p>
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<div>L'articolo: https://www.datagoneodd.com/blog/2015/01/25/how-to-lie-and-mislead-with-rape-statistics-part-1/<br />
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= How To Lie And Mislead With Rape Statistics: Part 1 =<br />
January 25, 2015 by Francis Walker<br />
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Si scopre che solo il 7,8% delle denunce di stupro sono vere.<br />
<br />
So che può sembrare difficile da credere, ma non me lo sono inventato. Tecnicamente, è completamente vero. È anche completamente una cavolata. È così fuorviante e costruito su così tante avvertenze non dichiarate, che la maggior parte delle persone lo considererebbe come buono come mentire se sapessero come è stato effettivamente derivato. La cosa interessante è quella statistica che potresti aver sentito, che "solo il 2-8% delle denunce di stupro si rivelano false"? Non solo è altrettanto fuorviante (se non di più), ma proviene dallo stesso identico insieme di dati.<br />
<br />
Allora, da dove viene il numero del 2-8%? Se lo hai letto nell'articolo di Zerlina Maxwell sul Washington Post potresti essere ragionevolmente confuso che l'intervallo provenga dall'FBI.<blockquote>''Infatti (nonostante i vari miti popolari), l'FBI riporta che solo il 2-8 percento delle accuse di stupro si rivelano false, una percentuale che è inferiore a quella (10 percento) di persone che mentono sul furto di auto.''</blockquote>Maxwell ha fatto riferimento a un articolo del 2009 che ipotizzava la fascia del 2-8%, ma questo non ha nulla a che fare con le statistiche dell'FBI o i furti d'auto. Tuttavia, esiste una versione precedente dell'articolo del 2009 pubblicata nel 2007 con lo stesso nome che includeva questo dato:<blockquote>''Per esempio, il dipartimento di polizia di Portland, Oregon, ha esaminato 431 denunce di aggressioni sessuali completate o tentate nel 1990 e ha scoperto che l'1,6%1 di esse sono state determinate essere false. Questo era in confronto con una percentuale del 2,6% per le false denunce di furto di veicoli (Ufficio del Procuratore Generale dell'Oregon, 2006).''</blockquote>Questo proviene da un singolo dipartimento di polizia, in un singolo anno, e non è una statistica dell'FBI. Come si scopre, c'è una statistica rilevante dell'FBI, ma invece dell'1,6%, è dell'8%, il che significherebbe che non si adatterebbe al suo punto riguardo ai furti di veicoli. D'altra parte, c'è anche una statistica separata2 che dice che circa il 10% delle denunce di furto di veicoli sono false. OK, quindi ora abbiamo una fonte per la fascia del 2-8%, una stima dell'FBI che è in quella gamma, e un'altra statistica che mostra una percentuale più alta di furti d'auto. Quindi, mentre lei confonde un po' le sue fonti e ciò rende quello che dice un po' fuorviante, nel complesso il suo punto è accurato, giusto?<br />
<br />
È qui che ci imbattiamo in un piccolo problema3 – stiamo attingendo tutte queste statistiche da posti diversi, quindi come facciamo a sapere che sono abbastanza simili da essere confrontabili? Se Maxwell avesse controllato quella statistica dell'8% dell'FBI, scoprirebbe che effettivamente hanno qualcosa da dire su questo argomento – anche se non si inserisce così bene nel suo racconto. Il numero dell'8% proviene dalla sezione II dei rapporti dell'FBI sul crimine negli Stati Uniti dal 1995 al 1997 che dicono:<br />
<br />
1995<blockquote>''The “unfounded” rate, or percentage of complaints determined through investigation to be false, is higher for forcible rape than for any other Index crime. In 1995, 8 percent of forcible rape complaints were “unfounded,” while the average for all Index crimes was 2 percent.''</blockquote>1996<blockquote>''The “unfounded” rate, or percentage of complaints determined through investigation to be false, is higher for forcible rape than for any other Index crime. Eight percent of forcible rape complaints in 1996 were “unfounded,” while the average for all Index crimes was 2 percent.''</blockquote>1997<blockquote>''A higher percentage of complaints of forcible rape are determined “unfounded,” or found by investigation to be false, than for any other Index crime. While the average of “unfounded” rates for all Crime Index offenses was 2 percent in 1997, 8 percent of forcible rape complaints were “unfounded” for the same timeframe.''</blockquote>So when you look at things on a comparable basis and from crime data across the country and across multiple years, instead of the percentage of unfounded reports being lower for rape than other types of crime, forcible rape actually has the highest unfounded rates and was consistently 4x the average.<br />
<br />
Let’s go back to that 2-8% range from 2009. Think for a minute about what would make for a good statistical source on false rape reports. Given how easy it can be to manipulate statistical research, you’d probably want someone unbiased if the data is to be at all useful. Now click through to the source Maxwell listed. It is an article that appears in The Voice, the newsletter for The National Center for the Prosecution of Violence Against Women. The article is titled ''False Reports: Moving Beyond the Issue to Successfully Investigate and Prosecute Non-Stranger Sexual Assault''. OK, so not starting out so hot on the unbiased front, but let’s give it the benefit of doubt and dig into the article.<br />
<br />
The article starts out with a note that estimates for sexual assault false reports vary quite a bit (1.5% to 90%). They then go on to say that they don’t find many of the prior data points to be credible, and attempt to narrow that range. The first study4 they attempt to discredit was done in 1994 by Professor Eugene Kanin. In it, Kanin found that 41% of the 109 sexual assault reports made to a midwestern police department over a 9 year period were determined to be false. This would seem to stand in pretty stark contrast to their assertion that the real number is 2-8%. The authors present two main reasons why the Kanin study is invalid. This first is that the determinations that the reports were false were made only by the detectives. They work in a quote from an article written by David Lisak, one of the authors of the paper (the 2009 iteration anyway):<blockquote>''Kanin describes no effort to systemize his own ‘evaluation’ of the police reports—for example, by listing details or facts that he used to evaluate the criteria used by the police to draw their conclusions. Nor does Kanin describe any effort to compare his evaluation of those reports to that of a second, independent research— providing a ‘reliability’ analysis. This violates a cardinal rule of science, a rule designed to ensure that observations are not simply the reflection of the bias of the observer (p. 2).''</blockquote>They then go on to sum up this first point as follows:<blockquote>''In other words, there is no way to explore whether the classification of these cases as false was simply made as a result of the detectives’ own perceptions and biases, without any real investigation being conducted.''</blockquote>I’ll take this opportunity for a brief detour into irony land. Remember how I said there was an earlier version of this paper from two years prior? Though David Lisak was not an author of that paper (Dr. Alan Berkowitz took his place), the other two authors – Dr. Kimberly A. Lonsway, and Sergeant Joanne Archambault (Ret.) – were. In that version, the “credible” range was 2-4% instead of 2-8% and they offered three pieces of evidence to support it. The first is the Oregon Police Department data (it would seem the police are perfectly capable of an unbiased determination – so long as you like the number they come up with). The second was this5:<blockquote>''Similarly, Sgt. Joanne Archambault of the Sex Crimes Division of the San Diego Police Department routinely evaluated the rate of false reports over several years and found them to be around 4%''</blockquote>Observer bias can be a real issue, but it does work both ways. Later on we’ll get to the evidence that they are using for their new estimate (thankfully they scraped the first two sources from 2007 this time around). When we do, keep in mind what kind of views they had going in.<br />
<br />
Let’s return to the Kanin study. Their primary concern is essentially that the police are making the true/false determination on their own, potentially on a whim without much investigation, which on the surface is a pretty valid complaint. Except, of course, for the fact that it completely misrepresents how the reports were determined to be false. What they want you to think is that this is just a bunch of cops who don’t believe the women and so they classify it as false without digging into the details at all. They can do that because they know that pretty much no one is actually going to go and read the underlying research. If you did, you would find this right up front in the methods section:<blockquote>''This city was targeted for study because it offered an almost model laboratory for studying false rape allegations. First, its police agency is not inundated with serious felony cases and, therefore, has the freedom and the motivation to record and thoroughly pursue all rape complaints. In fact, agency policy forbids police officers to use their discretion in deciding whether to officially acknowledge a rape complaint, regardless how suspect that complaint may be. Second, the declaration of a false allegation follows a highly institutionalized procedure. The investigation of all rape complaints always involves a serious offer to polygraph the complainants and the suspects. Additionally, for a declaration of false charge to be made, the complainant must admit that no rape had occurred. She is the sole agent who can say that the rape charge is false. The police department will not declare a rape charge as false when the complainant, for whatever reason, fails to pursue the charge or cooperate on the case, regardless how much doubt the police may have regarding the validity of the charge. In short, these cases are declared false only because the complainant admitted they are false. Furthermore, only one person is then empowered to enter into the records a formal declaration that the charge is false, the officer in charge of records. Last, it should be noted that this department does not confuse reported rape attempts with completed rapes. Thus, the rape complainants referred to in this paper are for completed forcible rapes only. The foregoing leaves us with a certain confidence that cases declared false by this police agency are indeed a reasonable–if not a minimal reflection of false rape allegations made to this agency, especially when one considers that a finding of false allegation is totally dependent upon the recantation of the rape charge.''</blockquote>Since this is the internet and that was a long quote, allow me to sum it up<br />
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* Police officers are forbidden to use their discretion in deciding whether a complaint is false<br />
* A complaint is determined to be false if, and only if, the complainant admits that no rape occurred<br />
<br />
Credibility is important here. In order for the 2-8% range to be believed, you have to accept the premise that the article’s authors reviewed the relevant research and fairly and accurately distilled the data down to that range. With what you now know about the methodology, ask yourself the following question – Does the view put forth by the authors fairly and accurately represent the facts of the study?<br />
<br />
Let’s move on to their second problem with the Kanin study.<blockquote>''This concern is compounded by the fact that the practice of this particular police department was to make a “serious offer to polygraph” all rape complainants and suspects (Kanin, 1994, p. 82). In fact, this practice “has been rejected and, in many cases, outlawed because of its intimidating impact on victims” (Lisak, 2007, p. 6).''</blockquote>I have to take another detour here. People use a lot of different tactics when they are trying to convince you of things and some are more effective than others. I don’t know about you, but quoting yourself as authority sits pretty far down on the list of things that convince me. It kind of has that “My point is really great, but I seem to be the only one making it” ring to it. Sometimes it may be a good option, and I’m sure if I keep this blogging thing up long enough I’ll end up doing it a few times myself, but in disputing the Kanin study the authors use three different quotation – and they’re all the same Lisak article. Oh and just for bonus points, that Lisak article they keep citing? In it Lisak cites Lonsway and Archambault’s 2007 version of ''False Reports''. So I guess that makes it authority squared?<br />
<br />
Setting aside the fact their sources for critiques of the Kanin study only seem to come from one of the authors themselves, their complaint is not completely without merit. In the underlying article Lisak notes that when investigators express doubt when interviewing potential victims it can cause feelings of confusion, shame, and self-blame. I’m not going to dispute that or say that I think the police using a polygraph makes for good policy. However, I’m not really sure how it disproves the fact that, in this case, 41% of the women admitted they made the allegation up. In fact, Kanin himself deals with this very point in the study<blockquote>''A possible objection to these recantations concerns their validity. Rape recantations could be the result of the complainants’ desire to avoid a “second assault” at the hands of the police. Rather than proceed with the real charge of rape, the argument goes, these women withdrew their accusations to avoid the trauma of police investigation.''<br />
<br />
''Several responses are possible to this type of criticism. First, with very few exceptions, these complainants were suspect at the time of the complaint or within a day or two after charging. These recantations did not follow prolonged periods of investigation and interrogation that would constitute anything approximating a second assault. Second…in those cases where a suspect was identified and interrogated, the facts of the recantation dovetailed with the suspect’s own defense. Last, the policy of this police agency is to apply a statute regarding the false reporting of a felony. After the recant, the complainant is informed that she will be charged with filing a false complaint, punishable by a substantial fine and a jail sentence. In no case, has an effort been made on the part of the complainant to retract the recantation.''</blockquote>Don’t get me wrong, I’m not naive enough to say that there is no such thing as a false confession. However false confessions don’t just happen – they are made for certain reasons6, and I’m not really sure those reasons have much to do with the situations being discussed here. False confessions made in an attempt to end long long hours of coercive interrogations, or to avoid physical violence make sense. What doesn’t make sense is the idea that these women admit to making up the the allegations and provide explanations that comport with other facts of the case instead of just getting up and leaving if they felt uncomfortable with the questioning. It makes even less sense when they are then told they will be charged with false reporting and continue to stick with the the story that they made it all up.<br />
<br />
You don’t have to just take my word for it though, we can use some simple math to help us evaluate these claims. If the 2-8% range is correct, how many of the confessions in the Kanin study would be false? To avoid issues with rounding, let’s multiply all the reported numbers by 1,000 (so total reports goes from 109 to 109,000 and the number of women who confess to making false reports goes from 45 to 45,000). If we assume that the true false reporting rate is 8%, there would be 8,720 reports that were actually false. That means that 80.6% of the time (36,280 cases), the women were admitting to making the report up and accepting punishment for doing so, despite there genuinely being a rape. Actually, the number is probably even higher. Remember that the Kanin study only counts a report as false if the woman admits that it was false. The above numbers assume that 100% of the women who filed the false reports are caught and admit to doing so. If only 75% of the those who file false reports confess, than it goes from an 80.6% false confession rate to 85.5%. The following chart shows the false confession rate based on a variety of actual false reporting rates (down the left) and false reporter confession rates (across the top).<br />
<br />
So the question you have to ask yourself is – Does this seem like a plausible range for the the percentage of false confessions in situations where the women are free to leave without confessing, and face fines and jail time if they do?<br />
<br />
There is one final thing I find curious about their critique of the Kanin study. If they feel that the use of the polygraph is throwing off the results of the study so much, you would think they would at least mention the addenda to the study that describes a different data set that they later gained access to7. In 1998 Kanin obtained access to the police records of two large Midwestern state universities. The result? Over a three year period, 50% of the forcible rape complaints were false. Once again, only cases that included a recantation of the charge were classified as false, and there was no use of polygraph this time. Here is what Kanin had to say about that data<blockquote>''In both police agencies, the taking of the complaint and the follow-up investigation was the exclusive responsibility of a ranking female officer. Neither agency employed the polygraph and neither declared the complaint false without a recantation of the charge. Most striking is the patterning of the reasons for the false allegations given by the complainants, a patterning similar to that found for the nonstudent city complainants. Approximately one half (53%) of the false charges were verbalized as serving an alibi function. In every case, consensual sexual involvement led to problems whose solution seemed to be found in the filing of a rape charge. The complaints motivated by revenge, about 44%, were of the same seemingly trivial and spiteful nature as those encountered by the city police agency.''</blockquote>Given the amount of time I have spent defending the Kanin study, you might think that I regard it as some sort of gold standard – I do not. There are a number of valid complaints about the study. First of all, the initial study is from a Midwestern city with a population of 70,000 and the universities were Midwestern as well, so you can’t reliably extrapolate these rates as being indicative of the entire country. Second, the data is fairly dated at this point, with the study being published in 1994 and addenda from 1998, so it doesn’t necessarily give us a lot of information about how things are currently. However, the criticisms that Lonsway et al chose to bring up are not only weak, but significantly misleading. [Update: I have since written more about the flaws in the Kanin study here]<br />
<br />
So if that is the data that they don’t like, what kind of data do they think we should be relying on? Check back soon for How to Lie and Mislead With Rape Statistics: Part 2.<br />
<br />
UPDATE: Part 2 is now available.<br />
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<br />
<br />
# This stat was from version 2 of the Oregon SART handbook. When they updated this stat 12 years later in 2002, as described in version 3, they found it had nearly doubled to 3% ↩<br />
# Mentioned at the bottom of page 5 here, though original source is unknown ↩<br />
# Actually there is more than one issue – people make false reports of stolen vehicles for insurance fraud, which has very little to do with why they make false rape reports, so I don’t really see much informational value in one being higher than another. Though if comparing unrelated numbers is your thing, I’m not sure you are going to like how this one turns out. ↩<br />
# I think archive.org needs to refine their keyword listing methodology ↩<br />
# Their third and final piece of evidence in the original paper was a study that took place outside the US ↩<br />
# The Innocence Project has a pretty good explanation here ↩<br />
# I suppose they did ''technically'' mention it. They buried in an end note like this one. ↩</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=False_accuse_di_stupro,_cosa_dicono_gli_studi&diff=29366False accuse di stupro, cosa dicono gli studi2024-03-16T13:29:09Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
<br />
{{Torna a|False accuse di stupro e molestie}}<br />
<br />
== Riassunto ==<br />
In breve il paper nell'abstract riassume che le accuse false di stupro sono solo il 5.9%. Tuttavia, se lo si analizza più a fondo, si scopre che questa dicitura '''include solo i casi in cui un'investigazione attenta ha prodotto evidenze che il crimine non è avvenuto'''. E tutti gli altri casi? Basta pensare al processo a Johnny Depp per realizzare quanto sia complesso riuscire a dimostrare una falsa accusa. Ma non tutti sono altrettanto ricchi. Cosa accade in tutti i casi in cui l'accusatrice ritira le accuse, o ci si accorge che non c'era alcuna prova o risulta inattendibile o si è ritirata dal processo? Tutti quei casi non sono inclusi nel dato del 5.9%. Ma quindi che vuol dire? Che quelle accuse fossero vere? <br />
<br />
Il paper conclude che le accuse false sono un fenomeno raro, ma in realtà i dati mostrano due cose:<br />
<br />
* che è raro che si riesca a dimostrare qualcosa (colpevolezza o innocenza)<br />
* che la stragrande maggioranza degli accusati viene assolta. <br />
<br />
Non si può sapere con certezza quante delle accuse che non hanno portato a un procedimento siano vere o false e non si può dedurre che le accuse false siano un fenomeno raro.<br />
<br />
In questo studio, il 44.9% dei casi non è andato avanti, spesso a causa di prove insufficienti o perché l'accusatore si è ritirato o perché non si configurava il reato di stupro. In questa percentuale, non sappiamo quante accuse fossero false e quante fossero vere. Di conseguenza, non è corretto affermare che le false accuse siano un fenomeno raro basandosi solo su questi dati.<br />
<br />
Se consideriamo solo i casi per cui possiamo esprimere un giudizio certo, le false accuse rappresenterebbero il 14.3% (che non sono poche). Se, invece, consideriamo anche i casi indecidibili, la percentuale di false accuse potrebbe variare tra il 5.9% e il 64.7%.<br />
<br />
Altri studi riportano percentuali di false accuse variabili tra il 2.1% e il 10.9%, ma uno studio citato nel testo "Forensic victimology (2013)" riporta che le false accuse potrebbero arrivare fino al 50%.<br />
<br />
Pertanto, mentre è vero che ci sono false accuse (come in qualsiasi altro tipo di crimine), è anche vero che non abbiamo dati precisi su quante siano. È importante che ognuno di noi si faccia una propria opinione basata sui dati disponibili, ma dobbiamo anche riconoscere che questi dati sono incompleti e possono essere interpretati in modi diversi.<br />
<br />
In conclusione, è fondamentale non sottovalutare le denunce di stupro e far sì che ognuna di esse venga investigata in maniera approfondita. Allo stesso tempo, dobbiamo proteggere i diritti di chiunque sia accusato, perché fino a prova contraria, ogni persona è innocente.<br />
<br />
== Primo studio ==<br />
===Una premessa sui dati===<br />
Nell'abstract (ciò che la gente effettivamente legge) dello studio [https://cdn.atixa.org/website-media/atixa.org/wp-content/uploads/2016/03/12193336/Lisak-False-Allegations-16-VAW-1318-2010.pdf False Allegations of Sexual Assualt: An Analysis of Ten Years of Reported Cases] '''afferma che''' le '''accuse false di stupro sono il 5.9% del totale'''.<br />
<br />
Leggendo il paper, però, si scopre che con la frase "accusa falsa di stupro" ci si limita solo ad una sottocasistica molto stingente e cioè quella in cui si un'indagine approfondita riesce a produrre prove che il crimine non è avvenuto<ref>''"a thorough investigation must yield evidence that a crime did not occur"''</ref>. Tutti gli altri casi, ad esempio quelli in cui l'accusatrice si è ritirata dal processo e persino quelli in cui il fatto non si qualificava nemmeno come "sexual assault", non vengono conteggiati come false accuse.<br />
<br />
In altre parole o salta fuori qualcosa di eclatante per cui si evidenzia durante il processo che l'accusa è falsa; o l'accusato si comporta come Jonny Depp avviando un secondo processo (con tutti i costi che ciò comporta) oppure semplicemente non sapremo mai qual è la reale percentuale delle false accuse.<br />
<br />
===Tutti gli altri casi sono esclusi dalla definizione di "false accuse". Risultano '''esclusi''' quindi:===<br />
*Casi in cui c'erano <u>prove insufficienti</u><br />
*Casi in cui <u>la persona che accusava si è ritirata dal processo</u> ("withdrew from the process")<br />
*Casi in cui il fatto <u>non si qualificava nemmeno come "sexual assault"</u> legalmente (ma era stato indicato in questo modo inizialmente).<br />
*Casi in cui i ricercatori non avevano abbastanza informazioni per assegnare una categoria.<br />
===Le categorie sono:===<br />
*'''False report''': "if there was evidence that a thorough investigation was pursued and that the investigation had yielded evidence that the reported sexual assault had in fact not occurred"<br />
*'''Case did not proceed''': i casi che ho menzionato sopra, eccetto l'ultimo, più ancora altra roba.<br />
*'''Case proceeded''': "the report resulted in a referral for prosecution or disciplinary action or some other administrative action by the university".<br />
*'''Insufficient information'''<br />
{| class="wikitable"<br />
|+Table 2. Classification of Cases (N = 136)<br />
!Category<br />
!n<br />
!%<br />
|-<br />
|False report<br />
|8<br />
|5.9%<br />
|-<br />
|Case did not proceed<br />
|61<br />
|44.9%<br />
|-<br />
|Case proceeded<br />
|48<br />
|35.3%<br />
|-<br />
|Insufficient information<br />
|19<br />
|13.9%<br />
|}<br />
===Il problema===<br />
<u>Chi usa questo dato per asserire che le accuse false siano un fenomeno raro</u> perché il dato non lo implica affatto. Ciò che è raro è che venga <u>dimostrato</u> che chi viene accusato è in realtà innocente. Questo è ciò che il dato mostra.<br />
<br />
<u>Non vuol dire che se una persona è accusata di stupro questa abbia il 94,1% di probabilità di essere colpevole e sicuramente non vuol dire che l'accusa va creduta.</u><br />
===Interpretazione distorta del paper?===<br />
Eppure, il paper dice: "Complessivamente, questi risultati contraddicono lo stereotipo ancora ampiamente diffuso che le false accuse di stupro siano un evento comune"<ref>''"Cumulatively, these findings contradict the still widely promulgated stereotype that false rape allegations are a common occurrence"''</ref>''.''<br />
<br />
Come se la preoccupazione di chi si lamenta dell'esistenza di un numero elevato di false accuse si riferisse alle false accuse appurate, dimostrabili. È esattamente lo stesso problema degli stupri reali e denunciati. I primi sono molti più dei secondi, come le false accuse sono molto più delle condanne per false accuse.<br />
<br />
<u>Abbiamo un preoccupante 44.9% di "case did not proceed"</u>: non possiamo permetterci di trattare una persona come colpevole a priori, perché ha ricevuto un'accusa. Oltre che per rag ioni legali e civili, anche perché - statisticamente - il suo processo si concluderà così: "case did not proceed". E <u>non sappiamo quante delle accuse in questa categoria siano vere e quante false</u>. Ma ovviamente l'articolo viene usato per suggerire che le accuse false siano un fenomeno raro.<br />
<br />
Ciò che sappiamo è che, per i casi in cui si hanno prove che lo stupro c'è stato, "case proceeded" sono il 35.3% dei casi. Certamente di più rispetto a quelli in cui ci sono prove che lo stupro non c'è stato ("false allegation"). 6 volte tanto. Una possibile spiegazione potrebbe essere che lo scopo di un procedimento è dimostrare la colpevolezza di chi è accusato e servirebbe una controdenuncia per andare a scavare sulla falsità delle accuse. Un'altra è che chi avesse sporto una falsa testimonianza potrebbe chiudere prima il processo o ancora forse la veridicità di un'accusa è più facile da dimostrare della sua falsità. Quello che è certo è che '''suggerire che le accuse false siano un fenomeno raro sulla base di questi dati non ha senso.'''<br />
<br />
La narrazione "le vittime non vengono credute" è dunque pericolosa per diverse ragioni.<br />
<br />
===Riflessioni sui dati===<br />
Nell'impossibilità di sapere se le accuse fossero vere o false per la maggioranza dei casi finiti in tribunale, volendo comunque fornire una conclusione semplicistica come quella di chi afferma che solo il 6% delle denunce di stupro si riveli infondata, si possono usare diversi metodi:<br />
{| class="wikitable"<br />
|+Considerando solo i casi su cui possiamo esprimere un giudizio certo<br />
!Categoria<br />
!%<br />
|-<br />
|False reports<br />
|'''14.3%'''<br />
|-<br />
|Case proceeded<br />
|85.7%<br />
|}In alternativa dobbiamo prendere atto che tutti i casi indecidibili potrebbero di fatto rientrare in entrambe le categorie<br />
{| class="wikitable"<br />
|+Considerando anche i casi su cui non abbiamo certezze<br />
!Categoria<br />
!%<br />
|-<br />
|False accuse<br />
|'''tra il 5.9% e il 64.7%'''<br />
|-<br />
|Accuse legittime<br />
|tra il 35.3% e il 94%<br />
|}Lo studio si conclude riportando che molti altri studi hanno evidenziato dati simili, ma alla luce delle considerazioni appena fatte forse sarebbe il caso di rivalutare con attenzione l'interpretazione che viene data a riguardo.<br />
===Dati altri studi===<br />
• 2.1% (Heenan & Murray, 2006)<br />
<br />
• 2.5% (Kelly et al., 2005)<br />
<br />
• 3.0% (McCahill et al., 1979)<br />
<br />
• 5.9% (the present study)<br />
<br />
• 6.8% (Lonsway & Archambault, 2008)<br />
<br />
• 8.3% (Grace et al., 1992)<br />
<br />
• 10.3% (Clark & Lewis, 1977)<br />
<br />
• 10.9% (Harris & Grace, 1999)<br />
<br />
''Un commentatore fa notare che:''<br />
<br />
Sul tema ti consiglio il testo "[https://www.amazon.com/Forensic-Victimology-Examining-Investigative-Contexts/dp/0124080847 Forensic victimology (2013)]" che dice che il calcolo è molto difficile e che il famoso 2% è considerato falso, citando due studi che parlano di 30% e 50%. Se non ricordo, era tipo verso pagina 270 e qualcosa.<br />
==Secondo studio==<br />
[[File:Imageertyrtu.png|miniatura|Vedi l'articolo tradotto [[Come Mentire e Indurre in Errore con le Statistiche sugli Stupri]]]]Arriva a conclusioni molto simili al primo, ma ancora più marcate.<br />
In uno studio (molto accurato dal punto di vista statistico), l'autore conclude che le accuse di stupro:<br />
*Sicuramente vere sono una minoranza (1 - 8%)<br />
*Sicuramente false sono una minoranza (2 - 8%)<br />
*Il resto sono in qualche modo dubbiose (indagini sospese, mancanza di prove, ecc.)<br />
Per cui le femministe che dicono "solo il 2 - 8% di accuse di stupro sono false", "dimenticano" di dire che anche quelle sicuramente vere sono altrettante.<br />
<br />
[http://www.datagoneodd.com/blog/2015/01/25/how-to-lie-and-mislead-with-rape-statistics-part-1/ Link allo studio]<br />
== Perché potrebbe essere un problema ==<br />
Lo studio viene citato in maniera fuorviante da diverse fonti online, tra cui Wikipedia<ref>https://en.wikipedia.org/wiki/False_accusation_of_rape</ref> e articoli di giornale non accademici come quello dell'ABC Australia<ref>https://www.abc.net.au/triplej/programs/hack/false-rape-allegations-myths/13281852 (esso cita https://apo.org.au/node/107216 che cita https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26679304/ che cita l'articolo in questione)</ref>. Ciò può portare a informazioni fuorvianti riguardo alla frequenza delle accuse di stupro false. È fondamentale essere sempre scettici e critici verso le informazioni che si trovano in giro, valutando sempre l'evidenza e le argomentazioni presentate, e non fidarsi solo di abstract o conclusioni di altri. Per inciso, su Reddit esiste un canale di supporto per le vittime di false accuse di stupro (<nowiki>https://www.reddit.com/r/SupportForTheAccused/</nowiki>)<br />
==Note==<br />
[[Categoria:False denunce]]<br />
[[Categoria:Problematiche maschili]]<br />
[[Categoria:Distorsioni]]<br />
[[Categoria:Riflessione]]<br />
[[Categoria:Femminismo]]<br />
[[Categoria:Media]]<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Psicologia]]<br />
[[Categoria:Studi]]<br />
[[Categoria:Critiche]]<br />
<references /><div class="ezmob-footer ezoic-floating-bottom ezo_ad ezmob-footer-desktop" id="ezmobfooter"><center><span id="ezoic-pub-ad-placeholder-100"></span></center></div></div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Disturbi_alimentari:_il_pericolo_di_anteporre_le_aspettative_sociali_al_benessere&diff=29363Disturbi alimentari: il pericolo di anteporre le aspettative sociali al benessere2024-03-15T14:09:21Z<p>Admin: /* Riflessione originale presa da storie Instagram */</p>
<hr />
<div>{{S|DCA}}<br />
<br />
Titoli alternativi:<br />
<br />
# "La tossicità dell'automiglioramento fisico come dovere morale"<br />
# "Disturbi alimentari: sfidare la narrativa tossica della società"<br />
# "Pressioni sociali e disturbi alimentari: una riflessione critica"<br />
# "Oltre la performance: promuovere un approccio sano al benessere"<br />
# "L'ossessione per i cambiamenti fisici rapidi: il ruolo del marketing"<br />
# "Amore per se stessi e disturbi alimentari: sfatare i falsi miti"<br />
# "Verso un equilibrio: superare gli standard irrealistici di bellezza"<br />
# "La convenienza dei consumi nell'eccessiva enfasi sulla performance fisica"<br />
# "Disturbi alimentari: il pericolo di anteporre le aspettative sociali al benessere"<br />
# "Consapevolezza sui disturbi alimentari: sfidare la cultura della colpa e della vergogna"<br />
<br />
== Riflessione presa da storie Instagram ==<br />
In questa giornata dedicata alla consapevolezza sui disturbi del comportamento alimentare, è importante porre l'attenzione sulla tossicità del considerare l'automiglioramento fisico come un dovere morale verso la società. Spesso questo concetto viene mascherato da un falso "dovresti farlo per te stess*", ma con modalità, tempi e condizioni imposti dall'esterno. Questa pressione esterna può portare ad assumere condotte dannose nel perseguimento dell'obiettivo stesso, glorificando variazioni ponderali non sane e non sostenibili nel lungo termine. Tali comportamenti non sono atti di amore verso se stessi, ma sono dettati dalla spinta a compiacere gli altri.<br />
<br />
Frasi come "dovresti dimagrire perché devi volerti bene" sono contraddittorie quando, dopo una rapida perdita di peso ottenuta attraverso comportamenti malsani come il vomito autoindotto, si sente dire "brava, si vede che hai iniziato ad amarti". Farsi del male, sprecare cibo e compromettere la propria salute non è volersi bene. Mettersi due dita in gola dopo ogni pasto non è auto-amore. Allo stesso modo, dire a qualcuno "sei troppo magro, dovresti mettere su peso per te stesso" può portare a sviluppare condotte poco sane, spesso ignorate quando si tratta di disturbi alimentari nelle persone che praticano bodybuilding.<br />
<br />
Viviamo in una società in cui ci arroghiamo il diritto di sapere cosa sia giusto per gli altri senza averne titolo o competenza per valutare la loro condizione fisica. C'è un problema con l'estrema performatività e la rapidità richiesta nei cambiamenti e miglioramenti fisici, che spinge le persone oltre il limite di ciò che è sano pur di avere un risultato tangibile da mostrare agli altri. Se la perdita di peso avviene lentamente, si viene etichettati come pigri o non abbastanza bravi. Poco importa se dopo le diete yo-yo si riprende tutto il peso perso e anche di più: si sarà comunque oggetto di derisione e spinti a ricominciare il ciclo.<br />
<br />
Questo tipo di condotte è alimentato, se non incoraggiato, da un marketing dedicato. Una persona insicura e schiacciata dall'ossessione per la performance rapida spenderà di più in rimedi pericolosi e presunti miracolosi, consumerà più spesso e sarà un cliente migliore. L'eccessiva enfasi sulla performance nei cambiamenti fisici è anche molto conveniente per i consumi. Si è spinti a spendere per la propria salute, a investire in rimedi miracolosi, senza considerare eventuali ostacoli come malattie, ritmi lavorativi, disabilità o problemi economici, etichettandoli come semplici scuse.<br />
<br />
È fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza sui disturbi alimentari e sfidare la narrativa tossica che li circonda. La salute e il benessere devono essere perseguiti in modo equilibrato e sostenibile, rispettando i tempi e le esigenze individuali, senza cedere alle pressioni esterne o agli standard irrealistici imposti dalla società e dal marketing.</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Disturbi_alimentari:_il_pericolo_di_anteporre_le_aspettative_sociali_al_benessere&diff=29362Disturbi alimentari: il pericolo di anteporre le aspettative sociali al benessere2024-03-15T14:08:37Z<p>Admin: Creata pagina con "{{S|DCA}} Titoli alternativi: # "La tossicità dell'automiglioramento fisico come dovere morale" # "Disturbi alimentari: sfidare la narrativa tossica della società" # "Pressioni sociali e disturbi alimentari: una riflessione critica" # "Oltre la performance: promuovere un approccio sano al benessere" # "L'ossessione per i cambiamenti fisici rapidi: il ruolo del marketing" # "Amore per se stessi e disturbi alimentari: sfatare i falsi miti" # "Verso un equilibrio: super..."</p>
<hr />
<div>{{S|DCA}}<br />
<br />
Titoli alternativi:<br />
<br />
# "La tossicità dell'automiglioramento fisico come dovere morale"<br />
# "Disturbi alimentari: sfidare la narrativa tossica della società"<br />
# "Pressioni sociali e disturbi alimentari: una riflessione critica"<br />
# "Oltre la performance: promuovere un approccio sano al benessere"<br />
# "L'ossessione per i cambiamenti fisici rapidi: il ruolo del marketing"<br />
# "Amore per se stessi e disturbi alimentari: sfatare i falsi miti"<br />
# "Verso un equilibrio: superare gli standard irrealistici di bellezza"<br />
# "La convenienza dei consumi nell'eccessiva enfasi sulla performance fisica"<br />
# "Disturbi alimentari: il pericolo di anteporre le aspettative sociali al benessere"<br />
# "Consapevolezza sui disturbi alimentari: sfidare la cultura della colpa e della vergogna"<br />
<br />
== Riflessione originale presa da storie Instagram ==<br />
In questa giornata dedicata alla consapevolezza sui disturbi del comportamento alimentare vorrei porre l'attenzione sulla tossicità del porre l'automiglioramento fisico come un dovere morale da prestare verso la società, mascherato da un falsissimi "dovresti farlo per te stess*", ma nel modo che dico io, coi tempi che dico io e quando lo dico io. Ovviamente questa pressione esterna porta ad assumere condotte che si rivelano anche dannose nel conseguimento dell'obiettivo stesso, e porta a glorificare variazioni ponderali NON sane e non sostenibili nel lungo termine, di certo non atti di amore verso se stessi ma dettati dalla spinta a compiacere gli altri.<br />
<br />
"dovresti dimagrire perché devi volerti bene", ma poi se una persona perde peso vomitando in tempo breve le viene detto "brava si vede che hai iniziato ad amarsi". Farsi del male, sprecare cibo, compromettere la propria salute non è volersi bene. Mettersi due dita in canna dopo ogni pasto non è self love. "Sei troppo secco, dovresti diventare più grosso per te stesso" e poi finisce a sviluppare condotte poco sane (molto spesso c'è silenzio sui DCA dal punto di vista delle persone palestrate) ma che ci frega c'hai bicipiti e lo matchano su Tinder bella brò. Viviamo in un mondo in cui ci arroghiamo di sapere cos'è giusto per gli altri senza aver nessun titolo a riguardo e senza essere stati ingaggiati a competenza di valutazione della condizione fisica altrui.<br />
<br />
Abbiamo un problema con l'estrema performativitá in tempo breve dei cambiamenti e miglioramenti fisici, e proprio questo punta a spingere le persone oltre il limite di quanto è sano pur di avere un risultato tangibile da mostrare agli altri. Se dimagrisci lentamente non sei abbastanza bravo o stai facendo il pigro. Sti cazzi se dopo le diete yo yo rimetti tutto insieme con gli interessi, vorrà dire che ti riprenderò per il culo e lo rifarai un'altra volta. E questo tipo di condotte è alimentato, se non incoraggiato, da del marketing dedicato.<br />
<br />
D'altra parte una persona insicura e schiacciata dall'ossessione alla performance rapida spenderà di più in rimedi pericolosi presunti miracolosi, consumerà più spesso e sarà un miglior cliente. L'over performance per quanto riguarda i cambiamenti fisici è anche MOLTO conveniente ai consumi. "Spendi per la tua salute, spendi quanto dico io, il più possibile, non trovare scuse (malattie, ritmi lavorativi, disabilità, problemi economici, ovviamente sono tutte considerabili scuse). Hai comprato le matite colorate che non servono a niente e non investi nel mio rimedio miracoloso? Allora vedi che i soldi li hai! Spendi per le mie tasch...PER TE STESSO, OVVIO!"</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Problemi_femminili_by_CoscienzaDeGenere&diff=29361Problemi femminili by CoscienzaDeGenere2024-03-05T14:08:04Z<p>Admin: Creata pagina con "La pagina [https://www.instagram.com/stories/coscienzadegenere/ @coscienzadegenere] è gestita da [https://www.instagram.com/luiza.conlazeta/ Luiza Conzaleta] (conosciuta anche come compagna di Luca Romano, l'[https://www.facebook.com/AvvocatoAtomico/ avvocato dell'atomo]) e [https://www.instagram.com/yasminapani/ Yasmina Pani]. A marzo 2024 hanno creato la [https://www.instagram.com/stories/coscienzadegenere/3317001705030440117/ seguente storia]: <blockquote>Stiamo medi..."</p>
<hr />
<div>La pagina [https://www.instagram.com/stories/coscienzadegenere/ @coscienzadegenere] è gestita da [https://www.instagram.com/luiza.conlazeta/ Luiza Conzaleta] (conosciuta anche come compagna di Luca Romano, l'[https://www.facebook.com/AvvocatoAtomico/ avvocato dell'atomo]) e [https://www.instagram.com/yasminapani/ Yasmina Pani]. A marzo 2024 hanno creato la [https://www.instagram.com/stories/coscienzadegenere/3317001705030440117/ seguente storia]: <blockquote>Stiamo meditando su un prossimo video (forse). A questo proposito vi chiederei di dirmi quali sono, nella vostra percezione, i problemi del genere femminile : cosa ritenete che ancora costituisca discriminazione ai danni delle donne, o sessismo, o svantaggio.</blockquote>Chiedendo ai lettori di interagire e replicando. <br />
<br />
D: Lavoro di cura (parenti e casa) non retribuito<br />
<br />
R: Non vedo perché dovrebbe esserlo pulire casa tua non è un servizio che offri alla comunità, ma a te stesso, quindi perché dovrebbero pagarti (e chi)? Per i parenti peggio ancora, uno si prende cura di qualcuno perché ci tiene, se no sta facendo il badante e allora sì che viene retribuito.<br />
<br />
<br />
D: Indulgere in amicizie quasi esclusivamente maschili. <br />
<br />
R: Non ho capito.<br />
<br />
<br />
D: L'uso della sessualità come strumento di affrancamento e affermazione della personalità. <br />
<br />
R: Come fa a essere un problema se conduce all'affrancamento?<br />
<br />
<br />
D: Il non potersi difendere adeguatamente da un aggressore <br />
<br />
R: Perché, l'uomo medio ha gli strumenti per difendersi da un aggressore?<br />
<br />
<br />
D: 1 donna su 3 lavora. Le altre 2, chi per costrizione, chi per cultura, non è al 100% libera <br />
<br />
R: Costrizione a fare la casalinga in Italia nel 2024? È una scelta. Che io (Yasmina) semmai considero un privilegio femminile dato che agli uomini non è consentito praticamente mai.<br />
<br />
<br />
D: L'idea che siano più emotive ergo incapaci di prendere decisioni in maniera razionale. Nonsenepuo più <br />
<br />
R: Dove è diffusa questa idea? Da cosa lo capiamo? Noi attuiamo una comunicazione razionale e il più possibile basata sui dati. Non possiamo considerare problemi il fatto che ci sia gente sc€ma che pensa in modo antiquato.<br />
<br />
<br />
D: lo ho ancora dei dubbi riguardo al gender pay gap <br />
<br />
R: Ne parleremo. Anche da queste risposte vedo che è urgente.<br />
<br />
<br />
D: L'orientamento etero della maggior parte di quegli uomini che violentano <br />
<br />
R: Se mi sai spiegare perché un omosessuale dovrebbe violentare una donna, ti ascolto<br />
<br />
<br />
D: C'è ancora molta differenza di percezione della libertà sessuale. Anche nel s3x working ma non solo <br />
<br />
R: Mi spieghi meglio la parte sui lavori sessuali?<br />
<br />
<br />
D: Insicurezza nelle strade (una donna sola molto più facilmente è vittima di aggressioni) <br />
<br />
R: In realtà no è un mito, rafforzato enormemente dall'attuale moda allarmistica. Sono gli uomini a correre maggiormente questo rischio.<br />
<br />
<br />
D: Misoginia <br />
<br />
R: Sì vabbe', che vuol dire?<br />
<br />
<br />
D: Competizione tossica tra donne <br />
<br />
R: Cosa vuol dire?<br />
<br />
<br />
D: Non interessarsi alla politica ed alla gestione del potere <br />
<br />
R:Raga la richiesta era "quali sono le discriminazioni ai danni delle donne?", non "generalizzate a caso sulle donne"<br />
<br />
<br />
D: La paura dello stupro. Viviamo (al contrario di tanti uomini) con il terrore che accada prima o poi<br />
<br />
R: Questo è un problema della singola donna, non è un problema dovuto a discriminazioni nella società. Ovviamente è un problema dovuto all'allarmismo costante e martellante, ma noi qui stiamo indagando questioni reali, non paure.<br />
<br />
<br />
D: Problemi mestruali a lavoro. Per alcune donne è molto debilitante, in particolare con altre patologie <br />
<br />
R: Questo è un problema reale, purché sia possibile accertare la condizione invalidante.<br />
<br />
<br />
D: Lo scarso accesso all'aborto in certe zone Italiane <br />
<br />
R: Sicuramente.<br />
<br />
<br />
D: Il lavoro. Come avete fatto per i femminicidi; un'analisi critica delle statistiche sul tema <br />
<br />
R: Questo sarebbe molto bello, ma ci vorrà più tempo.<br />
<br />
<br />
D: L'idea che la donna abbia responsabilità maggiori su figli e casa anche se lavora <br />
<br />
R: Vero. Uno dei tanti casi in cui lo svantaggio è di entrambi i sessi in modo speculare<br />
<br />
<br />
D: Credo la scarsa tutela della donna nel lavoro, quando decide di avere un figlio. <br />
<br />
R: Questo è fino ad ora il problema più segnalato in questo box. Direi con ottime ragioni.<br />
<br />
<br />
D: L'essere validata solo in quanto donna e non per reale merito (penso alle quote rosa) <br />
<br />
R: Eppure questo deriva proprio dal voler tutelare le donne!<br />
<br />
<br />
D: Il fatto che la legge non possa intervenire più incisivamente verso gli effettivi stalker/ persecutori <br />
<br />
R: A onor del vero potrebbe anche, ma manca il personale e spesso manca anche la serietà. Comunque questa cosa colpisce tutti i cittadini a prescindere dal sesso.</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Allarme_vigoressia_tra_i_giovanissimi:_La_fissazione_esagerata_per_il_fitness_e_i_muscoli_gi%C3%A0_a_14_anni&diff=29360Allarme vigoressia tra i giovanissimi: La fissazione esagerata per il fitness e i muscoli già a 14 anni2024-02-24T09:39:35Z<p>Admin: Creata pagina con "La vigoressia (chiamata anche [https://it.wikipedia.org/wiki/Anoressia_riversa anoressia riversa]) è classificata come un [https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_dell%27immagine_corporea disturbo dell'immagine corporea] (cioè rientra sempre nella dismorfofobia) ed è caratterizzata dalla fissazione esagerata per il fitness e lo sviluppo muscolare. La vigoressia sta emergendo come un problema significativo tra i giovani, con una particolare attenzione alla sua '''cres..."</p>
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<div>La vigoressia (chiamata anche [https://it.wikipedia.org/wiki/Anoressia_riversa anoressia riversa]) è classificata come un [https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_dell%27immagine_corporea disturbo dell'immagine corporea] (cioè rientra sempre nella dismorfofobia) ed è caratterizzata dalla fissazione esagerata per il fitness e lo sviluppo muscolare. <br />
<br />
La vigoressia sta emergendo come un problema significativo tra i giovani, con una particolare attenzione alla sua '''crescente incidenza nel sesso maschile'''. <u>Contrariamente a quanto osservato in passato, dove i disturbi alimentari si manifestavano prevalentemente nel genere femminile</u>, oggi si registra un aumento di richieste di aiuto da parte dei ragazzi. <br />
<br />
Un <u>cambiamento preoccupante riguarda l'età</u> in cui questi disturbi iniziano a presentarsi: se un tempo i sintomi iniziavano a essere evidenti intorno ai 16-17 anni, attualmente si assiste a un abbassamento della soglia, con '''ragazzi di 12-14 anni che mostrano i primi segni di questo disturbo'''. Questa tendenza sottolinea l'urgenza di affrontare la vigoressia, una forma specifica di dismorfofobia che porta a una '''preoccupazione ossessiva per il fisico, percependolo come insufficientemente muscoloso'''.<br />
<br />
Questo fenomeno si traduce in una ricerca ossessiva di un ideale di muscolosità, spingendo i giovani a sessioni di allenamento estreme e a un '''controllo maniacale dell'alimentazione'''. I rischi associati a questo comportamento sono molteplici, includendo problemi fisici e psicologici come disturbi del metabolismo, depressione, problemi cardiovascolari e del sistema nervoso, oltre a conseguenze sociali e relazionali. L'allenamento eccessivo e le diete inadeguate possono causare danni seri, mentre l'uso di integratori non regolamentati o sostanze illegali come gli steroidi anabolizzanti rappresenta un grave rischio per la salute.<br />
<br />
Per affrontare la vigoressia in modo efficace, è essenziale promuovere un'immagine corporea equilibrata e realistica, '''lontana dagli standard irraggiungibili veicolati dai social media'''. È fondamentale l'orientamento verso obiettivi sostenibili e il supporto di professionisti qualificati in nutrizione sportiva e allenamento. Una corretta gestione dell'alimentazione, dell'integrazione e dei tempi di recupero, insieme all'importanza del riposo e del sonno, sono elementi chiave per garantire una crescita muscolare sana ed evitare rischi futuri.<br />
<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Problematiche maschili]]<br />
[[Categoria:Psicologia]]<br />
[[Categoria:Disturbi della Condotta Alimentare]]<br />
[[Categoria:Salute mentale]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Categoria:Modelli_di_bellezza&diff=29359Categoria:Modelli di bellezza2024-02-24T09:27:13Z<p>Admin: /* L'importanza dell'aspetto fisico negli uomini e nelle donne */</p>
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<div><br />
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=== L'importanza dell'aspetto fisico negli uomini e nelle donne ===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Taccuino_Bellezza Bellezza]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/L'importanza_dell'aspetto_fisico_negli_uomini_e_nelle_donne L'importanza dell'aspetto fisico negli uomini e nelle donne]<br />
*[[Allarme vigoressia tra i giovanissimi: La fissazione esagerata per il fitness e i muscoli già a 14 anni]]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Pressioni_estetiche_sulle_donne Pressioni estetiche sulle donne]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Durezza_della_vita_femminile,_testimonianze,_insicurezze,_paranoie_sull'aspetto_fisico Durezza della vita femminile, testimonianze, insicurezze, paranoie sull'aspetto fisico]<br />
===Legame tra modelli di bellezza e DCA===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Legame_tra_DCA_e_modelli_di_bellezza_proposti Legame tra DCA e modelli di bellezza proposti]<br />
===Danni all'autostima femminile: Oggettificazione, auto-oggettivazione, sessualizzazione, ecc===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Danni_all'autostima_femminile:_Oggettificazione,_auto-oggettivazione,_sessualizzazione Danni all'autostima femminile: Oggettificazione, auto-oggettivazione, sessualizzazione] <br />
<br />
==== Empowered o Objectified? ====<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Critica_all'auto-oggettificazione Critica all'auto-oggettificazione]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Dialogo_con_ragazza_su_sessualizzazione,_empowerment,_patriarcato Dialogo con ragazza su sessualizzazione, empowerment, patriarcato]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Riflessione_su_pornografia_e_auto-oggettificazione_partendo_da_Andrea_Dworkin Riflessione su pornografia e auto-oggettificazione partendo da Andrea Dworkin] <br />
===La competizione come primo problema femminile===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Riflessioni_su_competizione_femminile_ed_errori_del_femminismo Riflessioni su competizione femminile ed errori del femminismo]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Femminismo_e_donna_oggetto Femminismo e donna oggetto]<br />
===Una possibile soluzione: Donne e Perfezionismo===<br />
*[https://www.raiplay.it/video/2019/12/il-monologo-di-vanessa-incontrada-sulla-bellezza-dell-imperfezione-616b6e74-46ff-4dcc-a5d8-59a7f324e698.html Il monologo di Vanessa Incontrada sulla bellezza dell'imperfezione (RayPlay, 2019)]<br />
*[https://www.forelsket.it/ragazze-coraggiose-non-perfette/ Insegniamo alle ragazze ad essere <b>coraggiose</b>, <b>non perfette</b>]<br />
*'''Testimonianza di Reshma Saujani -''' [https://startupitalia.eu/109603-20190526-ragazze-non-siate-perfette-ma-coraggiose-la-lezione-di-reshma-saujani-ceo-di-girls-who-code Ragazze non siate perfette ma coraggiose], [https://www.youtube.com/watch?v=fC9da6eqaqg&amp;feature=youtu.be Ted Talk su YouTube]<br />
*[https://sygmund.it/conosci-te-stesso/limportanza-di-essere-imperfetti/ L'importanza di essere imperfetti]<br />
<br />
*Vedi anche tratto di personalità ossessivo e maximizers versus satisficers<br />
=== Articoli sparsi ===<br />
*'''[[RisorseUtili:TematicheDiGenere#Modelli bellezza assurdi|Influencer che parlano dei modelli di bellezza assurdi]]'''<br />
<br />
*'''[[Riflessioni sulla sessualizzazione femminile: cause]]'''<br />
*[https://www.ilpost.it/2024/01/15/calvin-klein-allen-white-spot-fka-twigs/ '''Riflessione sui doppi standard tra maschi e femmine''']<br />
<br />
*[https://www.stateofmind.it/2021/11/cultura-principessa-amore/ '''L’impatto della “cultura della principessa” sulla concezione soggettiva di amore e romanticismo'''] <small>In che modo le giovani donne mettono in relazione la concezione di amore con la cultura della principessa? E come integrano i cosiddetti 'copioni Disney'?</small><br />
[[Categoria:Oggettificazione]]<br />
[[Categoria:Sessualizzazione]]<br />
[[Categoria:Vetrinizzazione]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=L%27importanza_dell%27aspetto_fisico_negli_uomini_e_nelle_donne&diff=29358L'importanza dell'aspetto fisico negli uomini e nelle donne2024-02-24T09:25:25Z<p>Admin: /* Studi sul "mating", Look Money e Status (LMS) */</p>
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<div><br />
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{{torna a|Taccuino Oggettificazione}}<br />
<br />
== Vantaggi dell'essere belli e Svantaggi dell'essere brutti ==<br />
<br />
* Le lezioni online penalizzano le <u>studentesse attraenti</u>: secondo uno studio, ottengono voti più bassi<ref>Tre link ad articoli sullo <u>stesso</u> studio:<br />
<br />
[https://www.drcommodore.it/2022/11/10/lezioni-online-studio-attrattivita/ Le lezioni online penalizzano le studentesse attraenti: secondo uno studio, ottengono voti più bassi]<br />
<br />
[https://www.fox6now.com/news/teachers-discriminate-against-unattractive-females-remote-learning-study-suggests Teachers favor physically attractive students, remote learning study suggests]<br />
<br />
[https://www.ladbible.com/news/attractive-female-students-grades-slipped-when-classes-moved-online-20221110 Attractive female students saw their grades 'deteriorate' when classes moved online during Covid-19]</ref><br />
<br />
== Percezioni e Verità nel Mating ==<br />
Sondaggio se si ha mai avuto un ragazzo con le caratteristiche descritte[[File:Evernote (43).png|miniatura|nessuno|Sondaggio per ragazze Avete mai avuto un ragazzo bruttino come questo? Sovrappeso: 20 kg, Occhiali spessi, Tendenza alla calvizie, Non si valorizza, Non si sa vestire, è timidissimo, non sa scherzare, ha scarse abilità sociali. Il sondaggio evidenzia che la stragrande maggioranza delle votanti risponde di no]]Sondaggio sul perché non si crede a quello che affermano le ragazze[[File:Evernote (41).png|miniatura|nessuno|386x386px|Spesso gli uomini non credono alle donne quando dicono di non essere attratte da fisici palestrati. Capisco che è una situazione complessa, ma mi chiedo quali siano le ragioni per cui non crediamo a ciò che le donne affermano.<br />
<br />
* Forse preferiamo pensare che il nostro insuccesso sia dovuto a una scarsa prestanza fisica piuttosto che a problemi di carattere.<br />
* Gli uomini tendono a proiettare sulle donne le proprie insicurezze, trascurando il ruolo di altri fattori che influenzano le preferenze femminili.<br />
* Le pressioni sociali sulle donne le portano a volte a non essere completamente sincere per evitare di essere giudicate.<br />
* Non possiamo sempre sapere se una persona mente, quindi a volte presupponiamo che lo faccia, specie se tra coloro che negano, sembra che ci siano più donne attratte da fisici palestrati che non.<br />
* Dietro ogni pregiudizio c'è spesso un'origine basata su esperienze personali. Nella mia esperienza, alcune donne tendono a non essere completamente sincere su certi argomenti.<br />
<br />
]]<br />
<br />
== Perché le donne se guardano l'aspetto vengono criticate e devono giustificarsi ==<br />
Sondaggio se effettivamente una ragazza viene giudicata in male se si vanta del suo aspetto fisico[[File:Evernote (39).png|miniatura|nessuno|Gli uomini tendono a dare molta importanza all'aspetto fisico [della partner e proprio] e molti se ne vantano apertamente. Tuttavia, quando una donna fa lo stesso, spesso viene giudicata male. ]]<br />
<br />
<br />
===Commenti e considerazioni===<br />
<br />
==== TLDR 1: Percezioni e Giudizi sull'Attenzione all'Aspetto ====<br />
<br />
* Un utente sostiene che le donne vengono criticate per dare importanza all'aspetto fisico, mentre agli uomini è permesso valutare le donne principalmente per il loro aspetto.<br />
* Marco Ferri risponde che gli uomini ammettono di valutare le donne per il loro aspetto per evitare stigma, ma le donne che esprimono preferenze simili sono etichettate come superficiali.<br />
* Una ragazza sottolinea che la società ha inculcato l'idea che concentrarsi sull'aspetto sia "sbagliato", nonostante sia una reazione naturale.<br />
<br />
Considerazione di un utente sull'aspetto fisico: "''Perché le donne se guardano l'aspetto vengono criticate e devono giustificarsi per l'uomo é considerato nomale che non consideri interessante il cervello di una donna ma solo il culo e le tette''".<br />
Risposta di Marco Ferri: "''No, i maschi lo mettono ammettono eccome perché é lecito dimostrino di avere ormoni maschili pena lo stigma di gay. Le donne se esprimono preferenze già si e visto anche in questo gruppo ma non solo qui sono considerate superficiali, stronze e troie''".<br />
<br />
Una ragazza esprime la propria opinione: "''Che la gente ha paura di essere giudicata superficiale, ha paura di essere mal considerata se pone l'attenzione sull'aspetto fisico perché ci è stata inculcata l'idea che è "sbagliato" quando è super naturale. L’aspetto fisico è la prima cosa che si guarda''"<br />
<br />
==== TLDR 2: Società, Media e Bellezza ====<br />
<br />
* Marco Ferri osserva che le donne sono spinte a competere esteticamente perché la società valorizza la bellezza, e questo può avere origine già nell'infanzia. La televisione e i social media sono considerati colpevoli di promuovere questi standard.<br />
* Una ragazza risponde concordando sul fatto che gli esseri umani sono visivi di natura e che la definizione di bellezza è soggettiva. L'aspetto fisico può variare ampiamente nelle preferenze individuali.<br />
<br />
<br />
Considerazione di Marco Ferri: "''Le donne sono competitive sull'aspetto perché la società fa pesare che è importante per avere successo non solo in amore. Valorizzarsi esteticamente dà premi sin da bambine. Non a caso bullizzano quelle cicciotte. Quelle belle hanno più amici e sono più rispettate. La colpa della TV sicuramente ma non solo ma certamente ha contribuito molto. Oggi è colpa dei social''".<br />
<br />
<br />
Risposta di una ragazza su una considerazione di Marco Ferri: "''Ah, si su questo ti do ragione l'essere umano é un animale "visuale", ha sviluppato tendenzialmente la vista più degli altri sensi, utilizza gli elementi visivi per comunicare continuamente, sia esplicitamente che non. Quindi negare che l'aspetto esteriore non colpisca all'occhio inverosimile. Quello che contesto magari é il discorso "bello" e "brutto', perché del tutto soggettivo. Ad esempio un uomo può essere attratto dagli occhi di una che è grassa, oppure una senza tette può avere dei capelli che secondo il partner le conferiscono un certo fascino. Insomma, anche sui caratteri "estetici" ci sarebbe da approfondire troppo, per generalizzare su "culo", "tette", "magra''".<br />
<br />
==== TLDR 3: Bellezza, Superficialità e Interazioni Sociali ====<br />
<br />
* Un utente sostiene che le donne sono ipocrite quando dicono che la bellezza non conta, suggerendo che usano la bellezza come scusa per evitare relazioni.<br />
* Un commento di una ragazza sottolinea che non c'è nulla di male nel considerare l'aspetto come un primo criterio di attrazione, ma riconosce che non è l'unico fattore importante nelle relazioni.<br />
<br />
<br />
Risposta di un utente: "''Vero, ma perché sono loro stesse ad essere ipocrite e ad aver inculcato in testa agli uomini che "la bellezza non conta ma basta saperci fare ed evidentemente non ci sapeva fare" usata palesemente come scusa perché se la sentono troppo calda o perché non vogliono dartela perché sei brutto''."<br />
<br />
Commento di una ragazza sotto ad un sondaggio: "''Non so cosa votare. Però non c'é nulla di male nel guardare solo l'aspetto inizialmente, è normale che se vedi una tizia o tizio carino di provi maggior parte del ragazzi son superficiali, ma ultimamente ho conosciuto un paio di ragazzi a cui piaceva una ragazza non proprio carina (e la conoscono da parecchio tempo da amici)''".<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
'''La Crisi della Mascolinità: Riflessioni sulla Società Moderna e le Interazioni Uomo-Donne'''<br />
<br />
'''TLDR:''' L'autore esprime preoccupazione per la percezione in evoluzione del maschio nella società occidentale. Egli evidenzia un declino nella fertilità maschile e critica la rappresentazione degli uomini in pubblicità come quella della Gillette, suggerendo che queste narrative incoraggiano una visione distorta delle interazioni maschili. L'autore sottolinea la crescente alienazione e deumanizzazione delle relazioni, affermando che certi comportamenti normali stanno diventando stigmatizzati, come dimostrano le politiche di interazione sul posto di lavoro di Netflix e NBC. Egli invoca una maggiore consapevolezza delle restrizioni imposte sulla comunicazione e sulla spontaneità nelle relazioni interpersonali.<blockquote>Ti dico cosa c’è di vero, secondo me. È innegabile che ci sia una <u>crisi del maschio nel mondo occidentale</u>.<br />
Primo: da un punto di vista meramente biologico, la fertilità maschile è in calo vistoso da 50 anni e nessuno sa esattamente perché.<br />
<br />
Secondo: la pubblicità della Gillette è un buon esempio, perché (oltre ad essere incredibilmente sessista al contrario) propone implicitamente un modello di società nel quale parlare con uno sconosciuto per strada è considerato da maniaci, rimorchiarlo su Tinder è ok. Nelle società anglosassoni è ''de facto'' già così da anni. E io lo trovo visceralmente alienante, profondamente nevrotizzante, spersonalizzante e in ultima analisi anche materialistico / consumistico al limite della follia mentale.<br />
<br />
Stiamo dicendo che rimorchiarsi una su una app di appuntamenti è più normale di iniziare una conversazione per strada o in metropolitana. Fra Harvey Weinstein e il tizio che attacca bottone per strada con le migliori intenzioni c’è un abisso. E qui veniamo a quello che c’è di sbagliato: alcuni uomini sono corresponsabili di questo casino. Anche se io disprezzo definizioni quali “mascolinità tossica” e “patriarcato”, è innegabile che sui posti di lavoro in passato siano abbondati i maschi alfa che fanno a gara a chi ce l’ha più lungo come una massa di fottuti trogloditi, e che non si rapportano alle donne come una persona normale farebbe (cioè mantenendo un sano interscambio persona-persona, non uomo-donna - trovo aberrante che i genitali di una persona facciano la differenza nel modo in cui ti ci rapporti). Questi però cominciano ad essere esempi sempre più isolati, e in America ci si è costruita l’ennesima montagna di merda mediatica sopra - non a caso ora si sta smontando.<br />
<br />
Altra considerazione squisitamente personale: l’approccio ad una donna / a un uomo che ti piace o è lasciato al caso per mantenere intatti quel minimo di spontaneità, romanticismo e umanità che è rimasta in questa società di pazzi sclerati , oppure, nel momento in cui c’è gente in giro che sbrocca per una mano appoggiata ad una spalla o per domande innocenti tipo “posso offrirti un caffè?”, va codificata nei minimi fottuti dettagli. E a quel punto nessuno si lamenti. Fa bene Netflix a impedire che la gente si guardi negli occhi sul posto di lavoro più di 5 secondi di fila. Fa bene NBC a proibire gli abbracci. Le scollature: quanto sono permesse e quanto no, ESATTAMENTE? Quanto trucco è permesso e quanto no? Quali parole possono essere usate sul posto di lavoro e quali no, ESATTAMENTE? Che tipo di interazione è permesso avere sulla metropolitana, ESATTAMENTE? Se io ti dico “ciao” sono un maniaco? E se non lo sono dove si sposta il limite? Rendiamoci conto di quello che stiamo dicendo.</blockquote><br />
<br />
== Video della pubblicità di Dove ==<br />
https://www.youtube.com/watch?v=iYhCn0jf46U<br />
==Studi sul "mating", Look Money e Status (LMS)==<br />
[[Cosa determina l'attrazione, studi su Look Money e Status]]<br />
<br />
== Note ==<br />
[[Categoria:Aspetto fisico]]<br />
[[Categoria:Canoni estetici]]<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Mating attrazione sessuale]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Storia_by_Martaforfew_di_critica_a_social_e_strumentalizzazione_fragilit%C3%A0&diff=29357Storia by Martaforfew di critica a social e strumentalizzazione fragilità2024-02-21T10:26:40Z<p>Admin: Creata pagina con "C'è qualcosa di profondamente sbagliato in tanti, ma tanti, forse troppi contenuti che vedo girare sui social. Sbagliato come si parla di manipolazione, sbagliato come si affronta il tema della fragilità, sbagliata la contraddizione tra il 'mostrare mostrare mostrare' e poi invitare alla riflessione, ma quando dovrei avere il tempo di riflettere se sto tutto il giorno sotto i riflettori? Tornerò presto sul tema. Ogni volta che faccio una riflessione di ampio respiro..."</p>
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<div>C'è qualcosa di profondamente sbagliato in tanti, ma tanti, forse troppi contenuti che vedo girare sui social. Sbagliato come si parla di manipolazione, sbagliato come si affronta il tema della fragilità, sbagliata la contraddizione tra il 'mostrare mostrare mostrare' e poi invitare alla riflessione, ma quando dovrei avere il tempo di riflettere se sto tutto il giorno sotto i riflettori? Tornerò presto sul tema.<br />
<br />
<br />
Ogni volta che faccio una riflessione di ampio respiro, mi arrivano dai 90 ai 100 dm, tutti con lo stesso tono : "Fai i nomi!!" "Esempi!!!" No. Non faccio nomi, non faccio esempi. Non sono qui per aizzare faide e puntare il dito. Le mie sono riflessioni, spunti. Ragionamenti. Ormai siamo così lobotomizzati, che riusciamo a seguire un filo logico, solo se di mezzo c'è un pollo da spennare. Poveri noi.</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Gender_Wage_Gap/Studio1&diff=29356Gender Wage Gap/Studio12024-02-20T22:20:45Z<p>Admin: </p>
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<div>[[File:A3839a152c6fc4ecc16a5a18afb22f5e.png|miniatura|631x631px|women are also less likely than men to reach the highest-paying leadership and executive positions. In 2015, women held only 26 percent of pri vate-sector executive positions, with women of color particularly unlikely to hold such positions. (For more information on the leadership gap, see AAUW's 2016 report Barriers and Bias : the Status of Women in Leadership.) Gender bias also factors into how our society values some jobs over others. A study of 50 years of US workforce data concluded that when an influx of women enter a previously male-dominated profession, average wages for the occupation as a whole actually decrease (Levanon et al., 2009). And bias affects the choices women make in the first place. Gender norms and pressures influence women's decisions regarding education, occupation, time away from work, and family. These so-called explained factors show that our society has specific expectations and standards for women. So how do we know that discrimination and bias affect women's pay? Because discrimination cannot be directly detected in most records of income and employment, researchers look for the "unexplained" pay gap after statistically accounting for other factors. For instance, after accounting for college major, occupation, economic sector, hours worked, months unemployed since graduation, GPA, type of undergraduate institution, institution selectivity, age, geographical region, and marital status, AAUW found a remaining 7 percent difference between the earnings of male and female college gradu ates one year after graduation. That gap jumped to 12 percent 10 years after college graduation (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007). Other researchers have reached similar conclusions about gender discrimi nation and the pay gap. For instance, a study of medical researchers found an unexplained gap of 6 percent between comparable men and women in the field, and a recent study of the American workforce as a whole found an unexplained gap of 8 percent (Jagsi et al., 2012; Blau & Kahn, 2016). These estimates of the unexplained pay gap are often treated as estimates of the effect of discrimination on women's earnings. These numbers may be smaller than the overall pay gap, but all calculations of the gap represent substantial inequalities, real individual struggles, and smaller paychecks for women and their families.]]<br />
'''TLDR:''' Le donne hanno meno probabilità di raggiungere posizioni di leadership e dirigenza a elevato salario e la società valuta i lavori in modo differente per uomini e donne, con le donne che guadagnano meno quando entrano in professioni prevalentemente maschili. Ci sarebbe anche un gap salariale non spiegato del 7-8% tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro, spesso attribuito alla discriminazione.<br />
<br />
'''Riassunto:''' Le donne hanno meno probabilità di raggiungere posizioni di leadership e dirigenza a elevato salario rispetto agli uomini. Nel 2015, le donne hanno raggiunto solo il 26% delle posizioni dirigenziali del settore privato, con le donne di colore particolarmente meno rappresentate in questi ruoli. Il bias di genere influenza anche come la società valuta alcuni lavori rispetto ad altri. Uno studio su 50 anni di dati del mercato del lavoro statunitense ha concluso che quando un gran numero di donne entra in una professione finora prevalentemente maschile, i salari medi per quella professione diminuiscono. Il bias di genere influisce anche sulle scelte che le donne compiono in primis riguardo istruzione, professione, tempo lontano dal lavoro e famiglia. Poiché la discriminazione non può essere rilevata direttamente nella maggior parte dei registri su reddito e occupazione, gli studiosi cercano il "gap salariale non spiegato" dopo aver statisticamente tenuto conto di altri fattori. Secondo alcuni studi ci sarebbe un differenza salariale del 7-8% tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro, che viene spesso trattato come effetto della discriminazione sulle donne. Questi numeri possono essere inferiori al gap salariale totale, ma rappresentano comunque ingiustizie e difficoltà per le donne e le loro famiglie.<br />
<br />
'''Traduzione:''' le donne hanno anche meno probabilità degli uomini di raggiungere le posizioni dirigenziali ed esecutive più pagate. Nel 2015, le donne occupavano solo il 26% delle posizioni dirigenziali del settore privato, con le donne di colore che avevano particolari difficoltà a ricoprire tali posizioni. (Per maggiori informazioni sul divario di leadership, si veda il rapporto 2016 di AAUW Barriere e pregiudizi: la condizione delle donne nella leadership). I pregiudizi di genere influiscono anche sul modo in cui la nostra società valuta alcuni lavori rispetto ad altri. Uno studio su 50 anni di dati relativi alla forza lavoro negli Stati Uniti ha concluso che quando un afflusso di donne entra in una professione precedentemente dominata dagli uomini, i salari medi per l'occupazione nel suo complesso diminuiscono (Levanon et al., 2009). E i pregiudizi influenzano le scelte che le donne fanno in primo luogo. Le norme e le pressioni di genere influenzano le decisioni delle donne in materia di istruzione, occupazione, tempo trascorso lontano dal lavoro e famiglia. Questi cosiddetti fattori spiegati dimostrano che la nostra società ha aspettative e standard specifici per le donne. Come facciamo a sapere che la discriminazione e i pregiudizi influiscono sulla retribuzione delle donne? Poiché la discriminazione non può essere rilevata direttamente nella maggior parte dei dati sul reddito e sull'occupazione, i ricercatori cercano il divario retributivo "non spiegato" dopo aver tenuto conto statisticamente di altri fattori. Per esempio, dopo aver tenuto conto della specializzazione universitaria, dell'occupazione, del settore economico, delle ore lavorate, dei mesi di disoccupazione dopo la laurea, della media, del tipo di istituto universitario, della selettività dell'istituto, dell'età, della regione geografica e dello stato civile, l'AAUW ha riscontrato una differenza residua del 7% tra i guadagni dei laureati maschi e delle laureate femmine un anno dopo la laurea. Questo divario è salito al 12% 10 anni dopo la laurea (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007). Altri ricercatori sono giunti a conclusioni simili sulla discriminazione di genere e sul divario retributivo. Per esempio, uno studio sui ricercatori in campo medico ha rilevato un divario inspiegabile del 6% tra uomini e donne comparabili nel settore, e un recente studio sulla forza lavoro americana nel suo complesso ha rilevato un divario inspiegabile dell'8% (Jagsi et al., 2012; Blau & Kahn, 2016). Queste stime del divario retributivo non spiegato sono spesso considerate come stime dell'effetto della discriminazione sui guadagni delle donne. Questi numeri possono essere più piccoli del divario retributivo complessivo, ma tutti i calcoli del divario rappresentano disuguaglianze sostanziali, lotte individuali reali e buste paga più basse per le donne e le loro famiglie.<br />
<br />
Altri fattori: personalità e preferenze individuali<br />
<br />
* Negli ultimi anni alcuni studi hanno suggerito che anche differenze di personalità e preferenze personali potrebbero contribuire al divario salariale.<br />
* Presentazione dello studio che collega tratti della personalità come fiducia e assertività ai redditi.<br />
[[Categoria:Gender wage gap]]<br />
[[Categoria:Studi]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Critica_alle_incongruenze_dell%27annuncio_di_Lavoro_di_Will_Media:_Tra_Idealismo_e_Realt%C3%A0_del_Mondo_del_lavoro_Italiano&diff=29355Critica alle incongruenze dell'annuncio di Lavoro di Will Media: Tra Idealismo e Realtà del Mondo del lavoro Italiano2024-02-20T22:19:51Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>La facilità di criticare rispetto all'impegno richiesto per agire in modo costruttivo è un tema universale, che si riflette in molti aspetti della vita sociale, politica e personale. La tendenza a valutare e giudicare le azioni altrui senza contribuire attivamente a una soluzione è spesso alimentata da una percezione distorta della realtà, dove il ruolo attivo è sottovalutato rispetto alla semplice critica.<br />
<br />
Nell'era digitale, questo fenomeno è amplificato dai social media e dalle piattaforme online, dove esprimere un'opinione negativa è immediato e spesso privo di conseguenze dirette per il critico. Tuttavia, come sottolineato nell'esempio di Will, c'è una discrepanza significativa tra proclamarsi sostenitori di valori elevati e agire in modo coerente con questi ideali. La critica diventa allora un'arma a doppio taglio, capace di evidenziare incongruenze ma anche di scoraggiare iniziative positive per la paura di non essere all'altezza delle aspettative.<br />
<br />
La vera sfida, quindi, è superare la tentazione della critica sterile per abbracciare l'impegno attivo. Questo richiede di affrontare la realtà con umiltà, accettando che il percorso verso il miglioramento è costellato di tentativi, errori e correzioni. Significa anche riconoscere il valore del contributo di ciascuno, anche quando non è perfetto, e promuovere un dialogo costruttivo che incoraggi non solo la riflessione ma anche l'azione.<br />
<br />
Per trasformare la critica da sterile a costruttiva, è fondamentale:<br />
<br />
# Valutare le proprie azioni con lo stesso rigore con cui si giudicano quelle altrui, promuovendo un'esplorazione interna delle proprie incongruenze e limiti.<br />
# Promuovere esempi positivi, dando visibilità a chi, nonostante le difficoltà, si impegna attivamente per il bene comune, incoraggiando così altri a seguire lo stesso percorso.<br />
# Incoraggiare la critica costruttiva, che, anziché limitarsi a evidenziare i problemi, offre soluzioni praticabili e stimola un dialogo aperto e costruttivo.<br />
<br />
In conclusione, mentre la critica rimane uno strumento essenziale per il progresso sociale e individuale, il suo vero valore si manifesta solo quando è accompagnata dall'azione. Affrontare le sfide del mondo richiede più che semplici parole; richiede il coraggio di agire, anche a fronte del rischio e della possibilità di fallimento. È solo attraverso questo impegno attivo che possiamo sperare di lasciare un segno positivo e duraturo nel mondo.<br />
<br />
== Critica dell'annuncio di lavoro di Will Media da parte di Neolib.male ==<br />
'''Neolib.male''' critica su Instagram un annuncio di lavoro pubblicato dalla rivista '''Will''' per la posizione di '''Autore/Autrice Economia'''. La critica si concentra su due aspetti principali:<br />
<br />
'''1. Il rimborso spese mensile di 700 euro:'''<br />
<br />
* Neolib.male sostiene che questa cifra non sia adeguata per vivere a Milano, una città con un costo della vita elevato.<br />
* Si sottolinea come questa retribuzione evidenzi un problema nel mondo culturale italiano, dove solo persone con un background privilegiato possono permettersi di lavorare in questo settore.<br />
<br />
'''2. La mancanza di attenzione alla working class:'''<br />
<br />
* Neolib.male critica il fatto che Will, pur pubblicando meme sugli stagisti, offra un compenso che non permette a chi proviene da famiglie non abbienti di accedere a questo tipo di opportunità lavorative.<br />
* Si evidenzia come questa "egemonia culturale" impedisca alla working class di avere una voce e di essere rappresentata nei media.<br />
<br />
'''In aggiunta:'''<br />
<br />
* Neolib.male critica il fatto che Will si autodefinisca una "community online di persone e aziende consapevoli del loro impatto sul futuro" mentre offre un rimborso spese che non permette ai propri stagisti di vivere dignitosamente.<br />
<br />
'''Considerazioni finali:'''<br />
<br />
* La critica di Neolib.male pone l'accento su un problema reale e importante: la disparità economica nel mondo culturale italiano.<br />
* È necessario un cambiamento che permetta a tutti, indipendentemente dal background economico, di avere accesso a opportunità lavorative in questo settore.<br />
* La questione del compenso degli stagisti è solo un tassello di un mosaico più ampio che riguarda la precarietà del lavoro nel mondo culturale italiano.<br />
<br />
'''E' importante ricordare che:'''<br />
<br />
* La critica di Neolib.male si basa su un singolo annuncio di lavoro e non è necessariamente rappresentativa di tutte le realtà del mondo culturale italiano.<br />
* Esistono diverse realtà che offrono condizioni di lavoro dignitose ai propri stagisti.<br />
* C'è comunque la necessità di un impegno collettivo per migliorare la situazione del lavoro nel mondo culturale italiano.<br />
<br />
'''Cosa si può fare:'''<br />
<br />
* Le aziende del settore culturale dovrebbero impegnarsi a offrire compensi adeguati ai propri stagisti.<br />
* Le istituzioni dovrebbero mettere in atto politiche che favoriscano l'accesso al lavoro nel mondo culturale per tutti, indipendentemente dal background economico.<br />
* E' importante sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema.<br />
<br />
'''La critica di Neolib.male è un punto di partenza per una discussione importante e necessaria.'''[[File:401498423 905054294289791 4338427237413407584 n.jpg|nessuno|miniatura|945x945px|Neolib.male scrive: "Mentre fanno meme sugli stagisti, condividono questi annunci. Il fatto che pensino che sia una retribuzione adeguata, in una città come Milano, evidenzia solo un problema di cui si parla troppo poco: il mondo culturale, in Italia, è in mano solo a persone ricche. La maggior parte dei progetti editoriali, sono in mano a persone ricche. Questa è una vera e propria egemonia culturale: se è tutto in mano alla stessa classe sociale, chi parla, e si preoccupa, della working class?"]]<br />
<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Riflessione]]<br />
[[Categoria:Lavoro]]<br />
[[Categoria:Economia]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Ingiustizia]]<br />
[[Categoria:Disparità economica]]<br />
[[Categoria:Pensiero critico]]<br />
[[Categoria:Manipolazione mediatica]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Critica_alle_incongruenze_dell%27annuncio_di_Lavoro_di_Will_Media:_Tra_Idealismo_e_Realt%C3%A0_del_Mondo_del_lavoro_Italiano&diff=29354Critica alle incongruenze dell'annuncio di Lavoro di Will Media: Tra Idealismo e Realtà del Mondo del lavoro Italiano2024-02-20T22:18:15Z<p>Admin: Admin ha spostato la pagina Bozza will incoerenza giornali sfruttamento a Critica alle incongruenze dell'annuncio di Lavoro di Will Media: Tra Idealismo e Realtà del Mondo del lavoro Italiano senza lasciare redirect</p>
<hr />
<div>La facilità di criticare rispetto all'impegno richiesto per agire in modo costruttivo è un tema universale, che si riflette in molti aspetti della vita sociale, politica e personale. La tendenza a valutare e giudicare le azioni altrui senza contribuire attivamente a una soluzione è spesso alimentata da una percezione distorta della realtà, dove il ruolo attivo è sottovalutato rispetto alla semplice critica.<br />
<br />
Nell'era digitale, questo fenomeno è amplificato dai social media e dalle piattaforme online, dove esprimere un'opinione negativa è immediato e spesso privo di conseguenze dirette per il critico. Tuttavia, come sottolineato nell'esempio di Will, c'è una discrepanza significativa tra proclamarsi sostenitori di valori elevati e agire in modo coerente con questi ideali. La critica diventa allora un'arma a doppio taglio, capace di evidenziare incongruenze ma anche di scoraggiare iniziative positive per la paura di non essere all'altezza delle aspettative.<br />
<br />
La vera sfida, quindi, è superare la tentazione della critica sterile per abbracciare l'impegno attivo. Questo richiede di affrontare la realtà con umiltà, accettando che il percorso verso il miglioramento è costellato di tentativi, errori e correzioni. Significa anche riconoscere il valore del contributo di ciascuno, anche quando non è perfetto, e promuovere un dialogo costruttivo che incoraggi non solo la riflessione ma anche l'azione.<br />
<br />
Per trasformare la critica da sterile a costruttiva, è fondamentale:<br />
<br />
# Valutare le proprie azioni con lo stesso rigore con cui si giudicano quelle altrui, promuovendo un'esplorazione interna delle proprie incongruenze e limiti.<br />
# Promuovere esempi positivi, dando visibilità a chi, nonostante le difficoltà, si impegna attivamente per il bene comune, incoraggiando così altri a seguire lo stesso percorso.<br />
# Incoraggiare la critica costruttiva, che, anziché limitarsi a evidenziare i problemi, offre soluzioni praticabili e stimola un dialogo aperto e costruttivo.<br />
<br />
In conclusione, mentre la critica rimane uno strumento essenziale per il progresso sociale e individuale, il suo vero valore si manifesta solo quando è accompagnata dall'azione. Affrontare le sfide del mondo richiede più che semplici parole; richiede il coraggio di agire, anche a fronte del rischio e della possibilità di fallimento. È solo attraverso questo impegno attivo che possiamo sperare di lasciare un segno positivo e duraturo nel mondo.<br />
<br />
== Critica dell'annuncio di lavoro di Will Media da parte di Neolib.male ==<br />
'''Neolib.male''' critica su Instagram un annuncio di lavoro pubblicato dalla rivista '''Will''' per la posizione di '''Autore/Autrice Economia'''. La critica si concentra su due aspetti principali:<br />
<br />
'''1. Il rimborso spese mensile di 700 euro:'''<br />
<br />
* Neolib.male sostiene che questa cifra non sia adeguata per vivere a Milano, una città con un costo della vita elevato.<br />
* Si sottolinea come questa retribuzione evidenzi un problema nel mondo culturale italiano, dove solo persone con un background privilegiato possono permettersi di lavorare in questo settore.<br />
<br />
'''2. La mancanza di attenzione alla working class:'''<br />
<br />
* Neolib.male critica il fatto che Will, pur pubblicando meme sugli stagisti, offra un compenso che non permette a chi proviene da famiglie non abbienti di accedere a questo tipo di opportunità lavorative.<br />
* Si evidenzia come questa "egemonia culturale" impedisca alla working class di avere una voce e di essere rappresentata nei media.<br />
<br />
'''In aggiunta:'''<br />
<br />
* Neolib.male critica il fatto che Will si autodefinisca una "community online di persone e aziende consapevoli del loro impatto sul futuro" mentre offre un rimborso spese che non permette ai propri stagisti di vivere dignitosamente.<br />
<br />
'''Considerazioni finali:'''<br />
<br />
* La critica di Neolib.male pone l'accento su un problema reale e importante: la disparità economica nel mondo culturale italiano.<br />
* È necessario un cambiamento che permetta a tutti, indipendentemente dal background economico, di avere accesso a opportunità lavorative in questo settore.<br />
* La questione del compenso degli stagisti è solo un tassello di un mosaico più ampio che riguarda la precarietà del lavoro nel mondo culturale italiano.<br />
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'''E' importante ricordare che:'''<br />
<br />
* La critica di Neolib.male si basa su un singolo annuncio di lavoro e non è necessariamente rappresentativa di tutte le realtà del mondo culturale italiano.<br />
* Esistono diverse realtà che offrono condizioni di lavoro dignitose ai propri stagisti.<br />
* C'è comunque la necessità di un impegno collettivo per migliorare la situazione del lavoro nel mondo culturale italiano.<br />
<br />
'''Cosa si può fare:'''<br />
<br />
* Le aziende del settore culturale dovrebbero impegnarsi a offrire compensi adeguati ai propri stagisti.<br />
* Le istituzioni dovrebbero mettere in atto politiche che favoriscano l'accesso al lavoro nel mondo culturale per tutti, indipendentemente dal background economico.<br />
* E' importante sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema.<br />
<br />
'''La critica di Neolib.male è un punto di partenza per una discussione importante e necessaria.'''[[File:401498423 905054294289791 4338427237413407584 n.jpg|nessuno|miniatura|945x945px|Neolib.male scrive: "Mentre fanno meme sugli stagisti, condividono questi annunci. Il fatto che pensino che sia una retribuzione adeguata, in una città come Milano, evidenzia solo un problema di cui si parla troppo poco: il mondo culturale, in Italia, è in mano solo a persone ricche. La maggior parte dei progetti editoriali, sono in mano a persone ricche. Questa è una vera e propria egemonia culturale: se è tutto in mano alla stessa classe sociale, chi parla, e si preoccupa, della working class?"]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Critica_alle_incongruenze_dell%27annuncio_di_Lavoro_di_Will_Media:_Tra_Idealismo_e_Realt%C3%A0_del_Mondo_del_lavoro_Italiano&diff=29353Critica alle incongruenze dell'annuncio di Lavoro di Will Media: Tra Idealismo e Realtà del Mondo del lavoro Italiano2024-02-20T22:17:02Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>La facilità di criticare rispetto all'impegno richiesto per agire in modo costruttivo è un tema universale, che si riflette in molti aspetti della vita sociale, politica e personale. La tendenza a valutare e giudicare le azioni altrui senza contribuire attivamente a una soluzione è spesso alimentata da una percezione distorta della realtà, dove il ruolo attivo è sottovalutato rispetto alla semplice critica.<br />
<br />
Nell'era digitale, questo fenomeno è amplificato dai social media e dalle piattaforme online, dove esprimere un'opinione negativa è immediato e spesso privo di conseguenze dirette per il critico. Tuttavia, come sottolineato nell'esempio di Will, c'è una discrepanza significativa tra proclamarsi sostenitori di valori elevati e agire in modo coerente con questi ideali. La critica diventa allora un'arma a doppio taglio, capace di evidenziare incongruenze ma anche di scoraggiare iniziative positive per la paura di non essere all'altezza delle aspettative.<br />
<br />
La vera sfida, quindi, è superare la tentazione della critica sterile per abbracciare l'impegno attivo. Questo richiede di affrontare la realtà con umiltà, accettando che il percorso verso il miglioramento è costellato di tentativi, errori e correzioni. Significa anche riconoscere il valore del contributo di ciascuno, anche quando non è perfetto, e promuovere un dialogo costruttivo che incoraggi non solo la riflessione ma anche l'azione.<br />
<br />
Per trasformare la critica da sterile a costruttiva, è fondamentale:<br />
<br />
# Valutare le proprie azioni con lo stesso rigore con cui si giudicano quelle altrui, promuovendo un'esplorazione interna delle proprie incongruenze e limiti.<br />
# Promuovere esempi positivi, dando visibilità a chi, nonostante le difficoltà, si impegna attivamente per il bene comune, incoraggiando così altri a seguire lo stesso percorso.<br />
# Incoraggiare la critica costruttiva, che, anziché limitarsi a evidenziare i problemi, offre soluzioni praticabili e stimola un dialogo aperto e costruttivo.<br />
<br />
In conclusione, mentre la critica rimane uno strumento essenziale per il progresso sociale e individuale, il suo vero valore si manifesta solo quando è accompagnata dall'azione. Affrontare le sfide del mondo richiede più che semplici parole; richiede il coraggio di agire, anche a fronte del rischio e della possibilità di fallimento. È solo attraverso questo impegno attivo che possiamo sperare di lasciare un segno positivo e duraturo nel mondo.<br />
<br />
== Critica dell'annuncio di lavoro di Will Media da parte di Neolib.male ==<br />
'''Neolib.male''' critica su Instagram un annuncio di lavoro pubblicato dalla rivista '''Will''' per la posizione di '''Autore/Autrice Economia'''. La critica si concentra su due aspetti principali:<br />
<br />
'''1. Il rimborso spese mensile di 700 euro:'''<br />
<br />
* Neolib.male sostiene che questa cifra non sia adeguata per vivere a Milano, una città con un costo della vita elevato.<br />
* Si sottolinea come questa retribuzione evidenzi un problema nel mondo culturale italiano, dove solo persone con un background privilegiato possono permettersi di lavorare in questo settore.<br />
<br />
'''2. La mancanza di attenzione alla working class:'''<br />
<br />
* Neolib.male critica il fatto che Will, pur pubblicando meme sugli stagisti, offra un compenso che non permette a chi proviene da famiglie non abbienti di accedere a questo tipo di opportunità lavorative.<br />
* Si evidenzia come questa "egemonia culturale" impedisca alla working class di avere una voce e di essere rappresentata nei media.<br />
<br />
'''In aggiunta:'''<br />
<br />
* Neolib.male critica il fatto che Will si autodefinisca una "community online di persone e aziende consapevoli del loro impatto sul futuro" mentre offre un rimborso spese che non permette ai propri stagisti di vivere dignitosamente.<br />
<br />
'''Considerazioni finali:'''<br />
<br />
* La critica di Neolib.male pone l'accento su un problema reale e importante: la disparità economica nel mondo culturale italiano.<br />
* È necessario un cambiamento che permetta a tutti, indipendentemente dal background economico, di avere accesso a opportunità lavorative in questo settore.<br />
* La questione del compenso degli stagisti è solo un tassello di un mosaico più ampio che riguarda la precarietà del lavoro nel mondo culturale italiano.<br />
<br />
'''E' importante ricordare che:'''<br />
<br />
* La critica di Neolib.male si basa su un singolo annuncio di lavoro e non è necessariamente rappresentativa di tutte le realtà del mondo culturale italiano.<br />
* Esistono diverse realtà che offrono condizioni di lavoro dignitose ai propri stagisti.<br />
* C'è comunque la necessità di un impegno collettivo per migliorare la situazione del lavoro nel mondo culturale italiano.<br />
<br />
'''Cosa si può fare:'''<br />
<br />
* Le aziende del settore culturale dovrebbero impegnarsi a offrire compensi adeguati ai propri stagisti.<br />
* Le istituzioni dovrebbero mettere in atto politiche che favoriscano l'accesso al lavoro nel mondo culturale per tutti, indipendentemente dal background economico.<br />
* E' importante sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema.<br />
<br />
'''La critica di Neolib.male è un punto di partenza per una discussione importante e necessaria.'''[[File:401498423 905054294289791 4338427237413407584 n.jpg|nessuno|miniatura|945x945px|Neolib.male scrive: "Mentre fanno meme sugli stagisti, condividono questi annunci. Il fatto che pensino che sia una retribuzione adeguata, in una città come Milano, evidenzia solo un problema di cui si parla troppo poco: il mondo culturale, in Italia, è in mano solo a persone ricche. La maggior parte dei progetti editoriali, sono in mano a persone ricche. Questa è una vera e propria egemonia culturale: se è tutto in mano alla stessa classe sociale, chi parla, e si preoccupa, della working class?"]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Aborto,_un_esempio_per_parlare_di_coerenza_dei_ragionamenti_vs_ragionamenti_emotivi&diff=29352Aborto, un esempio per parlare di coerenza dei ragionamenti vs ragionamenti emotivi2024-02-20T22:03:45Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
== Introduzione breve ==<br />
Il dibattito sull'aborto è uno dei più accesi e controversi nella società contemporanea. In questo articolo, esamineremo le intersezioni tra aborto, democrazia, diritti e separazione dei poteri, cercando di separare i ragionamenti emotivi da quelli logici e giuridici.<br />
<br />
== L'Antefatto ==<br />
Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la storica sentenza Roe v. Wade del 1973, che aveva legalizzato l'aborto in tutto il paese. Alcuni stati, come il Missouri e il Texas, hanno immediatamente dichiarato l’aborto illegale. Questa decisione ha scatenato proteste in tutto il paese, con migliaia di persone che sono scese in piazza per manifestare. Questa decisione ha scatenato proteste e acceso un acceso dibattito sui diritti delle donne, la democrazia e il ruolo della Corte Suprema. <br />
<br />
In questo articolo, analizzeremo le diverse prospettive su questa decisione e le sue implicazioni per la società americana.<br />
<br />
== Diverse prospettive sulla decisione della Corte Suprema ==<br />
Le opinioni sulla decisione della Corte Suprema di annullare Roe v. Wade variano ampiamente. <br />
<br />
* Alcuni vedono questa mossa come un ritorno alla sovranità statale e una vittoria per i diritti dei nascituri. <br />
* Altri la considerano un passo indietro per i diritti delle donne e un esempio di come le decisioni giudiziarie possono avere un impatto profondo sulla società. <br />
<br />
== Analisi critica di alcune obiezioni ==<br />
{{S|}}<br />
Vogliamo premettere che spesso le persone che si confrontano su argomenti sensibili non sono esperte di leggi, né abili oratori. Non stupisce quindi che si ritrovino in difficoltà nel trovare le parole adatte per esprimere il proprio dissenso o la propria approvazione. La complessità e la delicatezza del tema, unita all'emotività che lo contraddistingue, può generare confusione e frustrazione, portando a volte ad affermazioni errate o superficiali. <br />
<br />
Dato che i social, soprattutto in Italia, catturano in grandissima misura l'opinione di persone molto giovani (che tendenzialmente sono progressiste, libertine, liberiste), ci è stato più semplice trovare sviste di chi criticava la decisione della Corte Suprema di annullare Roe v. Wade, ma ci teniamo a sottolineare che anche una tesi corretta potrebbe essere argomentata male. Quindi gli errori formali non falsificano la tesi stessa:<br />
<br />
'''1. "La Corte Suprema non è eletta, quindi non ha il potere di decidere sull'aborto."'''<blockquote>Questa affermazione ignora il ruolo fondamentale della Corte Suprema all'interno dello Stato di diritto. La Corte non è un organo legislativo, ma ha il compito di interpretare la Costituzione e le leggi federali. La sentenza Roe v. Wade del 1973 era basata su un'interpretazione controversa della Costituzione, che la Corte Suprema ha ora ritenuto errata. <br />
<br />
La prima è che se decidiamo che la CS '''non''' essendo '''eletta''' non dovrebbe avere '''potere decisionale''' <u>sarebbe stata antidemocratica anche la sentenza che stabiliva il diritto all'aborto</u>.</blockquote>'''2. "La decisione della Corte Suprema è antidemocratica."'''<blockquote>In una democrazia, la sovranità appartiene al popolo. Il popolo esercita questa sovranità attraverso i propri rappresentanti eletti, che sono incaricati di legiferare. La Corte Suprema non è un organo elettivo, ma ha il compito di vigilare sulla conformità delle leggi alla Costituzione. In questo caso, la Corte ha semplicemente ripristinato la competenza dei singoli Stati nel legiferare in materia di aborto.<br />
<br />
Il secondo motivo è che ovviamente la premessa del primo è falsa, la CS è parte integrante dello [https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_di_diritto stato di diritto] democratico. Ergo, le sue decisioni <u>sono</u> democratiche.</blockquote>'''3. "La Corte Suprema ha vietato l'aborto."'''<blockquote>La Corte Suprema non ha vietato l'aborto. Ha semplicemente stabilito che la Costituzione non garantisce il diritto all'aborto a livello federale. La decisione di legalizzare o meno l'aborto spetta ora ai singoli Stati.<br />
<br />
Il terzo motivo è che la suprema corte <u>non ha vietato l'aborto</u> ma ha stabilito che ogni stato liberamente e democraticamente può decidere su tale materia.</blockquote>'''4. "L'aborto è un diritto fondamentale."'''<blockquote>La nozione di "diritto fondamentale" è soggettiva e non esiste un consenso universale su quali diritti siano da considerarsi tali. L'aborto è un tema controverso che genera opinioni diametralmente opposte. La decisione della Corte Suprema non ha negato la natura di "diritto fondamentale" all'aborto, ma ha semplicemente stabilito che la Costituzione non lo garantisce a livello federale.<br />
<br />
L'aborto è un diritto fondamentale per chi ritiene l'aborto un diritto fondamentale.</blockquote>'''Conclusione:'''<blockquote>È importante analizzare le critiche alla decisione della Corte Suprema con razionalità e obiettività, evitando di cadere in facili slogan o generalizzazioni. La complessità del tema richiede un dibattito aperto e costruttivo, basato sul rispetto delle diverse opinioni e sulla ricerca di soluzioni che tutelino i diritti di tutte le persone coinvolte.</blockquote><br />
<br />
== 2) Separazione dei poteri ==<br />
In una democrazia sana, il potere non è mai concentrato nelle mani di un unico individuo o gruppo. Per evitare abusi e garantire la tutela dei diritti di tutti, la Costituzione italiana stabilisce una '''separazione dei poteri''': <br />
Vi ricordate vero quando alle elementari vi dicevano che '''i sovrani assoluti''' '''accentravano''' in loro stessi '''i 3 poteri''' mentre nelle democrazie i [https://it.wikipedia.org/wiki/Separazione_dei_poteri poteri sono e devono essere divisi]? Ecco, vi spiegavano questo:<br />
<br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Potere_legislativo '''Potere Legislativo''']: il Parlamento, eletto dal popolo, ha il compito di creare le leggi.<br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Potere_esecutivo '''Potere esecutivo''']: il Governo, guidato dal Presidente del Consiglio, ha il compito di applicare le leggi.<br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Potere_giudiziario '''Potere giudiziario''']: la Magistratura, indipendente dagli altri poteri, ha il compito di interpretare le leggi e di risolvere le controversie.<br />
<br />
=== Come si applica questo principio al tema dell'aborto? ===<br />
La Corte Suprema, con la sua sentenza del 24 giugno 2022, ha '''restituito al potere legislativo''' la competenza di legiferare in materia di aborto. In questo modo, '''ogni singolo Stato''' può autonomamente decidere se e come regolare l'aborto all'interno del proprio territorio.<br />
<br />
'''Quali sono le implicazioni di questa decisione?'''<br />
<br />
* '''Maggiore autonomia per gli Stati:''' ogni Stato può legiferare in base alle proprie specificità e al volere dei propri cittadini.<br />
* '''Dibattito pubblico più ampio:''' la decisione della Corte Suprema ha acceso un dibattito pubblico sull'aborto, che ora può essere discusso e regolato a livello locale.<br />
* '''Possibili disparità tra gli Stati:''' le diverse leggi statali potrebbero creare disparità nell'accesso all'aborto per le donne americane.<br />
<br />
== 4) Democrazia e diritti: un dialogo aperto e costruttivo ==<br />
In una democrazia, il concetto di '''diritto fondamentale''' è centrale. Tuttavia, la nozione di "fondamentale" può essere soggettiva e dipendere da diversi fattori, come la cultura, la religione e l'etica individuale.<br />
<br />
'''L'aborto è un tema controverso''' che genera opinioni diametralmente opposte. La decisione della Corte Suprema non ha negato la natura di "diritto fondamentale" all'aborto, ma ha semplicemente stabilito che la Costituzione non lo garantisce a livello federale.<br />
<br />
'''Cosa significa questo?'''<br />
<br />
* '''La discussione sull'aborto è più che mai necessaria.'''<br />
* '''Il dibattito deve essere aperto, costruttivo e rispettoso delle diverse opinioni.'''<br />
* '''L'obiettivo deve essere quello di trovare soluzioni che tutelino i diritti di tutte le persone coinvolte.'''<br />
<br />
'''Esempio: la pena di morte'''<br />
<br />
La pena di morte è un altro tema controverso che accende il dibattito sui diritti e la democrazia. In Italia, la pena di morte è stata abolita nel 1944. Tuttavia, alcuni cittadini vorrebbero reintrodurla.<br />
<br />
'''Cosa ci insegna questo esempio?'''<br />
<br />
* '''In una democrazia, la discussione sui diritti è normale e necessaria.'''<br />
* '''Le leggi possono essere modificate in base al consenso della maggioranza.'''<br />
* '''Il dialogo e la ricerca di soluzioni condivise sono fondamentali per una società democratica.'''<br />
<br />
<blockquote>''Incredibile, vero?''<br />
<br />
''(Oh ragazzi, <u>lo ritengo fondamentale pure io</u> eh, anzi, sarei per legiferare un modo più snello pure in Italia)''<br />
<br />
''Ma sapete, che sia un diritto fondamentale non lo stabilisce la scienza ma la vostra/mia moralità/etica.''<br />
<br />
''Ci sono persone, e negli USA sono tantissime (in Italia c'è Adinolfi e pochi altri), che ritengono che sia un diritto fondamentale quello del feto di svilupparsi e nascere.''<br />
<br />
''Voi direte "ma non è vita" o "ma il diritto della donna" e tutte le altre frasi fatte che ripetete dopo averle lette da altre persone. Oh, concordo con voi ma è una fottuta opinione la mia, la vostra e la loro.''<br />
<br />
''E quando ci sono <u>opinioni</u> diverse <u>sui diritti decide la maggioranza con gli strumenti dello stato di diritto</u>.''<br />
<br />
<u>''L'Italia è una democrazia da quando non c'è più il pelatone al governo, non dal '78 anno in cui pure qui è stato approvato il diritto all'aborto.''</u><br />
<br />
''Ok? Non si scappa da questo.''<br />
=== ''Diritti Fondamentali: "ma i diritti non si toccano in uno stato democratico"'' ===<br />
''Questo è più scemo in culo di quello del primo punto.''<br />
<br />
''Ogni fottuta legge dello stato è fatta per dare o negare diritti.''<br />
<br />
''Le leggi servono esattamente per regolare i diritti delle persone.''<br />
<br />
''Non c'è cosa più normale in democrazia di discutere di diritti.''<br />
=== ''"Eh ma allora se la maggioranza vuole reintroduciamo la pena di morte"'' ===<br />
''Esattamente.''<br />
<br />
''Lo trovi atroce?''<br />
<br />
''Guarda che esiste il 41bis dove ti chiudono da solo in una stanza 3x3 dandoti viveri fino a che morte non sopraggiunge naturalmente.''<br />
<br />
''Non capisco le persone che si scandalizzano per la pena di morte ma se ne fottono di questo, credo siano intimamente più bigotte.''<br />
<br />
''Mi fermo qui perché non ho tempo per continuare.''<br />
<br />
''Dico solo che nonostante non sia affatto contento che probabilmente ci saranno persone che non potranno usufruire dell'aborto (ed è un diritto non solo femminile ma anche gli uomini ne vengono colpiti quindi anche la storia che se uno è uomo è normale che non capisca, un cazzo, se domani metto incinta una sono ben felice che possa abortire) la reazione dei liberal dimostra che di diritto, di democrazia e di tutte le cose di cui discutono quotidianamente in realtà non capiscono un cazzo.''<br />
<br />
<u>''Parlano solo per slogan.''</u><br />
<br />
''by swoswastuc''</blockquote><br />
<br />
== Conclusione ==<br />
La decisione della Corte Suprema sull'aborto ha aperto un nuovo capitolo nel dibattito su questo tema complesso e delicato. È importante affrontare questo dibattito con razionalità, obiettività e rispetto, senza cadere in facili slogan o generalizzazioni. L'obiettivo deve essere quello di trovare soluzioni che tutelino i diritti di tutte le persone coinvolte e che rafforzino la nostra democrazia.<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Aborto]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Aborto,_un_esempio_per_parlare_di_coerenza_dei_ragionamenti_vs_ragionamenti_emotivi&diff=29351Aborto, un esempio per parlare di coerenza dei ragionamenti vs ragionamenti emotivi2024-02-20T21:38:39Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
== L'antefatto ==<br />
Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha preso una decisione storica che ha rivoluzionato il diritto all’aborto nel paese. Questa decisione ha annullato la sentenza “Roe v. Wade” del 1973, che aveva legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. Da quel momento, i singoli stati sono liberi di applicare le loro leggi in materia di aborto. Alcuni stati, come il Missouri e il Texas, hanno immediatamente dichiarato l’aborto illegale. Questa decisione ha scatenato proteste in tutto il paese, con migliaia di persone che sono scese in piazza per manifestare. Questo evento ha sollevato importanti questioni riguardanti i diritti delle donne, la democrazia e la separazione dei poteri.<br />
<br />
=== Diverse prospettive sulla decisione della Corte Suprema ===<br />
<br />
Le opinioni sulla decisione della Corte Suprema di annullare Roe v. Wade variano ampiamente. Alcuni vedono questa mossa come un ritorno alla sovranità statale e una vittoria per i diritti dei nascituri. Altri la considerano un passo indietro per i diritti delle donne e un esempio di come le decisioni giudiziarie possono avere un impatto profondo sulla società. Questo dibattito solleva questioni fondamentali sul ruolo della Corte Suprema, la democrazia e i diritti individuali.<br />
<br />
== La critica di una donna ==<br />
Chi dice che la decisione della Corte Suprema è antidemocratica non sa di cosa parla, sragiona. Per per le seguenti ragioni:<br />
# La prima è che se decidiamo che la CS '''non''' essendo '''eletta''' non dovrebbe avere '''potere decisionale''' <u>sarebbe stata antidemocratica anche la sentenza che stabiliva il diritto all'aborto</u>.<br />
# Il secondo motivo è che ovviamente la premessa del primo è falsa, la CS è parte integrante dello [https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_di_diritto stato di diritto] democratico. Ergo, le sue decisioni <u>sono</u> democratiche.<br />
# Il terzo motivo è che la suprema corte <u>non ha vietato l'aborto</u> ma ha stabilito che ogni stato liberamente e democraticamente può decidere su tale materia.<br />
# L'aborto è un diritto fondamentale per chi ritiene l'aborto un diritto fondamentale.<br />
=== 2) Separazione dei poteri ===<br />
In democrazia esistono pesi e contrappesi. Vi ricordate vero quando alle elementari vi dicevano che '''i sovrani assoluti''' '''accentravano''' in loro stessi '''i 3 poteri''' mentre nelle democrazie i [https://it.wikipedia.org/wiki/Separazione_dei_poteri poteri sono e devono essere divisi]? Ecco, vi spiegavano questo:<br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Potere_legislativo Potere Legislativo]<br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Potere_esecutivo Potere esecutivo]<br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Potere_giudiziario Potere giudiziario]<br />
=== 4) Cosa vuol dire democrazia? ===<br />
Incredibile, vero?<br />
<br />
(Oh ragazzi, <u>lo ritengo fondamentale pure io</u> eh, anzi, sarei per legiferare un modo più snello pure in Italia)<br />
<br />
Ma sapete, che sia un diritto fondamentale non lo stabilisce la scienza ma la vostra/mia moralità/etica.<br />
<br />
Ci sono persone, e negli USA sono tantissime (in Italia c'è Adinolfi e pochi altri), che ritengono che sia un diritto fondamentale quello del feto di svilupparsi e nascere.<br />
<br />
Voi direte "ma non è vita" o "ma il diritto della donna" e tutte le altre frasi fatte che ripetete dopo averle lette da altre persone. Oh, concordo con voi ma è una fottuta opinione la mia, la vostra e la loro.<br />
<br />
E quando ci sono <u>opinioni</u> diverse <u>sui diritti decide la maggioranza con gli strumenti dello stato di diritto</u>.<br />
<br />
<u>L'Italia è una democrazia da quando non c'è più il pelatone al governo, non dal '78 anno in cui pure qui è stato approvato il diritto all'aborto.</u><br />
<br />
Ok? Non si scappa da questo.<br />
=== Diritti: "ma i diritti non si toccano in uno stato democratico" ===<br />
Questo è più scemo in culo di quello del primo punto.<br />
<br />
Ogni fottuta legge dello stato è fatta per dare o negare diritti.<br />
<br />
Le leggi servono esattamente per regolare i diritti delle persone.<br />
<br />
Non c'è cosa più normale in democrazia di discutere di diritti.<br />
=== "Eh ma allora se la maggioranza vuole reintroduciamo la pena di morte" ===<br />
Esattamente.<br />
<br />
Lo trovi atroce?<br />
<br />
Guarda che esiste il 41bis dove ti chiudono da solo in una stanza 3x3 dandoti viveri fino a che morte non sopraggiunge naturalmente.<br />
<br />
Non capisco le persone che si scandalizzano per la pena di morte ma se ne fottono di questo, credo siano intimamente più bigotte.<br />
<br />
Mi fermo qui perché non ho tempo per continuare.<br />
<br />
Dico solo che nonostante non sia affatto contento che probabilmente ci saranno persone che non potranno usufruire dell'aborto (ed è un diritto non solo femminile ma anche gli uomini ne vengono colpiti quindi anche la storia che se uno è uomo è normale che non capisca, un cazzo, se domani metto incinta una sono ben felice che possa abortire) la reazione dei liberal dimostra che di diritto, di democrazia e di tutte le cose di cui discutono quotidianamente in realtà non capiscono un cazzo.<br />
<br />
<u>Parlano solo per slogan.</u><br />
<br />
by swoswastuc<br />
<br />
== Tentativo di rendere il tutto organico ==<br />
<br />
=== Introduzione: ===<br />
Il dibattito sull'aborto spesso incrocia questioni di democrazia, diritti e separazione dei poteri. Questo testo esamina queste intersezioni, cercando di separare i ragionamenti emotivi da quelli logici e giuridici.<br />
<br />
=== Separazione dei Poteri: ===<br />
<br />
* La separazione dei poteri è un pilastro della democrazia, dove i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario operano in equilibrio per garantire la giustizia e l'equità.<br />
<br />
=== Democrazia e Decisioni della Corte Suprema: ===<br />
<br />
* Criticare la Corte Suprema come antidemocratica per le sue decisioni è un ragionamento fallace. La Corte, pur non essendo eletta, è un organo fondamentale dello stato di diritto democratico.<br />
* La sua funzione è interpretare la legge e garantire che sia applicata equamente, come dimostrato dalla decisione che ha permesso agli stati di decidere autonomamente sulla questione dell'aborto.<br />
<br />
=== Diritti Fondamentali: ===<br />
<br />
* La definizione di un diritto fondamentale è soggettiva e dipende dalla moralità individuale, non dalla scienza.<br />
* L'aborto è un esempio di come differenti opinioni morali possano portare a diverse interpretazioni del diritto.<br />
<br />
=== Discussione sui Diritti in Democrazia: ===<br />
<br />
* In una democrazia, la discussione sui diritti è normale e necessaria. Le leggi sono strumenti per regolare tali diritti, e possono essere modificate in base al consenso della maggioranza.<br />
<br />
=== Pena di Morte: ===<br />
<br />
* L'esempio della pena di morte illustra come le opinioni pubbliche possano variare su questioni morali gravi, e come la democrazia possa riflettere queste diverse opinioni.<br />
<br />
=== Conclusioni: ===<br />
<br />
* Nonostante le opinioni personali possano differire, la struttura democratica permette un dialogo e una decisione collettiva su questioni complesse come l'aborto.<br />
* La reazione a queste decisioni riflette spesso una mancanza di comprensione di concetti giuridici e democratici, rendendo essenziale una discussione informata e rispettosa.<br />
<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Aborto]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Anche_i_maschi_non_vengono_creduti_quando_denunciano_violenze_subite&diff=29350Anche i maschi non vengono creduti quando denunciano violenze subite2024-02-20T21:35:02Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>[https://www.instagram.com/il_cerchio_antisessista/ @Il_cerchio_antisessista] in una storia instagram ci racconta quanto segue:<br />
[[File:Image2167423743267.png|miniatura|Bianca Veramente non sto qui a giudicare se e' vero o no ma da un po' di tempo tante persone dello spettacolo raccontano questo tipo di cose, violentati da piccoli e tanto di più.... mah..in questo mondo così strano tutto e' possibile io personalmente ne ho le scatole piene di tutto e di tutti non credo più a niente...]]<br />
Sotto un video di Grignani che racconta dei tentati stupri subiti da piccolo. Una donna scrive il commento riportato a destra.<br />
<br />
Commenta sulla pelle di un uomo. La cultura del non credere alle vittime non ha genere, è una cosa ignobile diffusa a tutti i livelli e dovremmo cominciare a parlarne seriamente. IN PARTICOLARE, ma non solo, per quanto riguarda le violenze sessuali, una delle cose più brutte da subire eppure una di quelle ritenute più insignificanti da tante persone. Poi ci sono declinazioni di genere riguardo il fenomeno? Certamente. <u>Ma non mi fate leggere più "nessuno crede alle donne, tutti credono agli uomini. La parola di un uomo ha sempre più credibilità nella società"</u> perché è una lettura, fatemelo dire, ridicola. <u>Una lettura piatta, ideologica, che si smonta in niente.</u> <u>Ci sono tanti fattori in gioco, smettiamola di dire che quello di genere è l'unico</u>, perché non ha alcun senso.<br />
[[Categoria:Parità di genere]]<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Problematiche maschili]]<br />
[[Categoria:Influencer]]<br />
[[Categoria:IlCerchioAntisessista]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Internet_e_la_Sua_Dualit%C3%A0:_Da_Strumento_di_Libert%C3%A0_a_Minaccia_della_Democrazia&diff=29349Internet e la Sua Dualità: Da Strumento di Libertà a Minaccia della Democrazia2024-02-20T21:29:45Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
[https://www.lampoon.it/articolo/20/07/2023/antonio-pavolini-diletta-huyskes-sprecando-internet/ Stiamo sprecando Internet: può essere internet un luogo inclusivo? Le Open Source - Lampoon.it]<br />
<br />
Antonio Pavolini, analista dei media, e Diletta Huyskes, studiosa di etica delle tecnologie, discutono dei rischi e delle potenzialità di Internet nell'attuale era tecnologica. Secondo Pavolini, le persone al potere non sono state in grado di gestire il cambiamento portato dall'era digitale e come risultato hanno cercato di delegittimare Internet, un tentativo sostenuto dai media tradizionali. Pavolini crede che il modello economico di Internet sia una replica di quello dei media tradizionali, con gli stessi problemi di manipolazione e chiusura. Anche la polarizzazione che osserviamo sui social media non è nuova, ma è già avvenuta negli anni '80 con l'ascesa delle televisioni commerciali.<br />
<br />
Pavolini sostiene che Internet è come uno specchio, riflettendo la nostra ignoranza, sessismo e superficialità. Tuttavia, ci sono ancora spazi pubblici digitali aperti, o "Open Internet", che permettono un accesso libero e gratuito a tutti i contenuti e le applicazioni. Egli invita a ripopolare questi spazi, nonostante il dominio delle big tech e l'economia dell'attenzione.<br />
<br />
Le nuove generazioni, secondo Pavolini, sono più consapevoli dei rischi e dei meccanismi delle piattaforme, e sono molto più abili nel debunking e nel non cadere nelle bufale. L'autore sottolinea l'importanza di scegliere autonomamente come utilizzare Internet, piuttosto che essere guidati passivamente dagli algoritmi.<br />
<br />
Infine, l'articolo discute delle restrizioni proposte dal governo francese ai social media per prevenire le rivolte. Diletta Huyskes critica tale decisione, sostenendo che i social media sono solo un mezzo che le persone usano per organizzarsi, e che le limitazioni imposte dal governo rappresentano un attacco alla libertà di espressione.<br />
<br />
[[Categoria:Mass Media]]<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Riflessione]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Da_fare:Social&diff=29348Da fare:Social2024-02-16T13:36:21Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
<br />
==USA: le scuole di Seattle fanno causa ai social media per i danni provocati ai ragazzi==<br />
[https://www.lindipendente.online/2023/01/14/usa-le-scuole-di-seattle-fanno-causa-ai-social-media-per-i-danni-provocati-ai-ragazzi/ Link]<br />
<br />
Le scuole pubbliche di Seattle hanno intentato una causa contro i giganti della tecnologia proprietari di TikTok, Instagram, Facebook, Snapchat e YouTube sostenendo che i social media hanno causato danni alla salute mentale dei ragazzi e che le società dietro a questi social devono essere ritenute responsabili. La causa sostiene che le aziende hanno utilizzato tecniche che sfruttano la psicologia e la neurofisiologia degli utenti per farli trascorrere più tempo sulle loro piattaforme, creando problemi per la salute mentale dei giovani. Le scuole chiedono alle società di cambiare il loro modo di operare e di assumersi la responsabilità dei danni causati dalle loro pratiche commerciali.<br />
<br />
== Zuckerberg chiede scusa alle famiglie delle vittime social al Senato Usa: «Mi dispiace» ==<br />
Audizione alla commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per gli adolescenti. Ascoltati i vertici di Meta, X, TikTok, Snap e Discord<br />
<br />
'''Vittime dei social, Zuckerberg chiede scusa.''' I senatori americani attaccano pesantemente gli amministratori delegati di Meta (Facebook, Instagram, X, TikTok, Snap e Discord) torchiandoli in un’audizione alla commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per i bambini e gli adolescenti. Parole accolte dagli applausi di decine di genitori con le foto dei loro bambini morti o traumatizzati dai social. Messo in imbarazzo, il ceo di Meta Mark Zuckerberg si è rivolto proprio alle famiglie e ha chiesto scusa.<br />
<br />
Durante un'audizione alla commissione giustizia del Senato USA, tenutasi il 31 gennaio, i senatori americani hanno severamente criticato gli amministratori delegati di importanti piattaforme social come Meta (Facebook, Instagram), X, TikTok, Snap e Discord, per i rischi che tali piattaforme rappresentano per bambini e adolescenti. Le accuse rivolte ai dirigenti sono state forti, con affermazioni quali «I vostri prodotti uccidono» e «avete le mani sporche di sangue», evidenziando l'impatto negativo dei social network sul benessere dei più giovani e sulla democrazia. La sessione è stata caratterizzata da momenti emotivi, con l'intervento di genitori di bambini morti o traumatizzati a causa dei social media.<br />
<br />
Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha risposto alle critiche chiedendo scusa alle famiglie delle vittime di abusi online, menzionando gli investimenti significativi dell'azienda per la sicurezza online, inclusi circa 40.000 dipendenti dedicati e oltre 20 miliardi di dollari spesi dal 2016. Tuttavia, è stato criticato per non aver rafforzato i team incaricati di proteggere gli adolescenti online. Allo stesso modo, Shou Zi Chew di TikTok ha evidenziato gli sforzi della sua azienda per proteggere i minori, ma ha ricevuto critiche per vari episodi negativi. Linda Yaccarino di X ha difeso la piattaforma, sottolineando che non è comunemente usata dai giovani e annunciando la creazione di un nuovo dipartimento per la moderazione dei contenuti.<br />
<br />
Nonostante le misure annunciate dalle piattaforme, osservatori e autorità le considerano insufficienti. Esistono vari disegni di legge in sospeso al Congresso per proteggere i minori, inclusa una proposta del senatore Dick Durbin che mira a consentire di perseguire le società tech per contenuti pedopornografici e permettere alle vittime di fare causa.<br />
<br />
== New York fa causa a TikTok, Facebook e YouTube: “Fatti per creare dipendenza, danneggiano la salute mentale dei minori” ==<br />
Di recente, la città di New York ha lanciato una sfida legale contro alcuni dei più grandi nomi dei social media, tra cui TikTok, Facebook e YouTube, accusandoli di contribuire alla crisi della salute mentale tra bambini e ragazzi. Questa mossa sottolinea l'urgenza di affrontare l'impatto negativo che queste piattaforme possono avere sui giovani. Per saperne di più su questa importante causa, leggi [https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/16/la-citta-di-new-york-fa-causa-a-tiktok-facebook-e-youtube-piattaforme-fatte-apposta-per-creare-dipendenza-danni-alla-salute-mentale-dei-minori/7448422/ l'articolo completo qui].<br />
<br />
== Il governo francese sta elaborando un 'codice di condotta' per gli influencer e loro chiedono la creazione di un "ordine" come per i medici o gli avvocati ==<br />
Il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire ha lanciato una consultazione pubblica per regolamentare le attività degli influencer, a causa dei troppi casi di pubblicità occulta o promozioni poco chiare sui social media. Il governo francese ha deciso di applicare un "codice di buona condotta" per gli influencer, su piattaforme come Facebook, Twitter e TikTok. La regolamentazione è stata richiesta anche dagli influencer stessi, con l'agente Magali Berdah che si è detta favorevole alla creazione di un "ordine" specifico per questa categoria, come quello dei medici o degli avvocati. Il deputato Stephane Vojetta ha preparato una proposta di legge per fare ordine in questa giungla dove spesso il consumatore si perde. - https://www.instagram.com/p/CnunmOxMLR1/<br />
==Gli attivisti e la trappola del pubblico - Francesco Oggiano==<br />
https://www.instagram.com/p/Cm9P5wWu1Jc/<br />
==Insoddisfazione corporea e social media==<br />
[https://www.stateofmind.it/2023/01/social-network-insoddisfazione-corporea/ Insoddisfazione corporea e social media - StateOfMind]<br />
<br />
I social network, come Instagram, Facebook e TikTok, sono diventati una parte importante della vita quotidiana di molti adolescenti e giovani adulti. Tuttavia, questi siti possono avere un impatto negativo sull'immagine corporea e sulla salute mentale degli utenti, soprattutto per le donne giovani.<br />
<br />
Gli ideali di magrezza proposti sui social network possono causare insoddisfazione corporea e disturbi alimentari. Gli ideali di magrezza vengono comunicati sostanzialmente dall'ambiente attraverso i media, la famiglia e i coetanei e hanno un'influenza sull'immagine che una persona ha del proprio corpo. L'interiorizzazione degli standard di magrezza può portare a un'insoddisfazione corporea e preoccupazioni esagerate per il corpo e il peso.<br />
<br />
I disturbi alimentari, come l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa, sono caratterizzati da una paura pervasiva di ingrassare e un pensiero radicale per l'immagine corporea. Un recente studio ha trovato un'associazione tra la frequenza di confronto del proprio aspetto fisico con quello delle persone sui social media e l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza.<br />
<br />
In conclusione, l'uso eccessivo dei social network può aumentare l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza, rendendo le giovani donne più vulnerabili ai disturbi alimentari. È importante che gli adolescenti e i giovani adulti imparino a utilizzare i social network in modo consapevole e sviluppino una relazione sana con il proprio corpo e la propria immagine.<br />
==='''Studi citati'''===<br />
{| class="wikitable"<br />
!Conclusione<br />
!Riferimento allo studio<br />
|-<br />
|Le giovani donne risultano essere più sensibili agli ideali di magrezza proposti sui social network e mostrano un rischio più elevato di sviluppare insoddisfazione corporea e disturbi alimentari.<br />
|Jiotsa et al., 2021<ref name=":0">{{cita pubblicazione |nome=B. |cognome=Jiotsa |titolo=Social Media Use and Body Image Disorders: Association between Frequency of Comparing One’s Own Physical Appearance to That of People Being Followed on Social Media and Body Dissatisfaction and Drive for Thinness |rivista=International Journal of Environmental Research and Public Health |anno=2021 |volume=18 |numero=6 |pp=2880 |url=https://www.mdpi.com/1660-4601/18/6/2880 |lingua=en}}</ref><br />
|-<br />
|Negli ultimi 30 anni i media hanno sovraesposto le persone a ideali di magrezza, a partire dalla giovane età, trasformando questo ideale in un nuovo standard di riferimento.<br />
|Blowers et al., 2003<ref>{{cita pubblicazione |nome=L. C. |cognome=Blowers |titolo=The relationship between sociocultural pressure to be thin and body dissatisfaction in preadolescent girls |rivista=Eating Behaviors |anno=2003 |volume=4 |numero=3 |pp=229–244 |url=https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1471015303000187?via%3Dihub |lingua=en}}</ref>; Anschutz et al., 2016<ref>{{cita pubblicazione |nome=D. J. |cognome=Anschutz |titolo=Exposure to slim images in mass media: Television commercials as reminders of restriction in restrained eaters |rivista=Health Psychology |anno=2008 |volume=27 |numero=4 |pp=401–408 |url=https://psycnet.apa.org/doiLanding?doi=10.1037%2F0278-6133.27.4.401 |lingua=en}}</ref><br />
|-<br />
|Le giovani donne sono più sensibili agli ideali di magrezza e tendono ad associarli alla bellezza e al successo.<br />
|Laure et al., 2005<ref>{{cita pubblicazione |nome=P. |cognome=Laure |titolo=Social comparison and body dissatisfaction: the impact of the thin ideal on women’s self-perceptions |rivista=Psychotropes |anno=2005 |volume=11 |numero=1 |pp=73–83 |url=https://www.cairn.info/revue-psychotropes-2005-1-page-73.htm |lingua=fr}}</ref><br />
|-<br />
|L'interiorizzazione degli standard di magrezza può portare a un'alterazione dell'immagine corporea e insoddisfazione corporea<br />
|Gorwood et al., 2016<ref>{{cita pubblicazione |nome=P. |cognome=Gorwood |titolo=New Insights in Anorexia Nervosa |rivista=Frontiers in Neuroscience |anno=2016 |volume=10 |url=https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnins.2016.00256/full |lingua=en}}</ref>; Stice et al., 2002<ref>{{cita pubblicazione |nome=E. |cognome=Stice |titolo=Relation of Adverse Childhood Experiences to Eating Disorder Symptomatology: An Eight-Year Longitudinal Study |rivista=Journal of Consulting and Clinical Psychology |anno=2002 |volume=70 |numero=}}</ref>; Jacobi et al., 2004<ref>{{cita pubblicazione |nome=C. |cognome=Jacobi |titolo=Coming to Terms With Risk Factors for Eating Disorders: Application of Risk Terminology and Suggestions for a General Taxonomy |rivista=Psychological Bulletin |anno=2004 |volume=130 |numero=1 |pp=19–65 |url=https://psycnet.apa.org/doiLanding?doi=10.1037%2F0033-2909.130.1.19 |lingua=en}}</ref><br />
|-<br />
|L'uso diffuso dei social media negli adolescenti e nei giovani adulti può aumentare l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza, rendendo la popolazione di giovani adulti più vulnerabili ai disturbi alimentari.<br />
|Jiotsa et al., 2021<ref name=":0" /><br />
|}<br />
<br />
== Note ==<br />
<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Psicologia]]<br />
[[Categoria:Mass Media]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Influencer]]<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Studi]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Gender_Wage_Gap&diff=29347Gender Wage Gap2024-02-15T18:44:58Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>Il "gender wage gap" o gender pay gap, ovvero il divario salariale di genere, rappresenta una delle <u>questioni più dibattute e complesse</u> nel contesto del mercato del lavoro contemporaneo. Questo fenomeno si riferisce alla <u>differenza di retribuzione</u> che esiste tra uomini e donne, una realtà che evidenzia come, in media, le donne guadagnerebbero meno rispetto ai loro colleghi maschi. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che il gender wage gap non è un concetto monolitico e si manifesta in varie forme e solo alcune di queste sono legate a discriminazione.<br />
<br />
Al cuore di questa questione ci sono molteplici fattori che vanno oltre la semplice discriminazione diretta. '''Aspetti come le <u>scelte formative</u>, le <u>responsabilità familiar</u>i, le <u>aspirazioni professionali</u>, la scelta di settori lavorativi e il tempo dedicato al lavoro contribuiscono a delineare questo divario.''' Ad esempio, le donne possono orientarsi verso settori meno remunerativi o ridurre l'orario di lavoro per motivi familiari, elementi che influiscono sulle statistiche salariali complessive.<br />
<br />
== Tipi di Gender Wage Gap ==<br />
Per analizzare in modo accurato il gender wage gap, è utile distinguere tra due tipologie principali:<br />
<br />
# <u>Il gender wage gap complessivo</u>: questa forma globale del divario include una vasta gamma di fattori, da quelli individuali come scelte di carriera e responsabilità familiari. Pur essendo un indicatore utile delle disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro, <u>'''non riflette'''</u> necessariamente <u>'''discriminazioni'''</u> dirette sul posto di lavoro.<br />
# <u>Il gender wage gap a parità di condizioni</u>: questa forma più specifica del divario considera le differenze di retribuzione tra uomini e donne nello <u>stesso ruolo, con esperienza e orario di lavoro equivalenti</u>. È questo confronto mirato che può rivelare discriminazioni dirette in termini di retribuzione.<br />
<br />
In questo articolo, esploriamo le sfaccettature di entrambe le tipologie, cercando di comprendere meglio la natura e le cause di questo fenomeno. Attraverso un'analisi dettagliata, vogliamo contribuire alla discussione su come promuovere l'uguaglianza di genere e ridurre le disparità salariali nel mondo del lavoro.<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere '''<u>complessivo</u>''' ===<br />
[[File:F1ada8fac4c7d78cb2579b1459ae9b6b.png|riquadrato|'''Gender Wage Gap COMPLESSIVO''' - Women's Median Annual Earnings as a Percentage of Men's Median Annual Earnings for Full-Time, Year-Round Workers, 1960-2015Il divario salariale di genere complessivo, che incorpora una vasta gamma di fattori come le preferenze individuali, gli stereotipi di genere, e il numero di donne che scelgono di non partecipare alla forza lavoro, '''<u>non</u>''' è un indicatore delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Infatti, questo tipo di divario aggrega vari elementi che influenzano le retribuzioni, rendendo difficile isolare effetti specifici. Nonostante ciò, è importante sottolineare che il divario salariale complessivo ha mostrato una tendenza al calo nel corso degli anni, indicando dei progressi verso una maggiore parità di genere nel mercato del lavoro.]]<br />
Il gender wage gap di cui si parla di solito è quello complessivo, esso confronta la '''retribuzione di <u>tutte</u> le donne con quella di <u>tutti</u> gli uomini'''. <br />
<br />
'''Non è''' quindi '''indicativo di una discriminazione''' diretta, ma piuttosto di dinamiche sociali più ampie. Ad esempio, le donne potrebbero orientarsi verso carriere meno pagate per conciliare lavoro e famiglia, o subire gli effetti di stereotipi di genere che ne influenzano le opportunità.<br />
<br />
Inoltre questa misura aggregata ''non considera le differenze interne ai gruppi, ad esempio tra donne con o senza figli''. Per valutare la parità di trattamento a parità di condizioni, è più accurato analizzare il divario a parità di ruolo, mansioni, esperienza.<br />
<br />
Pertanto, sebbene il gender wage gap complessivo possa servire come indicatore macroeconomico del mercato del lavoro, non è sufficiente per identificare e comprendere le cause specifiche del divario salariale, o per evidenziare discriminazioni. Per capire se vi siano disparità a parità di condizioni, è essenziale analizzare il divario salariale "normalizzato".<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ===<br />
Il "gender wage gap normalizzato" isola la differenza retributiva tra donne e uomini a parità di ruolo, competenze, esperienza e orario.<br />
<br />
Neutralizzando variabili quali professione, istruzione e ore lavorate, questa analisi precisa quantifica il divario non spiegato da ragioni oggettive, rivelando potenziali discriminazioni.<br />
<br />
Secondo diversi studi, a parità di condizioni esiste un residual wage gap del 5-8% tra generi, attribuibile a bias culturali, differenze legate alla personalità e differenze di genere difficili da misurare (in seguito lo spieghiamo meglio).<br />
<br />
Ricerche evidenziano che, nonostante questi fattori, persiste un divario salariale "in spiegato" di circa il 6-8%, cioè una differenza di retribuzione tra uomini e donne a parità di lavoro, responsabilità e ore lavorate.<br />
<br />
== Strumentalizzazioni mediatiche ==<br />
I media tendono a mistificare il "gender wage gap" complessivo, presentandolo come prova diretta di discriminazione sul lavoro senza spiegarlo né contestualizzarlo.<br />
<br />
Ma, come già detto, questo valore include: scelte formative (si veda la predilezione per le STEM), carichi familiari, professioni. I media non distinguendo dal gap a parità di ruolo, alimentano l’equivoco che le differenze retributive dipendano direttamente dal genere. Queste distorsioni sono fuorvianti e ostacolano la comprensione del problema e l’identificazione di soluzioni efficaci. È responsabilità dei media restituire la complessità del fenomeno, spiegando che il pay gap complessivo deriva da una combinazione di fattori. Solo informando in modo corretto e approfondito l’opinione pubblica si può contribuire utilmente al dibattito sulla parità di genere.<br />
<br />
==Le cause del Gender Wage Gap complessivo e le sue cause==<br />
Il divario salariale di genere, che rappresenta la differenza di retribuzione tra uomini e donne, è un fenomeno complesso ed è generalmente attribuito a una combinazione di vari fattori. <u>Contrariamente a molte semplificazioni diffuse, non può essere esclusivamente ridotto a una questione di discriminazione diretta da parte dei datori di lavoro.</u><br />
<br />
I fattori che contribuiscono al divario salariale di genere possono includere:<br />
* '''La maternità''': le donne con figli tendono ad avere stipendi inferiori rispetto a quelle senza figli (vedi sotto).<br />
* '''Scelte e preferenze individuali:''' le donne potrebbero scegliere lavori con orari più flessibili o meno remunerativi per conciliare meglio le esigenze lavorative e familiari.<br />
* '''Caratteristiche personali:''' certi tratti della personalità possono influenzare le negoziazioni salariali e le scelte di carriera.<br />
* '''Discriminazione e pregiudizi:''' le donne possono essere viste come meno adatte a certi ruoli lavorativi o a ruoli di leadership, portando a stipendi più bassi.<br />
Attribuire il gender wage gap esclusivamente alla discriminazione dei datori di lavoro è una semplificazione e non rappresenta la realtà. È un'analisi parziale e fuorviante che rischia di portare a soluzioni disfunzionali.<br />
<br />
=== Il ruolo della maternità nel Gender Wage Gap ===<br />
La maternità è uno dei fattori più rilevanti nell'analisi del divario salariale di genere. Secondo diverse ricerche, la nascita del primo figlio segna spesso un calo significativo nelle entrate delle donne, fenomeno che non si riscontra tra gli uomini. Questo calo si traduce in una riduzione cumulativa delle entrate nel corso della carriera, creando un cosiddetto "penalty of motherhood", o "penalità della maternità"<ref>{{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}</ref>.<br />
<br />
In pratica, le donne che diventano madri tendono a guadagnare meno rispetto alle donne senza figli. Questo può essere attribuito a vari motivi, tra cui la necessità di tempo per la cura dei figli, l'adattamento a lavori con orari più flessibili o meno retribuiti, o l'eventuale interruzione temporanea della carriera.<br />
[[File:MALE FEMALE 2x.jpg|miniatura|428x428px]]<br />
Uno studio condotto in Danimarca, un paese con una generosa politica di congedo parentale, ha rilevato che nonostante i vantaggi sociali, il divario salariale di genere rimane quasi identico a quello degli Stati Uniti, paese dove le donne non hanno garanzie di congedo di maternità pagato. Questo suggerisce che la maternità è un fattore determinante nel divario salariale di genere, indipendentemente dalle politiche di sostegno sociale.[[File:Women_with_kids.jpg|nessuno|miniatura|570x570px|Il fenomeno della "penalità della maternità": questo grafico mostra le diverse traiettorie di guadagno tra donne con figli e donne senza figli. Nonostante politiche sociali favorevoli, le madri tendono a guadagnare significativamente meno rispetto alle donne senza figli.]]<br />
[[File:Gender wage gap1111.jpg|miniatura|L'alto costo dell'assistenza all'infanzia costringe molte madri occidentali a uscire dal mondo del lavoro nei primi anni di vita dei loro figli. Questo fenomeno contribuisce in modo significativo alla "penalità della maternità", che si manifesta con l'allontanamento dal mercato del lavoro o la riduzione dell'orario di lavoro delle madri. Questa tendenza è particolarmente evidente nei paesi ad alto reddito, dove il divario di genere nell'occupazione è maggiormente influenzato dalla maternità rispetto al matrimonio.Il grafico mostra come, nei paesi con un reddito pro capite più alto, quasi tutte le differenze di genere nella partecipazione alla forza lavoro emergono dopo la nascita dei figli. Questo suggerisce che, mentre nei paesi più poveri le donne spesso lasciano il lavoro in seguito al matrimonio, nei paesi più ricchi la permanenza nel lavoro è interrotta o ridotta dopo la maternità, in parte a causa degli elevati costi dell'assistenza all'infanzia.<br />
<br />
Per un'analisi dettagliata dell'impatto che la genitorialità ha sulla carriera delle madri in vari paesi, si può esplorare l'interattivo fornito da The Economist, che esamina come la maternità influisce sulla carriera femminile a livello globale. Questi approfondimenti sono accessibili tramite il link nella biografia dell'articolo fonte del grafico: [https://www.economist.com/interactive/graphic-detail/2024/01/30/how-motherhood-hurts-careers How motherhood hurts careers.]]]<br />
Il concetto di "penalità della maternità" è ormai consolidato negli studi sul divario salariale di genere. Si tratta di un fenomeno per il quale le donne che diventano madri subiscono una riduzione dei loro guadagni rispetto alle donne che non hanno figli. In molti casi, questa differenza può ammontare fino al 20% dei guadagni complessivi nel corso della carriera. Questa tendenza persistente evidenzia la necessità di politiche e soluzioni più efficaci per affrontare e mitigare l'impatto della maternità sul divario salariale di genere. <br />
L'articolo di riferimento, per approfondire questo tema, e da cui sono tratti dati e immagini, è il seguente: {{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}<br />
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==== Aggiornamento 2024 - da un'articolo dell'Economist ====<br />
Gli autori dell’articolo menzionato hanno condotto uno studio<ref>{{cite journal|last1=Kleven|first1=Henrik|last2=Landais|first2=Camille|last3=Leite-Mariante|first3=Gabriel|date=2023-09-01|title=The Child Penalty Atlas|journal=|issue=|doi=10.3386/w31649}}</ref> che ha coinvolto '''134 paesi''', rappresentanti il '''95% della popolazione mondiale'''. Utilizzando dati provenienti da diverse fonti, hanno esaminato l’effetto della maternità sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Ecco alcuni punti chiave:<br />
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# '''Penalizzazione della maternità:''' Gli autori definiscono la “penalizzazione della maternità” come la quantità media con cui la probabilità di impiego di una donna diminuisce durante i dieci anni successivi al parto. Questo declino è osservato in quasi tutti i paesi analizzati.<br />
# '''Confronto tra madri e padri:''' Gli studiosi hanno confrontato le madri con i padri e con persone senza figli, considerando variabili come età, istruzione, stato civile e altro. Hanno scoperto che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro diminuisce dopo la nascita di un figlio.<br />
# '''Costi della cura dei figli:''' I costi della cura dei figli possono rappresentare un ostacolo significativo al lavoro per le donne. In alcuni paesi, come gli Stati Uniti, l’Irlanda e la Nuova Zelanda, i costi della cura dei figli rappresentano una parte maggiore del reddito netto familiare rispetto ad altri paesi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).<br />
# '''Impatto globale:''' Questo studio fornisce una panoramica globale dell’impatto della maternità sulle carriere delle donne, evidenziando sfide comuni e differenze regionali.<br />
<br />
Questo studio ha creato un atlante mondiale delle penalizzazioni legate alla maternità nell’occupazione, utilizzando dati micro provenienti da 134 paesi. La stima delle penalizzazioni legate alla maternità si basa su studi di eventi pseudo-eventi relativi alla nascita del primo figlio, utilizzando dati trasversali. Questi studi pseudo-eventi sono stati convalidati rispetto a studi di eventi reali utilizzando dati panel per un sottoinsieme di paesi. La maggior parte dei paesi mostra chiare e consistenti penalizzazioni legate alla maternità: uomini e donne seguono tendenze parallele prima della genitorialità, ma divergono nettamente e persistentemente dopo la genitorialità. Sebbene questo modello sia pervasivo, esiste un’enorme variazione nell’entità degli effetti tra le diverse regioni del mondo. La frazione di disuguaglianza di genere spiegata dalle penalizzazioni legate alla maternità varia sistematicamente con lo sviluppo economico e i proxy per la trasformazione strutturale. A livelli bassi di sviluppo, le penalizzazioni legate alla maternità rappresentano una minima parte della disuguaglianza di genere. Ma man mano che le economie si sviluppano, i redditi aumentano e il mercato del lavoro passa dall’agricoltura di sussistenza al lavoro salariato nell’industria e nei servizi, le penalizzazioni legate alla maternità diventano il principale fattore di disuguaglianza di genere. Poiché la genitorialità è spesso legata al matrimonio, abbiamo anche indagato l’esistenza di penalizzazioni legate al matrimonio nell’occupazione femminile. In generale, le donne sperimentano sia penalizzazioni legate al matrimonio che alla maternità, ma la loro importanza relativa dipende dallo sviluppo economico. Il processo di sviluppo è associato a una sostituzione delle penalizzazioni legate al matrimonio con quelle legate alla maternità, con le prime che gradualmente convergono a zero<br />
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=== Partecipazione femminile al mercato del lavoro in Italia ===<br />
[[File:Genderwage gap.png|miniatura|332x332px]]In Italia, la partecipazione femminile al mercato del lavoro è notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea. Uno studio di Randstad Research ha rivelato che '''il 43% delle donne italiane tra i 30 e i 69 anni non''' '''lavora né è in cerca di un impiego'''. '''<u>Questa percentuale supera notevolmente la media europea del 32%</u>'''. Questa differenza può essere attribuita a vari fattori, tra cui le barriere culturali che dissuadono le donne dal cercare lavoro, la mancanza di servizi di assistenza all'infanzia accessibili e convenienti che complicano la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari, e la presenza di discriminazioni di genere nell'accesso alle opportunità di lavoro. Il governo italiano e vari stakeholder stanno lavorando per affrontare queste sfide e aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. <br />
<br />
== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ==<br />
In precedenza, abbiamo esaminato il gender wage gap complessivo, una misura grezza che confronta i salari medi di uomini e donne senza tener conto di fattori come tipo di impiego, ore lavorate, istruzione ed esperienza. Ora, è importante esplorare il gender wage gap normalizzato. Questa misura affina l'analisi confrontando i guadagni a parità di lavoro, lavoro, istruzione, anni di esperienza lavorativa. In questo modo, si cerca di capire se esiste una disparità salariale tra uomini e donne che svolgono funzioni simili e possiedono qualifiche comparabili. <br />
<br />
==== Gap salariale "non spiegato" e presunta discriminazione ====<br />
Anche dopo aver normalizzato il gender wage gap, permane un "gap salariale non spiegato". Questo divario, che '''si aggira intorno al 5 - 8%''', rimane dopo aver considerato ruolo, mansioni e ore lavorative. Inizialmente si pensava che questo fenomeno suggerisse l'esistenza di una discriminazione di genere e pregiudizi nei luoghi di lavoro. Tuttavia studi successivi (che presenteremo dopo, suggeriscono una spiegazione diversa)<br />
<br />
==== Sottorappresentazione delle Donne nelle Posizioni di Leadership ====<br />
Un altro fattore significativo è la sottorappresentazione delle donne in ruoli dirigenziali, dove solo il 26% delle posizioni è occupato da donne. Questa assenza limita l'accesso delle donne a ruoli ad alto reddito, contribuendo al divario salariale.<br />
<br />
==== Impatto dell'Ingresso delle Donne in Professioni Dominanti Maschili sui Salari ====<br />
Studi, come quello di Levanon et al. (2009), mostrano che quando le donne entrano in campi lavorativi precedentemente dominati dagli uomini, i salari medi per quelle professioni tendono a diminuire. Questo suggerisce che la valutazione del lavoro può essere influenzata dal genere dei lavoratori.<br />
<br />
Secondo l'AAUW, esiste una differenza residuale nei guadagni tra laureati maschi e laureate femmine, sia immediatamente dopo la laurea sia a distanza di dieci anni. Questi dati evidenziano come il divario salariale possa persistere e persino aumentare nel tempo.<blockquote>Un rapporto del 2016 dell'AAUW, per esempio, evidenzia che nel 2015 le donne occupavano solo il 26% delle posizioni dirigenziali nel settore privato, con donne di colore che avevano particolari difficoltà a ricoprire tali posizioni. Allo stesso modo, uno studio su 50 anni di dati sul lavoro negli Stati Uniti ha rivelato che quando le donne entrano in una professione precedentemente dominata dagli uomini, i salari medi per quella professione tendono a diminuire (Levanon et al., 2009). Un altro studio, condotto dall'AAUW, ha rilevato una <u>differenza residuale del 7% tra i guadagni dei laureati maschi e delle laureate femmine</u> un anno dopo la laurea. Questo divario è salito al 12% 10 anni dopo la laurea (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007)<ref>Vedi [[Gender Wage Gap/Studio1]]</ref>.</blockquote><br />
<br />
=== Assertività nelle Trattative Salariali e Differenze di Genere nelle Aspettative sul Posto di Lavoro: Studi ed Evidenze empiriche ===<br />
[[File:66799114496e54a2186cd3dbb300e06b.png|7. Conclusion '''The incorporation of personality traits into an analysis of wage determinants''' enriches the capacity of economic models to explain heterogeneous variation among individuals and, when adding a gender lens to this variation, '''uncover previously unrecognized factors behind the gender pay gap'''. '''Our analysis shows that men generally display higher levels of the personality''' '''traits that connote a stronger sense of confidence''' in their capabilities and a stronger focus on their own agenda: '''higher hope for success''', weaker fear of failure, and '''lower agreeableness''' (akin to stronger self-centredness). '''All of these traits are positively associated with earnings.''' '''The only trait found to give women a wage advantage is their higher level of conscientiousness''', which could suggest that women tend to rely on demonstrating their proficiency in their existing job role-moreso than putting themselves forward for even more challenging roles-as the mechanism to climb the pay ladder. This paper's findings should trigger closer scrutiny of the personal characteristics of the individual worker that enter into an employer's job recruitment and remuneration decisions. '''Employers should be prompted to evaluate whether higher levels of confidence necessarily justify higher wages''', or whether they might be relying on confidence as a proxy for a worker's true capability and productive value. Above all, this paper should trigger a more perceptive awareness of the ways in which the personality attributes of men and women tend to differ, and how these differences matter for critical outcomes such as wages and workplace opportunities. Recognizing these points of difference is an essential step in the ongoing pursuit to address the inequalities that give rise to the gender pay gap.|miniatura|596x596px]]Un recente studio fornisce approfondimenti cruciali su questo tema, esplorando come tratti personali diversi tra uomini e donne possano influenzare i risultati salariali.<br />
<br />
<br />
<br />
Questo studio si concentra sull'incorporazione dei tratti della personalità nell'analisi dei determinanti salariali. I risultati rivelano che gli uomini tendono a esibire tratti associati a una <u>maggiore fiducia nelle proprie capacità</u> e a un <u>focus più marcato sui propri obiettivi</u>. Questi includono speranza di successo più elevata, <u>minore paura del fallimento</u> e una <u>tendenza minore alla remissività</u>, che può essere interpretata come un maggiore egoismo. Sorprendentemente, <u>'''tutti questi tratti sono stati trovati positivamente correlati ai guadagni.'''</u><br />
<br />
D'altra parte, <u>l'unico tratto che sembra dare alle donne un vantaggio salariale è</u> un livello più elevato di <u>coscienziosità</u>. Questo potrebbe indicare che le donne tendono a fare affidamento su dimostrare la propria competenza nel proprio ruolo di lavoro attuale, piuttosto che proporsi per ruoli più impegnativi, come meccanismo per avanzare nella scala retributiva.<br />
<br />
=== Studio: Il Ruolo dei Tratti di Personalità nei Determinanti Salariali ===<br />
7. Conclusione <mark>L'incorporazione dei tratti della personalità in un'analisi dei determinanti salariali</mark> arricchisce la capacità dei modelli economici di spiegare la variazione eterogenea tra individui e, aggiungendo una lente di genere a questa variazione, <mark>scopre fattori precedentemente non riconosciuti dietro il divario retributivo di genere</mark>. <mark>La nostra analisi mostra che gli uomini generalmente mostrano livelli più elevati dei tratti della personalità</mark> <mark>che denotano un senso più forte di fiducia</mark> nelle proprie capacità e un focus più forte sulla propria agenda: <mark>maggiore speranza di successo</mark>, minore paura del fallimento e <mark>minore remissività</mark> (simile a un egoismo più forte). <mark>Tutti questi tratti sono positivamente associati ai guadagni.</mark> <mark>L'unico tratto che si è scoperto dare alle donne un vantaggio salariale è il loro livello più elevato di coscienziosità</mark>, il che potrebbe suggerire che le donne tendono a fare affidamento sul dimostrare la loro competenza nel loro ruolo di lavoro esistente - più che proporsi per ruoli ancora più impegnativi - come meccanismo per scalare la scala retributiva. I risultati di questo documento dovrebbero innescare un esame più attento delle caratteristiche personali del singolo lavoratore che entrano nelle decisioni di assunzione e retribuzione del datore di lavoro. <mark>I datori di lavoro dovrebbero essere sollecitati a valutare se livelli più elevati di fiducia giustifichino necessariamente salari più alti</mark>, o se potrebbero fare affidamento sulla fiducia come indicatore delle reali capacità e del valore produttivo di un lavoratore. Soprattutto, questo documento dovrebbe innescare una consapevolezza più percettiva dei modi in cui gli attributi della personalità di uomini e donne tendono a differire e di come queste differenze contano per esiti critici come stipendi e opportunità di lavoro. Riconoscere questi punti di differenza è un passo essenziale nel perseguimento in corso per affrontare le disuguaglianze che danno origine al divario retributivo di genere.<br />
<br />
*Fonte: [https://academic.oup.com/oep/article/70/4/919/5046671 Personality and pay: do gender gaps in confidence explain gender gaps in wages?] <ref>{{Cita web|url=https://academic.oup.com/oep/article/70/4/919/5046671|titolo=Personality and pay: do gender gaps in confidence explain gender gaps in wages?|autore=Leonora Risse, Lisa Farrell, Tim R L Fry|sito=Oxford Economic Papers|editore=Oxford Academic|data=28 Giugno 2018|lingua=Inglese|formato=PDF|pp=919–949|cid=https://doi.org/10.1093/oep/gpy021|citazione=Questo studio esplora se i modelli di genere nelle tratti di personalità contribuiscano al divario salariale di genere, concentrandosi su tratti che riflettono la fiducia di un individuo nel prendere una sfida. Utilizzando dati salariali del 2013 dall'indagine Household, Income and Labour Dynamics in Australia (HILDA), il modello di decomposizione Oaxaca–Blinder rivela che la maggiore speranza di successo degli uomini, la minore paura del fallimento e la minore amabilità contribuiscono al divario salariale di genere.|accesso=|titolotradotto=Personalità e salario: i divari di genere nella fiducia spiegano i divari salariali di genere?}}<div class="cite-q">«Questo studio esplora se i modelli di genere nelle tratti di personalità contribuiscano al divario salariale di genere, concentrandosi su tratti che riflettono la fiducia di un individuo nel prendere una sfida. Utilizzando dati salariali del 2013 dall'indagine Household, Income and Labour Dynamics in Australia (HILDA), il modello di decomposizione Oaxaca–Blinder rivela che la maggiore speranza di successo degli uomini, la minore paura del fallimento e la minore amabilità contribuiscono al divario salariale di genere.»</div></ref><br />
<br />
=== Le donne hanno un'autostima più bassa? ===<br />
La risposta breve è: sì. Lo sviluppo dell'autostima è influenzato da genere, età e cultura. Studi tradizionali, focalizzati su campioni occidentali, hanno rivelato che l'autostima aumenta con l'età e ''tende ad essere più alta negli uomini''. Un'analisi cross-culturale di Wiebke Bleidorn e il suo team su oltre <u>985.000 partecipanti di 48 paesi</u> ha scoperto che:<br />
<br />
* in tutte le nazioni le femmine hanno un'autostima più bassa dei maschi. <br />
* nei paesi sviluppati e individualisti, le donne hanno un'autostima proporzionalmente più bassa rispetto alle donne di paesi meno sviluppati. <br />
<br />
La ricerca suggerisce che l'autostima è influenzata da una combinazione di fattori biologici, di genere e culturali. Ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio questi processi. Hanno reso disponibile anche un [https://selfesteem.shinyapps.io/self_esteem/ sito web interattivo] per esplorare tali risultati.<br />
<br />
=== Opinioni / approfondimento ===<br />
Ad approfondimento di questo proponiamo uno scambio di opinioni tra i tre interlocutori, di cui due donne, mette in luce come sia '''necessaria una certa assertività per ottenere un aumento''' di stipendio. Tuttavia, emerge anche una tendenza tra le donne a desistere più facilmente o a possedere aspettative meno aggressive. In altre parole, le donne sembrano più inclini a cercare un equilibrio tra le esigenze personali e professionali, spesso risultando meno propense a rivendicare energicamente i propri diritti sul posto di lavoro. Questo può tradursi in un approccio più moderato alle trattative salariali, il che potrebbe contribuire al persistente divario retributivo tra i generi.<blockquote><br />
*'''Ragazza1:''' Semplicemente perché <u>gli uomini si fanno più spesso avanti per richiedere un aumento</u> rispetto alle donne.<br />
<br />
*'''Ragazza2:''' mah, io quando lo chiesi mi risposero che non serviva averlo perché ero donna, mentre gli uomini dovevano portare avanti “la famiglia”, io potevo farmi mantenere “per davvero” da un uomo, non dal mio lavoro.<br />
*'''Ragazza1:''' eh quello è un caso di un coglione. Nella fabbrica dove lavoro io ragionano in modo simile, tipo "siccome sei donna a casa hai anche altro da fare quindi ti facciamo fare lavori meno faticosi, mentre gli uomini a casa non fanno niente quindi possono faticare qua"<br />
* '''Ragazzo:''' Il fatto è che anche con noi inventano mille mila scuse. Io per ottenere aumenti ho sempre fatto colloqui altrove, minacciato di licenziarmi e.. in alcuni casi mi sono licenziato davvero e trasferito all'estero. E io sono un dilettante al confronto di un mio amico, lui non è che gli aumenti glieli concedono, se li prende! È brutto, ingiusto, ma è così. È una guerra..<br />
</blockquote><br />
<br />
=== Il ruolo delle preferenze: le ragazze sono intimorite dalle materie STEM ===<br />
La 27ora riporta che: Il 54% delle ragazze è incuriosita dalle materie scientifiche ma non si ritiene adatta a una carriera in quell’ambito. I pregiudizi, così, si trasformano in barriere<ref>[https://27esimaora.corriere.it/22_febbraio_18/ragazze-matematica-scalino-superare-stem-18a43004-9018-11ec-990d-642ea57e6940.shtml Le ragazze e la matematica: quello scalino che rimane da superare]</ref>.<br />
<br />
=== Altri studi e articoli da classificare ===<br />
*[https://data.oecd.org/earnwage/gender-wage-gap.htm?fbclid=IwAR2MuwuIHHZwdGP4KYxxKeuwoxAMg2OlfmOXovQ9vySjUHZPa3PCwdTUORc#indicator-chart OECD Data Gender Wage Gap chart]<br />
Leggendo altri studi risulta che ancora non siamo alla perfetta parità..<br />
*Secondo (Jagsi et al., 2012; Blau &amp; Kahn, 2016 [forse il paper è [https://pubs.aeaweb.org/doi/pdf/10.1257/jel.20160995 The Gender Wage Gap: Extent, Trends, and Explanations]? comunque è quello a destra]) rimane ancora un 6 - 8% di gap di salario difficilmente spiegabile a parità di mansione.<br />
* Come specifica qui [https://hhl-oh.aauw.net/files/2014/02/Simple-Truth-Fall-2016.pdf THE SIMPLE TRUTH ABOUT THE GENDER PAY GAP FALL 2016 EDITION]<br />
*[https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMsa053910?fbclid=IwAR3n3l69Ki3XPl_OMxa0Ck3GZ1XSBPhrGP-6GlxWlcpGfpjcre1vcKqweGc The “Gender Gap” in Authorship of Academic Medical Literature — A 35-Year Perspective]<br />
* Una professoressa di economia di Harvard dice che non esiste, ritengo la fonte abbastanza affidabile<br />
**[http://www.washingtonexaminer.com/harvard-prof.-takes-down-gender-wage-gap-myth/article/2580405 Harvard prof. takes down gender wage gap myth - Whashington Examiner]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=1oqyrflOQFc PagerU - The Myth of the Gender Wage Gap - Youtube]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=58arQIr882w The gender wage gap uses bogus statistics | FACTUAL FEMINIST - Youtube]<br />
<br />
== Opinioni varie ==<br />
<br />
=== Contributo di un avvocato del lavoro (ES) ===<br />
'''Sunto:''' <u>Stando alla mia esperienza di avvocato del lavoro le donne non chiedono tanto una parità salariale, ma anche una parità relazionale, poiché spesso vengono sottovalutate</u> <u>sul posto di lavoro</u>. L'autore sottolinea che le statistiche sul gap salariale spesso non tengono conto delle mansioni e delle condizioni di lavoro, e quindi risultano inutili e parziali.<br />
'''Versione lunga:''' <blockquote>'''È innegabile che negli ultimi anni vi sia stato un impegno per una maggiore protezione delle donne sul posto di lavoro.''' Durante il mio percorso di studi in diritto del lavoro, analizzando numerosi casi e sviluppando una sensibilità acuta ai problemi inerenti a questa disciplina, '''ho osservato che le donne non chiedono solo parità salariale, ma aspirano a qualcosa di molto più radicale.'''<br />
'''Il divario salariale di genere è stato ampiamente affrontato, sottolineando che le differenze salariali tra uomini e donne sono ormai considerate un mito.''' Le analisi delle retribuzioni di diverse figure professionali - dirigenti, responsabili, ecc. - hanno dimostrato che non esistono disparità salariali significative, e che in molti casi le donne guadagnano persino di più.<br />
<br />
Trovo poco costruttivo discutere del divario salariale a parità di mansioni, soprattutto nelle società private, dove lo stipendio è determinato dai compiti individuali e tenendo conto delle condizioni economiche dell'azienda, pertanto è normale che vi siano differenze di stipendio tra figure professionali nello stesso settore.<br />
<br />
Come ho già sottolineato in precedenza, '''le statistiche che mostrano un divario salariale tra uomini e donne non confrontano gli stipendi di uomini e donne che svolgono la stessa mansione con le stesse condizioni''', benefici aggiuntivi, bonus di produzione, ecc. Piuttosto, prendono in esame il reddito medio annuale di un campione di uomini e donne che svolgono mansioni diverse, portando a risultati distorti e parziali.<br />
<br />
'''In base alla mia analisi di diversi casi sul posto di lavoro, ho constatato che le donne chiedono una parità di trattamento più che una parità economica.''' In molti dei casi che ho esaminato, le donne in posizioni di leadership o manageriali sono frequentemente vittime di molestie, sia velate che esplicite, quasi a denigrare il loro valore professionale, come se il loro sesso prevalga sul loro ruolo lavorativo.<br />
<br />
Questo comportamento è spesso insostenibile e comprensibilmente così. Le donne godono di alcuni privilegi sul lavoro, come permessi e congedi, che sono stati in parte bilanciati dall'introduzione del congedo parentale per il padre in sostituzione di quello della madre in caso di maternità, sebbene tale pratica incontri ancora resistenze da parte dei datori di lavoro.<br />
<br />
'''Nonostante questi privilegi, c'è una carenza fondamentale: il riconoscimento professionale e il rispetto per la propria figura di riferimento, soprattutto se si tratta di una donna.'''<br />
[[Categoria:Lavoro]]<br />
[[Categoria:Femminismo]]<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Questioni controverse]]<br />
'''A mio avviso, è su questo che dovremmo concentrarci attualmente.'''</blockquote><br />
==Come ottenere aumenti==<br />
[[File:Imagefdsfdsf.png|nessuno|miniatura|345x345px|https://www.facebook.com/photo?fbid=481625530005024&set=pcb.481636466670597]]<br />
[[Categoria:Gender wage gap]]<br />
= Vedi anche =<br />
* [[Storia, le donne lavoravano?]]<br />
* [[Gender Wage Gap e disinformazione]]<br />
* [[Gender Wage Gap e orientamento verso discipline STEM]]<br />
== Note ==<br />
<div class="ezmob-footer ezoic-floating-bottom ezo_ad ezmob-footer-desktop" id="ezmobfooter"><center></center></div><br />
<references /></div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=File:Gender_wage_gap1111.jpg&diff=29346File:Gender wage gap1111.jpg2024-02-15T18:07:41Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>Gender wage gap1111</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Categoria:Polarizzazione&diff=29345Categoria:Polarizzazione2024-02-15T10:54:29Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>Come tutti gli anni il Global Risk Report, elaborato nell'ambito del WEF World Economic Forum, è stato presentato a Zurigo. Quest'anno la "Societal Polarization" è tra i maggiori pericoli percepiti.<br />
[[File:WEF Risks 2024.jpg|nessuno|riquadrato]]<br />
<br />
===Danni della polarizzazione===<br />
*[[Danni della polarizzazione|'''Danni della polarizzazione ideologica''']]<br />
**[[L'opinione di Marta For Few sulla Polarizzazione|L'opinione di Marta De Vivo sulla Polarizzazione]]<br />
**[[Riflessione di Pierluigi Fagan sulla Guerra alla complessità]]<br />
**[[Polarizzazione - Semplificazione - Consumismo capitalistico]]<br />
**BOZZA [[Teoria sulla polarizzazione e dialogo con una ragazza|'''Teoria sulla polarizzazione e dialogo con una ragazza''']]<br />
*'''Quanto è grave la situazione?'''<br />
**'''[[Polarizzazioni, sono sempre di più gli autori e influencer che ne parlano|Polarizzazioni, sono sempre di più gli autori e influencer che denunciano il problema]]'''<br />
**[[Giustizialismo oggi e nel 1600|'''Giustizialismo oggi e nel 1600''']]<br />
***[[Promessi sposi, episodio capponi|'''Il celebre episodio dei capponi <u>portati al macello</u> tutti intenti a <u>beccarsi tra loro</u>''']] (Divide et impera)<br />
**"[[Bolle sul web|'''Bolle" sul web''']]<br />
**[[Parole da conoscere|'''Parole da conoscere''']]<br />
**[[Mascolinità tossica|'''Mascolinità tossica, se ne parla in maniera distorta?''']]<br />
<br />
*BOZZA [[Dimostrazioni che la "sinistra" fa populismo come la destra]]<br />
*BOZZA '''[[Mass media, sensazionalismo e percezione distorta]]''' [Totalmente in Bozza]<br />
*[[Spaccature intergenerazionali, volute dal capitalismo secondo Preve]]<br />
====Esempi di Episodi divisivi====<br />
*'''[[L'era della suscettibilità|Elenco di episodi di ingiustizie compiuti in nome di alti ideali a cura di Guia Soncini, L'era della suscettibilità]]'''<br />
*[[Checco Zalone a Sanremo, omotrasnfobico?|'''Checco Zalone a Sanremo, omotransfobico?''']]<br />
*[[DDL Zan, argomentazioni fantoccio, premesse implicite e bullismo nelle scuole|'''DDL Zan e indignazione''']]<br />
**[[Mass Media e rischio di imitazione|'''Mass media e rischio di imitazione''']]<br />
*[[Questione iva sui prodotti mestruali: gli errori da entrambe le parti|'''Questione <u>iva</u> sui <u>prodotti mestruali</u>: gli errori da entrambe le parti''']] by Karen<br />
*[[Donne CEO, sono solo il 2,5% del totale|'''Donne CEO, sono solo il 2,5% del totale''']]<br />
*'''[[Meme divisivo sulla ragazza violentata sul treno|Violenza sul treno: la reazione social e un meme "divisivo"]]'''<br />
*'''[[Professore sospeso per aver tirato un pugno a un alunno che lo derideva]]'''<br />
<br />
*Aurora Leone e gogna mediatica senza prove<br />
*BOZZA [[Molestie ad una giornalista in diretta]]<br />
*BOZZA [[Episodio di esempio: eccesso di legittima difesa?|Episodio di esempio: legittima difesa o bullismo verso un signore anziano?]]"<br />
*[[Problemi legati a ego, fraintendimenti, reazioni a informazioni errate, invidia inutile]]<br />
*[[Polemica sulle mascherine rosa alla polizia]]<br />
*[[Critica di Benedetta Sabene a Gianni Riotta]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=File:WEF_Risks_2024.jpg&diff=29344File:WEF Risks 2024.jpg2024-02-15T10:52:49Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>WEF Risks 2024</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Da_fare:Social&diff=29343Da fare:Social2024-02-01T18:49:47Z<p>Admin: /* Insoddisfazione corporea e social media */</p>
<hr />
<div><br />
<br />
==USA: le scuole di Seattle fanno causa ai social media per i danni provocati ai ragazzi==<br />
[https://www.lindipendente.online/2023/01/14/usa-le-scuole-di-seattle-fanno-causa-ai-social-media-per-i-danni-provocati-ai-ragazzi/ Link]<br />
<br />
Le scuole pubbliche di Seattle hanno intentato una causa contro i giganti della tecnologia proprietari di TikTok, Instagram, Facebook, Snapchat e YouTube sostenendo che i social media hanno causato danni alla salute mentale dei ragazzi e che le società dietro a questi social devono essere ritenute responsabili. La causa sostiene che le aziende hanno utilizzato tecniche che sfruttano la psicologia e la neurofisiologia degli utenti per farli trascorrere più tempo sulle loro piattaforme, creando problemi per la salute mentale dei giovani. Le scuole chiedono alle società di cambiare il loro modo di operare e di assumersi la responsabilità dei danni causati dalle loro pratiche commerciali.<br />
<br />
== Zuckerberg chiede scusa alle famiglie delle vittime social al Senato Usa: «Mi dispiace» ==<br />
Audizione alla commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per gli adolescenti. Ascoltati i vertici di Meta, X, TikTok, Snap e Discord<br />
<br />
'''Vittime dei social, Zuckerberg chiede scusa.''' I senatori americani attaccano pesantemente gli amministratori delegati di Meta (Facebook, Instagram, X, TikTok, Snap e Discord) torchiandoli in un’audizione alla commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per i bambini e gli adolescenti. Parole accolte dagli applausi di decine di genitori con le foto dei loro bambini morti o traumatizzati dai social. Messo in imbarazzo, il ceo di Meta Mark Zuckerberg si è rivolto proprio alle famiglie e ha chiesto scusa.<br />
<br />
Durante un'audizione alla commissione giustizia del Senato USA, tenutasi il 31 gennaio, i senatori americani hanno severamente criticato gli amministratori delegati di importanti piattaforme social come Meta (Facebook, Instagram), X, TikTok, Snap e Discord, per i rischi che tali piattaforme rappresentano per bambini e adolescenti. Le accuse rivolte ai dirigenti sono state forti, con affermazioni quali «I vostri prodotti uccidono» e «avete le mani sporche di sangue», evidenziando l'impatto negativo dei social network sul benessere dei più giovani e sulla democrazia. La sessione è stata caratterizzata da momenti emotivi, con l'intervento di genitori di bambini morti o traumatizzati a causa dei social media.<br />
<br />
Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha risposto alle critiche chiedendo scusa alle famiglie delle vittime di abusi online, menzionando gli investimenti significativi dell'azienda per la sicurezza online, inclusi circa 40.000 dipendenti dedicati e oltre 20 miliardi di dollari spesi dal 2016. Tuttavia, è stato criticato per non aver rafforzato i team incaricati di proteggere gli adolescenti online. Allo stesso modo, Shou Zi Chew di TikTok ha evidenziato gli sforzi della sua azienda per proteggere i minori, ma ha ricevuto critiche per vari episodi negativi. Linda Yaccarino di X ha difeso la piattaforma, sottolineando che non è comunemente usata dai giovani e annunciando la creazione di un nuovo dipartimento per la moderazione dei contenuti.<br />
<br />
Nonostante le misure annunciate dalle piattaforme, osservatori e autorità le considerano insufficienti. Esistono vari disegni di legge in sospeso al Congresso per proteggere i minori, inclusa una proposta del senatore Dick Durbin che mira a consentire di perseguire le società tech per contenuti pedopornografici e permettere alle vittime di fare causa.<br />
<br />
== Il governo francese sta elaborando un 'codice di condotta' per gli influencer e loro chiedono la creazione di un "ordine" come per i medici o gli avvocati ==<br />
Il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire ha lanciato una consultazione pubblica per regolamentare le attività degli influencer, a causa dei troppi casi di pubblicità occulta o promozioni poco chiare sui social media. Il governo francese ha deciso di applicare un "codice di buona condotta" per gli influencer, su piattaforme come Facebook, Twitter e TikTok. La regolamentazione è stata richiesta anche dagli influencer stessi, con l'agente Magali Berdah che si è detta favorevole alla creazione di un "ordine" specifico per questa categoria, come quello dei medici o degli avvocati. Il deputato Stephane Vojetta ha preparato una proposta di legge per fare ordine in questa giungla dove spesso il consumatore si perde. - https://www.instagram.com/p/CnunmOxMLR1/<br />
==Gli attivisti e la trappola del pubblico - Francesco Oggiano==<br />
https://www.instagram.com/p/Cm9P5wWu1Jc/<br />
==Insoddisfazione corporea e social media==<br />
[https://www.stateofmind.it/2023/01/social-network-insoddisfazione-corporea/ Insoddisfazione corporea e social media - StateOfMind]<br />
<br />
I social network, come Instagram, Facebook e TikTok, sono diventati una parte importante della vita quotidiana di molti adolescenti e giovani adulti. Tuttavia, questi siti possono avere un impatto negativo sull'immagine corporea e sulla salute mentale degli utenti, soprattutto per le donne giovani.<br />
<br />
Gli ideali di magrezza proposti sui social network possono causare insoddisfazione corporea e disturbi alimentari. Gli ideali di magrezza vengono comunicati sostanzialmente dall'ambiente attraverso i media, la famiglia e i coetanei e hanno un'influenza sull'immagine che una persona ha del proprio corpo. L'interiorizzazione degli standard di magrezza può portare a un'insoddisfazione corporea e preoccupazioni esagerate per il corpo e il peso.<br />
<br />
I disturbi alimentari, come l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa, sono caratterizzati da una paura pervasiva di ingrassare e un pensiero radicale per l'immagine corporea. Un recente studio ha trovato un'associazione tra la frequenza di confronto del proprio aspetto fisico con quello delle persone sui social media e l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza.<br />
<br />
In conclusione, l'uso eccessivo dei social network può aumentare l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza, rendendo le giovani donne più vulnerabili ai disturbi alimentari. È importante che gli adolescenti e i giovani adulti imparino a utilizzare i social network in modo consapevole e sviluppino una relazione sana con il proprio corpo e la propria immagine.<br />
==='''Studi citati'''===<br />
{| class="wikitable"<br />
!Conclusione<br />
!Riferimento allo studio<br />
|-<br />
|Le giovani donne risultano essere più sensibili agli ideali di magrezza proposti sui social network e mostrano un rischio più elevato di sviluppare insoddisfazione corporea e disturbi alimentari.<br />
|Jiotsa et al., 2021<ref name=":0">{{cita pubblicazione |nome=B. |cognome=Jiotsa |titolo=Social Media Use and Body Image Disorders: Association between Frequency of Comparing One’s Own Physical Appearance to That of People Being Followed on Social Media and Body Dissatisfaction and Drive for Thinness |rivista=International Journal of Environmental Research and Public Health |anno=2021 |volume=18 |numero=6 |pp=2880 |url=https://www.mdpi.com/1660-4601/18/6/2880 |lingua=en}}</ref><br />
|-<br />
|Negli ultimi 30 anni i media hanno sovraesposto le persone a ideali di magrezza, a partire dalla giovane età, trasformando questo ideale in un nuovo standard di riferimento.<br />
|Blowers et al., 2003<ref>{{cita pubblicazione |nome=L. C. |cognome=Blowers |titolo=The relationship between sociocultural pressure to be thin and body dissatisfaction in preadolescent girls |rivista=Eating Behaviors |anno=2003 |volume=4 |numero=3 |pp=229–244 |url=https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1471015303000187?via%3Dihub |lingua=en}}</ref>; Anschutz et al., 2016<ref>{{cita pubblicazione |nome=D. J. |cognome=Anschutz |titolo=Exposure to slim images in mass media: Television commercials as reminders of restriction in restrained eaters |rivista=Health Psychology |anno=2008 |volume=27 |numero=4 |pp=401–408 |url=https://psycnet.apa.org/doiLanding?doi=10.1037%2F0278-6133.27.4.401 |lingua=en}}</ref><br />
|-<br />
|Le giovani donne sono più sensibili agli ideali di magrezza e tendono ad associarli alla bellezza e al successo.<br />
|Laure et al., 2005<ref>{{cita pubblicazione |nome=P. |cognome=Laure |titolo=Social comparison and body dissatisfaction: the impact of the thin ideal on women’s self-perceptions |rivista=Psychotropes |anno=2005 |volume=11 |numero=1 |pp=73–83 |url=https://www.cairn.info/revue-psychotropes-2005-1-page-73.htm |lingua=fr}}</ref><br />
|-<br />
|L'interiorizzazione degli standard di magrezza può portare a un'alterazione dell'immagine corporea e insoddisfazione corporea<br />
|Gorwood et al., 2016<ref>{{cita pubblicazione |nome=P. |cognome=Gorwood |titolo=New Insights in Anorexia Nervosa |rivista=Frontiers in Neuroscience |anno=2016 |volume=10 |url=https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnins.2016.00256/full |lingua=en}}</ref>; Stice et al., 2002<ref>{{cita pubblicazione |nome=E. |cognome=Stice |titolo=Relation of Adverse Childhood Experiences to Eating Disorder Symptomatology: An Eight-Year Longitudinal Study |rivista=Journal of Consulting and Clinical Psychology |anno=2002 |volume=70 |numero=}}</ref>; Jacobi et al., 2004<ref>{{cita pubblicazione |nome=C. |cognome=Jacobi |titolo=Coming to Terms With Risk Factors for Eating Disorders: Application of Risk Terminology and Suggestions for a General Taxonomy |rivista=Psychological Bulletin |anno=2004 |volume=130 |numero=1 |pp=19–65 |url=https://psycnet.apa.org/doiLanding?doi=10.1037%2F0033-2909.130.1.19 |lingua=en}}</ref><br />
|-<br />
|L'uso diffuso dei social media negli adolescenti e nei giovani adulti può aumentare l'insoddisfazione corporea e il desiderio di magrezza, rendendo la popolazione di giovani adulti più vulnerabili ai disturbi alimentari.<br />
|Jiotsa et al., 2021<ref name=":0" /><br />
|}<br />
<br />
== Note ==<br />
<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Psicologia]]<br />
[[Categoria:Mass Media]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Influencer]]<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Studi]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Categoria:Modelli_di_bellezza&diff=29342Categoria:Modelli di bellezza2024-01-24T09:41:41Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
<br />
=== L'importanza dell'aspetto fisico negli uomini e nelle donne ===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Taccuino_Bellezza Bellezza]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/L'importanza_dell'aspetto_fisico_negli_uomini_e_nelle_donne L'importanza dell'aspetto fisico negli uomini e nelle donne]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Pressioni_estetiche_sulle_donne Pressioni estetiche sulle donne]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Durezza_della_vita_femminile,_testimonianze,_insicurezze,_paranoie_sull'aspetto_fisico Durezza della vita femminile, testimonianze, insicurezze, paranoie sull'aspetto fisico]<br />
===Legame tra modelli di bellezza e DCA===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Legame_tra_DCA_e_modelli_di_bellezza_proposti Legame tra DCA e modelli di bellezza proposti]<br />
===Danni all'autostima femminile: Oggettificazione, auto-oggettivazione, sessualizzazione, ecc===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Danni_all'autostima_femminile:_Oggettificazione,_auto-oggettivazione,_sessualizzazione Danni all'autostima femminile: Oggettificazione, auto-oggettivazione, sessualizzazione] <br />
<br />
==== Empowered o Objectified? ====<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Critica_all'auto-oggettificazione Critica all'auto-oggettificazione]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Dialogo_con_ragazza_su_sessualizzazione,_empowerment,_patriarcato Dialogo con ragazza su sessualizzazione, empowerment, patriarcato]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Riflessione_su_pornografia_e_auto-oggettificazione_partendo_da_Andrea_Dworkin Riflessione su pornografia e auto-oggettificazione partendo da Andrea Dworkin] <br />
===La competizione come primo problema femminile===<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Riflessioni_su_competizione_femminile_ed_errori_del_femminismo Riflessioni su competizione femminile ed errori del femminismo]<br />
*[https://www.tematichedigenere.com/wiki/Femminismo_e_donna_oggetto Femminismo e donna oggetto]<br />
===Una possibile soluzione: Donne e Perfezionismo===<br />
*[https://www.raiplay.it/video/2019/12/il-monologo-di-vanessa-incontrada-sulla-bellezza-dell-imperfezione-616b6e74-46ff-4dcc-a5d8-59a7f324e698.html Il monologo di Vanessa Incontrada sulla bellezza dell'imperfezione (RayPlay, 2019)]<br />
*[https://www.forelsket.it/ragazze-coraggiose-non-perfette/ Insegniamo alle ragazze ad essere <b>coraggiose</b>, <b>non perfette</b>]<br />
*'''Testimonianza di Reshma Saujani -''' [https://startupitalia.eu/109603-20190526-ragazze-non-siate-perfette-ma-coraggiose-la-lezione-di-reshma-saujani-ceo-di-girls-who-code Ragazze non siate perfette ma coraggiose], [https://www.youtube.com/watch?v=fC9da6eqaqg&amp;feature=youtu.be Ted Talk su YouTube]<br />
*[https://sygmund.it/conosci-te-stesso/limportanza-di-essere-imperfetti/ L'importanza di essere imperfetti]<br />
<br />
*Vedi anche tratto di personalità ossessivo e maximizers versus satisficers<br />
=== Articoli sparsi ===<br />
*'''[[RisorseUtili:TematicheDiGenere#Modelli bellezza assurdi|Influencer che parlano dei modelli di bellezza assurdi]]'''<br />
<br />
*'''[[Riflessioni sulla sessualizzazione femminile: cause]]'''<br />
*[https://www.ilpost.it/2024/01/15/calvin-klein-allen-white-spot-fka-twigs/ '''Riflessione sui doppi standard tra maschi e femmine''']<br />
<br />
*[https://www.stateofmind.it/2021/11/cultura-principessa-amore/ '''L’impatto della “cultura della principessa” sulla concezione soggettiva di amore e romanticismo'''] <small>In che modo le giovani donne mettono in relazione la concezione di amore con la cultura della principessa? E come integrano i cosiddetti 'copioni Disney'?</small><br />
[[Categoria:Oggettificazione]]<br />
[[Categoria:Sessualizzazione]]<br />
[[Categoria:Vetrinizzazione]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Parole_da_conoscere&diff=29341Parole da conoscere2024-01-18T10:23:37Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
*'''[[Folk Devils and Moral Panics|Panico Morale e Diavoli del popolo (capri espiatori)]]'''<br />
*'''[[Tokenismo]]'''<br />
*'''[https://it.wikipedia.org/wiki/Macchina_del_fango Macchina del fango]'''<br />
*[[Ipocrisia, whashing, proforma, attivismo performativo|'''Ipocrisia, whashing, proforma, attivismo performativo''']]<br />
*Capitalismo del dolore<br />
*Woke, Politically Correct, <br />
*[[wikipedia:Safe_space|Safe Space]], Affirmative action (Azione positiva)<br />
*[https://it.wikipedia.org/wiki/Politica_identitaria Politica identitaria]<br />
*[[-washing|'''Greenwashing, pink-washing''']]<br />
*'''[https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_di_diritto Stato di diritto] e [[separazione dei poteri]]'''<br />
*[https://it.wikipedia.org/wiki/Realpolitik '''Realpolitik'''] (pragmatismo)<br />
*[https://it.wikipedia.org/wiki/Eccezionalismo_americano Eccezionalismo americano]<br />
*[[Concern trolling]]<br />
=== Altro da Wikipedia ===<br />
* Divide et impera, False flag, Guerra psicologica, Agente provocatore, root cause analysis</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Economia:_inflazione_e_accordi_di_Bretton_Woods_(vincolo_oro_dollaro)&diff=29340Economia: inflazione e accordi di Bretton Woods (vincolo oro dollaro)2024-01-12T08:48:55Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>{{S|}}<br />
<br />
=== Inflazione e Mercati Azionari ===<br />
L'inflazione galoppante ha avuto un impatto notevole sui mercati azionari. Nonostante la presenza di bolle finanziarie, questi mercati sono riusciti a mantenersi relativamente stabili. Questa resilienza è attribuita in parte alla gestione dell'inflazione, che, sebbene non ufficialmente riconosciuta, è percepita da alcuni analisti come vicina al 10% reale. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni riguardo la sostenibilità a lungo termine del sistema monetario attuale, ereditato in parte dagli accordi di Bretton Woods.<br />
<br />
=== Storia Monetaria e Accordo di Bretton Woods ===<br />
Circa 50 anni fa, con la decisione del presidente Nixon di eliminare il gold standard, il valore del dollaro non è più stato ancorato all'oro. Questo ha segnato un cambiamento significativo nel valore intrinseco della moneta. Un effetto collaterale di questa decisione è stato un calo graduale del potere d'acquisto. Un esempio di questo cambiamento è l'incremento del divario salariale tra i CEO e i lavoratori ordinari, passato da un rapporto di 1:30 a uno di 1:350.<br />
<br />
=== Riflessioni Economiche Personali ===<br />
L'analisi personale suggerisce che l'attuale sistema monetario può essere difficile da comprendere e richiede anni di studio per essere pienamente apprezzato. La ricerca personale, sebbene non definitiva, offre spunti di riflessione interessanti sulle dinamiche economiche attuali.<br />
<br />
=== Investimenti e Gestione del Rischio ===<br />
In termini di investimenti personali, l'approccio adottato si allinea con alcune delle strategie suggerite da Warren Buffet. L'investimento si concentra su ETF che coprono l'S&P 500, mercati emergenti e materie prime. Questa strategia è vista come un modo per costruire un fondo pensione, basandosi sulla composizione degli interessi su un orizzonte temporale di 20-30 anni. L'attuale basso rendimento dei bond ha portato a una preferenza per altri strumenti finanziari. Questa filosofia di investimento riconosce l'importanza di seguire il mercato piuttosto che cercare di superarlo.<br />
<br />
== Versione originale (appunti presi da uno scambio di messaggi) ==<br />
[[File:Inflazione storia.png|sinistra|miniatura]]<br />
<br />
<br />
<br />
'''Io:''' Per questo il mercato azionario non crolla. Ci sono bolle spaventose, ma è tutto tenuto insieme con lo scotch da questa inflazione galoppante. <br />
<br />
Peraltro, dipende come si calcola, perché di fatto stiamo arrivando a un 10% REALE; solo che, se lo dici, crolla tutto. Il sistema collassa, ma sanno che se crolla un'altra volta, potrebbe essere l'ultima. Dagli accordi di Bretton Woods, questo era inevitabile, purtroppo ci siamo finiti in mezzo noi. Chissà se usciremo da questo sistema monetario folle; temo di no, perché chi ci guadagna è chi ha più soldi di tutti.<br />
<br />
Considera che è una semplificazione abissale. Sono appena passati 50 anni da allora. È il momento in cui Nixon ha slegato il dollaro dalla collateralizzazione ad oro. Praticamente fino ai '70, tutta la moneta circolante era 'vera'; da quando si è slegata, il potere d'acquisto è diminuito inesorabilmente fino ad arrivare ad oggi. Un dato indice è che il rapporto retributivo tra dipendente base e CEO è passato da 1:30 a 1:350.<br />
<br />
Comunque, gli accordi di Bretton Woods servono per rispondere ai boomer che 'quando c'era la lira, un cameriere si comprava casa e andava in vacanza al mare'. Sì, perché i soldi valevano qualcosa; sarebbe stato uguale anche con un euro collateralizzato.<br />
<br />
'''Io:''' È davvero affascinante quest'ultima osservazione. È incredibile come ci vogliano anni per comprendere veramente le cose... Si scopre un pezzo alla volta, e così via.<br />
<br />
'''Lui:''' Beh, sì, mi dedico allo studio dei mercati ormai da un anno e mezzo. Ho raggiunto alcune conclusioni, ma questo non significa che siano corrette.<br />
<br />
'''Io:''' Ciononostante, sono riflessioni che stimolano molto la mente.<br />
<br />
'''Io:''' Mi chiedo se abbia senso, in questo momento, tenere i soldi in borsa, se riusciranno a evitare l'esplosione della bolla...<br />
<br />
'''Lui:''' Beh, tendenzialmente hedgeare l'inflazione si riesce sempre. Io ho le mie idee, però; non sono un fan di Warren Buffet, ma sono d'accordo con certe sue idee.<br />
<br />
Ho (pochissimi) soldi, ma non sono in azioni; sono tutti in ETF su S&P 500, emerging markets e commodities.<br />
<br />
È l'inizio del mio fondo pensione: se l'S&P 500 scende per vent'anni, il problema della pensione sarà l'ultimo. Non provo a battere il mercato perché sul lungo periodo è pressoché impossibile; seguo il mercato e alla lunga comporrò gli interessi (parlo di 20/30 anni).<br />
<br />
Poi, quando rialzeranno i tassi, metterò anche su bond, solo che ora rendono 0, quindi non ha senso.<br />
<br />
È un po' come nelle scommesse sportive: se insegui il mercato più volatile sperando nella fortuna, è molto improbabile che alla lunga ti vada bene.<br />
[[Categoria:Economia]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Libri_sul_Politically_Correct&diff=29339Libri sul Politically Correct2024-01-12T08:35:10Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
== Libri sull'argomento ==<br />
*[https://www.amazon.it/SociAbility-social-cambiando-informarci-attivismo/dp/885544705X Sociability, Francesco Oggiano]<br />
*[[Capitalismo woke Come la moralità aziendale minaccia la democrazia]]<br />
*[[L'era della suscettibilità|Guia Soncini - L'era della suscettibilità]]<br />
*[https://g.co/kgs/t5U61J La Nuova Censura, Contro il politicamente corretto - Alain de Benoist]<br />
*[https://g.co/kgs/7joswG I giustizieri della rete - Jon Ronson]<br />
*[https://g.co/kgs/S2LWe5 New power. L'arte del potere nel XXI secolo]<br />
*[https://g.co/kgs/G5hq3h Politicamente corretto: Breve storia di un'ideologia - Eugenio Capozzi]<br />
==== Libri In inglese ====<br />
*Cancel Culture: The Latest Attack on Free Speech and Due Process (English Edition)<br />
*Don't Burn This Book: Thinking for Yourself in an Age of Unreason<br />
*False Alarm: How Climate Change Panic Costs Us Trillions, Hurts the Poor, and Fails to Fix the Planet<br />
*Beyond Order: 12 More Rules for Life, Jordan B. Peterson<br />
*Woke, Inc.: Inside Corporate America's Social Justice Scam<br />
== Argomenti collegati ==<br />
* [[Comunicazione politica, spirale del silenzio|Tecniche di comunicazione e manipolazione politica: La spirale del silenzio]] e <br />
<br />
*[https://it.wikipedia.org/wiki/Memetica Memetica], [https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_del_falso_consenso Effetto del falso consenso] e [https://it.wikipedia.org/wiki/Persuasione Persuasione]<br />
*[https://it.wikipedia.org/wiki/Conformismo Conformismo], [https://it.wikipedia.org/wiki/Omologazione Omologazione], [https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_carrozzone Effetto carrozzone] e [https://it.wikipedia.org/wiki/Groupthink Groupthink]<br />
<br />
* [[Politically Correct|Politically Correct,]] Wokeism, Cancel Culture, Social Justice Warrior<br />
* [[Mass media, sensazionalismo e percezione distorta]]<br />
* [[Bozza Eloisapics Schwa]]<br />
* [[Inclusività e uso dello Schwa]]<br />
[[Categoria:Libri]]<br />
[[Categoria:Politically Correct]]<br />
[[Categoria:Cancel Culture]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Politically_Correct&diff=29338Politically Correct2024-01-12T08:29:04Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>L'argomento è quanto mai attuale oggi e vi sono stati spesi fiumi di parole. Di seguito un [https://it.wikipedia.org/wiki/Politicamente_corretto estratto dall'articolo di Wikipedia] con aggiunta di formattazione. <br />
<br />
<br />
L'espressione '''correttezza politica''' (in inglese ''political correctness'') designa una linea di opinione e un atteggiamento sociale di <u>estrema</u> attenzione al <u>rispetto formale</u>, soprattutto nel rifuggire l'offesa <u>verso determinate categorie di persone</u>. <u>Qualsiasi</u> opinione o condotta in <u>deroga</u> è ritenuta offensiva e inaccettabile, per essere "ok", essa dovrà perciò essere <u>libera da</u> ogni tipo di [https://it.wikipedia.org/wiki/Pregiudizio pregiudizio] [https://it.wikipedia.org/wiki/Razzismo razziale], [https://it.wikipedia.org/wiki/Etnia etnico], [https://it.wikipedia.org/wiki/Religione religioso], di [https://it.wikipedia.org/wiki/Genere_(scienze_sociali) genere], di [https://it.wikipedia.org/wiki/Sviluppo_umano_(biologia) età], di [https://it.wikipedia.org/wiki/Orientamento_sessuale orientamento sessuale], o relativo a [https://it.wikipedia.org/wiki/Handicap_(medicina) disabilità] fisiche o psichiche della persona <u>nei confronti di categorie considerate come discriminate</u>.<br />
<br />
[https://it.wikipedia.org/wiki/Politicamente_corretto#Nascita_del_politicamente_corretto Nascita del politicamente corretto]<br />
== Critiche ==<br />
Il politicamente corretto è considerato da diversi autori una forma di [https://it.wikipedia.org/wiki/Conformismo <u>conformismo</u>] linguistico, con i limiti tipici di qualsiasi forma di [https://it.wikipedia.org/wiki/Pensiero_unico pensiero unico] (da notare come "pensiero unico" sia usato come aggettivo e non in forma polemica), nel quale vengono individuate tracce di [https://it.wikipedia.org/wiki/Puritani#Uso_moderno_del_termine <u>neopuritanesimo</u>]<ref>Thomas Norman Trenton, ''Generation X and Political Correctness: Ideological and Religious Transformation among Students'', The Canadian Journal of Sociology / Cahiers canadiens de sociologie, Vol. 22, No. 4 (Autumn, 1997), pp. 417-436.</ref>. <br />
=== Riduzione di espressioni linguistiche discriminatorie ed offensive nei confronti delle minoranze ===<br />
Viene inoltre criticato il [https://it.wikipedia.org/wiki/Questione_bizantina bizantinismo] (significato<ref>'''Questione bizantina''' è un'espressione idiomatica usata per indicare una discussione inutile e sterile, che può anche risultare pericolosa in un frangente in cui occorre prendere decisioni rapidamente; l'uso si estende anche alle complicazioni procedurali della burocrazia, con riferimento al complesso cerimoniale della corte bizantina.</ref>) di certe definizioni che sfumano negli anni<ref>{{Cita web|url=https://www.edizioniesi.it:443/pubblicazioni/libri/diritto_storia_filosofia_e_teoria_del_diritto_-_1/diritto_civile__-_1_-_07/la-fallacia-dei-luoghi-comuni-1.html|titolo=La fallacia dei luoghi comuni - Seconda edizione|sito=www.edizioniesi.it|lingua=it-it|accesso=17 maggio 2021}}</ref>: <br />
<br />
Quelli che un tempo erano ''minorati'' sono divenuti prima ''invalidi'', successivamente ''handicappati'', poi ''portatori di handicap'', quindi ''disabili'' ed infine ''diversamente abili''.<br />
<br />
Classico è pure il ricorso alla definizione negativa: ''non vedenti'' per ciechi, ''non udenti'' per sordi, ''non deambulanti'' per para o tetraplegici; definizioni, oltre che inesistenti nel lessico medico, quasi sempre sdegnosamente rifiutate, quale segno d'ipocrisia in assenza di concreti vantaggi, dagli enti di tutela delle categorie interessate.<br />
<br />
Una critica è sostenuta dagli organizzatori della campagna contro la correttezza politica, secondo i quali <u>l'adozione di termini non offensivi nei riguardi di determinate categorie viene sancita senza interpellare le categorie stesse, il che costituisce già un fattore di discriminazione</u><ref>{{en}}[http://www.capc.co.uk/faqs.htm FAQ] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090219222109/http://www.capc.co.uk/faqs.htm|data=19 febbraio 2009}} sul sito ufficiale di ''Campaign Against Political Correctness''</ref>.<br />
==== Lingua Inglese ====<br />
''afro-americani'' che sostituì ''niggers'' e ''negros'' e parzialmente ''blacks'', quest'ultimo viene infatti usato ancora nel linguaggio comune assieme a ''whites;''<br />
* ''[https://it.wikipedia.org/wiki/Gay gay]'' sostituì "sodomite" e "faggot" (sodomita, finocchio).<br />
==== Lingua italiana ====<br />
* Invece del termine ''negro'' si invitava a usare ''nero,'' omologo al termine ''bianco;''<br />
* Invece del termine ''zingaro,'' si invitava a usare il nome proprio dell’etnia, ovvero ''ròm'' o ''sinti'' a seconda dell'etnia (aggettivi inalterati in genere e numero);<br />
* ''Diversamente abile'' o ''disabile'' sostituiscono varie espressioni offensive che erano usate in passato (''minorato'', l'anglicismo ''[https://it.wikipedia.org/wiki/Handicap_(medicina) handicappato]'', poi ''portatore di handicap'', ''mongoloide, ecc.''). Questo termine è stato criticato dalle stesse associazioni di categoria, in particolare perché esso rischia di ostacolare un'analisi obiettiva della realtà<ref>{{Cita web|url=http://www.disabilitaintellettive.it/index.php?option=com_content&task=view&id=398&Itemid=165|titolo=- Diversamente abile? Inclusione? Disabilità intellettive? A proposito della terminologia.|sito=www.disabilitaintellettive.it|accesso=2 gennaio 2021}}</ref>.<br />
* ''disoccupato'' sostituisce ''nullafacente.''<br />
=== Disamina di Ventura ===<br />
Una disamina ideologica è svolta da [https://it.wikipedia.org/wiki/Raffaele_Alberto_Ventura Raffaele Alberto Ventura] nel suo libro ''[https://www.amazon.it/guerra-tutti-Populismo-terrore-liberale-ebook/dp/B07RFM2DYH La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale]'', alle pp. 263-270. Dopo averne proposto una genealogia che mostra i suoi <u>lati positivi</u>, l'autore ne solleva <u>alcune criticità</u>: <blockquote>«Non soltanto delimita degli spazi in cui sembra ormai impossibile dire alcunché (ad esempio i cosiddetti <u>''safe spaces'' delle università americane</u>), ma per giunta fallisce nella sua funzione primaria: invece di pacificare, fornisce nuovi e infiniti pretesti di conflitto. Individuando aggressioni e microaggressioni dietro ogni scambio comunicativo, il Politicamente Corretto ha finito per diventare una teoria della “guerra giusta” alla portata di chiunque»<ref>{{it}}R. A. Ventura, ''La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale'', minimum fax, Roma, 2019, pp. 263-264.</ref>.</blockquote><br />
=== Disamina di Costanzo Preve ===<br />
[[File:Someone-is-wrong-on-internet.png|miniatura|271x271px]]<br />
La teoria che forse ha avuto più fortuna e risonanza sul politicamente corretto, è quella del filosofo [https://it.wikipedia.org/wiki/Costanzo_Preve Costanzo Preve]. Già nel 2005<ref>{{Cita libro|titolo=Elementi di politicamente corretto}}</ref> <u>Preve profetizzò che il politicamente corretto sarebbe diventato un concetto primario nella politica occidentale</u>.<br />
<br />
Secondo Preve, il ''tardo-capitalismo statunitense ed europeo'', avendo esaurito, con la caduta dell'[https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Sovietica URSS], la sua spinta emancipatrice in direzione di uno Stato sociale (che avveniva sotto il pungolo di un modello alternativo socialista), ''avrebbe convogliato tutte le sue energie "progressiste" verso battaglie morali-culturali, in un sostanziale regresso dei diritti sociali ed economici conquistati nel Novecento.''<br />
<br />
Il politicamente corretto, dunque, sarebbe servito come '''arma retorica''' dei media dominanti, '''al fine di esasperare i conflitti "culturali"''' presenti nella società, così da '''mettere uno contro l'altro progressisti e conservatori, bianchi e neri, uomini e donne, etero e gay.'''<br />
<br />
Tutti i conflitti possibili sarebbero saliti alla ribalta dell'agenda politica. '''Tutti, tranne il conflitto di classe.''' In questo modo le forze economiche dominanti, "culturalmente" divise tra progressisti e conservatori, avrebbero beneficiato di una fonte perenne di legittimazione politica.<br />
=== Lettera di 150 intellettuali ===<br />
A seguito delle mobilitazioni di piazza legate al movimento ''Black lives matter'', '''il 7 luglio 2020 circa 150 intellettuali (tra i quali [https://it.wikipedia.org/wiki/Noam_Chomsky Noam Chomsky], [https://it.wikipedia.org/wiki/J._K._Rowling J. K. Rowling] e [https://it.wikipedia.org/wiki/Margaret_Atwood Margaret Atwood]) hanno pubblicato una [https://it.wikipedia.org/wiki/Lettera_aperta lettera aperta]''' (''A Letter On Justice And Open Debate''<ref>{{Cita web|url=https://harpers.org/a-letter-on-justice-and-open-debate/|titolo=A Letter on Justice and Open Debate|sito=Harper's Magazine|data=7 luglio 2020|lingua=en|accesso=7 gennaio 2021}}</ref>) '''per lanciare un avvertimento sui pericoli di "una nuova serie di standard morali e schieramenti politici che tendono ad indebolire il dibattito aperto in favore del conformismo ideologico".'''<br />
<br />
Una forma di ''politically correct'' riguardante la [https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura cultura] in generale sarebbe la [https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_dell'annullamento cultura dell'annullamento]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilriformista.it/che-cosa-e-la-cancel-culture-al-centro-di-un-grande-dibattito-sulla-liberta-di-espressione-130629/|titolo=Che cosa è la cancel culture, al centro di un grande dibattito sulla libertà di espressione|sito=Il Riformista|data=14 luglio 2020|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>.<br />
== Altre critiche ==<br />
* {{Cita news|autore=|url=http://www.ilfoglio.it/articoli/2015/02/06/contro-il-fascismo-di-sinistra-intervista-camille-paglia___1-v-125347-rubriche_c276.htm|titolo=Contro il fascismo di sinistra: L’occidente politicamente corretto è un élite vuota e secolarizzata che si crede eterna, dice Camille Paglia|pubblicazione=[[Il Foglio (quotidiano)|Il Foglio]]|data=6 febbraio 2015}}<br />
<br />
=== John Cleese ===<br />
Sì, ci sono alcuni video di John Cleese sul wokeism. Uno di questi è intitolato “John Cleese’s War on Wokeism” disponibile su YouTube<sup>1</sup>. In questo video, Cleese, una leggenda di Monty Python, sostiene che il politicamente corretto stia rovinando la creatività in tutti gli aspetti dell’attività umana<sup>12</sup>. Ha anche discusso di come il politicamente corretto e il wokeism siano nemici non solo dell’umorismo, ma del pensiero creativo in tutte le aree dell’attività umana<sup>23</sup>.<br />
<br />
=== Chimamanda Adichie ===<br />
Abbiamo riassunto l'accaduto nell'articolo:<br />
{{Vedi anche|Politically Correct Episodio Chimamanda Adichie}}<br />
In breve una frase detta dall'autrice di «[https://g.co/kgs/gBCCXc Dovremmo essere tutti femministi]» viene estrapolata dal contesto e strumentalizzata per dare contro alla scrittrice da una sua collega e amica. <br />
<br />
'''L'articolo è molto divisivo, ha senso però considerarlo come integrazione''' '''/ risposta'''<br />
<br />
Punti salienti: <br />
* Adichie aveva definito «ragionevole» l’articolo che scaraventò l’autrice della saga di «Harry Potter», J.K. Rowling<br />
* Aidichi afferma: «Ci sono molte persone, sui social media, <u>piene d’ipocrisia</u> e <u>prive di compassion</u>e, capaci di <u>pontificare</u> con facilità su Twitter <u>se si parla di</u> gentilezza <u>ma non sono in grado di mostrare vera gentilezza</u>. Persone le cui vite sui social media sono casi di studio di aridità emotiva. Persone per le quali l’amicizia – e le sue aspettative: lealtà, compassione e sostegno – non contano più».<br />
* L'autore dell'articolo definisce l'espressione concreta del politically correct come '''una cultura del bullismo a fin di bene'''.<br />
'''Si limita a nascondere e demonizza gente normale'''<br />
<br />
Critica presa da un [https://istitutoliberale.it/come-il-politically-correct-ci-rende-persone-peggiori/ articolo] secondo cui Il “politically correct” è inutile, in quanto non elimina il marcio, ma si limita a nasconderlo<ref>Il “politically correct” è inutile, in quanto non elimina il marcio, ma <u>si limita a nasconderlo</u>. I fanatici e gli zeloti di tutte le bandiere, infatti, non sono scomparsi, si sono solo nascosti. Inoltre, hanno elaborato sofisticate strategie per aggirare gli ostacoli dovuti alla “PC culture”. L’esempio più comune è il “dog whistle”.<br />
Il “dog whistle”, come suggerisce il nome, è un segnale, un messaggio che solo un pubblico ben preciso è in grado di recepire. Per esempio i neonazisti, per non essere riconosciuti come tali, hanno a disposizione una vasta gamma di termini, gesti e simboli. Inseriti in un discorso, solo altri neonazisti coglieranno il vero significato del messaggio, che passerà invece inosservato agli occhi degli altri.</ref> e aggiunge una riflessione sul rischio di polarizzazioni:<br />
<blockquote>Il “politically correct”, dunque, <u>non è efficace contro i target della sua attività</u>, ma non solo. Esso è <u>controproducente</u>, in quanto contribuisce alla formazione di nuovi fanatici e zeloti. Questo meccanismo è diabolico nella sua estrema semplicità.<br />
I <u>veri bersagli dalla “cultura del politicamente corretto”</u>, infatti, sono <u>persone che hanno idee più conservatrici rispetto alla massa</u>, specie in ambito sociale. <u>Ma ''non sono''</u> ''jihadisti, <u>neonazisti o ultraconservatori</u>. <u>Sono solo persone normali un po’ più all’antica, che non vogliono imporre agli altri le loro idee, ma non vogliono neanche rinunciarvi.</u>''<br />
<br />
Questo è inaccettabile per i paladini del “politically correct”, per i quali il mondo si divide in progressisti (loro) e non progressisti (tutti gli altri). Ma se non sei un progressista, allora devi essere automaticamente un nazista/omofobo/sessista. Di conseguenza, o rinneghi in toto le tue idee, o diventi un paria 》</blockquote><br />
== Confronto con fautori del PC ==<br />
{{Vedi anche |Confronti sul Politically Correct}}<br />
== Cancel Culture ==<br />
Il politicamente corretto non viene applicato solo al linguaggio, bensì anche a fenomeni e opere artistico culturali di vario genere; dal cinema alla musica fino alla scultura. <br />
<br />
Nell'ambito delle manifestazioni pubbliche del [https://it.wikipedia.org/wiki/Black_Lives_Matter Black Lives Matter] del giugno 2020, negli Stati Uniti, al fine di mettere in discussione miti e icone considerate politicamente scorrette, vennero abbattute e danneggiate illegalmente diverse statue, fra le quali quelle di <br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Cristoforo_Colombo Cristoforo Colombo] <br />
* [https://it.wikipedia.org/wiki/Jefferson_Davis Jefferson Davis]<ref>{{Cita web|url=https://www.wired.it/attualita/politica/2020/06/17/proteste-statue-lista/|titolo=Tutte le statue prese di mira durante le proteste di questi giorni|sito=Wired|data=17 giugno 2020|accesso=13 febbraio 2021}}</ref><br />
* Indro Montanelli<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Milano-imbrattata-la-statua-dedicata-a-Montanelli-5980ae24-dd75-4dd6-a78a-ba4ed1326da2.html|titolo=Milano, imbrattata la statua dedicata a Montanelli|sito=rainews|lingua=it|accesso=28 settembre 2021}}</ref><br />
== Articoli sull'argomento ==<br />
* [https://www.ilpost.it/2022/03/23/editoriale-new-york-times-cancel-culture/ Il contestato editoriale del New York Times contro la “cancel culture”]<br />
*[https://www.huffingtonpost.it/cultura/2022/03/24/news/new_york_times_cancel_culture-9029722/ Non si può più dire niente". Anche il New York Times si è redento dalla cancel culture]<br />
*[https://www.nytimes.com/2022/03/18/opinion/cancel-culture-free-speech-poll.html America Has a Free Speech Problem]<br />
{{:Libri sul Politically Correct}}<br />
== Note ==<br />
<references /><br />
*<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
== Bibliografia ==<br />
* ''La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale'', Raffaele Alberto Ventura, minimum fax, Roma, 2019<br />
* ''America e libertà: Da Alexis de Tocqueville a George W. Bush'', Furio Colombo, Baldini Castoldi Dalai, 2005<br />
* ''Igiene verbale. Il politicamente corretto e la libertà linguistica'', [https://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Crisafulli Edoardo Crisafulli], Vallecchi, 2004<br />
* ''L'ombra del potere. Il lato oscuro della società: elogio del politicamente scorretto'', Bonvecchio C., Risé C., Red, Como, 1998<br />
* ''Le buone maniere'', D'Urzo V., Il Mulino, 1997, [https://it.wikipedia.org/wiki/Speciale:RicercaISBN/8815059989 ISBN 88-15-05998-9]<br />
* ''Il razzismo è una gaffe. Eccessi e virtù del «Politically correct»'', [https://it.wikipedia.org/wiki/Flavio_Baroncelli Baroncelli Flavio], Donzelli, 1996, [https://it.wikipedia.org/wiki/Speciale:RicercaISBN/8879892061 ISBN 88-7989-206-1]<br />
* ''[https://it.wikipedia.org/wiki/La_macchia_umana La macchia umana]'', [https://it.wikipedia.org/wiki/Philip_Roth Philip Roth], Einaudi<br />
* ''La lingua imbrigliata. In margine al politicamente corretto'', [https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Arcangeli Massimo Arcangeli] in Studi di lessicografia italiana, Accademia della Crusca, Firenze, 2001, vol. XVIII, n.18, pp. 285-306<br />
[[Categoria:Politically Correct]]<br />
[[Categoria:Inclusività]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Riflessione_in_bozza_su_giovani,_alti_ideali_e_sviste_enormi&diff=29337Riflessione in bozza su giovani, alti ideali e sviste enormi2024-01-01T17:20:39Z<p>Admin: /* Parte estesa su */</p>
<hr />
<div>{{S|}}<br />
<br />
== Maschere di Moralità: Ipocrisia e Illusione nel Mondo Moderno ==<br />
<br />
=== Introduzione ===<br />
In quest'era di connettività globale, alimentata dalla pervasività di internet, social media e smartphone, assistiamo a un'accelerazione dei cambiamenti culturali. Ironia del destino, è proprio in questo contesto iper-connesso che emergono paradossali divisioni sociali, che ci spingono a riflettere più profondamente su moralità e autenticità. <br />
<br />
La rapida emersione di movimenti etici come #MeToo, Black Lives Matter e Fridays for Future<ref>Climate Change Activism</ref> risalta per la capacità di catalizzare l'attenzione globale, sottolineando la lotta per la giustizia sociale e l'inclusività, e diffondendo la consapevolezza su tematiche fondamentali come i diritti LGBTQ+, il femminismo, e il cambiamento climatico. Personaggi come Greta Thunberg o Michela Murgia diventano iconici per il loro impegno nei confronti dell'ambiente e dei diritti transgender, e un'onda di ideali "politicamente corretti" e della cultura woke - pur con i limiti intrinseci di qualsiasi movimento umano - sembra prefigurare un mondo più equo e integrato. <br />
<br />
Da un lato quindi nei primi vent'anni del 21 esimo secolo abbiamo viso un boom di questi movimenti hanno rappresentato una spinta significativa verso un mondo più giusto e accogliente. <br />
<br />
Dall'altro però, la loro rapida ascesa ha portato con sé anche parecchi dubbi. Se inizialmente era qualcosa simile a un'impressione che tanti aspetti non tornassero, col passare degli anni sono sorte moltissime analisi più attente, come quella proposta da Oggiano nel libro "Sociability" che si distingue per essere incredibilmente pacata e scevra da ogni polemica. Queste analisi mettono in luce molti lati oscuri in questi movimenti: da problematiche astratte quali atteggiamenti di superiorità morale che compromettono l'autenticità di un impegno realmente inclusivo, a problematiche molto concrete e molto gravi. <br />
<br />
"Sociability" spiega in primis il legame tra la ricerca della viralità sui social e l'indignazione. Spiega quindi come critica come alcune organizzazioni mediatiche abbiano trascurato principi giornalistici fondamentali come la verifica dei fatti e la presunzione di innocenza per ottenere appunto indignazione e viralità. Esplora casi come quello di Amy Cooper che è stata ingiustamente dipinta come razzista in circostanze molto più complesse o quella di Fausto Brizzi, dove le accuse basate su testimonianze anonime hanno guadagnato attenzione pubblica senza un adeguato contraddittorio<br />
<br />
“Sociability” traccia dunque un parallelo tra i capri espiatori storici e i moderni oggetti di scandalo mediatico, mostrando come la tendenza a scaricare colpe collettive su individui isolati sia un fenomeno antico che persiste ancora oggi in nuove forme. I giudizi sommari e le gogne pubbliche moderne, spesso esacerbate dalla rapidità e dall’anonimato dei social media, mettono in luce una mancanza di regole chiare e universali, con individui spesso condannati senza un giusto processo. <br />
<br />
Oggiano evidenzia il grave ritorno di fenomeni come il capro espiatorio, la gogna pubblica e i processi sommari, passati nella sfera digitale e alimentati da indignazione immediata e viralità.<br />
<br />
In sintesi, il libro “Sociability” fornisce una riflessione critica su come i movimenti sociali digitali, pur offrendo piattaforme per la solidarietà e il cambiamento, portino con sé problematiche legate a giudizi affrettati e a una mancata equità nel dibattito pubblico. Mostra come la tecnologia e i media abbiano trasformato meccanismi sociali antichi in strumenti moderni di critica pubblica, invitando i lettori a riflettere sulla complessità di questi fenomeni e sulle loro implicazioni per una società giusta e inclusiva.<br />
<br />
Una volta che si inizia a comprendere come l'indignazione sia tanto ghiotta, diventa più semplice iniziare a intuire le ragioni per cui influencer e giornali abbiano costruito storie a tavolino per suscitarla. <br />
<br />
Da qui si inizia a intuire come gli aderenti alle narrazioni dei movimenti citati sopra, abbracciano spesso fin troppo rigidamente i "dogmi" del politicamente corretto e della cultura "woke" e con questo possono promuovere una visione della morale che rischia di essere oppressiva e riduttiva della complessità intrinseca all'umanità, perché appunto banalizza e nega la complessità inerente al tessuto umano. Vi è poi il pericolo che il sostegno alle cause si traduca in mera autopromozione o in "virtue signaling", mettendo in discussione la linea tra solidarietà genuina e superficialità. Si crea così una tensione tra il desiderio di progresso sociale e la realtà di un coinvolgimento genuinamente inclusivo, rispettoso della diversità umana.<br />
<br />
In questo scenario, marchi e politici sfruttano la forza dei movimenti sociali per ridefinire la loro immagine e strategia, finendo talvolta per contraddire i principi che affermano di sostenere, rivelando una società che, sebbene si proclami progressista, è anche terreno fertile per ipocrisia e autocensura.<br />
<br />
<br />
<br />
Il libro "Sociability" di Francesco Oggiano, intrecciando esempi tangibili con un'analisi critica, disassembra queste "maschere di moralità". Si narra ad esempio di Amy Cooper, vessata mediaticamente per un gesto interpretato come razzista, ma la cui realtà era assai più sfumata. Oggiano spiega molto bene e senza polemica che storie come quella incarnano il ritorno di fenomeni storici quali l'uso del capro espiatorio, il processo sommario e la gogna pubblica, rivisti nella loro veste digitale contemporanea e veicolati da rapida indignazione.<br />
<br />
In questo clima, brand e politici harnessano la forza dei movimenti sociali per ridefinire la propria immagine e strategia, talvolta contraddicendo i stessi principi che professano di difendere. Ciò che emerge è una società dichiaratamente progressista, ma anche un terreno fertile per ipocrisia e autocensura.<br />
<br />
Sociability non è stato assolutamente l'unico testo a collegare i puntini (è encomiabile però che l'abbia fatto senza polemiche e senza colpevolizzare gli ingenui buonotti). Rimanendo sui saggi non tecnici un altro è 'L'era della suscettibilità' di Guia Soncini. ha iniziato a collegare i puntini su questo fenomeno, esaminandone l'impatto reale sulla società e sulla cultura contemporanea. Queste opere contribuiscono a una comprensione più sfumata del fenomeno, rivelando un'immagine che è tutt'altro che lusinghiera per i protagonisti del politically correct e del movimento woke.<br />
<br />
In quest'articolo indagheremo questi fenomeni con una lente critica, cercando un autentico significato di coscienza morale e inclusività. Esploreremo contraddizioni e opportunità di un impegno sociale che mira a coniugare la ricerca di equità con un dialogo aperto e rispettoso. Cercheremo di discernere tra l'indignazione virtuale e l'eccitante potenziale di una rete che può abbattere barriere e incitare al cambiamento. Prendendo spunto da "Sociability" e altre pubblicazioni critiche, siamo chiamati a sfidare la complessità dell'epoca digitale e ad abbracciare una società più autenticamente connessa e umanamente imperfetta.<br />
<br />
'''Qui voglio ricollegarmi al fatto che queste rapide trasformazioni della società potrebbero essere molto gattopardiane: cioè non sta cambiando nulla in realtà, se non in superficie'''<br />
<br />
In un'era segnata da continue rivelazioni di scandali e comportamenti poco etici, il nostro quotidiano si tinge di sfumature sempre più ciniche di ipocrisia e inganno. Questa riflessione si propone di esplorare alcuni episodi emblematici - dall'affare del Pandoro legato a Chiara Ferragni al Qatargate - che non solo mettono in luce le azioni discutibili di influencer, aziende, giornalisti e politici, ma anche come queste risuonino in maniera più ampia con la nostra percezione della moralità e dell'etica nel mondo moderno. <br />
<br />
Affronteremo il concetto di 'whashing', esploreremo le opinioni di pensatori come David Graeber e discuteremo l'importanza del libro 'Shock Economy' di Naomi Klein, tutto mentre cerchiamo di comprendere le complessità e le sfide che i giovani affrontano nel navigare questo panorama turbolento. In queste pagine, ci immergeremo in un viaggio attraverso il cuore oscuro di un mondo che sembra aver perso la bussola morale, interrogandoci su cosa significhi realmente essere 'woke' in un'epoca dominata da manipolazioni e disinformazione.<br />
<br />
Il filo conduttore che intendiamo esplorare riguarda la complessità dell'etica, dell'ideologia e dell'azione politica in un mondo globalizzato e interconnesso. Il mondo è un sistema complesso e l'essere umano, come specie, richiede un periodo di accudimento molto lungo dei cuccioli, ragion per cui in tutte le epoche i giovani possono sviluppare una tendenza ad un idealismo meraviglioso ma che rischia di renderli manipolabili. Intendiamo quindi concentrarci sulla discrepanza tra l'ideale e la realtà, sull'influenza delle narrazioni politiche e mediatiche sul comportamento individuale e collettivo, e l'urgenza di un approccio più maturo e informato verso le questioni sociali e politiche.<br />
<br />
=== Seconda Parte (casino assurdo, non leggere) ===<br />
In un mondo in cui le notizie di corruzione e comportamenti poco etici fanno costantemente titolo, è facile cadere nella trappola del cinismo (a cui spesso tendono le generazioni più mature) o, al contrario, dell'idealismo ingenuo (a cui più facilmente tendono i giovanissimi). Scandali come il Qatargate, le controversie legate a figure come Soumahoro, quelli legati all'episodio del Panettone e della Ferragni, così come gli episodi di 'whashing' aziendale sono solo la punta dell'iceberg di una realtà che se 'sbattuta in faccia' ad un trentenne medio probabilmente gli causerebbe conati di vomito. Questi eventi, e moltissimi altri meno noti ma ben documentati da documentari e trasmissioni d'inchiesta, coinvolgono spesso individui e istituzioni considerati custodi della morale e dei diritti dei più deboli, svelando una profonda ipocrisia sistemica.<br />
<br />
Spesso le peggiori speculazioni avvengono proprio laddove esiste un problema reale (e con esso forti motivazioni a impegnarsi per risolverlo), molte volte <u>sono coinvolte persone che dovrebbero difendere i poveri/deboli</u>.<br />
<br />
Sull'argomento sono già stati scritti fiumi di parole. Di recente ad esempio il libro Sociability di Francesco Oggiano, racconta come molte aziende investano nel "whashing" per lavare la propria immagine pubblica. <br />
<br />
Mentre la percezione della corruzione e dell'ipocrisia sembra ovvia per le generazioni più anziane, i più giovani spesso hanno una visione parzialmente idealizzata del mondo. Nel periodo di transizione tecnologica che stiamo attraversando le generazioni più anziane si trovano ad essere spesso meno scolarizzate delle precedenti e hanno magari maggiori difficoltà ad utilizzare gli strumenti resi disponibili da pc, internet, smartphone e AI. Questo fattore a mio avviso può contribuire a spiegare l'apparente arroganza dei più giovani. Se da un lato infatti questa tendenza potrebbe essere universale (già Platone si lamentava che i giovani fossero poco attenti e troppo ribellini e alcuni importanti psicologi hanno visto nella ribellione verso i genitori un passaggio obbligato della crescita), quando si cerca di informarli su queste realtà, spesso si incontra un atteggiamento di scherno o arroganza da parte loro. La loro reazione, a volte di scherno o arroganza, non è tanto un segno di disprezzo quanto una manifestazione di disorientamento di fronte alla complessità di un sistema che sembra irrimediabilmente viziato. <br />
<br />
Nel contesto di queste riflessioni, appare evidente che il dibattito politico e sociale sia intriso di dualismi e semplificazioni. La sinistra contro la destra, il progressismo contro il conservatorismo, l'accoglienza incondizionata contro il rifiuto totale dell'altro. Queste dicotomie, tuttavia, spesso nascondono una realtà più complessa e interconnessa, dove le scelte non sono mai completamente bianche o nere, ma sfumature di grigio che richiedono un'analisi attenta e critica.<br />
<br />
Il caso del DDL Zan in Italia, ad esempio, mette in luce come la politica possa diventare uno strumento di polarizzazione piuttosto che di dialogo, con ogni parte che sfrutta le battaglie ideologiche per fini elettorali piuttosto che per il progresso della società. Allo stesso modo, le narrazioni che circondano l'immigrazione, la gestione dell'assistenza sociale e le reazioni di paura o ostilità verso l'altro rivelano una profonda necessità di comprendere meglio le complesse dinamiche in gioco.<br />
<br />
Affrontando questi temi, il discorso si allarga per includere le strategie di manipolazione mediatica, evidenziate in modo preoccupante dalla teoria dello "Shock Economy" di Naomi Klein e dalle tattiche propagandistiche di figure storiche come Goebbels. In questo panorama, movimenti come i "woke", nati con l'intento di promuovere una maggiore consapevolezza sociale, sembrano aver perso il loro significato originario, trasformandosi in strumenti di ulteriore polarizzazione.<br />
<br />
Voglio riallacciarmi qui: [[Riflessioni su legittimazione della paura e pandemia]]<br />
----Nota: qui mi sono mangiato un link alla discussione fb, forse serviva per capire come contestualizzare il pezzo sotto?<br />
<br />
=== Risposta di A121 ===<br />
Bisognerebbe leggere il libro per capire le argomentazioni, le prove e la logica dietro al pensiero, basandosi su quelle poche righe è difficile esprimersi: sicuramente ci sono state politiche neoliberiste nel mondo anglosassone (USA sotto Reagan, UK sotto Thatcher) che hanno avuto effetti negativi e non hanno portato gli effetti positivi sperati (sull'argomento, Paul Krugman fa nel suo MasterClass analisi quantitative molto interessanti, in cui dimostra che il taglio delle tasse di Reagan non ha avuto effetti positivi sull'economia). Sicuramente queste politiche neoliberiste sono state incentivate da gruppi di potere interessate ad un guadagno personale. Detto ciò, sono fenomeni che non interessano l'Italia, che di liberismo ne ha visto molto poco, essendo un Paese ad alta tassazione, conservatore e corporativista (farmacie, notari, ordini di ingegneria e architettura, ecc)<br />
== Altra parte da integrare ==<br />
<br />
* [[Parte lunga da elaborare su Sinistra e Destra]]<br />
* [[Critiche a Critina D'Avena]]<br />
<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Mass Media]]<br />
[[Categoria:Ipocrisia]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Manipolazione]]<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Strumentalizzazioni]]<br />
[[Categoria:Scandali]]<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Qatargate]]<br />
[[Categoria:Sinistra]]<br />
[[Categoria:Corruzione]]<br />
[[Categoria:Influencer]]<br />
[[Categoria:Whashing]]<br />
[[Categoria:Critiche]]<br />
[[Categoria:Pensiero critico]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Riflessione_in_bozza_su_giovani,_alti_ideali_e_sviste_enormi&diff=29336Riflessione in bozza su giovani, alti ideali e sviste enormi2024-01-01T17:17:22Z<p>Admin: /* Introduzione */</p>
<hr />
<div>{{S|}}<br />
<br />
== Maschere di Moralità: Ipocrisia e Illusione nel Mondo Moderno ==<br />
<br />
=== Introduzione ===<br />
In quest'era di connettività globale, alimentata dalla pervasività di internet, social media e smartphone, assistiamo a un'accelerazione dei cambiamenti culturali. Ironia del destino, è proprio in questo contesto iper-connesso che emergono paradossali divisioni sociali, che ci spingono a riflettere più profondamente su moralità e autenticità. <br />
<br />
La rapida emersione di movimenti etici come #MeToo, Black Lives Matter e Fridays for Future<ref>Climate Change Activism</ref> risalta per la capacità di catalizzare l'attenzione globale, sottolineando la lotta per la giustizia sociale e l'inclusività, e diffondendo la consapevolezza su tematiche fondamentali come i diritti LGBTQ+, il femminismo, e il cambiamento climatico. Personaggi come Greta Thunberg o Michela Murgia diventano iconici per il loro impegno nei confronti dell'ambiente e dei diritti transgender, e un'onda di ideali "politicamente corretti" e della cultura woke - pur con i limiti intrinseci di qualsiasi movimento umano - sembra prefigurare un mondo più equo e integrato. <br />
<br />
Da un lato quindi nei primi vent'anni del 21 esimo secolo abbiamo viso un boom di questi movimenti hanno rappresentato una spinta significativa verso un mondo più giusto e accogliente. <br />
<br />
Dall'altro però, la loro rapida ascesa ha portato con sé anche parecchi dubbi. Se inizialmente era qualcosa simile a un'impressione che tanti aspetti non tornassero, col passare degli anni sono sorte moltissime analisi più attente, come quella proposta da Oggiano nel libro "Sociability" che si distingue per essere incredibilmente pacata e scevra da ogni polemica. Queste analisi mettono in luce molti lati oscuri in questi movimenti: da problematiche astratte quali atteggiamenti di superiorità morale che compromettono l'autenticità di un impegno realmente inclusivo, a problematiche molto concrete e molto gravi. <br />
<br />
"Sociability" spiega in primis il legame tra la ricerca della viralità sui social e l'indignazione. Spiega quindi come critica come alcune organizzazioni mediatiche abbiano trascurato principi giornalistici fondamentali come la verifica dei fatti e la presunzione di innocenza per ottenere appunto indignazione e viralità. Esplora casi come quello di Amy Cooper che è stata ingiustamente dipinta come razzista in circostanze molto più complesse o quella di Fausto Brizzi, dove le accuse basate su testimonianze anonime hanno guadagnato attenzione pubblica senza un adeguato contraddittorio<br />
<br />
“Sociability” traccia dunque un parallelo tra i capri espiatori storici e i moderni oggetti di scandalo mediatico, mostrando come la tendenza a scaricare colpe collettive su individui isolati sia un fenomeno antico che persiste ancora oggi in nuove forme. I giudizi sommari e le gogne pubbliche moderne, spesso esacerbate dalla rapidità e dall’anonimato dei social media, mettono in luce una mancanza di regole chiare e universali, con individui spesso condannati senza un giusto processo. <br />
<br />
Oggiano evidenzia il grave ritorno di fenomeni come il capro espiatorio, la gogna pubblica e i processi sommari, passati nella sfera digitale e alimentati da indignazione immediata e viralità.<br />
<br />
In sintesi, il libro “Sociability” fornisce una riflessione critica su come i movimenti sociali digitali, pur offrendo piattaforme per la solidarietà e il cambiamento, portino con sé problematiche legate a giudizi affrettati e a una mancata equità nel dibattito pubblico. Mostra come la tecnologia e i media abbiano trasformato meccanismi sociali antichi in strumenti moderni di critica pubblica, invitando i lettori a riflettere sulla complessità di questi fenomeni e sulle loro implicazioni per una società giusta e inclusiva.<br />
<br />
Una volta che si inizia a comprendere come l'indignazione sia tanto ghiotta, diventa più semplice iniziare a intuire le ragioni per cui influencer e giornali abbiano costruito storie a tavolino per suscitarla. <br />
<br />
Da qui si inizia a intuire come gli aderenti alle narrazioni dei movimenti citati sopra, abbracciano spesso fin troppo rigidamente i "dogmi" del politicamente corretto e della cultura "woke" e con questo possono promuovere una visione della morale che rischia di essere oppressiva e riduttiva della complessità intrinseca all'umanità, perché appunto banalizza e nega la complessità inerente al tessuto umano. Vi è poi il pericolo che il sostegno alle cause si traduca in mera autopromozione o in "virtue signaling", mettendo in discussione la linea tra solidarietà genuina e superficialità. Si crea così una tensione tra il desiderio di progresso sociale e la realtà di un coinvolgimento genuinamente inclusivo, rispettoso della diversità umana.<br />
<br />
In questo scenario, marchi e politici sfruttano la forza dei movimenti sociali per ridefinire la loro immagine e strategia, finendo talvolta per contraddire i principi che affermano di sostenere, rivelando una società che, sebbene si proclami progressista, è anche terreno fertile per ipocrisia e autocensura.<br />
<br />
<br />
<br />
Il libro "Sociability" di Francesco Oggiano, intrecciando esempi tangibili con un'analisi critica, disassembra queste "maschere di moralità". Si narra ad esempio di Amy Cooper, vessata mediaticamente per un gesto interpretato come razzista, ma la cui realtà era assai più sfumata. Oggiano spiega molto bene e senza polemica che storie come quella incarnano il ritorno di fenomeni storici quali l'uso del capro espiatorio, il processo sommario e la gogna pubblica, rivisti nella loro veste digitale contemporanea e veicolati da rapida indignazione.<br />
<br />
In questo clima, brand e politici harnessano la forza dei movimenti sociali per ridefinire la propria immagine e strategia, talvolta contraddicendo i stessi principi che professano di difendere. Ciò che emerge è una società dichiaratamente progressista, ma anche un terreno fertile per ipocrisia e autocensura.<br />
<br />
Sociability non è stato assolutamente l'unico testo a collegare i puntini (è encomiabile però che l'abbia fatto senza polemiche e senza colpevolizzare gli ingenui buonotti). Rimanendo sui saggi non tecnici un altro è 'L'era della suscettibilità' di Guia Soncini. ha iniziato a collegare i puntini su questo fenomeno, esaminandone l'impatto reale sulla società e sulla cultura contemporanea. Queste opere contribuiscono a una comprensione più sfumata del fenomeno, rivelando un'immagine che è tutt'altro che lusinghiera per i protagonisti del politically correct e del movimento woke.<br />
<br />
In quest'articolo indagheremo questi fenomeni con una lente critica, cercando un autentico significato di coscienza morale e inclusività. Esploreremo contraddizioni e opportunità di un impegno sociale che mira a coniugare la ricerca di equità con un dialogo aperto e rispettoso. Cercheremo di discernere tra l'indignazione virtuale e l'eccitante potenziale di una rete che può abbattere barriere e incitare al cambiamento. Prendendo spunto da "Sociability" e altre pubblicazioni critiche, siamo chiamati a sfidare la complessità dell'epoca digitale e ad abbracciare una società più autenticamente connessa e umanamente imperfetta.<br />
<br />
'''Qui voglio ricollegarmi al fatto che queste rapide trasformazioni della società potrebbero essere molto gattopardiane: cioè non sta cambiando nulla in realtà, se non in superficie'''<br />
<br />
In un'era segnata da continue rivelazioni di scandali e comportamenti poco etici, il nostro quotidiano si tinge di sfumature sempre più ciniche di ipocrisia e inganno. Questa riflessione si propone di esplorare alcuni episodi emblematici - dall'affare del Pandoro legato a Chiara Ferragni al Qatargate - che non solo mettono in luce le azioni discutibili di influencer, aziende, giornalisti e politici, ma anche come queste risuonino in maniera più ampia con la nostra percezione della moralità e dell'etica nel mondo moderno. <br />
<br />
Affronteremo il concetto di 'whashing', esploreremo le opinioni di pensatori come David Graeber e discuteremo l'importanza del libro 'Shock Economy' di Naomi Klein, tutto mentre cerchiamo di comprendere le complessità e le sfide che i giovani affrontano nel navigare questo panorama turbolento. In queste pagine, ci immergeremo in un viaggio attraverso il cuore oscuro di un mondo che sembra aver perso la bussola morale, interrogandoci su cosa significhi realmente essere 'woke' in un'epoca dominata da manipolazioni e disinformazione.<br />
<br />
Il filo conduttore che intendiamo esplorare riguarda la complessità dell'etica, dell'ideologia e dell'azione politica in un mondo globalizzato e interconnesso. Il mondo è un sistema complesso e l'essere umano, come specie, richiede un periodo di accudimento molto lungo dei cuccioli, ragion per cui in tutte le epoche i giovani possono sviluppare una tendenza ad un idealismo meraviglioso ma che rischia di renderli manipolabili. Intendiamo quindi concentrarci sulla discrepanza tra l'ideale e la realtà, sull'influenza delle narrazioni politiche e mediatiche sul comportamento individuale e collettivo, e l'urgenza di un approccio più maturo e informato verso le questioni sociali e politiche.<br />
<br />
'''Parte estesa su sociability'''<br />
<br />
=== Parte estesa su ===<br />
In un mondo in cui le notizie di corruzione e comportamenti poco etici fanno costantemente titolo, è facile cadere nella trappola del cinismo (a cui spesso tendono le generazioni più mature) o, al contrario, dell'idealismo ingenuo (a cui più facilmente tendono i giovanissimi). Scandali come il Qatargate, le controversie legate a figure come Soumahoro, quelli legati all'episodio del Panettone e della Ferragni, così come gli episodi di 'whashing' aziendale sono solo la punta dell'iceberg di una realtà che se 'sbattuta in faccia' ad un trentenne medio probabilmente gli causerebbe conati di vomito. Questi eventi, e moltissimi altri meno noti ma ben documentati da documentari e trasmissioni d'inchiesta, coinvolgono spesso individui e istituzioni considerati custodi della morale e dei diritti dei più deboli, svelando una profonda ipocrisia sistemica.<br />
<br />
Spesso le peggiori speculazioni avvengono proprio laddove esiste un problema reale (e con esso forti motivazioni a impegnarsi per risolverlo), molte volte <u>sono coinvolte persone che dovrebbero difendere i poveri/deboli</u>.<br />
<br />
Sull'argomento sono già stati scritti fiumi di parole. Di recente ad esempio il libro Sociability di Francesco Oggiano, racconta come molte aziende investano nel "whashing" per lavare la propria immagine pubblica. <br />
<br />
Mentre la percezione della corruzione e dell'ipocrisia sembra ovvia per le generazioni più anziane, i più giovani spesso hanno una visione parzialmente idealizzata del mondo. Nel periodo di transizione tecnologica che stiamo attraversando le generazioni più anziane si trovano ad essere spesso meno scolarizzate delle precedenti e hanno magari maggiori difficoltà ad utilizzare gli strumenti resi disponibili da pc, internet, smartphone e AI. Questo fattore a mio avviso può contribuire a spiegare l'apparente arroganza dei più giovani. Se da un lato infatti questa tendenza potrebbe essere universale (già Platone si lamentava che i giovani fossero poco attenti e troppo ribellini e alcuni importanti psicologi hanno visto nella ribellione verso i genitori un passaggio obbligato della crescita), quando si cerca di informarli su queste realtà, spesso si incontra un atteggiamento di scherno o arroganza da parte loro. La loro reazione, a volte di scherno o arroganza, non è tanto un segno di disprezzo quanto una manifestazione di disorientamento di fronte alla complessità di un sistema che sembra irrimediabilmente viziato. <br />
<br />
Nel contesto di queste riflessioni, appare evidente che il dibattito politico e sociale sia intriso di dualismi e semplificazioni. La sinistra contro la destra, il progressismo contro il conservatorismo, l'accoglienza incondizionata contro il rifiuto totale dell'altro. Queste dicotomie, tuttavia, spesso nascondono una realtà più complessa e interconnessa, dove le scelte non sono mai completamente bianche o nere, ma sfumature di grigio che richiedono un'analisi attenta e critica.<br />
<br />
Il caso del DDL Zan in Italia, ad esempio, mette in luce come la politica possa diventare uno strumento di polarizzazione piuttosto che di dialogo, con ogni parte che sfrutta le battaglie ideologiche per fini elettorali piuttosto che per il progresso della società. Allo stesso modo, le narrazioni che circondano l'immigrazione, la gestione dell'assistenza sociale e le reazioni di paura o ostilità verso l'altro rivelano una profonda necessità di comprendere meglio le complesse dinamiche in gioco.<br />
<br />
Affrontando questi temi, il discorso si allarga per includere le strategie di manipolazione mediatica, evidenziate in modo preoccupante dalla teoria dello "Shock Economy" di Naomi Klein e dalle tattiche propagandistiche di figure storiche come Goebbels. In questo panorama, movimenti come i "woke", nati con l'intento di promuovere una maggiore consapevolezza sociale, sembrano aver perso il loro significato originario, trasformandosi in strumenti di ulteriore polarizzazione.<br />
<br />
Voglio riallacciarmi qui: [[Riflessioni su legittimazione della paura e pandemia]]<br />
----Nota: qui mi sono mangiato un link alla discussione fb, forse serviva per capire come contestualizzare il pezzo sotto?<br />
<br />
=== Risposta di A121 ===<br />
Bisognerebbe leggere il libro per capire le argomentazioni, le prove e la logica dietro al pensiero, basandosi su quelle poche righe è difficile esprimersi: sicuramente ci sono state politiche neoliberiste nel mondo anglosassone (USA sotto Reagan, UK sotto Thatcher) che hanno avuto effetti negativi e non hanno portato gli effetti positivi sperati (sull'argomento, Paul Krugman fa nel suo MasterClass analisi quantitative molto interessanti, in cui dimostra che il taglio delle tasse di Reagan non ha avuto effetti positivi sull'economia). Sicuramente queste politiche neoliberiste sono state incentivate da gruppi di potere interessate ad un guadagno personale. Detto ciò, sono fenomeni che non interessano l'Italia, che di liberismo ne ha visto molto poco, essendo un Paese ad alta tassazione, conservatore e corporativista (farmacie, notari, ordini di ingegneria e architettura, ecc)<br />
== Altra parte da integrare ==<br />
<br />
* [[Parte lunga da elaborare su Sinistra e Destra]]<br />
* [[Critiche a Critina D'Avena]]<br />
<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Mass Media]]<br />
[[Categoria:Ipocrisia]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Manipolazione]]<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Strumentalizzazioni]]<br />
[[Categoria:Scandali]]<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Qatargate]]<br />
[[Categoria:Sinistra]]<br />
[[Categoria:Corruzione]]<br />
[[Categoria:Influencer]]<br />
[[Categoria:Whashing]]<br />
[[Categoria:Critiche]]<br />
[[Categoria:Pensiero critico]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Riflessione_in_bozza_su_giovani,_alti_ideali_e_sviste_enormi&diff=29334Riflessione in bozza su giovani, alti ideali e sviste enormi2023-12-24T12:46:17Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>{{S|}}<br />
<br />
== Maschere di Moralità: Ipocrisia e Illusione nel Mondo Moderno ==<br />
<br />
=== Introduzione ===<br />
In un'era segnata da continue rivelazioni di scandali e comportamenti poco etici, il nostro quotidiano si tinge di sfumature sempre più ciniche di ipocrisia e inganno. Questa riflessione si propone di esplorare alcuni episodi emblematici - dall'affare del Pandoro legato a Chiara Ferragni al Qatargate - che non solo mettono in luce le azioni discutibili di influencer, aziende, giornalisti e politici, ma anche come queste risuonino in maniera più ampia con la nostra percezione della moralità e dell'etica nel mondo moderno. <br />
<br />
Affronteremo il concetto di 'whashing', esploreremo le opinioni di pensatori come David Graeber e discuteremo l'importanza del libro 'Shock Economy' di Naomi Klein, tutto mentre cerchiamo di comprendere le complessità e le sfide che i giovani affrontano nel navigare questo panorama turbolento. In queste pagine, ci immergeremo in un viaggio attraverso il cuore oscuro di un mondo che sembra aver perso la bussola morale, interrogandoci su cosa significhi realmente essere 'woke' in un'epoca dominata da manipolazioni e disinformazione.<br />
<br />
Il filo conduttore che intendiamo esplorare riguarda la complessità dell'etica, dell'ideologia e dell'azione politica in un mondo globalizzato e interconnesso. Il mondo è un sistema complesso e l'essere umano, come specie, richiede un periodo di accudimento molto lungo dei cuccioli, ragion per cui in tutte le epoche i giovani possono sviluppare una tendenza ad un idealismo meraviglioso ma che rischia di renderli manipolabili. Intendiamo quindi concentrarci sulla discrepanza tra l'ideale e la realtà, sull'influenza delle narrazioni politiche e mediatiche sul comportamento individuale e collettivo, e l'urgenza di un approccio più maturo e informato verso le questioni sociali e politiche.<br />
<br />
=== Primo capitolo ===<br />
In un mondo in cui le notizie di corruzione e comportamenti poco etici fanno costantemente titolo, è facile cadere nella trappola del cinismo (a cui spesso tendono le generazioni più mature) o, al contrario, dell'idealismo ingenuo (a cui più facilmente tendono i giovanissimi). Scandali come il Qatargate, le controversie legate a figure come Soumahoro, quelli legati all'episodio del Panettone e della Ferragni, così come gli episodi di 'whashing' aziendale sono solo la punta dell'iceberg di una realtà che se 'sbattuta in faccia' ad un trentenne medio probabilmente gli causerebbe conati di vomito. Questi eventi, e moltissimi altri meno noti ma ben documentati da documentari e trasmissioni d'inchiesta, coinvolgono spesso individui e istituzioni considerati custodi della morale e dei diritti dei più deboli, svelando una profonda ipocrisia sistemica.<br />
<br />
Spesso le peggiori speculazioni avvengono proprio laddove esiste un problema reale (e con esso forti motivazioni a impegnarsi per risolverlo), molte volte <u>sono coinvolte persone che dovrebbero difendere i poveri/deboli</u>.<br />
<br />
Sull'argomento sono già stati scritti fiumi di parole. Di recente ad esempio il libro Sociability di Francesco Oggiano, racconta come molte aziende investano nel "whashing" per lavare la propria immagine pubblica. <br />
<br />
Mentre la percezione della corruzione e dell'ipocrisia sembra ovvia per le generazioni più anziane, i più giovani spesso hanno una visione parzialmente idealizzata del mondo. Nel periodo di transizione tecnologica che stiamo attraversando le generazioni più anziane si trovano ad essere spesso meno scolarizzate delle precedenti e hanno magari maggiori difficoltà ad utilizzare gli strumenti resi disponibili da pc, internet, smartphone e AI. Questo fattore a mio avviso può contribuire a spiegare l'apparente arroganza dei più giovani. Se da un lato infatti questa tendenza potrebbe essere universale (già Platone si lamentava che i giovani fossero poco attenti e troppo ribellini e alcuni importanti psicologi hanno visto nella ribellione verso i genitori un passaggio obbligato della crescita), quando si cerca di informarli su queste realtà, spesso si incontra un atteggiamento di scherno o arroganza da parte loro. La loro reazione, a volte di scherno o arroganza, non è tanto un segno di disprezzo quanto una manifestazione di disorientamento di fronte alla complessità di un sistema che sembra irrimediabilmente viziato. <br />
<br />
Nel contesto di queste riflessioni, appare evidente che il dibattito politico e sociale sia intriso di dualismi e semplificazioni. La sinistra contro la destra, il progressismo contro il conservatorismo, l'accoglienza incondizionata contro il rifiuto totale dell'altro. Queste dicotomie, tuttavia, spesso nascondono una realtà più complessa e interconnessa, dove le scelte non sono mai completamente bianche o nere, ma sfumature di grigio che richiedono un'analisi attenta e critica.<br />
<br />
Il caso del DDL Zan in Italia, ad esempio, mette in luce come la politica possa diventare uno strumento di polarizzazione piuttosto che di dialogo, con ogni parte che sfrutta le battaglie ideologiche per fini elettorali piuttosto che per il progresso della società. Allo stesso modo, le narrazioni che circondano l'immigrazione, la gestione dell'assistenza sociale e le reazioni di paura o ostilità verso l'altro rivelano una profonda necessità di comprendere meglio le complesse dinamiche in gioco.<br />
<br />
Affrontando questi temi, il discorso si allarga per includere le strategie di manipolazione mediatica, evidenziate in modo preoccupante dalla teoria dello "Shock Economy" di Naomi Klein e dalle tattiche propagandistiche di figure storiche come Goebbels. In questo panorama, movimenti come i "woke", nati con l'intento di promuovere una maggiore consapevolezza sociale, sembrano aver perso il loro significato originario, trasformandosi in strumenti di ulteriore polarizzazione.<br />
<br />
Voglio riallacciarmi qui: [[Riflessioni su legittimazione della paura e pandemia]]<br />
----Nota: qui mi sono mangiato un link alla discussione fb, forse serviva per capire come contestualizzare il pezzo sotto?<br />
<br />
=== Risposta di A121 ===<br />
Bisognerebbe leggere il libro per capire le argomentazioni, le prove e la logica dietro al pensiero, basandosi su quelle poche righe è difficile esprimersi: sicuramente ci sono state politiche neoliberiste nel mondo anglosassone (USA sotto Reagan, UK sotto Thatcher) che hanno avuto effetti negativi e non hanno portato gli effetti positivi sperati (sull'argomento, Paul Krugman fa nel suo MasterClass analisi quantitative molto interessanti, in cui dimostra che il taglio delle tasse di Reagan non ha avuto effetti positivi sull'economia). Sicuramente queste politiche neoliberiste sono state incentivate da gruppi di potere interessate ad un guadagno personale. Detto ciò, sono fenomeni che non interessano l'Italia, che di liberismo ne ha visto molto poco, essendo un Paese ad alta tassazione, conservatore e corporativista (farmacie, notari, ordini di ingegneria e architettura, ecc)<br />
== Altra parte da integrare ==<br />
<br />
* [[Parte lunga da elaborare su Sinistra e Destra]]<br />
* [[Critiche a Critina D'Avena]]<br />
<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Mass Media]]<br />
[[Categoria:Ipocrisia]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Manipolazione]]<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Strumentalizzazioni]]<br />
[[Categoria:Scandali]]<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Qatargate]]<br />
[[Categoria:Sinistra]]<br />
[[Categoria:Corruzione]]<br />
[[Categoria:Influencer]]<br />
[[Categoria:Whashing]]<br />
[[Categoria:Critiche]]<br />
[[Categoria:Pensiero critico]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Riflessioni_su_legittimazione_della_paura_e_pandemia&diff=29333Riflessioni su legittimazione della paura e pandemia2023-12-24T12:45:47Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>La riflessione che segue è presa da una storia di una studentessa di filosofia che ho trovato molto interessante. L'autrice '''critica''' la gestione della '''paura''' e della sicurezza nella società contemporanea, in particolare nel contesto della pandemia. Sottolinea come spesso le '''paure collettive''', come quelle legate al contagio o agli effetti avversi dei vaccini, '''vengano enfatizzate''' mentre altre questioni gravi, come l'inquinamento atmosferico, il cambiamento climatico, la crisi migratoria, l'iniquità sanitaria e l'abuso, ricevano meno attenzione. Viene messa in discussione la coerenza e l'efficacia delle risposte pubbliche e private alle varie crisi, evidenziando come spesso le azioni prese sembrino proteggere più gli interessi personali che il bene comune. Invita a una riflessione più ampia e integrata che consideri tutti gli aspetti sociali, politici e ambientali per gestire in modo più efficace e equo la paura e la sicurezza nella società. <br />
<br />
== Generalizzazione del concetto ==<br />
Può essere vista come un'istanza particolare delle problematiche della democrazia. La democrazia, infatti, funziona se la popolazione è capace di pensiero critico. In sociologia si studiano i ''familismi amorali''. In psicologia si studia la need for cognition (che è un concetto simile alla curiosità). dei ragionamenti di pancia. <br />
<br />
Si può generalizzare anche in un altro senso, parlando degli attori che strumentalizzano questo limite della democrazia. Qui andiamo verso Naomi Klein. <br />
<br />
Qui è importante parlare dei limiti della razionalità e del logos umano. <br />
<br />
Vedi qui [[Riflessione]] <br />
<br />
== La storia ==<br />
Non piacerà a molti questo discorso, quindi se siete particolarmente suscettibili e permalosi, skippate pure. <br />
<br />
'''Infodemia'''<br />
<br />
La questione della paura è un elemento centrale nell'odierno discorso pubblico. Ci troviamo a '''rispettare le paure altrui, talvolta oltre quanto potrebbe suggerire la pura razionalità''', per una sorta di senso comune di rispetto. Questo atteggiamento è radicato in varie sfere della nostra vita quotidiana, dai timori legati alle malattie alla preoccupazione per la sicurezza in un contesto generale.<br />
<br />
Quando parliamo di sicurezza, ci riferiamo spesso alla paura del contagio o agli effetti avversi dei vaccini. Tuttavia, in '''Italia''', un paese con un'alta percentuale di decessi legati all'inquinamento atmosferico, la questione della paura non è stata associata in modo significativo all'urgenza di affrontare altre crisi come il cambiamento climatico, la crisi migratoria, l'iniquità sanitaria o l'abuso umano e non umano.<br />
<br />
Nonostante ci siano molte critiche contro coloro che scelgono di non vaccinarsi, le stesse voci si fanno più silenziose quando si tratta di:<br />
<br />
tagli alla sanità effettuati negli ultimi decenni, l'abolizione dei brevetti, i gravi effetti collaterali e le conseguenze politiche derivanti da una pandemia che colpisce duramente le popolazioni più giovani.<br />
<br />
Questi sono temi che meritano attenzione e sollevano interrogativi riguardo a come valutiamo e gestiamo la sicurezza e la paura nella nostra società.<br />
<br />
In questo contesto, ogni persona o famiglia tende a proteggere il proprio interesse personale, che a volte viene percepito come altruismo. Tuttavia, è importante sottolineare che le preoccupazioni relative alla pandemia e alla salute dovrebbero essere comuni a tutti, poiché la malattia può colpire qualsiasi gruppo di persone. La questione della responsabilità è complessa e dovrebbe essere affrontata in un contesto più ampio, che tenga conto di fattori sociali, politici e ambientali.<br />
<br />
= Vedi anche =<br />
<br />
* [[Paura e controllo sociale]]<br />
* [[Bowling For Columbine - Michael Moore, Paura e controllo sociale]]<br />
* [[Paura di scontentare il pubblico e conformismo]] (riferito ai giornalisti, la riflessione è tratta dal libro Sociability di Francesco Oggiano)<br />
* [[Panico morale e Diavoli popolari]] (Sfruttamento sistematico della paura e ruolo dei mass media)<br />
* [In Bozza] [[Se non ho nulla da nascondere, che mi importa se mi controllano inaspriscono le leggi]]<br />
* [[Il Possesso di Armi, la Cultura Italiana e la Percezione del Rischio]]<br />
* [[Shock Economy di Naomi Klein]]<br />
* [[Danni della polarizzazione]]<br />
<br />
[[Categoria:Pandemia]]<br />
[[Categoria:Paura]]<br />
[[Categoria:Percezione distorta]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Parte_lunga_da_elaborare_su_Sinistra_e_Destra&diff=29332Parte lunga da elaborare su Sinistra e Destra2023-12-23T14:56:24Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
<br />
{{S}}<br />
A pochi giorni dallo scandalo Qatargate e a breve distanza di quello che colpì Soumahoro, Travaglio sul Fatto Quotidiano firma l'articolo: "[[Articolo critico di Travaglio sulla sinistra dopo il Qatargate|Furti a fin di bene]]"<br />
<br />
=== '''La sinistra è migliore della destra?''' ===<br />
il partito di sinistra italiano potrebbe aver sfruttato la battaglia politica sul DDL Zan - facendo muro contro muro - per fare campagna elettorale, e sembra che ci sia una percezione da parte dei giovani per cui i partiti di sinistra sarebbero molto migliori di quelli di destra, mentre in realtà c'è simmetria. <br />
<br />
Viene inoltre suggerita l'ipotesi che le persone che votano estrema destra potrebbero farlo in reazione all'eccessivo richiamo all'assistenzialismo da parte della sinistra, e che entrambi i partiti possano proporre soluzioni populiste per raccogliere voti. Viene poi sollevata l'obiezione che la gente potrebbe diventare di estrema destra a causa dei leader politici di estrema destra che offrono una narrativa ingannevole e che sfruttano le paure e le insicurezze delle persone per ottenere consenso, senza assumersi le responsabilità delle conseguenze delle loro promesse populiste.<br />
<br />
=== '''Possibili problemi del progressismo (facile a dirsi, ma a farsi?)''' ===<br />
Leggendo sui gruppi Facebook (negli anni intorno al 2021), sembra che progressista / di sinistra voglia dire proporsi come favorevole all'accettazione di tutti i migranti. Ma oltre ai pesanti [[Scandali sui migranti|scandali che hanno coinvolto le cooperative che si occupano di accoglienza]], un'accoglienza potrebbe non essere sostenibile senza un piano ben elaborato e senza una vera intenzione di risolvere il problema dell'immigrazione in modo efficace. <br />
<br />
L'impressione che si ha leggendo sui gruppi quando si è giovanissimi (quindi con poca esperienza) e poveri, è facile chiedere che un inquilino moroso non sia sfrattabile se ha una famiglia, ma crescendo si capisce che non è giusto che ciò avvenga a spese del proprietario dell'immobile. Ci sono categorie di persone diverse oltre ai super ricchi e ai super poveri. È fondamentale anche comprendere l'importanza l'aspetto egoistico del nostro idealismo.<br />
<br />
=== '''Conseguenze negative del portare all'estremo soluzioni cioè che ci sembrano già ottimali''' ===<br />
La frase che hai fornito fa riferimento a diversi argomenti, tra cui l'importanza dell'equilibrio e dell'empatia, la complessità delle situazioni e l'influenza delle emozioni sulla nostra capacità di ragionamento, la banalizzazione dei concetti in nome di un ideale, il rischio di deumanizzare gli altri in determinate circostanze e le conseguenze negative di determinate affermazioni e comportamenti. Viene inoltre menzionato il concetto di polarizzazione, ovvero il fenomeno per cui le opinioni e le posizioni su un determinato argomento tendono a dividersi in due gruppi estremi e a scontrarsi in modo sempre più acrimonioso.<br />
<br />
fa riferimento alla teoria dello "strategie di coping" come mezzo per affrontare le difficoltà e i problemi, al concetto di determinismo e mono-causalità, agli studi di Aronson, Matza e Bandura sulla deumanizzazione degli altri in determinate circostanze, alle affermazioni di Erin Pizzey e ai documentari come "The Red Pill", che sono stati citati come esempi di come determinati comportamenti o affermazioni possono avere pesanti conseguenze e contribuire alla polarizzazione delle opinioni.<br />
<br />
=== Critica ===<br />
Le persone di "estrema" destra (teniamo presente ci sono diverse sfaccettature a cui non si fa riferimento) diventano tali perché già animate da alcune ideologie affini (magari anche senza esserne consapevoli). <br />
Ci sono figure pubbliche, come artisti e influencer, che appartenendo a un'area politica progressista possono diffondere idee che vengono considerate "puttanate" e che possono contribuire a attirare persone già orientate verso quel tipo di idee. <br />
<br />
C'è poi il fenomeno dell'inasprimento dei toni, per cui le persone potrebbero essere intolleranti verso alcuni gruppi, ma nasconderlo per vergogna, e poi adottare un linguaggio e un atteggiamento più esplicitamente intollerante quando vedono altre persone che fanno lo stesso senza subire alcun tipo di conseguenza. <br />
<br />
Infine va menzionato il fenomeno dei complotti, che spesso riguardano persone, etnie o nazioni considerate "nemiche" ideologicamente, ma che non includono mai figure come Putin o Bolsonaro come protagonisti negativi. Suggerisco che le persone che abbracciano questi complotti sono già ideologicamente contrapposte a queste figure, ma spostano l'asticella sempre più in là nel loro odio verso di loro.<br />
<br />
Le persone di estrema destra non diventano tali per idee affini inconsapevoli, ma per paure generiche che in qualche modo abbiamo tutti. Queste paure possono variare nei dettagli in base a categorie come età o paese d'origine, ma in fondo riguardano sempre il timore del diverso, del perdere quello che si ha e così via. Tuttavia, ritengo che ci siano figure come [https://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Bannon Bannon] che hanno dichiarato apertamente di voler reclutare giovani bianchi etero sui forum di videogiochi e altri luoghi di ritrovo, perché sono facili da manipolare e sfruttare le loro paure. Quando sento qualcuno dire che è colpa dei "SJW" o della sinistra se le persone vanno all'estrema destra, non riesco a prenderlo sul serio, perché la sinistra fallimentare al massimo può allontanare le persone dalla sinistra.<br />
<br />
[[Categoria:Qatargate]]<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Problemi sociali]]<br />
[[Categoria:Sinistra]]<br />
[[Categoria:Populismo]]<br />
[[Categoria:Scandali]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Manipolazione]]<br />
[[Categoria:Strumentalizzazioni]]<br />
[[Categoria:Ipocrisia]]<br />
[[Categoria:Riflessione]]<br />
[[Categoria:Critiche]]<br />
[[Categoria:Teoria]]<br />
[[Categoria:Razzismo]]<br />
[[Categoria:Immigrazione]]<br />
[[Categoria:Estremismo]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Riflessione_in_bozza_su_giovani,_alti_ideali_e_sviste_enormi&diff=29331Riflessione in bozza su giovani, alti ideali e sviste enormi2023-12-23T14:55:36Z<p>Admin: /* Risposta di A121 */</p>
<hr />
<div>{{S|}}<br />
<br />
== Maschere di Moralità: Ipocrisia e Illusione nel Mondo Moderno ==<br />
<br />
=== Introduzione ===<br />
In un'era segnata da continue rivelazioni di scandali e comportamenti poco etici, il nostro quotidiano si tinge di sfumature sempre più ciniche di ipocrisia e inganno. Questa riflessione si propone di esplorare alcuni episodi emblematici - dall'affare del Pandoro legato a Chiara Ferragni al Qatargate - che non solo mettono in luce le azioni discutibili di influencer, aziende, giornalisti e politici, ma anche come queste risuonino in maniera più ampia con la nostra percezione della moralità e dell'etica nel mondo moderno. <br />
<br />
Affronteremo il concetto di 'whashing', esploreremo le opinioni di pensatori come David Graeber e discuteremo l'importanza del libro 'Shock Economy' di Naomi Klein, tutto mentre cerchiamo di comprendere le complessità e le sfide che i giovani affrontano nel navigare questo panorama turbolento. In queste pagine, ci immergeremo in un viaggio attraverso il cuore oscuro di un mondo che sembra aver perso la bussola morale, interrogandoci su cosa significhi realmente essere 'woke' in un'epoca dominata da manipolazioni e disinformazione.<br />
<br />
Il filo conduttore che intendiamo esplorare riguarda la complessità dell'etica, dell'ideologia e dell'azione politica in un mondo globalizzato e interconnesso. Il mondo è un sistema complesso e l'essere umano, come specie, richiede un periodo di accudimento molto lungo dei cuccioli, ragion per cui in tutte le epoche i giovani possono sviluppare una tendenza ad un idealismo meraviglioso ma che rischia di renderli manipolabili. Intendiamo quindi concentrarci sulla discrepanza tra l'ideale e la realtà, sull'influenza delle narrazioni politiche e mediatiche sul comportamento individuale e collettivo, e l'urgenza di un approccio più maturo e informato verso le questioni sociali e politiche.<br />
<br />
=== Primo capitolo ===<br />
In un mondo in cui le notizie di corruzione e comportamenti poco etici fanno costantemente titolo, è facile cadere nella trappola del cinismo (a cui spesso tendono le generazioni più mature) o, al contrario, dell'idealismo ingenuo (a cui più facilmente tendono i giovanissimi). Scandali come il Qatargate, le controversie legate a figure come Soumahoro, quelli legati all'episodio del Panettone e della Ferragni, così come gli episodi di 'whashing' aziendale sono solo la punta dell'iceberg di una realtà che se 'sbattuta in faccia' ad un trentenne medio probabilmente gli causerebbe conati di vomito. Questi eventi, e moltissimi altri meno noti ma ben documentati da documentari e trasmissioni d'inchiesta, coinvolgono spesso individui e istituzioni considerati custodi della morale e dei diritti dei più deboli, svelando una profonda ipocrisia sistemica.<br />
<br />
Spesso le peggiori speculazioni avvengono proprio laddove esiste un problema reale (e con esso forti motivazioni a impegnarsi per risolverlo), molte volte <u>sono coinvolte persone che dovrebbero difendere i poveri/deboli</u>.<br />
<br />
Sull'argomento sono già stati scritti fiumi di parole. Di recente ad esempio il libro Sociability di Francesco Oggiano, racconta come molte aziende investano nel "whashing" per lavare la propria immagine pubblica. <br />
<br />
Mentre la percezione della corruzione e dell'ipocrisia sembra ovvia per le generazioni più anziane, i più giovani spesso hanno una visione parzialmente idealizzata del mondo. Nel periodo di transizione tecnologica che stiamo attraversando le generazioni più anziane si trovano ad essere spesso meno scolarizzate delle precedenti e hanno magari maggiori difficoltà ad utilizzare gli strumenti resi disponibili da pc, internet, smartphone e AI. Questo fattore a mio avviso può contribuire a spiegare l'apparente arroganza dei più giovani. Se da un lato infatti questa tendenza potrebbe essere universale (già Platone si lamentava che i giovani fossero poco attenti e troppo ribellini e alcuni importanti psicologi hanno visto nella ribellione verso i genitori un passaggio obbligato della crescita), quando si cerca di informarli su queste realtà, spesso si incontra un atteggiamento di scherno o arroganza da parte loro. La loro reazione, a volte di scherno o arroganza, non è tanto un segno di disprezzo quanto una manifestazione di disorientamento di fronte alla complessità di un sistema che sembra irrimediabilmente viziato. <br />
<br />
Nel contesto di queste riflessioni, appare evidente che il dibattito politico e sociale sia intriso di dualismi e semplificazioni. La sinistra contro la destra, il progressismo contro il conservatorismo, l'accoglienza incondizionata contro il rifiuto totale dell'altro. Queste dicotomie, tuttavia, spesso nascondono una realtà più complessa e interconnessa, dove le scelte non sono mai completamente bianche o nere, ma sfumature di grigio che richiedono un'analisi attenta e critica.<br />
<br />
Il caso del DDL Zan in Italia, ad esempio, mette in luce come la politica possa diventare uno strumento di polarizzazione piuttosto che di dialogo, con ogni parte che sfrutta le battaglie ideologiche per fini elettorali piuttosto che per il progresso della società. Allo stesso modo, le narrazioni che circondano l'immigrazione, la gestione dell'assistenza sociale e le reazioni di paura o ostilità verso l'altro rivelano una profonda necessità di comprendere meglio le complesse dinamiche in gioco.<br />
<br />
Affrontando questi temi, il discorso si allarga per includere le strategie di manipolazione mediatica, evidenziate in modo preoccupante dalla teoria dello "Shock Economy" di Naomi Klein e dalle tattiche propagandistiche di figure storiche come Goebbels. In questo panorama, movimenti come i "woke", nati con l'intento di promuovere una maggiore consapevolezza sociale, sembrano aver perso il loro significato originario, trasformandosi in strumenti di ulteriore polarizzazione.<br />
<br />
Nota: qui mi sono mangiato un link alla discussione fb, forse serviva per capire come contestualizzare il pezzo sotto?<br />
<br />
=== Risposta di A121 ===<br />
Bisognerebbe leggere il libro per capire le argomentazioni, le prove e la logica dietro al pensiero, basandosi su quelle poche righe è difficile esprimersi: sicuramente ci sono state politiche neoliberiste nel mondo anglosassone (USA sotto Reagan, UK sotto Thatcher) che hanno avuto effetti negativi e non hanno portato gli effetti positivi sperati (sull'argomento, Paul Krugman fa nel suo MasterClass analisi quantitative molto interessanti, in cui dimostra che il taglio delle tasse di Reagan non ha avuto effetti positivi sull'economia). Sicuramente queste politiche neoliberiste sono state incentivate da gruppi di potere interessate ad un guadagno personale. Detto ciò, sono fenomeni che non interessano l'Italia, che di liberismo ne ha visto molto poco, essendo un Paese ad alta tassazione, conservatore e corporativista (farmacie, notari, ordini di ingegneria e architettura, ecc)<br />
== Altra parte da integrare ==<br />
<br />
* [[Parte lunga da elaborare su Sinistra e Destra]]<br />
* [[Critiche a Critina D'Avena]]<br />
<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Mass Media]]<br />
[[Categoria:Ipocrisia]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Manipolazione]]<br />
[[Categoria:Polarizzazione]]<br />
[[Categoria:Strumentalizzazioni]]<br />
[[Categoria:Scandali]]<br />
[[Categoria:Social network]]<br />
[[Categoria:Qatargate]]<br />
[[Categoria:Sinistra]]<br />
[[Categoria:Corruzione]]<br />
[[Categoria:Influencer]]<br />
[[Categoria:Whashing]]<br />
[[Categoria:Critiche]]<br />
[[Categoria:Pensiero critico]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Riflessione_in_bozza_su_giovani,_alti_ideali_e_sviste_enormi&diff=29330Riflessione in bozza su giovani, alti ideali e sviste enormi2023-12-23T14:53:38Z<p>Admin: /* Riassunti da integrare */</p>
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<div>{{S|}}<br />
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== Maschere di Moralità: Ipocrisia e Illusione nel Mondo Moderno ==<br />
<br />
=== Introduzione ===<br />
In un'era segnata da continue rivelazioni di scandali e comportamenti poco etici, il nostro quotidiano si tinge di sfumature sempre più ciniche di ipocrisia e inganno. Questa riflessione si propone di esplorare alcuni episodi emblematici - dall'affare del Pandoro legato a Chiara Ferragni al Qatargate - che non solo mettono in luce le azioni discutibili di influencer, aziende, giornalisti e politici, ma anche come queste risuonino in maniera più ampia con la nostra percezione della moralità e dell'etica nel mondo moderno. <br />
<br />
Affronteremo il concetto di 'whashing', esploreremo le opinioni di pensatori come David Graeber e discuteremo l'importanza del libro 'Shock Economy' di Naomi Klein, tutto mentre cerchiamo di comprendere le complessità e le sfide che i giovani affrontano nel navigare questo panorama turbolento. In queste pagine, ci immergeremo in un viaggio attraverso il cuore oscuro di un mondo che sembra aver perso la bussola morale, interrogandoci su cosa significhi realmente essere 'woke' in un'epoca dominata da manipolazioni e disinformazione.<br />
<br />
Il filo conduttore che intendiamo esplorare riguarda la complessità dell'etica, dell'ideologia e dell'azione politica in un mondo globalizzato e interconnesso. Il mondo è un sistema complesso e l'essere umano, come specie, richiede un periodo di accudimento molto lungo dei cuccioli, ragion per cui in tutte le epoche i giovani possono sviluppare una tendenza ad un idealismo meraviglioso ma che rischia di renderli manipolabili. Intendiamo quindi concentrarci sulla discrepanza tra l'ideale e la realtà, sull'influenza delle narrazioni politiche e mediatiche sul comportamento individuale e collettivo, e l'urgenza di un approccio più maturo e informato verso le questioni sociali e politiche.<br />
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=== Primo capitolo ===<br />
In un mondo in cui le notizie di corruzione e comportamenti poco etici fanno costantemente titolo, è facile cadere nella trappola del cinismo (a cui spesso tendono le generazioni più mature) o, al contrario, dell'idealismo ingenuo (a cui più facilmente tendono i giovanissimi). Scandali come il Qatargate, le controversie legate a figure come Soumahoro, quelli legati all'episodio del Panettone e della Ferragni, così come gli episodi di 'whashing' aziendale sono solo la punta dell'iceberg di una realtà che se 'sbattuta in faccia' ad un trentenne medio probabilmente gli causerebbe conati di vomito. Questi eventi, e moltissimi altri meno noti ma ben documentati da documentari e trasmissioni d'inchiesta, coinvolgono spesso individui e istituzioni considerati custodi della morale e dei diritti dei più deboli, svelando una profonda ipocrisia sistemica.<br />
<br />
Spesso le peggiori speculazioni avvengono proprio laddove esiste un problema reale (e con esso forti motivazioni a impegnarsi per risolverlo), molte volte <u>sono coinvolte persone che dovrebbero difendere i poveri/deboli</u>.<br />
<br />
Sull'argomento sono già stati scritti fiumi di parole. Di recente ad esempio il libro Sociability di Francesco Oggiano, racconta come molte aziende investano nel "whashing" per lavare la propria immagine pubblica. <br />
<br />
Mentre la percezione della corruzione e dell'ipocrisia sembra ovvia per le generazioni più anziane, i più giovani spesso hanno una visione parzialmente idealizzata del mondo. Nel periodo di transizione tecnologica che stiamo attraversando le generazioni più anziane si trovano ad essere spesso meno scolarizzate delle precedenti e hanno magari maggiori difficoltà ad utilizzare gli strumenti resi disponibili da pc, internet, smartphone e AI. Questo fattore a mio avviso può contribuire a spiegare l'apparente arroganza dei più giovani. Se da un lato infatti questa tendenza potrebbe essere universale (già Platone si lamentava che i giovani fossero poco attenti e troppo ribellini e alcuni importanti psicologi hanno visto nella ribellione verso i genitori un passaggio obbligato della crescita), quando si cerca di informarli su queste realtà, spesso si incontra un atteggiamento di scherno o arroganza da parte loro. La loro reazione, a volte di scherno o arroganza, non è tanto un segno di disprezzo quanto una manifestazione di disorientamento di fronte alla complessità di un sistema che sembra irrimediabilmente viziato. <br />
<br />
Nel contesto di queste riflessioni, appare evidente che il dibattito politico e sociale sia intriso di dualismi e semplificazioni. La sinistra contro la destra, il progressismo contro il conservatorismo, l'accoglienza incondizionata contro il rifiuto totale dell'altro. Queste dicotomie, tuttavia, spesso nascondono una realtà più complessa e interconnessa, dove le scelte non sono mai completamente bianche o nere, ma sfumature di grigio che richiedono un'analisi attenta e critica.<br />
<br />
Il caso del DDL Zan in Italia, ad esempio, mette in luce come la politica possa diventare uno strumento di polarizzazione piuttosto che di dialogo, con ogni parte che sfrutta le battaglie ideologiche per fini elettorali piuttosto che per il progresso della società. Allo stesso modo, le narrazioni che circondano l'immigrazione, la gestione dell'assistenza sociale e le reazioni di paura o ostilità verso l'altro rivelano una profonda necessità di comprendere meglio le complesse dinamiche in gioco.<br />
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Affrontando questi temi, il discorso si allarga per includere le strategie di manipolazione mediatica, evidenziate in modo preoccupante dalla teoria dello "Shock Economy" di Naomi Klein e dalle tattiche propagandistiche di figure storiche come Goebbels. In questo panorama, movimenti come i "woke", nati con l'intento di promuovere una maggiore consapevolezza sociale, sembrano aver perso il loro significato originario, trasformandosi in strumenti di ulteriore polarizzazione.<br />
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=== Risposta di A121 ===<br />
Bisognerebbe leggere il libro per capire le argomentazioni, le prove e la logica dietro al pensiero, basandosi su quelle poche righe è difficile esprimersi: sicuramente ci sono state politiche neoliberiste nel mondo anglosassone (USA sotto Reagan, UK sotto Thatcher) che hanno avuto effetti negativi e non hanno portato gli effetti positivi sperati (sull'argomento, Paul Krugman fa nel suo MasterClass analisi quantitative molto interessanti, in cui dimostra che il taglio delle tasse di Reagan non ha avuto effetti positivi sull'economia). Sicuramente queste politiche neoliberiste sono state incentivate da gruppi di potere interessate ad un guadagno personale. Detto ciò, sono fenomeni che non interessano l'Italia, che di liberismo ne ha visto molto poco, essendo un Paese ad alta tassazione, conservatore e corporativista (farmacie, notari, ordini di ingegneria e architettura, ecc)<br />
== Altra parte da integrare ==<br />
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* [[Parte lunga da elaborare su Sinistra e Destra]]<br />
* [[Critiche a Critina D'Avena]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Gender_Wage_Gap&diff=29329Gender Wage Gap2023-12-19T12:29:00Z<p>Admin: /* Il ruolo della maternità nel Gender Wage Gap */</p>
<hr />
<div>Il "gender wage gap", ovvero il divario salariale di genere, rappresenta una delle <u>questioni più dibattute e complesse</u> nel contesto del mercato del lavoro contemporaneo. Questo fenomeno si riferisce alla <u>differenza di retribuzione</u> che esiste tra uomini e donne, una realtà che evidenzia come, in media, le donne guadagnerebbero meno rispetto ai loro colleghi maschi. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che il gender wage gap non è un concetto monolitico e si manifesta in varie forme e solo alcune di queste sono legate a discriminazione.<br />
<br />
Al cuore di questa questione ci sono molteplici fattori che vanno oltre la semplice discriminazione diretta. '''Aspetti come le <u>scelte formative</u>, le <u>responsabilità familiar</u>i, le <u>aspirazioni professionali</u>, la scelta di settori lavorativi e il tempo dedicato al lavoro contribuiscono a delineare questo divario.''' Ad esempio, le donne possono orientarsi verso settori meno remunerativi o ridurre l'orario di lavoro per motivi familiari, elementi che influiscono sulle statistiche salariali complessive.<br />
<br />
== Tipi di Gender Wage Gap ==<br />
Per analizzare in modo accurato il gender wage gap, è utile distinguere tra due tipologie principali:<br />
<br />
# <u>Il gender wage gap complessivo</u>: questa forma globale del divario include una vasta gamma di fattori, da quelli individuali come scelte di carriera e responsabilità familiari. Pur essendo un indicatore utile delle disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro, <u>'''non riflette'''</u> necessariamente <u>'''discriminazioni'''</u> dirette sul posto di lavoro.<br />
# <u>Il gender wage gap a parità di condizioni</u>: questa forma più specifica del divario considera le differenze di retribuzione tra uomini e donne nello <u>stesso ruolo, con esperienza e orario di lavoro equivalenti</u>. È questo confronto mirato che può rivelare discriminazioni dirette in termini di retribuzione.<br />
<br />
In questo articolo, esploriamo le sfaccettature di entrambe le tipologie, cercando di comprendere meglio la natura e le cause di questo fenomeno. Attraverso un'analisi dettagliata, vogliamo contribuire alla discussione su come promuovere l'uguaglianza di genere e ridurre le disparità salariali nel mondo del lavoro.<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere '''<u>complessivo</u>''' ===<br />
[[File:F1ada8fac4c7d78cb2579b1459ae9b6b.png|riquadrato|'''Gender Wage Gap COMPLESSIVO''' - Women's Median Annual Earnings as a Percentage of Men's Median Annual Earnings for Full-Time, Year-Round Workers, 1960-2015Il divario salariale di genere complessivo, che incorpora una vasta gamma di fattori come le preferenze individuali, gli stereotipi di genere, e il numero di donne che scelgono di non partecipare alla forza lavoro, '''<u>non</u>''' è un indicatore delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Infatti, questo tipo di divario aggrega vari elementi che influenzano le retribuzioni, rendendo difficile isolare effetti specifici. Nonostante ciò, è importante sottolineare che il divario salariale complessivo ha mostrato una tendenza al calo nel corso degli anni, indicando dei progressi verso una maggiore parità di genere nel mercato del lavoro.]]<br />
Il gender wage gap di cui si parla di solito è quello complessivo, esso confronta la '''retribuzione di <u>tutte</u> le donne con quella di <u>tutti</u> gli uomini'''. <br />
<br />
'''Non è''' quindi '''indicativo di una discriminazione''' diretta, ma piuttosto di dinamiche sociali più ampie. Ad esempio, le donne potrebbero orientarsi verso carriere meno pagate per conciliare lavoro e famiglia, o subire gli effetti di stereotipi di genere che ne influenzano le opportunità.<br />
<br />
Inoltre questa misura aggregata ''non considera le differenze interne ai gruppi, ad esempio tra donne con o senza figli''. Per valutare la parità di trattamento a parità di condizioni, è più accurato analizzare il divario a parità di ruolo, mansioni, esperienza.<br />
<br />
Pertanto, sebbene il gender wage gap complessivo possa servire come indicatore macroeconomico del mercato del lavoro, non è sufficiente per identificare e comprendere le cause specifiche del divario salariale, o per evidenziare discriminazioni. Per capire se vi siano disparità a parità di condizioni, è essenziale analizzare il divario salariale "normalizzato".<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ===<br />
Il "gender wage gap normalizzato" isola la differenza retributiva tra donne e uomini a parità di ruolo, competenze, esperienza e orario.<br />
<br />
Neutralizzando variabili quali professione, istruzione e ore lavorate, questa analisi precisa quantifica il divario non spiegato da ragioni oggettive, rivelando potenziali discriminazioni.<br />
<br />
Secondo diversi studi, a parità di condizioni esiste un residual wage gap del 5-8% tra generi, attribuibile a bias culturali, differenze legate alla personalità e differenze di genere difficili da misurare (in seguito lo spieghiamo meglio).<br />
<br />
Ricerche evidenziano che, nonostante questi fattori, persiste un divario salariale "in spiegato" di circa il 6-8%, cioè una differenza di retribuzione tra uomini e donne a parità di lavoro, responsabilità e ore lavorate.<br />
<br />
== Strumentalizzazioni mediatiche ==<br />
I media tendono a mistificare il "gender wage gap" complessivo, presentandolo come prova diretta di discriminazione sul lavoro senza spiegarlo né contestualizzarlo.<br />
<br />
Ma, come già detto, questo valore include: scelte formative (si veda la predilezione per le STEM), carichi familiari, professioni. I media non distinguendo dal gap a parità di ruolo, alimentano l’equivoco che le differenze retributive dipendano direttamente dal genere. Queste distorsioni sono fuorvianti e ostacolano la comprensione del problema e l’identificazione di soluzioni efficaci. È responsabilità dei media restituire la complessità del fenomeno, spiegando che il pay gap complessivo deriva da una combinazione di fattori. Solo informando in modo corretto e approfondito l’opinione pubblica si può contribuire utilmente al dibattito sulla parità di genere.<br />
<br />
==Le cause del Gender Wage Gap complessivo e le sue cause==<br />
Il divario salariale di genere, che rappresenta la differenza di retribuzione tra uomini e donne, è un fenomeno complesso ed è generalmente attribuito a una combinazione di vari fattori. <u>Contrariamente a molte semplificazioni diffuse, non può essere esclusivamente ridotto a una questione di discriminazione diretta da parte dei datori di lavoro.</u><br />
<br />
I fattori che contribuiscono al divario salariale di genere possono includere:<br />
* '''La maternità''': le donne con figli tendono ad avere stipendi inferiori rispetto a quelle senza figli (vedi sotto).<br />
* '''Scelte e preferenze individuali:''' le donne potrebbero scegliere lavori con orari più flessibili o meno remunerativi per conciliare meglio le esigenze lavorative e familiari.<br />
* '''Caratteristiche personali:''' certi tratti della personalità possono influenzare le negoziazioni salariali e le scelte di carriera.<br />
* '''Discriminazione e pregiudizi:''' le donne possono essere viste come meno adatte a certi ruoli lavorativi o a ruoli di leadership, portando a stipendi più bassi.<br />
Attribuire il gender wage gap esclusivamente alla discriminazione dei datori di lavoro è una semplificazione e non rappresenta la realtà. È un'analisi parziale e fuorviante che rischia di portare a soluzioni disfunzionali.<br />
<br />
=== Il ruolo della maternità nel Gender Wage Gap ===<br />
La maternità è uno dei fattori più rilevanti nell'analisi del divario salariale di genere. Secondo diverse ricerche, la nascita del primo figlio segna spesso un calo significativo nelle entrate delle donne, fenomeno che non si riscontra tra gli uomini. Questo calo si traduce in una riduzione cumulativa delle entrate nel corso della carriera, creando un cosiddetto "penalty of motherhood", o "penalità della maternità"<ref>{{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}</ref>.<br />
<br />
In pratica, le donne che diventano madri tendono a guadagnare meno rispetto alle donne senza figli. Questo può essere attribuito a vari motivi, tra cui la necessità di tempo per la cura dei figli, l'adattamento a lavori con orari più flessibili o meno retribuiti, o l'eventuale interruzione temporanea della carriera.<br />
[[File:MALE FEMALE 2x.jpg|miniatura|428x428px]]<br />
Uno studio condotto in Danimarca, un paese con una generosa politica di congedo parentale, ha rilevato che nonostante i vantaggi sociali, il divario salariale di genere rimane quasi identico a quello degli Stati Uniti, paese dove le donne non hanno garanzie di congedo di maternità pagato. Questo suggerisce che la maternità è un fattore determinante nel divario salariale di genere, indipendentemente dalle politiche di sostegno sociale.[[File:Women_with_kids.jpg|nessuno|miniatura|570x570px|Il fenomeno della "penalità della maternità": questo grafico mostra le diverse traiettorie di guadagno tra donne con figli e donne senza figli. Nonostante politiche sociali favorevoli, le madri tendono a guadagnare significativamente meno rispetto alle donne senza figli.]]Il concetto di "penalità della maternità" è ormai consolidato negli studi sul divario salariale di genere. Si tratta di un fenomeno per il quale le donne che diventano madri subiscono una riduzione dei loro guadagni rispetto alle donne che non hanno figli. In molti casi, questa differenza può ammontare fino al 20% dei guadagni complessivi nel corso della carriera. Questa tendenza persistente evidenzia la necessità di politiche e soluzioni più efficaci per affrontare e mitigare l'impatto della maternità sul divario salariale di genere. <br />
L'articolo di riferimento, per approfondire questo tema, e da cui sono tratti dati e immagini, è il seguente: {{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}<br />
<br />
=== Partecipazione femminile al mercato del lavoro in Italia ===<br />
[[File:Genderwage gap.png|miniatura|332x332px]]In Italia, la partecipazione femminile al mercato del lavoro è notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea. Uno studio di Randstad Research ha rivelato che '''il 43% delle donne italiane tra i 30 e i 69 anni non''' '''lavora né è in cerca di un impiego'''. '''<u>Questa percentuale supera notevolmente la media europea del 32%</u>'''. Questa differenza può essere attribuita a vari fattori, tra cui le barriere culturali che dissuadono le donne dal cercare lavoro, la mancanza di servizi di assistenza all'infanzia accessibili e convenienti che complicano la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari, e la presenza di discriminazioni di genere nell'accesso alle opportunità di lavoro. Il governo italiano e vari stakeholder stanno lavorando per affrontare queste sfide e aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. <br />
<br />
== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ==<br />
In precedenza, abbiamo esaminato il gender wage gap complessivo, una misura grezza che confronta i salari medi di uomini e donne senza tener conto di fattori come tipo di impiego, ore lavorate, istruzione ed esperienza. Ora, è importante esplorare il gender wage gap normalizzato. Questa misura affina l'analisi confrontando i guadagni a parità di lavoro, lavoro, istruzione, anni di esperienza lavorativa. In questo modo, si cerca di capire se esiste una disparità salariale tra uomini e donne che svolgono funzioni simili e possiedono qualifiche comparabili. <br />
<br />
==== Gap salariale "non spiegato" e presunta discriminazione ====<br />
Anche dopo aver normalizzato il gender wage gap, permane un "gap salariale non spiegato". Questo divario, che '''si aggira intorno al 5 - 8%''', rimane dopo aver considerato ruolo, mansioni e ore lavorative. Inizialmente si pensava che questo fenomeno suggerisse l'esistenza di una discriminazione di genere e pregiudizi nei luoghi di lavoro. Tuttavia studi successivi (che presenteremo dopo, suggeriscono una spiegazione diversa)<br />
<br />
==== Sottorappresentazione delle Donne nelle Posizioni di Leadership ====<br />
Un altro fattore significativo è la sottorappresentazione delle donne in ruoli dirigenziali, dove solo il 26% delle posizioni è occupato da donne. Questa assenza limita l'accesso delle donne a ruoli ad alto reddito, contribuendo al divario salariale.<br />
<br />
==== Impatto dell'Ingresso delle Donne in Professioni Dominanti Maschili sui Salari ====<br />
Studi, come quello di Levanon et al. (2009), mostrano che quando le donne entrano in campi lavorativi precedentemente dominati dagli uomini, i salari medi per quelle professioni tendono a diminuire. Questo suggerisce che la valutazione del lavoro può essere influenzata dal genere dei lavoratori.<br />
<br />
Secondo l'AAUW, esiste una differenza residuale nei guadagni tra laureati maschi e laureate femmine, sia immediatamente dopo la laurea sia a distanza di dieci anni. Questi dati evidenziano come il divario salariale possa persistere e persino aumentare nel tempo.<blockquote>Un rapporto del 2016 dell'AAUW, per esempio, evidenzia che nel 2015 le donne occupavano solo il 26% delle posizioni dirigenziali nel settore privato, con donne di colore che avevano particolari difficoltà a ricoprire tali posizioni. Allo stesso modo, uno studio su 50 anni di dati sul lavoro negli Stati Uniti ha rivelato che quando le donne entrano in una professione precedentemente dominata dagli uomini, i salari medi per quella professione tendono a diminuire (Levanon et al., 2009). Un altro studio, condotto dall'AAUW, ha rilevato una <u>differenza residuale del 7% tra i guadagni dei laureati maschi e delle laureate femmine</u> un anno dopo la laurea. Questo divario è salito al 12% 10 anni dopo la laurea (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007)<ref>Vedi [[Gender Wage Gap/Studio1]]</ref>.</blockquote><br />
<br />
=== Assertività nelle Trattative Salariali e Differenze di Genere nelle Aspettative sul Posto di Lavoro: Studi ed Evidenze empiriche ===<br />
[[File:66799114496e54a2186cd3dbb300e06b.png|7. Conclusion '''The incorporation of personality traits into an analysis of wage determinants''' enriches the capacity of economic models to explain heterogeneous variation among individuals and, when adding a gender lens to this variation, '''uncover previously unrecognized factors behind the gender pay gap'''. '''Our analysis shows that men generally display higher levels of the personality''' '''traits that connote a stronger sense of confidence''' in their capabilities and a stronger focus on their own agenda: '''higher hope for success''', weaker fear of failure, and '''lower agreeableness''' (akin to stronger self-centredness). '''All of these traits are positively associated with earnings.''' '''The only trait found to give women a wage advantage is their higher level of conscientiousness''', which could suggest that women tend to rely on demonstrating their proficiency in their existing job role-moreso than putting themselves forward for even more challenging roles-as the mechanism to climb the pay ladder. This paper's findings should trigger closer scrutiny of the personal characteristics of the individual worker that enter into an employer's job recruitment and remuneration decisions. '''Employers should be prompted to evaluate whether higher levels of confidence necessarily justify higher wages''', or whether they might be relying on confidence as a proxy for a worker's true capability and productive value. Above all, this paper should trigger a more perceptive awareness of the ways in which the personality attributes of men and women tend to differ, and how these differences matter for critical outcomes such as wages and workplace opportunities. Recognizing these points of difference is an essential step in the ongoing pursuit to address the inequalities that give rise to the gender pay gap.|miniatura|596x596px]]Un recente studio fornisce approfondimenti cruciali su questo tema, esplorando come tratti personali diversi tra uomini e donne possano influenzare i risultati salariali.<br />
<br />
<br />
<br />
Questo studio si concentra sull'incorporazione dei tratti della personalità nell'analisi dei determinanti salariali. I risultati rivelano che gli uomini tendono a esibire tratti associati a una <u>maggiore fiducia nelle proprie capacità</u> e a un <u>focus più marcato sui propri obiettivi</u>. Questi includono speranza di successo più elevata, <u>minore paura del fallimento</u> e una <u>tendenza minore alla remissività</u>, che può essere interpretata come un maggiore egoismo. Sorprendentemente, <u>'''tutti questi tratti sono stati trovati positivamente correlati ai guadagni.'''</u><br />
<br />
D'altra parte, <u>l'unico tratto che sembra dare alle donne un vantaggio salariale è</u> un livello più elevato di <u>coscienziosità</u>. Questo potrebbe indicare che le donne tendono a fare affidamento su dimostrare la propria competenza nel proprio ruolo di lavoro attuale, piuttosto che proporsi per ruoli più impegnativi, come meccanismo per avanzare nella scala retributiva.<br />
<br />
=== Studio: Il Ruolo dei Tratti di Personalità nei Determinanti Salariali ===<br />
7. Conclusione <mark>L'incorporazione dei tratti della personalità in un'analisi dei determinanti salariali</mark> arricchisce la capacità dei modelli economici di spiegare la variazione eterogenea tra individui e, aggiungendo una lente di genere a questa variazione, <mark>scopre fattori precedentemente non riconosciuti dietro il divario retributivo di genere</mark>. <mark>La nostra analisi mostra che gli uomini generalmente mostrano livelli più elevati dei tratti della personalità</mark> <mark>che denotano un senso più forte di fiducia</mark> nelle proprie capacità e un focus più forte sulla propria agenda: <mark>maggiore speranza di successo</mark>, minore paura del fallimento e <mark>minore remissività</mark> (simile a un egoismo più forte). <mark>Tutti questi tratti sono positivamente associati ai guadagni.</mark> <mark>L'unico tratto che si è scoperto dare alle donne un vantaggio salariale è il loro livello più elevato di coscienziosità</mark>, il che potrebbe suggerire che le donne tendono a fare affidamento sul dimostrare la loro competenza nel loro ruolo di lavoro esistente - più che proporsi per ruoli ancora più impegnativi - come meccanismo per scalare la scala retributiva. I risultati di questo documento dovrebbero innescare un esame più attento delle caratteristiche personali del singolo lavoratore che entrano nelle decisioni di assunzione e retribuzione del datore di lavoro. <mark>I datori di lavoro dovrebbero essere sollecitati a valutare se livelli più elevati di fiducia giustifichino necessariamente salari più alti</mark>, o se potrebbero fare affidamento sulla fiducia come indicatore delle reali capacità e del valore produttivo di un lavoratore. Soprattutto, questo documento dovrebbe innescare una consapevolezza più percettiva dei modi in cui gli attributi della personalità di uomini e donne tendono a differire e di come queste differenze contano per esiti critici come stipendi e opportunità di lavoro. Riconoscere questi punti di differenza è un passo essenziale nel perseguimento in corso per affrontare le disuguaglianze che danno origine al divario retributivo di genere.<br />
<br />
*Fonte: [https://academic.oup.com/oep/article/70/4/919/5046671 Personality and pay: do gender gaps in confidence explain gender gaps in wages?] <ref>{{Cita web|url=https://academic.oup.com/oep/article/70/4/919/5046671|titolo=Personality and pay: do gender gaps in confidence explain gender gaps in wages?|autore=Leonora Risse, Lisa Farrell, Tim R L Fry|sito=Oxford Economic Papers|editore=Oxford Academic|data=28 Giugno 2018|lingua=Inglese|formato=PDF|pp=919–949|cid=https://doi.org/10.1093/oep/gpy021|citazione=Questo studio esplora se i modelli di genere nelle tratti di personalità contribuiscano al divario salariale di genere, concentrandosi su tratti che riflettono la fiducia di un individuo nel prendere una sfida. Utilizzando dati salariali del 2013 dall'indagine Household, Income and Labour Dynamics in Australia (HILDA), il modello di decomposizione Oaxaca–Blinder rivela che la maggiore speranza di successo degli uomini, la minore paura del fallimento e la minore amabilità contribuiscono al divario salariale di genere.|accesso=|titolotradotto=Personalità e salario: i divari di genere nella fiducia spiegano i divari salariali di genere?}}<div class="cite-q">«Questo studio esplora se i modelli di genere nelle tratti di personalità contribuiscano al divario salariale di genere, concentrandosi su tratti che riflettono la fiducia di un individuo nel prendere una sfida. Utilizzando dati salariali del 2013 dall'indagine Household, Income and Labour Dynamics in Australia (HILDA), il modello di decomposizione Oaxaca–Blinder rivela che la maggiore speranza di successo degli uomini, la minore paura del fallimento e la minore amabilità contribuiscono al divario salariale di genere.»</div></ref><br />
<br />
=== Le donne hanno un'autostima più bassa? ===<br />
La risposta breve è: sì. Lo sviluppo dell'autostima è influenzato da genere, età e cultura. Studi tradizionali, focalizzati su campioni occidentali, hanno rivelato che l'autostima aumenta con l'età e ''tende ad essere più alta negli uomini''. Un'analisi cross-culturale di Wiebke Bleidorn e il suo team su oltre <u>985.000 partecipanti di 48 paesi</u> ha scoperto che:<br />
<br />
* in tutte le nazioni le femmine hanno un'autostima più bassa dei maschi. <br />
* nei paesi sviluppati e individualisti, le donne hanno un'autostima proporzionalmente più bassa rispetto alle donne di paesi meno sviluppati. <br />
<br />
La ricerca suggerisce che l'autostima è influenzata da una combinazione di fattori biologici, di genere e culturali. Ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio questi processi. Hanno reso disponibile anche un [https://selfesteem.shinyapps.io/self_esteem/ sito web interattivo] per esplorare tali risultati.<br />
<br />
=== Opinioni / approfondimento ===<br />
Ad approfondimento di questo proponiamo uno scambio di opinioni tra i tre interlocutori, di cui due donne, mette in luce come sia '''necessaria una certa assertività per ottenere un aumento''' di stipendio. Tuttavia, emerge anche una tendenza tra le donne a desistere più facilmente o a possedere aspettative meno aggressive. In altre parole, le donne sembrano più inclini a cercare un equilibrio tra le esigenze personali e professionali, spesso risultando meno propense a rivendicare energicamente i propri diritti sul posto di lavoro. Questo può tradursi in un approccio più moderato alle trattative salariali, il che potrebbe contribuire al persistente divario retributivo tra i generi.<blockquote><br />
*'''Ragazza1:''' Semplicemente perché <u>gli uomini si fanno più spesso avanti per richiedere un aumento</u> rispetto alle donne.<br />
<br />
*'''Ragazza2:''' mah, io quando lo chiesi mi risposero che non serviva averlo perché ero donna, mentre gli uomini dovevano portare avanti “la famiglia”, io potevo farmi mantenere “per davvero” da un uomo, non dal mio lavoro.<br />
*'''Ragazza1:''' eh quello è un caso di un coglione. Nella fabbrica dove lavoro io ragionano in modo simile, tipo "siccome sei donna a casa hai anche altro da fare quindi ti facciamo fare lavori meno faticosi, mentre gli uomini a casa non fanno niente quindi possono faticare qua"<br />
* '''Ragazzo:''' Il fatto è che anche con noi inventano mille mila scuse. Io per ottenere aumenti ho sempre fatto colloqui altrove, minacciato di licenziarmi e.. in alcuni casi mi sono licenziato davvero e trasferito all'estero. E io sono un dilettante al confronto di un mio amico, lui non è che gli aumenti glieli concedono, se li prende! È brutto, ingiusto, ma è così. È una guerra..<br />
</blockquote><br />
<br />
=== Il ruolo delle preferenze: le ragazze sono intimorite dalle materie STEM ===<br />
La 27ora riporta che: Il 54% delle ragazze è incuriosita dalle materie scientifiche ma non si ritiene adatta a una carriera in quell’ambito. I pregiudizi, così, si trasformano in barriere<ref>[https://27esimaora.corriere.it/22_febbraio_18/ragazze-matematica-scalino-superare-stem-18a43004-9018-11ec-990d-642ea57e6940.shtml Le ragazze e la matematica: quello scalino che rimane da superare]</ref>.<br />
<br />
=== Altri studi e articoli da classificare ===<br />
*[https://data.oecd.org/earnwage/gender-wage-gap.htm?fbclid=IwAR2MuwuIHHZwdGP4KYxxKeuwoxAMg2OlfmOXovQ9vySjUHZPa3PCwdTUORc#indicator-chart OECD Data Gender Wage Gap chart]<br />
Leggendo altri studi risulta che ancora non siamo alla perfetta parità..<br />
*Secondo (Jagsi et al., 2012; Blau &amp; Kahn, 2016 [forse il paper è [https://pubs.aeaweb.org/doi/pdf/10.1257/jel.20160995 The Gender Wage Gap: Extent, Trends, and Explanations]? comunque è quello a destra]) rimane ancora un 6 - 8% di gap di salario difficilmente spiegabile a parità di mansione.<br />
* Come specifica qui [https://hhl-oh.aauw.net/files/2014/02/Simple-Truth-Fall-2016.pdf THE SIMPLE TRUTH ABOUT THE GENDER PAY GAP FALL 2016 EDITION]<br />
*[https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMsa053910?fbclid=IwAR3n3l69Ki3XPl_OMxa0Ck3GZ1XSBPhrGP-6GlxWlcpGfpjcre1vcKqweGc The “Gender Gap” in Authorship of Academic Medical Literature — A 35-Year Perspective]<br />
* Una professoressa di economia di Harvard dice che non esiste, ritengo la fonte abbastanza affidabile<br />
**[http://www.washingtonexaminer.com/harvard-prof.-takes-down-gender-wage-gap-myth/article/2580405 Harvard prof. takes down gender wage gap myth - Whashington Examiner]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=1oqyrflOQFc PagerU - The Myth of the Gender Wage Gap - Youtube]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=58arQIr882w The gender wage gap uses bogus statistics | FACTUAL FEMINIST - Youtube]<br />
<br />
== Opinioni varie ==<br />
<br />
=== Contributo di un avvocato del lavoro (ES) ===<br />
'''Sunto:''' <u>Stando alla mia esperienza di avvocato del lavoro le donne non chiedono tanto una parità salariale, ma anche una parità relazionale, poiché spesso vengono sottovalutate</u> <u>sul posto di lavoro</u>. L'autore sottolinea che le statistiche sul gap salariale spesso non tengono conto delle mansioni e delle condizioni di lavoro, e quindi risultano inutili e parziali.<br />
'''Versione lunga:''' <blockquote>'''È innegabile che negli ultimi anni vi sia stato un impegno per una maggiore protezione delle donne sul posto di lavoro.''' Durante il mio percorso di studi in diritto del lavoro, analizzando numerosi casi e sviluppando una sensibilità acuta ai problemi inerenti a questa disciplina, '''ho osservato che le donne non chiedono solo parità salariale, ma aspirano a qualcosa di molto più radicale.'''<br />
'''Il divario salariale di genere è stato ampiamente affrontato, sottolineando che le differenze salariali tra uomini e donne sono ormai considerate un mito.''' Le analisi delle retribuzioni di diverse figure professionali - dirigenti, responsabili, ecc. - hanno dimostrato che non esistono disparità salariali significative, e che in molti casi le donne guadagnano persino di più.<br />
<br />
Trovo poco costruttivo discutere del divario salariale a parità di mansioni, soprattutto nelle società private, dove lo stipendio è determinato dai compiti individuali e tenendo conto delle condizioni economiche dell'azienda, pertanto è normale che vi siano differenze di stipendio tra figure professionali nello stesso settore.<br />
<br />
Come ho già sottolineato in precedenza, '''le statistiche che mostrano un divario salariale tra uomini e donne non confrontano gli stipendi di uomini e donne che svolgono la stessa mansione con le stesse condizioni''', benefici aggiuntivi, bonus di produzione, ecc. Piuttosto, prendono in esame il reddito medio annuale di un campione di uomini e donne che svolgono mansioni diverse, portando a risultati distorti e parziali.<br />
<br />
'''In base alla mia analisi di diversi casi sul posto di lavoro, ho constatato che le donne chiedono una parità di trattamento più che una parità economica.''' In molti dei casi che ho esaminato, le donne in posizioni di leadership o manageriali sono frequentemente vittime di molestie, sia velate che esplicite, quasi a denigrare il loro valore professionale, come se il loro sesso prevalga sul loro ruolo lavorativo.<br />
<br />
Questo comportamento è spesso insostenibile e comprensibilmente così. Le donne godono di alcuni privilegi sul lavoro, come permessi e congedi, che sono stati in parte bilanciati dall'introduzione del congedo parentale per il padre in sostituzione di quello della madre in caso di maternità, sebbene tale pratica incontri ancora resistenze da parte dei datori di lavoro.<br />
<br />
'''Nonostante questi privilegi, c'è una carenza fondamentale: il riconoscimento professionale e il rispetto per la propria figura di riferimento, soprattutto se si tratta di una donna.'''<br />
[[Categoria:Lavoro]]<br />
[[Categoria:Femminismo]]<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Questioni controverse]]<br />
'''A mio avviso, è su questo che dovremmo concentrarci attualmente.'''</blockquote><br />
==Come ottenere aumenti==<br />
[[File:Imagefdsfdsf.png|nessuno|miniatura|345x345px|https://www.facebook.com/photo?fbid=481625530005024&set=pcb.481636466670597]]<br />
[[Categoria:Gender wage gap]]<br />
= Vedi anche =<br />
* [[Storia, le donne lavoravano?]]<br />
* [[Gender Wage Gap e disinformazione]]<br />
* [[Gender Wage Gap e orientamento verso discipline STEM]]<br />
== Note ==<br />
<div class="ezmob-footer ezoic-floating-bottom ezo_ad ezmob-footer-desktop" id="ezmobfooter"><center></center></div><br />
<references /></div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Gender_Wage_Gap&diff=29328Gender Wage Gap2023-12-19T12:19:46Z<p>Admin: /* Assertività nelle Trattative Salariali e Differenze di Genere nelle Aspettative sul Posto di Lavoro: Studi ed Evidenze empiriche */</p>
<hr />
<div>Il "gender wage gap", ovvero il divario salariale di genere, rappresenta una delle <u>questioni più dibattute e complesse</u> nel contesto del mercato del lavoro contemporaneo. Questo fenomeno si riferisce alla <u>differenza di retribuzione</u> che esiste tra uomini e donne, una realtà che evidenzia come, in media, le donne guadagnerebbero meno rispetto ai loro colleghi maschi. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che il gender wage gap non è un concetto monolitico e si manifesta in varie forme e solo alcune di queste sono legate a discriminazione.<br />
<br />
Al cuore di questa questione ci sono molteplici fattori che vanno oltre la semplice discriminazione diretta. '''Aspetti come le <u>scelte formative</u>, le <u>responsabilità familiar</u>i, le <u>aspirazioni professionali</u>, la scelta di settori lavorativi e il tempo dedicato al lavoro contribuiscono a delineare questo divario.''' Ad esempio, le donne possono orientarsi verso settori meno remunerativi o ridurre l'orario di lavoro per motivi familiari, elementi che influiscono sulle statistiche salariali complessive.<br />
<br />
== Tipi di Gender Wage Gap ==<br />
Per analizzare in modo accurato il gender wage gap, è utile distinguere tra due tipologie principali:<br />
<br />
# <u>Il gender wage gap complessivo</u>: questa forma globale del divario include una vasta gamma di fattori, da quelli individuali come scelte di carriera e responsabilità familiari. Pur essendo un indicatore utile delle disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro, <u>'''non riflette'''</u> necessariamente <u>'''discriminazioni'''</u> dirette sul posto di lavoro.<br />
# <u>Il gender wage gap a parità di condizioni</u>: questa forma più specifica del divario considera le differenze di retribuzione tra uomini e donne nello <u>stesso ruolo, con esperienza e orario di lavoro equivalenti</u>. È questo confronto mirato che può rivelare discriminazioni dirette in termini di retribuzione.<br />
<br />
In questo articolo, esploriamo le sfaccettature di entrambe le tipologie, cercando di comprendere meglio la natura e le cause di questo fenomeno. Attraverso un'analisi dettagliata, vogliamo contribuire alla discussione su come promuovere l'uguaglianza di genere e ridurre le disparità salariali nel mondo del lavoro.<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere '''<u>complessivo</u>''' ===<br />
[[File:F1ada8fac4c7d78cb2579b1459ae9b6b.png|riquadrato|'''Gender Wage Gap COMPLESSIVO''' - Women's Median Annual Earnings as a Percentage of Men's Median Annual Earnings for Full-Time, Year-Round Workers, 1960-2015Il divario salariale di genere complessivo, che incorpora una vasta gamma di fattori come le preferenze individuali, gli stereotipi di genere, e il numero di donne che scelgono di non partecipare alla forza lavoro, '''<u>non</u>''' è un indicatore delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Infatti, questo tipo di divario aggrega vari elementi che influenzano le retribuzioni, rendendo difficile isolare effetti specifici. Nonostante ciò, è importante sottolineare che il divario salariale complessivo ha mostrato una tendenza al calo nel corso degli anni, indicando dei progressi verso una maggiore parità di genere nel mercato del lavoro.]]<br />
Il gender wage gap di cui si parla di solito è quello complessivo, esso confronta la '''retribuzione di <u>tutte</u> le donne con quella di <u>tutti</u> gli uomini'''. <br />
<br />
'''Non è''' quindi '''indicativo di una discriminazione''' diretta, ma piuttosto di dinamiche sociali più ampie. Ad esempio, le donne potrebbero orientarsi verso carriere meno pagate per conciliare lavoro e famiglia, o subire gli effetti di stereotipi di genere che ne influenzano le opportunità.<br />
<br />
Inoltre questa misura aggregata ''non considera le differenze interne ai gruppi, ad esempio tra donne con o senza figli''. Per valutare la parità di trattamento a parità di condizioni, è più accurato analizzare il divario a parità di ruolo, mansioni, esperienza.<br />
<br />
Pertanto, sebbene il gender wage gap complessivo possa servire come indicatore macroeconomico del mercato del lavoro, non è sufficiente per identificare e comprendere le cause specifiche del divario salariale, o per evidenziare discriminazioni. Per capire se vi siano disparità a parità di condizioni, è essenziale analizzare il divario salariale "normalizzato".<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ===<br />
Il "gender wage gap normalizzato" isola la differenza retributiva tra donne e uomini a parità di ruolo, competenze, esperienza e orario.<br />
<br />
Neutralizzando variabili quali professione, istruzione e ore lavorate, questa analisi precisa quantifica il divario non spiegato da ragioni oggettive, rivelando potenziali discriminazioni.<br />
<br />
Secondo diversi studi, a parità di condizioni esiste un residual wage gap del 5-8% tra generi, attribuibile a bias culturali, differenze legate alla personalità e differenze di genere difficili da misurare (in seguito lo spieghiamo meglio).<br />
<br />
Ricerche evidenziano che, nonostante questi fattori, persiste un divario salariale "in spiegato" di circa il 6-8%, cioè una differenza di retribuzione tra uomini e donne a parità di lavoro, responsabilità e ore lavorate.<br />
<br />
== Strumentalizzazioni mediatiche ==<br />
I media tendono a mistificare il "gender wage gap" complessivo, presentandolo come prova diretta di discriminazione sul lavoro senza spiegarlo né contestualizzarlo.<br />
<br />
Ma, come già detto, questo valore include: scelte formative (si veda la predilezione per le STEM), carichi familiari, professioni. I media non distinguendo dal gap a parità di ruolo, alimentano l’equivoco che le differenze retributive dipendano direttamente dal genere. Queste distorsioni sono fuorvianti e ostacolano la comprensione del problema e l’identificazione di soluzioni efficaci. È responsabilità dei media restituire la complessità del fenomeno, spiegando che il pay gap complessivo deriva da una combinazione di fattori. Solo informando in modo corretto e approfondito l’opinione pubblica si può contribuire utilmente al dibattito sulla parità di genere.<br />
<br />
==Le cause del Gender Wage Gap complessivo e le sue cause==<br />
Il divario salariale di genere, che rappresenta la differenza di retribuzione tra uomini e donne, è un fenomeno complesso ed è generalmente attribuito a una combinazione di vari fattori. <u>Contrariamente a molte semplificazioni diffuse, non può essere esclusivamente ridotto a una questione di discriminazione diretta da parte dei datori di lavoro.</u><br />
<br />
I fattori che contribuiscono al divario salariale di genere possono includere:<br />
* '''La maternità''': le donne con figli tendono ad avere stipendi inferiori rispetto a quelle senza figli (vedi sotto).<br />
* '''Scelte e preferenze individuali:''' le donne potrebbero scegliere lavori con orari più flessibili o meno remunerativi per conciliare meglio le esigenze lavorative e familiari.<br />
* '''Caratteristiche personali:''' certi tratti della personalità possono influenzare le negoziazioni salariali e le scelte di carriera.<br />
* '''Discriminazione e pregiudizi:''' le donne possono essere viste come meno adatte a certi ruoli lavorativi o a ruoli di leadership, portando a stipendi più bassi.<br />
Attribuire il gender wage gap esclusivamente alla discriminazione dei datori di lavoro è una semplificazione e non rappresenta la realtà. È un'analisi parziale e fuorviante che rischia di portare a soluzioni disfunzionali.<br />
<br />
=== Il ruolo della maternità nel Gender Wage Gap ===<br />
La maternità è uno dei fattori più rilevanti nell'analisi del divario salariale di genere. Secondo diverse ricerche, la nascita del primo figlio segna spesso un calo significativo nelle entrate delle donne, fenomeno che non si riscontra tra gli uomini. Questo calo si traduce in una riduzione cumulativa delle entrate nel corso della carriera, creando un cosiddetto "penalty of motherhood", o "penalità della maternità"<ref>{{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}</ref>.<br />
<br />
In pratica, le donne che diventano madri tendono a guadagnare meno rispetto alle donne senza figli. Questo può essere attribuito a vari motivi, tra cui la necessità di tempo per la cura dei figli, l'adattamento a lavori con orari più flessibili o meno retribuiti, o l'eventuale interruzione temporanea della carriera.<br />
[[File:MALE FEMALE 2x.jpg|miniatura|428x428px]]<br />
Uno studio condotto in Danimarca, un paese con una generosa politica di congedo parentale, ha rilevato che nonostante i vantaggi sociali, il divario salariale di genere rimane quasi identico a quello degli Stati Uniti, paese dove le donne non hanno garanzie di congedo di maternità pagato. Questo suggerisce che la maternità è un fattore determinante nel divario salariale di genere, indipendentemente dalle politiche di sostegno sociale.[[File:Women_with_kids.jpg|nessuno|miniatura|570x570px|Il fenomeno della "penalità della maternità": questo grafico mostra le diverse traiettorie di guadagno tra donne con figli e donne senza figli. Nonostante politiche sociali favorevoli, le madri tendono a guadagnare significativamente meno rispetto alle donne senza figli.]]Il concetto di "penalità della maternità" è ormai consolidato negli studi sul divario salariale di genere. Si tratta di un fenomeno per il quale le donne che diventano madri subiscono una riduzione dei loro guadagni rispetto alle donne che non hanno figli. In molti casi, questa differenza può ammontare fino al 20% dei guadagni complessivi nel corso della carriera. Questa tendenza persistente evidenzia la necessità di politiche e soluzioni più efficaci per affrontare e mitigare l'impatto della maternità sul divario salariale di genere. <br />
L'articolo di riferimento, per approfondire questo tema, e da cui sono tratti dati e immagini, è il seguente: {{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}<br />
<br />
=== Partecipazione femminile al mercato del lavoro in Italia ===<br />
[[File:Genderwage gap.png|miniatura|332x332px]]In Italia, la partecipazione femminile al mercato del lavoro è notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea. Uno studio di Randstad Research ha rivelato che '''il 43% delle donne italiane tra i 30 e i 69 anni non''' '''lavora né è in cerca di un impiego'''. '''<u>Questa percentuale supera notevolmente la media europea del 32%</u>'''. Questa differenza può essere attribuita a vari fattori, tra cui le barriere culturali che dissuadono le donne dal cercare lavoro, la mancanza di servizi di assistenza all'infanzia accessibili e convenienti che complicano la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari, e la presenza di discriminazioni di genere nell'accesso alle opportunità di lavoro. Il governo italiano e vari stakeholder stanno lavorando per affrontare queste sfide e aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. <br />
<br />
== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ==<br />
In precedenza, abbiamo esaminato il gender wage gap complessivo, una misura grezza che confronta i salari medi di uomini e donne senza tener conto di fattori come tipo di impiego, ore lavorate, istruzione ed esperienza. Ora, è importante esplorare il gender wage gap normalizzato. Questa misura affina l'analisi confrontando i guadagni a parità di lavoro, lavoro, istruzione, anni di esperienza lavorativa. In questo modo, si cerca di capire se esiste una disparità salariale tra uomini e donne che svolgono funzioni simili e possiedono qualifiche comparabili. <br />
<br />
==== Gap salariale "non spiegato" e presunta discriminazione ====<br />
Anche dopo aver normalizzato il gender wage gap, permane un "gap salariale non spiegato". Questo divario, che '''si aggira intorno al 5 - 8%''', rimane dopo aver considerato ruolo, mansioni e ore lavorative. Inizialmente si pensava che questo fenomeno suggerisse l'esistenza di una discriminazione di genere e pregiudizi nei luoghi di lavoro. Tuttavia studi successivi (che presenteremo dopo, suggeriscono una spiegazione diversa)<br />
<br />
==== Sottorappresentazione delle Donne nelle Posizioni di Leadership ====<br />
Un altro fattore significativo è la sottorappresentazione delle donne in ruoli dirigenziali, dove solo il 26% delle posizioni è occupato da donne. Questa assenza limita l'accesso delle donne a ruoli ad alto reddito, contribuendo al divario salariale.<br />
<br />
==== Impatto dell'Ingresso delle Donne in Professioni Dominanti Maschili sui Salari ====<br />
Studi, come quello di Levanon et al. (2009), mostrano che quando le donne entrano in campi lavorativi precedentemente dominati dagli uomini, i salari medi per quelle professioni tendono a diminuire. Questo suggerisce che la valutazione del lavoro può essere influenzata dal genere dei lavoratori.<br />
<br />
Secondo l'AAUW, esiste una differenza residuale nei guadagni tra laureati maschi e laureate femmine, sia immediatamente dopo la laurea sia a distanza di dieci anni. Questi dati evidenziano come il divario salariale possa persistere e persino aumentare nel tempo.<blockquote>Un rapporto del 2016 dell'AAUW, per esempio, evidenzia che nel 2015 le donne occupavano solo il 26% delle posizioni dirigenziali nel settore privato, con donne di colore che avevano particolari difficoltà a ricoprire tali posizioni. Allo stesso modo, uno studio su 50 anni di dati sul lavoro negli Stati Uniti ha rivelato che quando le donne entrano in una professione precedentemente dominata dagli uomini, i salari medi per quella professione tendono a diminuire (Levanon et al., 2009). Un altro studio, condotto dall'AAUW, ha rilevato una <u>differenza residuale del 7% tra i guadagni dei laureati maschi e delle laureate femmine</u> un anno dopo la laurea. Questo divario è salito al 12% 10 anni dopo la laurea (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007)<ref>Vedi [[Gender Wage Gap/Studio1]]</ref>.</blockquote><br />
<br />
=== Assertività nelle Trattative Salariali e Differenze di Genere nelle Aspettative sul Posto di Lavoro: Studi ed Evidenze empiriche ===<br />
[[File:66799114496e54a2186cd3dbb300e06b.png|7. Conclusion '''The incorporation of personality traits into an analysis of wage determinants''' enriches the capacity of economic models to explain heterogeneous variation among individuals and, when adding a gender lens to this variation, '''uncover previously unrecognized factors behind the gender pay gap'''. '''Our analysis shows that men generally display higher levels of the personality''' '''traits that connote a stronger sense of confidence''' in their capabilities and a stronger focus on their own agenda: '''higher hope for success''', weaker fear of failure, and '''lower agreeableness''' (akin to stronger self-centredness). '''All of these traits are positively associated with earnings.''' '''The only trait found to give women a wage advantage is their higher level of conscientiousness''', which could suggest that women tend to rely on demonstrating their proficiency in their existing job role-moreso than putting themselves forward for even more challenging roles-as the mechanism to climb the pay ladder. This paper's findings should trigger closer scrutiny of the personal characteristics of the individual worker that enter into an employer's job recruitment and remuneration decisions. '''Employers should be prompted to evaluate whether higher levels of confidence necessarily justify higher wages''', or whether they might be relying on confidence as a proxy for a worker's true capability and productive value. Above all, this paper should trigger a more perceptive awareness of the ways in which the personality attributes of men and women tend to differ, and how these differences matter for critical outcomes such as wages and workplace opportunities. Recognizing these points of difference is an essential step in the ongoing pursuit to address the inequalities that give rise to the gender pay gap.|miniatura|596x596px]]Un recente studio fornisce approfondimenti cruciali su questo tema, esplorando come tratti personali diversi tra uomini e donne possano influenzare i risultati salariali.<br />
<br />
<br />
<br />
Questo studio si concentra sull'incorporazione dei tratti della personalità nell'analisi dei determinanti salariali. I risultati rivelano che gli uomini tendono a esibire tratti associati a una <u>maggiore fiducia nelle proprie capacità</u> e a un <u>focus più marcato sui propri obiettivi</u>. Questi includono speranza di successo più elevata, <u>minore paura del fallimento</u> e una <u>tendenza minore alla remissività</u>, che può essere interpretata come un maggiore egoismo. Sorprendentemente, <u>'''tutti questi tratti sono stati trovati positivamente correlati ai guadagni.'''</u><br />
<br />
D'altra parte, <u>l'unico tratto che sembra dare alle donne un vantaggio salariale è</u> un livello più elevato di <u>coscienziosità</u>. Questo potrebbe indicare che le donne tendono a fare affidamento su dimostrare la propria competenza nel proprio ruolo di lavoro attuale, piuttosto che proporsi per ruoli più impegnativi, come meccanismo per avanzare nella scala retributiva.<br />
<br />
=== Studio: Il Ruolo dei Tratti di Personalità nei Determinanti Salariali ===<br />
7. Conclusione <mark>L'incorporazione dei tratti della personalità in un'analisi dei determinanti salariali</mark> arricchisce la capacità dei modelli economici di spiegare la variazione eterogenea tra individui e, aggiungendo una lente di genere a questa variazione, <mark>scopre fattori precedentemente non riconosciuti dietro il divario retributivo di genere</mark>. <mark>La nostra analisi mostra che gli uomini generalmente mostrano livelli più elevati dei tratti della personalità</mark> <mark>che denotano un senso più forte di fiducia</mark> nelle proprie capacità e un focus più forte sulla propria agenda: <mark>maggiore speranza di successo</mark>, minore paura del fallimento e <mark>minore remissività</mark> (simile a un egoismo più forte). <mark>Tutti questi tratti sono positivamente associati ai guadagni.</mark> <mark>L'unico tratto che si è scoperto dare alle donne un vantaggio salariale è il loro livello più elevato di coscienziosità</mark>, il che potrebbe suggerire che le donne tendono a fare affidamento sul dimostrare la loro competenza nel loro ruolo di lavoro esistente - più che proporsi per ruoli ancora più impegnativi - come meccanismo per scalare la scala retributiva. I risultati di questo documento dovrebbero innescare un esame più attento delle caratteristiche personali del singolo lavoratore che entrano nelle decisioni di assunzione e retribuzione del datore di lavoro. <mark>I datori di lavoro dovrebbero essere sollecitati a valutare se livelli più elevati di fiducia giustifichino necessariamente salari più alti</mark>, o se potrebbero fare affidamento sulla fiducia come indicatore delle reali capacità e del valore produttivo di un lavoratore. Soprattutto, questo documento dovrebbe innescare una consapevolezza più percettiva dei modi in cui gli attributi della personalità di uomini e donne tendono a differire e di come queste differenze contano per esiti critici come stipendi e opportunità di lavoro. Riconoscere questi punti di differenza è un passo essenziale nel perseguimento in corso per affrontare le disuguaglianze che danno origine al divario retributivo di genere.<br />
<br />
=== Le donne hanno un'autostima più bassa? ===<br />
La risposta breve è: sì. Lo sviluppo dell'autostima è influenzato da genere, età e cultura. Studi tradizionali, focalizzati su campioni occidentali, hanno rivelato che l'autostima aumenta con l'età e ''tende ad essere più alta negli uomini''. Un'analisi cross-culturale di Wiebke Bleidorn e il suo team su oltre <u>985.000 partecipanti di 48 paesi</u> ha scoperto che:<br />
<br />
* in tutte le nazioni le femmine hanno un'autostima più bassa dei maschi. <br />
* nei paesi sviluppati e individualisti, le donne hanno un'autostima proporzionalmente più bassa rispetto alle donne di paesi meno sviluppati. <br />
<br />
La ricerca suggerisce che l'autostima è influenzata da una combinazione di fattori biologici, di genere e culturali. Ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio questi processi. Hanno reso disponibile anche un [https://selfesteem.shinyapps.io/self_esteem/ sito web interattivo] per esplorare tali risultati.<br />
<br />
=== Opinioni / approfondimento ===<br />
Ad approfondimento di questo proponiamo uno scambio di opinioni tra i tre interlocutori, di cui due donne, mette in luce come sia '''necessaria una certa assertività per ottenere un aumento''' di stipendio. Tuttavia, emerge anche una tendenza tra le donne a desistere più facilmente o a possedere aspettative meno aggressive. In altre parole, le donne sembrano più inclini a cercare un equilibrio tra le esigenze personali e professionali, spesso risultando meno propense a rivendicare energicamente i propri diritti sul posto di lavoro. Questo può tradursi in un approccio più moderato alle trattative salariali, il che potrebbe contribuire al persistente divario retributivo tra i generi.<blockquote><br />
*'''Ragazza1:''' Semplicemente perché <u>gli uomini si fanno più spesso avanti per richiedere un aumento</u> rispetto alle donne.<br />
<br />
*'''Ragazza2:''' mah, io quando lo chiesi mi risposero che non serviva averlo perché ero donna, mentre gli uomini dovevano portare avanti “la famiglia”, io potevo farmi mantenere “per davvero” da un uomo, non dal mio lavoro.<br />
*'''Ragazza1:''' eh quello è un caso di un coglione. Nella fabbrica dove lavoro io ragionano in modo simile, tipo "siccome sei donna a casa hai anche altro da fare quindi ti facciamo fare lavori meno faticosi, mentre gli uomini a casa non fanno niente quindi possono faticare qua"<br />
* '''Ragazzo:''' Il fatto è che anche con noi inventano mille mila scuse. Io per ottenere aumenti ho sempre fatto colloqui altrove, minacciato di licenziarmi e.. in alcuni casi mi sono licenziato davvero e trasferito all'estero. E io sono un dilettante al confronto di un mio amico, lui non è che gli aumenti glieli concedono, se li prende! È brutto, ingiusto, ma è così. È una guerra..<br />
</blockquote><br />
<br />
=== Altri studi e articoli da classificare ===<br />
*[https://academic.oup.com/oep/article/70/4/919/5046671 Personality and pay: do gender gaps in confidence explain gender gaps in wages?]<br />
*[https://data.oecd.org/earnwage/gender-wage-gap.htm?fbclid=IwAR2MuwuIHHZwdGP4KYxxKeuwoxAMg2OlfmOXovQ9vySjUHZPa3PCwdTUORc#indicator-chart OECD Data Gender Wage Gap chart]<br />
Leggendo altri studi risulta che ancora non siamo alla perfetta parità..<br />
*Secondo (Jagsi et al., 2012; Blau &amp; Kahn, 2016 [forse il paper è [https://pubs.aeaweb.org/doi/pdf/10.1257/jel.20160995 The Gender Wage Gap: Extent, Trends, and Explanations]? comunque è quello a destra]) rimane ancora un 6 - 8% di gap di salario difficilmente spiegabile a parità di mansione.<br />
* Come specifica qui [https://hhl-oh.aauw.net/files/2014/02/Simple-Truth-Fall-2016.pdf THE SIMPLE TRUTH ABOUT THE GENDER PAY GAP FALL 2016 EDITION]<br />
*[https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMsa053910?fbclid=IwAR3n3l69Ki3XPl_OMxa0Ck3GZ1XSBPhrGP-6GlxWlcpGfpjcre1vcKqweGc The “Gender Gap” in Authorship of Academic Medical Literature — A 35-Year Perspective]<br />
* Una professoressa di economia di Harvard dice che non esiste, ritengo la fonte abbastanza affidabile<br />
**[http://www.washingtonexaminer.com/harvard-prof.-takes-down-gender-wage-gap-myth/article/2580405 Harvard prof. takes down gender wage gap myth - Whashington Examiner]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=1oqyrflOQFc PagerU - The Myth of the Gender Wage Gap - Youtube]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=58arQIr882w The gender wage gap uses bogus statistics | FACTUAL FEMINIST - Youtube]<br />
<br />
== Opinioni varie ==<br />
<br />
=== Contributo di un avvocato del lavoro (ES) ===<br />
'''Sunto:''' <u>Stando alla mia esperienza di avvocato del lavoro le donne non chiedono tanto una parità salariale, ma anche una parità relazionale, poiché spesso vengono sottovalutate</u> <u>sul posto di lavoro</u>. L'autore sottolinea che le statistiche sul gap salariale spesso non tengono conto delle mansioni e delle condizioni di lavoro, e quindi risultano inutili e parziali.<br />
'''Versione lunga:''' <blockquote>'''È innegabile che negli ultimi anni vi sia stato un impegno per una maggiore protezione delle donne sul posto di lavoro.''' Durante il mio percorso di studi in diritto del lavoro, analizzando numerosi casi e sviluppando una sensibilità acuta ai problemi inerenti a questa disciplina, '''ho osservato che le donne non chiedono solo parità salariale, ma aspirano a qualcosa di molto più radicale.'''<br />
'''Il divario salariale di genere è stato ampiamente affrontato, sottolineando che le differenze salariali tra uomini e donne sono ormai considerate un mito.''' Le analisi delle retribuzioni di diverse figure professionali - dirigenti, responsabili, ecc. - hanno dimostrato che non esistono disparità salariali significative, e che in molti casi le donne guadagnano persino di più.<br />
<br />
Trovo poco costruttivo discutere del divario salariale a parità di mansioni, soprattutto nelle società private, dove lo stipendio è determinato dai compiti individuali e tenendo conto delle condizioni economiche dell'azienda, pertanto è normale che vi siano differenze di stipendio tra figure professionali nello stesso settore.<br />
<br />
Come ho già sottolineato in precedenza, '''le statistiche che mostrano un divario salariale tra uomini e donne non confrontano gli stipendi di uomini e donne che svolgono la stessa mansione con le stesse condizioni''', benefici aggiuntivi, bonus di produzione, ecc. Piuttosto, prendono in esame il reddito medio annuale di un campione di uomini e donne che svolgono mansioni diverse, portando a risultati distorti e parziali.<br />
<br />
'''In base alla mia analisi di diversi casi sul posto di lavoro, ho constatato che le donne chiedono una parità di trattamento più che una parità economica.''' In molti dei casi che ho esaminato, le donne in posizioni di leadership o manageriali sono frequentemente vittime di molestie, sia velate che esplicite, quasi a denigrare il loro valore professionale, come se il loro sesso prevalga sul loro ruolo lavorativo.<br />
<br />
Questo comportamento è spesso insostenibile e comprensibilmente così. Le donne godono di alcuni privilegi sul lavoro, come permessi e congedi, che sono stati in parte bilanciati dall'introduzione del congedo parentale per il padre in sostituzione di quello della madre in caso di maternità, sebbene tale pratica incontri ancora resistenze da parte dei datori di lavoro.<br />
<br />
'''Nonostante questi privilegi, c'è una carenza fondamentale: il riconoscimento professionale e il rispetto per la propria figura di riferimento, soprattutto se si tratta di una donna.'''<br />
[[Categoria:Lavoro]]<br />
[[Categoria:Femminismo]]<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Questioni controverse]]<br />
'''A mio avviso, è su questo che dovremmo concentrarci attualmente.'''</blockquote><br />
==Come ottenere aumenti==<br />
[[File:Imagefdsfdsf.png|nessuno|miniatura|345x345px|https://www.facebook.com/photo?fbid=481625530005024&set=pcb.481636466670597]]<br />
[[Categoria:Gender wage gap]]<br />
= Vedi anche =<br />
* [[Storia, le donne lavoravano?]]<br />
* [[Gender Wage Gap e disinformazione]]<br />
* [[Gender Wage Gap e orientamento verso discipline STEM]]<br />
== Note ==<br />
<div class="ezmob-footer ezoic-floating-bottom ezo_ad ezmob-footer-desktop" id="ezmobfooter"><center></center></div><br />
<references /></div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=MANUALE_di_Psicologia_dello_Sviluppo,_CAPITOLO_10.2_AUTOSTIMA_E_CONCETTO_DI_S%C3%A9&diff=29327MANUALE di Psicologia dello Sviluppo, CAPITOLO 10.2 AUTOSTIMA E CONCETTO DI Sé2023-12-19T12:09:18Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div><br />
Libro di testo universitario che conferma la maggior pressione sulle donne<br />
<br />
==Trascrizione dalla foto==<br />
E 10.2.3 Cambiamenti dell'Autostima<br />
#I ricercatori sono in disaccordo su quanto l'autostima cambi. Un recente studio ha visto che l'autostima aumenta nell'adolescenza e poi aumenta ancora in età adulta fino alla tarda età, prima di nuovamente calare (Robins et al, 2002<ref>{{Cita|titolo=Self-esteem across the lifespan|rivista=Psychology and aging|anno=2002|volume=17|pagine=423-34|doi=10.1037/0882-7974.17.3.423|Robins, Richard & al}}</ref>) (vedi Figura 10.4). Alcuni ricercatori sostengono che, sebbene l'autostima possa decrescere nell'adolescenza, questo calo è in realtà molto lieve (Harter, 2002; Hyde, 2007). Uno studio ha trovato che l'autostima aumenta durante l'emergere dell'età adulta (circa 18-25 anni) (Galambos, Barker e Krahn, 2006<ref>{{Cita|autore1=Galambos, N. L.|autore2=Barker, E. T.|autore3=Krahn, H. J.|titolo=Depression, self-esteem, and anger in emerging adulthood: Seven-year trajectories|rivista=Developmental Psychology|anno=2006|volume=42|numero=2|pagine=350–365|doi=10.1037/0012-1649.42.2.350|Galambos, N. L.}}</ref>).<br />
Si noti in Figura 10.4 che l'autostima dei maschi è generalmente più alta di quella delle femmine per quasi tutto l'arco della vita. Durante l'adolescenza, l'autostima delle ragazze cala molto più di quella dei maschi. Una spiegazione per questa differenza è che questo calo sia causato da un'immagine negativa del corpo e che le ragazze abbiano immagini del corpo più negative durante i cambiamenti puberali, rispetto ai ragazzi. Un'altra spiegazione enfatizza il maggiore interesse che le ragazze adolescenti hanno per le relazioni sociali e il fallimento della società nell'appagare tale interesse (Impett et al., 2008<ref>{{Cita|autore1=Impett, E. A.|autore2=Sorsoli, L.|autore3=Schooler, D.|autore4=Henson, J. M.|autore5=Tolman, D. L.|titolo=Girls' relationship authenticity and self-esteem across adolescence|rivista=Developmental psychology|anno=2008|volume=44|numero=3|pagine=722|Impett, E. A.}}</ref>). Nota anche che in Figura 10.4, a dispetto della diminuzione dell'autostima tra le ragazze adolescenti, il loro punteggio medio (3,3) rimane comunque più alto del punteggio medio della scala (3,0).<br />
<br />
Relativamente a come gli adolescenti valutano l'immagine di sé attraverso cinque aree diverse, si può prendere in considerazione uno studio recente che ha dato informazioni parzialmente discordanti rispetto all'idea comune che vuole gli adolescenti scontenti della propria immagine. Uno studio italiano (Bacchini e Magliulo, 2003<ref>{{Cita|autore1=Bacchini, Dario|autore2=Magliulo, Fabrizia|titolo=Self-image and perceived self-efficacy during adolescence|rivista=Journal of youth and adolescence|anno=2003|volume=32|pagine=337-349|Bacchini e Magliulo}}</ref>) ha esaminato 675 adolescenti (289 maschi e 386 femmine) di età compresa tra 19 anni attraverso un questionario self-report composto da 11 scale che definivano diverse dimensioni. <br />
==Riassunto del capitolo del libro==<br />
MANUALE di Psicologia dello Sviluppo<br />
===CAPITOLO 10.2 AUTOSTIMA E CONCETTO DI Sé===<br />
Definizione di autostima: dimensione valutativa globale del sé, ovvero quanto ci si ritiene di valere. La definizione comprende anche l'immagine del sé, ovvero le autovalutazioni in domini specifici del sé. Autostima e concetto di sé sono due elementi importanti per il benessere di un bambino o adolescente. Tuttavia, spesso l'autostima riflette percezioni che non sempre corrispondono alla realtà.<br />
====Strumenti di Assessment====<br />
L'assessment o valutazione dell'autostima può essere definita come un concetto uni o multidimensionale. Un esempio di strumento per misurare l'autovalutazione dei bambini è il "Profilo dell'autopercezione per bambini", che considera il valore di sé e il concetto di sé in 5 ambiti specifici: rendimento scolastico, performance atletica, accettazione sociale, aspetto fisico e condotta comportamentale. Questo strumento è stato progettato per valutare bambini tra gli 8 e gli 11 anni e esiste anche una versione per adolescenti. Un altro strumento è il "TMA di Bracken", che considera l'autostima come un concetto multidimensionale riferito a un concetto globale sul sé, valutando 6 diverse dimensioni: interpersonale, scolastica, emotiva, familiare, corporea e di controllo dell'ambiente.<br />
====Relazione tra autostima e aspetto fisico====<br />
L'autostima sembra avere un legame particolarmente stretto con l'aspetto fisico, soprattutto tra gli adolescenti. La ricerca mostra che i maschi hanno in media un'autostima più elevata rispetto alle femmine, con le ragazze che hanno un'immagine più negativa del proprio corpo durante i cambiamenti puberali. Tuttavia, la maggior parte della ricerca in questo campo è correlazionale e non sperimentale, quindi le associazioni tra bassa autostima e cattivo rendimento scolastico, ad esempio, potrebbero essere causali o solo coincidenti.<br />
====Relazione tra autostima e felicità====<br />
Sembra che ci sia una correlazione tra autostima e felicità e che un'alta autostima possa aumentare la felicità. I bambini con alta autostima sono spesso più intraprendenti, ma questo può portare sia a risultati positivi che negativi. Possono essere inclini sia a comportamenti socialmente accettabili che antisociali<br />
<br />
== Note ==<br />
[[Categoria:Psicologia]]<br />
[[Categoria:Psicologia sociale]]<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Libri]]<br />
[[Categoria:Femminismo]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Gender_Wage_Gap&diff=29326Gender Wage Gap2023-12-19T11:56:23Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>Il "gender wage gap", ovvero il divario salariale di genere, rappresenta una delle <u>questioni più dibattute e complesse</u> nel contesto del mercato del lavoro contemporaneo. Questo fenomeno si riferisce alla <u>differenza di retribuzione</u> che esiste tra uomini e donne, una realtà che evidenzia come, in media, le donne guadagnerebbero meno rispetto ai loro colleghi maschi. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che il gender wage gap non è un concetto monolitico e si manifesta in varie forme e solo alcune di queste sono legate a discriminazione.<br />
<br />
Al cuore di questa questione ci sono molteplici fattori che vanno oltre la semplice discriminazione diretta. '''Aspetti come le <u>scelte formative</u>, le <u>responsabilità familiar</u>i, le <u>aspirazioni professionali</u>, la scelta di settori lavorativi e il tempo dedicato al lavoro contribuiscono a delineare questo divario.''' Ad esempio, le donne possono orientarsi verso settori meno remunerativi o ridurre l'orario di lavoro per motivi familiari, elementi che influiscono sulle statistiche salariali complessive.<br />
<br />
== Tipi di Gender Wage Gap ==<br />
Per analizzare in modo accurato il gender wage gap, è utile distinguere tra due tipologie principali:<br />
<br />
# <u>Il gender wage gap complessivo</u>: questa forma globale del divario include una vasta gamma di fattori, da quelli individuali come scelte di carriera e responsabilità familiari. Pur essendo un indicatore utile delle disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro, <u>'''non riflette'''</u> necessariamente <u>'''discriminazioni'''</u> dirette sul posto di lavoro.<br />
# <u>Il gender wage gap a parità di condizioni</u>: questa forma più specifica del divario considera le differenze di retribuzione tra uomini e donne nello <u>stesso ruolo, con esperienza e orario di lavoro equivalenti</u>. È questo confronto mirato che può rivelare discriminazioni dirette in termini di retribuzione.<br />
<br />
In questo articolo, esploriamo le sfaccettature di entrambe le tipologie, cercando di comprendere meglio la natura e le cause di questo fenomeno. Attraverso un'analisi dettagliata, vogliamo contribuire alla discussione su come promuovere l'uguaglianza di genere e ridurre le disparità salariali nel mondo del lavoro.<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere '''<u>complessivo</u>''' ===<br />
[[File:F1ada8fac4c7d78cb2579b1459ae9b6b.png|riquadrato|'''Gender Wage Gap COMPLESSIVO''' - Women's Median Annual Earnings as a Percentage of Men's Median Annual Earnings for Full-Time, Year-Round Workers, 1960-2015Il divario salariale di genere complessivo, che incorpora una vasta gamma di fattori come le preferenze individuali, gli stereotipi di genere, e il numero di donne che scelgono di non partecipare alla forza lavoro, '''<u>non</u>''' è un indicatore delle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Infatti, questo tipo di divario aggrega vari elementi che influenzano le retribuzioni, rendendo difficile isolare effetti specifici. Nonostante ciò, è importante sottolineare che il divario salariale complessivo ha mostrato una tendenza al calo nel corso degli anni, indicando dei progressi verso una maggiore parità di genere nel mercato del lavoro.]]<br />
Il gender wage gap di cui si parla di solito è quello complessivo, esso confronta la '''retribuzione di <u>tutte</u> le donne con quella di <u>tutti</u> gli uomini'''. <br />
<br />
'''Non è''' quindi '''indicativo di una discriminazione''' diretta, ma piuttosto di dinamiche sociali più ampie. Ad esempio, le donne potrebbero orientarsi verso carriere meno pagate per conciliare lavoro e famiglia, o subire gli effetti di stereotipi di genere che ne influenzano le opportunità.<br />
<br />
Inoltre questa misura aggregata ''non considera le differenze interne ai gruppi, ad esempio tra donne con o senza figli''. Per valutare la parità di trattamento a parità di condizioni, è più accurato analizzare il divario a parità di ruolo, mansioni, esperienza.<br />
<br />
Pertanto, sebbene il gender wage gap complessivo possa servire come indicatore macroeconomico del mercato del lavoro, non è sufficiente per identificare e comprendere le cause specifiche del divario salariale, o per evidenziare discriminazioni. Per capire se vi siano disparità a parità di condizioni, è essenziale analizzare il divario salariale "normalizzato".<br />
<br />
=== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ===<br />
Il "gender wage gap normalizzato" isola la differenza retributiva tra donne e uomini a parità di ruolo, competenze, esperienza e orario.<br />
<br />
Neutralizzando variabili quali professione, istruzione e ore lavorate, questa analisi precisa quantifica il divario non spiegato da ragioni oggettive, rivelando potenziali discriminazioni.<br />
<br />
Secondo diversi studi, a parità di condizioni esiste un residual wage gap del 5-8% tra generi, attribuibile a bias culturali, differenze legate alla personalità e differenze di genere difficili da misurare (in seguito lo spieghiamo meglio).<br />
<br />
Ricerche evidenziano che, nonostante questi fattori, persiste un divario salariale "in spiegato" di circa il 6-8%, cioè una differenza di retribuzione tra uomini e donne a parità di lavoro, responsabilità e ore lavorate.<br />
<br />
== Strumentalizzazioni mediatiche ==<br />
I media tendono a mistificare il "gender wage gap" complessivo, presentandolo come prova diretta di discriminazione sul lavoro senza spiegarlo né contestualizzarlo.<br />
<br />
Ma, come già detto, questo valore include: scelte formative (si veda la predilezione per le STEM), carichi familiari, professioni. I media non distinguendo dal gap a parità di ruolo, alimentano l’equivoco che le differenze retributive dipendano direttamente dal genere. Queste distorsioni sono fuorvianti e ostacolano la comprensione del problema e l’identificazione di soluzioni efficaci. È responsabilità dei media restituire la complessità del fenomeno, spiegando che il pay gap complessivo deriva da una combinazione di fattori. Solo informando in modo corretto e approfondito l’opinione pubblica si può contribuire utilmente al dibattito sulla parità di genere.<br />
<br />
==Le cause del Gender Wage Gap complessivo e le sue cause==<br />
Il divario salariale di genere, che rappresenta la differenza di retribuzione tra uomini e donne, è un fenomeno complesso ed è generalmente attribuito a una combinazione di vari fattori. <u>Contrariamente a molte semplificazioni diffuse, non può essere esclusivamente ridotto a una questione di discriminazione diretta da parte dei datori di lavoro.</u><br />
<br />
I fattori che contribuiscono al divario salariale di genere possono includere:<br />
* '''La maternità''': le donne con figli tendono ad avere stipendi inferiori rispetto a quelle senza figli (vedi sotto).<br />
* '''Scelte e preferenze individuali:''' le donne potrebbero scegliere lavori con orari più flessibili o meno remunerativi per conciliare meglio le esigenze lavorative e familiari.<br />
* '''Caratteristiche personali:''' certi tratti della personalità possono influenzare le negoziazioni salariali e le scelte di carriera.<br />
* '''Discriminazione e pregiudizi:''' le donne possono essere viste come meno adatte a certi ruoli lavorativi o a ruoli di leadership, portando a stipendi più bassi.<br />
Attribuire il gender wage gap esclusivamente alla discriminazione dei datori di lavoro è una semplificazione e non rappresenta la realtà. È un'analisi parziale e fuorviante che rischia di portare a soluzioni disfunzionali.<br />
<br />
=== Il ruolo della maternità nel Gender Wage Gap ===<br />
La maternità è uno dei fattori più rilevanti nell'analisi del divario salariale di genere. Secondo diverse ricerche, la nascita del primo figlio segna spesso un calo significativo nelle entrate delle donne, fenomeno che non si riscontra tra gli uomini. Questo calo si traduce in una riduzione cumulativa delle entrate nel corso della carriera, creando un cosiddetto "penalty of motherhood", o "penalità della maternità"<ref>{{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}</ref>.<br />
<br />
In pratica, le donne che diventano madri tendono a guadagnare meno rispetto alle donne senza figli. Questo può essere attribuito a vari motivi, tra cui la necessità di tempo per la cura dei figli, l'adattamento a lavori con orari più flessibili o meno retribuiti, o l'eventuale interruzione temporanea della carriera.<br />
[[File:MALE FEMALE 2x.jpg|miniatura|428x428px]]<br />
Uno studio condotto in Danimarca, un paese con una generosa politica di congedo parentale, ha rilevato che nonostante i vantaggi sociali, il divario salariale di genere rimane quasi identico a quello degli Stati Uniti, paese dove le donne non hanno garanzie di congedo di maternità pagato. Questo suggerisce che la maternità è un fattore determinante nel divario salariale di genere, indipendentemente dalle politiche di sostegno sociale.[[File:Women_with_kids.jpg|nessuno|miniatura|570x570px|Il fenomeno della "penalità della maternità": questo grafico mostra le diverse traiettorie di guadagno tra donne con figli e donne senza figli. Nonostante politiche sociali favorevoli, le madri tendono a guadagnare significativamente meno rispetto alle donne senza figli.]]Il concetto di "penalità della maternità" è ormai consolidato negli studi sul divario salariale di genere. Si tratta di un fenomeno per il quale le donne che diventano madri subiscono una riduzione dei loro guadagni rispetto alle donne che non hanno figli. In molti casi, questa differenza può ammontare fino al 20% dei guadagni complessivi nel corso della carriera. Questa tendenza persistente evidenzia la necessità di politiche e soluzioni più efficaci per affrontare e mitigare l'impatto della maternità sul divario salariale di genere. <br />
L'articolo di riferimento, per approfondire questo tema, e da cui sono tratti dati e immagini, è il seguente: {{cite web |title=A stunning chart shows the true cause of the gender wage gap |url=https://www.vox.com/2018/2/19/17018380/gender-wage-gap-childcare-penalty |website=Vox |date=February 19, 2018 |access-date=July 10, 2023}}<br />
<br />
=== Partecipazione femminile al mercato del lavoro in Italia ===<br />
[[File:Genderwage gap.png|miniatura|332x332px]]In Italia, la partecipazione femminile al mercato del lavoro è notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea. Uno studio di Randstad Research ha rivelato che '''il 43% delle donne italiane tra i 30 e i 69 anni non''' '''lavora né è in cerca di un impiego'''. '''<u>Questa percentuale supera notevolmente la media europea del 32%</u>'''. Questa differenza può essere attribuita a vari fattori, tra cui le barriere culturali che dissuadono le donne dal cercare lavoro, la mancanza di servizi di assistenza all'infanzia accessibili e convenienti che complicano la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari, e la presenza di discriminazioni di genere nell'accesso alle opportunità di lavoro. Il governo italiano e vari stakeholder stanno lavorando per affrontare queste sfide e aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. <br />
<br />
== Il divario salariale di genere a <u>parità di condizioni</u> ==<br />
In precedenza, abbiamo esaminato il gender wage gap complessivo, una misura grezza che confronta i salari medi di uomini e donne senza tener conto di fattori come tipo di impiego, ore lavorate, istruzione ed esperienza. Ora, è importante esplorare il gender wage gap normalizzato. Questa misura affina l'analisi confrontando i guadagni a parità di lavoro, lavoro, istruzione, anni di esperienza lavorativa. In questo modo, si cerca di capire se esiste una disparità salariale tra uomini e donne che svolgono funzioni simili e possiedono qualifiche comparabili. <br />
<br />
==== Gap salariale "non spiegato" e presunta discriminazione ====<br />
Anche dopo aver normalizzato il gender wage gap, permane un "gap salariale non spiegato". Questo divario, che '''si aggira intorno al 5 - 8%''', rimane dopo aver considerato ruolo, mansioni e ore lavorative. Inizialmente si pensava che questo fenomeno suggerisse l'esistenza di una discriminazione di genere e pregiudizi nei luoghi di lavoro. Tuttavia studi successivi (che presenteremo dopo, suggeriscono una spiegazione diversa)<br />
<br />
==== Sottorappresentazione delle Donne nelle Posizioni di Leadership ====<br />
Un altro fattore significativo è la sottorappresentazione delle donne in ruoli dirigenziali, dove solo il 26% delle posizioni è occupato da donne. Questa assenza limita l'accesso delle donne a ruoli ad alto reddito, contribuendo al divario salariale.<br />
<br />
==== Impatto dell'Ingresso delle Donne in Professioni Dominanti Maschili sui Salari ====<br />
Studi, come quello di Levanon et al. (2009), mostrano che quando le donne entrano in campi lavorativi precedentemente dominati dagli uomini, i salari medi per quelle professioni tendono a diminuire. Questo suggerisce che la valutazione del lavoro può essere influenzata dal genere dei lavoratori.<br />
<br />
Secondo l'AAUW, esiste una differenza residuale nei guadagni tra laureati maschi e laureate femmine, sia immediatamente dopo la laurea sia a distanza di dieci anni. Questi dati evidenziano come il divario salariale possa persistere e persino aumentare nel tempo.<blockquote>Un rapporto del 2016 dell'AAUW, per esempio, evidenzia che nel 2015 le donne occupavano solo il 26% delle posizioni dirigenziali nel settore privato, con donne di colore che avevano particolari difficoltà a ricoprire tali posizioni. Allo stesso modo, uno studio su 50 anni di dati sul lavoro negli Stati Uniti ha rivelato che quando le donne entrano in una professione precedentemente dominata dagli uomini, i salari medi per quella professione tendono a diminuire (Levanon et al., 2009). Un altro studio, condotto dall'AAUW, ha rilevato una <u>differenza residuale del 7% tra i guadagni dei laureati maschi e delle laureate femmine</u> un anno dopo la laurea. Questo divario è salito al 12% 10 anni dopo la laurea (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007)<ref>Vedi [[Gender Wage Gap/Studio1]]</ref>.</blockquote><br />
<br />
=== Assertività nelle Trattative Salariali e Differenze di Genere nelle Aspettative sul Posto di Lavoro: Studi ed Evidenze empiriche ===<br />
[[File:66799114496e54a2186cd3dbb300e06b.png|7. Conclusion '''The incorporation of personality traits into an analysis of wage determinants''' enriches the capacity of economic models to explain heterogeneous variation among individuals and, when adding a gender lens to this variation, '''uncover previously unrecognized factors behind the gender pay gap'''. '''Our analysis shows that men generally display higher levels of the personality''' '''traits that connote a stronger sense of confidence''' in their capabilities and a stronger focus on their own agenda: '''higher hope for success''', weaker fear of failure, and '''lower agreeableness''' (akin to stronger self-centredness). '''All of these traits are positively associated with earnings.''' '''The only trait found to give women a wage advantage is their higher level of conscientiousness''', which could suggest that women tend to rely on demonstrating their proficiency in their existing job role-moreso than putting themselves forward for even more challenging roles-as the mechanism to climb the pay ladder. This paper's findings should trigger closer scrutiny of the personal characteristics of the individual worker that enter into an employer's job recruitment and remuneration decisions. '''Employers should be prompted to evaluate whether higher levels of confidence necessarily justify higher wages''', or whether they might be relying on confidence as a proxy for a worker's true capability and productive value. Above all, this paper should trigger a more perceptive awareness of the ways in which the personality attributes of men and women tend to differ, and how these differences matter for critical outcomes such as wages and workplace opportunities. Recognizing these points of difference is an essential step in the ongoing pursuit to address the inequalities that give rise to the gender pay gap.|miniatura|596x596px]]Un recente studio fornisce approfondimenti cruciali su questo tema, esplorando come tratti personali diversi tra uomini e donne possano influenzare i risultati salariali.<br />
<br />
<br />
Questo studio si concentra sull'incorporazione dei tratti della personalità nell'analisi dei determinanti salariali. I risultati rivelano che gli uomini tendono a esibire tratti associati a una <u>maggiore fiducia nelle proprie capacità</u> e a un <u>focus più marcato sui propri obiettivi</u>. Questi includono speranza di successo più elevata, <u>minore paura del fallimento</u> e una <u>tendenza minore alla remissività</u>, che può essere interpretata come un maggiore egoismo. <u>'''Sorprendentemente, tutti questi tratti sono stati trovati positivamente correlati ai guadagni.'''</u><br />
<br />
D'altra parte, <u>l'unico tratto che sembra dare alle donne un vantaggio salariale è</u> un livello più elevato di <u>coscienziosità</u>. Questo potrebbe indicare che le donne tendono a fare affidamento su dimostrare la propria competenza nel proprio ruolo di lavoro attuale, piuttosto che proporsi per ruoli più impegnativi, come meccanismo per avanzare nella scala retributiva.<br />
<br />
=== Studio: Il Ruolo dei Tratti di Personalità nei Determinanti Salariali ===<br />
7. Conclusione <mark>L'incorporazione dei tratti della personalità in un'analisi dei determinanti salariali</mark> arricchisce la capacità dei modelli economici di spiegare la variazione eterogenea tra individui e, aggiungendo una lente di genere a questa variazione, <mark>scopre fattori precedentemente non riconosciuti dietro il divario retributivo di genere</mark>. <mark>La nostra analisi mostra che gli uomini generalmente mostrano livelli più elevati dei tratti della personalità</mark> <mark>che denotano un senso più forte di fiducia</mark> nelle proprie capacità e un focus più forte sulla propria agenda: <mark>maggiore speranza di successo</mark>, minore paura del fallimento e <mark>minore remissività</mark> (simile a un egoismo più forte). <mark>Tutti questi tratti sono positivamente associati ai guadagni.</mark> <mark>L'unico tratto che si è scoperto dare alle donne un vantaggio salariale è il loro livello più elevato di coscienziosità</mark>, il che potrebbe suggerire che le donne tendono a fare affidamento sul dimostrare la loro competenza nel loro ruolo di lavoro esistente - più che proporsi per ruoli ancora più impegnativi - come meccanismo per scalare la scala retributiva. I risultati di questo documento dovrebbero innescare un esame più attento delle caratteristiche personali del singolo lavoratore che entrano nelle decisioni di assunzione e retribuzione del datore di lavoro. <mark>I datori di lavoro dovrebbero essere sollecitati a valutare se livelli più elevati di fiducia giustifichino necessariamente salari più alti</mark>, o se potrebbero fare affidamento sulla fiducia come indicatore delle reali capacità e del valore produttivo di un lavoratore. Soprattutto, questo documento dovrebbe innescare una consapevolezza più percettiva dei modi in cui gli attributi della personalità di uomini e donne tendono a differire e di come queste differenze contano per esiti critici come stipendi e opportunità di lavoro. Riconoscere questi punti di differenza è un passo essenziale nel perseguimento in corso per affrontare le disuguaglianze che danno origine al divario retributivo di genere.<blockquote>Ad approfondimento di questo proponiamo uno scambio di opinioni tra i tre interlocutori, di cui due donne, mette in luce come sia '''necessaria una certa assertività per ottenere un aumento''' di stipendio. Tuttavia, emerge anche una tendenza tra le donne a desistere più facilmente o a possedere aspettative meno aggressive. In altre parole, le donne sembrano più inclini a cercare un equilibrio tra le esigenze personali e professionali, spesso risultando meno propense a rivendicare energicamente i propri diritti sul posto di lavoro. Questo può tradursi in un approccio più moderato alle trattative salariali, il che potrebbe contribuire al persistente divario retributivo tra i generi.<br />
*'''Ragazza1:''' Semplicemente perché <u>gli uomini si fanno più spesso avanti per richiedere un aumento</u> rispetto alle donne.<br />
<br />
*'''Ragazza2:''' mah, io quando lo chiesi mi risposero che non serviva averlo perché ero donna, mentre gli uomini dovevano portare avanti “la famiglia”, io potevo farmi mantenere “per davvero” da un uomo, non dal mio lavoro.<br />
*'''Ragazza1:''' eh quello è un caso di un coglione. Nella fabbrica dove lavoro io ragionano in modo simile, tipo "siccome sei donna a casa hai anche altro da fare quindi ti facciamo fare lavori meno faticosi, mentre gli uomini a casa non fanno niente quindi possono faticare qua"<br />
* '''Ragazzo:''' Il fatto è che anche con noi inventano mille mila scuse. Io per ottenere aumenti ho sempre fatto colloqui altrove, minacciato di licenziarmi e.. in alcuni casi mi sono licenziato davvero e trasferito all'estero. E io sono un dilettante al confronto di un mio amico, lui non è che gli aumenti glieli concedono, se li prende! È brutto, ingiusto, ma è così. È una guerra..<br />
</blockquote><br />
<br />
=== Altri studi e articoli da classificare ===<br />
*[https://academic.oup.com/oep/article/70/4/919/5046671 Personality and pay: do gender gaps in confidence explain gender gaps in wages?]<br />
*[https://data.oecd.org/earnwage/gender-wage-gap.htm?fbclid=IwAR2MuwuIHHZwdGP4KYxxKeuwoxAMg2OlfmOXovQ9vySjUHZPa3PCwdTUORc#indicator-chart OECD Data Gender Wage Gap chart]<br />
Leggendo altri studi risulta che ancora non siamo alla perfetta parità..<br />
*Secondo (Jagsi et al., 2012; Blau &amp; Kahn, 2016 [forse il paper è [https://pubs.aeaweb.org/doi/pdf/10.1257/jel.20160995 The Gender Wage Gap: Extent, Trends, and Explanations]? comunque è quello a destra]) rimane ancora un 6 - 8% di gap di salario difficilmente spiegabile a parità di mansione.<br />
* Come specifica qui [https://hhl-oh.aauw.net/files/2014/02/Simple-Truth-Fall-2016.pdf THE SIMPLE TRUTH ABOUT THE GENDER PAY GAP FALL 2016 EDITION]<br />
*[https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMsa053910?fbclid=IwAR3n3l69Ki3XPl_OMxa0Ck3GZ1XSBPhrGP-6GlxWlcpGfpjcre1vcKqweGc The “Gender Gap” in Authorship of Academic Medical Literature — A 35-Year Perspective]<br />
* Una professoressa di economia di Harvard dice che non esiste, ritengo la fonte abbastanza affidabile<br />
**[http://www.washingtonexaminer.com/harvard-prof.-takes-down-gender-wage-gap-myth/article/2580405 Harvard prof. takes down gender wage gap myth - Whashington Examiner]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=1oqyrflOQFc PagerU - The Myth of the Gender Wage Gap - Youtube]<br />
**[https://www.youtube.com/watch?v=58arQIr882w The gender wage gap uses bogus statistics | FACTUAL FEMINIST - Youtube]<br />
<br />
== Opinioni varie ==<br />
<br />
=== Contributo di un avvocato del lavoro (ES) ===<br />
'''Sunto:''' <u>Stando alla mia esperienza di avvocato del lavoro le donne non chiedono tanto una parità salariale, ma anche una parità relazionale, poiché spesso vengono sottovalutate</u> <u>sul posto di lavoro</u>. L'autore sottolinea che le statistiche sul gap salariale spesso non tengono conto delle mansioni e delle condizioni di lavoro, e quindi risultano inutili e parziali.<br />
'''Versione lunga:''' <blockquote>'''È innegabile che negli ultimi anni vi sia stato un impegno per una maggiore protezione delle donne sul posto di lavoro.''' Durante il mio percorso di studi in diritto del lavoro, analizzando numerosi casi e sviluppando una sensibilità acuta ai problemi inerenti a questa disciplina, '''ho osservato che le donne non chiedono solo parità salariale, ma aspirano a qualcosa di molto più radicale.'''<br />
'''Il divario salariale di genere è stato ampiamente affrontato, sottolineando che le differenze salariali tra uomini e donne sono ormai considerate un mito.''' Le analisi delle retribuzioni di diverse figure professionali - dirigenti, responsabili, ecc. - hanno dimostrato che non esistono disparità salariali significative, e che in molti casi le donne guadagnano persino di più.<br />
<br />
Trovo poco costruttivo discutere del divario salariale a parità di mansioni, soprattutto nelle società private, dove lo stipendio è determinato dai compiti individuali e tenendo conto delle condizioni economiche dell'azienda, pertanto è normale che vi siano differenze di stipendio tra figure professionali nello stesso settore.<br />
<br />
Come ho già sottolineato in precedenza, '''le statistiche che mostrano un divario salariale tra uomini e donne non confrontano gli stipendi di uomini e donne che svolgono la stessa mansione con le stesse condizioni''', benefici aggiuntivi, bonus di produzione, ecc. Piuttosto, prendono in esame il reddito medio annuale di un campione di uomini e donne che svolgono mansioni diverse, portando a risultati distorti e parziali.<br />
<br />
'''In base alla mia analisi di diversi casi sul posto di lavoro, ho constatato che le donne chiedono una parità di trattamento più che una parità economica.''' In molti dei casi che ho esaminato, le donne in posizioni di leadership o manageriali sono frequentemente vittime di molestie, sia velate che esplicite, quasi a denigrare il loro valore professionale, come se il loro sesso prevalga sul loro ruolo lavorativo.<br />
<br />
Questo comportamento è spesso insostenibile e comprensibilmente così. Le donne godono di alcuni privilegi sul lavoro, come permessi e congedi, che sono stati in parte bilanciati dall'introduzione del congedo parentale per il padre in sostituzione di quello della madre in caso di maternità, sebbene tale pratica incontri ancora resistenze da parte dei datori di lavoro.<br />
<br />
'''Nonostante questi privilegi, c'è una carenza fondamentale: il riconoscimento professionale e il rispetto per la propria figura di riferimento, soprattutto se si tratta di una donna.'''<br />
[[Categoria:Lavoro]]<br />
[[Categoria:Femminismo]]<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Questioni controverse]]<br />
'''A mio avviso, è su questo che dovremmo concentrarci attualmente.'''</blockquote><br />
==Come ottenere aumenti==<br />
[[File:Imagefdsfdsf.png|nessuno|miniatura|345x345px|https://www.facebook.com/photo?fbid=481625530005024&set=pcb.481636466670597]]<br />
[[Categoria:Gender wage gap]]<br />
= Vedi anche =<br />
* [[Storia, le donne lavoravano?]]<br />
* [[Gender Wage Gap e disinformazione]]<br />
* [[Gender Wage Gap e orientamento verso discipline STEM]]<br />
== Note ==<br />
<div class="ezmob-footer ezoic-floating-bottom ezo_ad ezmob-footer-desktop" id="ezmobfooter"><center></center></div><br />
<references /></div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Gender_Wage_Gap/Studio1&diff=29325Gender Wage Gap/Studio12023-12-19T11:46:30Z<p>Admin: Creata pagina con "File:A3839a152c6fc4ecc16a5a18afb22f5e.png|miniatura|631x631px|women are also less likely than men to reach the highest-paying leadership and executive positions. In 2015, women held only 26 percent of pri vate-sector executive positions, with women of color particularly unlikely to hold such positions. (For more information on the leadership gap, see AAUW's 2016 report Barriers and Bias : the Status of Women in Leadership.) Gender bias also factors into how our society..."</p>
<hr />
<div>[[File:A3839a152c6fc4ecc16a5a18afb22f5e.png|miniatura|631x631px|women are also less likely than men to reach the highest-paying leadership and executive positions. In 2015, women held only 26 percent of pri vate-sector executive positions, with women of color particularly unlikely to hold such positions. (For more information on the leadership gap, see AAUW's 2016 report Barriers and Bias : the Status of Women in Leadership.) Gender bias also factors into how our society values some jobs over others. A study of 50 years of US workforce data concluded that when an influx of women enter a previously male-dominated profession, average wages for the occupation as a whole actually decrease (Levanon et al., 2009). And bias affects the choices women make in the first place. Gender norms and pressures influence women's decisions regarding education, occupation, time away from work, and family. These so-called explained factors show that our society has specific expectations and standards for women. So how do we know that discrimination and bias affect women's pay? Because discrimination cannot be directly detected in most records of income and employment, researchers look for the "unexplained" pay gap after statistically accounting for other factors. For instance, after accounting for college major, occupation, economic sector, hours worked, months unemployed since graduation, GPA, type of undergraduate institution, institution selectivity, age, geographical region, and marital status, AAUW found a remaining 7 percent difference between the earnings of male and female college gradu ates one year after graduation. That gap jumped to 12 percent 10 years after college graduation (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007). Other researchers have reached similar conclusions about gender discrimi nation and the pay gap. For instance, a study of medical researchers found an unexplained gap of 6 percent between comparable men and women in the field, and a recent study of the American workforce as a whole found an unexplained gap of 8 percent (Jagsi et al., 2012; Blau & Kahn, 2016). These estimates of the unexplained pay gap are often treated as estimates of the effect of discrimination on women's earnings. These numbers may be smaller than the overall pay gap, but all calculations of the gap represent substantial inequalities, real individual struggles, and smaller paychecks for women and their families.]]<br />
'''TLDR:''' Le donne hanno meno probabilità di raggiungere posizioni di leadership e dirigenza a elevato salario e la società valuta i lavori in modo differente per uomini e donne, con le donne che guadagnano meno quando entrano in professioni prevalentemente maschili. Ci sarebbe anche un gap salariale non spiegato del 7-8% tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro, spesso attribuito alla discriminazione.<br />
<br />
'''Riassunto:''' Le donne hanno meno probabilità di raggiungere posizioni di leadership e dirigenza a elevato salario rispetto agli uomini. Nel 2015, le donne hanno raggiunto solo il 26% delle posizioni dirigenziali del settore privato, con le donne di colore particolarmente meno rappresentate in questi ruoli. Il bias di genere influenza anche come la società valuta alcuni lavori rispetto ad altri. Uno studio su 50 anni di dati del mercato del lavoro statunitense ha concluso che quando un gran numero di donne entra in una professione finora prevalentemente maschile, i salari medi per quella professione diminuiscono. Il bias di genere influisce anche sulle scelte che le donne compiono in primis riguardo istruzione, professione, tempo lontano dal lavoro e famiglia. Poiché la discriminazione non può essere rilevata direttamente nella maggior parte dei registri su reddito e occupazione, gli studiosi cercano il "gap salariale non spiegato" dopo aver statisticamente tenuto conto di altri fattori. Secondo alcuni studi ci sarebbe un differenza salariale del 7-8% tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro, che viene spesso trattato come effetto della discriminazione sulle donne. Questi numeri possono essere inferiori al gap salariale totale, ma rappresentano comunque ingiustizie e difficoltà per le donne e le loro famiglie.<br />
<br />
'''Traduzione:''' le donne hanno anche meno probabilità degli uomini di raggiungere le posizioni dirigenziali ed esecutive più pagate. Nel 2015, le donne occupavano solo il 26% delle posizioni dirigenziali del settore privato, con le donne di colore che avevano particolari difficoltà a ricoprire tali posizioni. (Per maggiori informazioni sul divario di leadership, si veda il rapporto 2016 di AAUW Barriere e pregiudizi: la condizione delle donne nella leadership). I pregiudizi di genere influiscono anche sul modo in cui la nostra società valuta alcuni lavori rispetto ad altri. Uno studio su 50 anni di dati relativi alla forza lavoro negli Stati Uniti ha concluso che quando un afflusso di donne entra in una professione precedentemente dominata dagli uomini, i salari medi per l'occupazione nel suo complesso diminuiscono (Levanon et al., 2009). E i pregiudizi influenzano le scelte che le donne fanno in primo luogo. Le norme e le pressioni di genere influenzano le decisioni delle donne in materia di istruzione, occupazione, tempo trascorso lontano dal lavoro e famiglia. Questi cosiddetti fattori spiegati dimostrano che la nostra società ha aspettative e standard specifici per le donne. Come facciamo a sapere che la discriminazione e i pregiudizi influiscono sulla retribuzione delle donne? Poiché la discriminazione non può essere rilevata direttamente nella maggior parte dei dati sul reddito e sull'occupazione, i ricercatori cercano il divario retributivo "non spiegato" dopo aver tenuto conto statisticamente di altri fattori. Per esempio, dopo aver tenuto conto della specializzazione universitaria, dell'occupazione, del settore economico, delle ore lavorate, dei mesi di disoccupazione dopo la laurea, della media, del tipo di istituto universitario, della selettività dell'istituto, dell'età, della regione geografica e dello stato civile, l'AAUW ha riscontrato una differenza residua del 7% tra i guadagni dei laureati maschi e delle laureate femmine un anno dopo la laurea. Questo divario è salito al 12% 10 anni dopo la laurea (AAUW, 2012; AAUW Educational Foundation, 2007). Altri ricercatori sono giunti a conclusioni simili sulla discriminazione di genere e sul divario retributivo. Per esempio, uno studio sui ricercatori in campo medico ha rilevato un divario inspiegabile del 6% tra uomini e donne comparabili nel settore, e un recente studio sulla forza lavoro americana nel suo complesso ha rilevato un divario inspiegabile dell'8% (Jagsi et al., 2012; Blau & Kahn, 2016). Queste stime del divario retributivo non spiegato sono spesso considerate come stime dell'effetto della discriminazione sui guadagni delle donne. Questi numeri possono essere più piccoli del divario retributivo complessivo, ma tutti i calcoli del divario rappresentano disuguaglianze sostanziali, lotte individuali reali e buste paga più basse per le donne e le loro famiglie.<br />
<br />
Altri fattori: personalità e preferenze individuali<br />
<br />
* Negli ultimi anni alcuni studi hanno suggerito che anche differenze di personalità e preferenze personali potrebbero contribuire al divario salariale.<br />
* Presentazione dello studio che collega tratti della personalità come fiducia e assertività ai redditi.</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Ruoli_di_Genere_e_Discriminazione:_Un%27Analisi_Storica_e_Sociale&diff=29324Ruoli di Genere e Discriminazione: Un'Analisi Storica e Sociale2023-12-18T16:33:32Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>== Introduzione: Tesi Femminista sulla Discriminazione contro le Donne ==<br />
La prospettiva femminista tende a interpretare la discriminazione di genere come un fenomeno che colpisce principalmente le donne, spesso incorniciando a priori vari fenomeni in questa ottica. Esempi come la disparità salariale, dove le donne guadagnano meno degli uomini per lo stesso lavoro, e la sottorappresentazione femminile in posizioni di potere sono visti come manifestazioni di strutture patriarcali. Inoltre, il femminismo evidenzia il problema persistente della violenza di genere, con le donne frequentemente vittime in contesti domestici e sociali. Questa visione preconcetta interpreta molteplici aspetti della disuguaglianza sociale come elementi di un sistema che privilegia gli uomini, spesso senza indizi preliminari che supportino direttamente tale inquadramento.<br />
<br />
== Teoria dei Gruppi e Le Radici Minime della Discriminazione ==<br />
<br />
=== Introduzione alla Teoria dei Gruppi ===<br />
La teoria dei gruppi in psicologia è una lente attraverso cui si esaminano le dinamiche di formazione e interazione all'interno dei gruppi sociali. Secondo questa teoria, i gruppi possono formarsi e operare su basi anche molto sottili, come caratteristiche fisiche o interessi comuni, che possono sembrare insignificanti a prima vista. Questo fenomeno evidenzia come le persone tendano naturalmente a categorizzarsi in "noi" contro "loro", stabilendo una distinzione anche su minimi dettagli distintivi.<br />
<br />
=== Esempio dell'Esperimento di Jane Elliott ===<br />
L'esperimento di Jane Elliott è un caso studio emblematico di come piccole differenze possano causare discriminazione. In questo esperimento, Elliott ha diviso una classe di studenti basandosi sul colore degli occhi. Gli studenti con occhi azzurri venivano trattati come superiori rispetto a quelli con occhi di altro colore, portando a comportamenti discriminatori e a un senso di superiorità tra i membri del "gruppo privilegiato". L'esperimento ha dimostrato come anche una differenza apparentemente superficiale possa portare rapidamente a pregiudizi e discriminazione.<br />
<br />
=== Conseguenze nella Società ===<br />
Queste dinamiche, osservate nell'esperimento di Elliott, si rispecchiano anche in contesti sociali più ampi. Le differenze minime, come il sesso, l'etnia o altre caratteristiche fisiche, possono diventare la base per discriminazioni sistemiche e pregiudizi radicati. Questo suggerisce che la discriminazione non nasce sempre da profonde divisioni ideologiche o culturali, ma può svilupparsi anche da differenze apparentemente banali.<br />
<br />
=== Interrogativi sul Patriarcato ===<br />
La comprensione della formazione di gruppi basati su differenze minime porta a interrogativi sulla centralità del concetto di patriarcato nella discriminazione di genere. Se la tendenza a discriminare può scaturire da qualunque minima differenza, allora il patriarcato, visto come un sistema dominante e oppressivo basato sul genere, potrebbe essere solo una delle molteplici manifestazioni di questa tendenza umana alla categorizzazione e alla discriminazione. Questo solleva domande importanti sulla natura e le cause della discriminazione di genere e sulla sua relazione con le strutture di potere più ampie nella società.<br />
<br />
== Discriminazione non vuol dire disprezzo ==<br />
Qui di seguito riportiamo una riflessione di Davide Mansi, psicologo. <br />
<br />
=== Esperimento di Jane Elliott e la Discriminazione Minima ===<br />
Mansi inizia con un riferimento all'esperimento di Jane Elliott, evidenziando come "spesso succede che differenze anche stupide e inconsequenziali come il colore degli occhi possono essere fonte di conflitto se uno dei due gruppi crede nella propria superiorità." Questo dimostra come anche le differenze più piccole possono essere amplificate in contesti di gruppo, portando a discriminazioni.<br />
<br />
=== Discriminazione e Fattori Oggettivi ===<br />
Prosegue poi discutendo la discriminazione in termini più ampi: "Però ciò non è automatico. Esempio: se tutti accettassero banalmente che gli uomini sono fisicamente più forti e le donne più deboli e che è più logico dividere i compiti e i ruoli in base a questa differenza oggettiva (con le dovute eccezioni, e.g. disabilità) come regola generale (e dunque con diversi corollari) il conflitto non ci sarebbe. Eppure ciò è una forma di discriminazione." Mansi qui sottolinea che la discriminazione può derivare da una valutazione pratica delle differenze, piuttosto che da pregiudizi.<br />
<br />
=== Ruoli di Genere nel Contesto Storico e Sociale ===<br />
Mansi aggiunge poi una prospettiva storica: "Dire che la società è sia misogina che misandrica a priori perché seleziona gli individui in base a criteri basati sul sesso per certi ruoli è errato. In particolare oggi questa discriminazione è limitata o addirittura avviene solo da parte di individui e non più sistematicamente, anche se la media potrebbe ingannarci in questo. In passato esistevano spesso criteri molto logici per allocare uomini e donne a compiti diversi." Qui, evidenzia come la divisione di ruoli basata sul sesso abbia avuto fondamenti logici in differenti periodi storici.<br />
<br />
=== Lavoro delle Donne nel Passato ===<br />
Mansi qui riflette sulla logica e la necessità dietro la divisione di ruoli in passato.<br />
<br />
Stavo poco fa ascoltando una femminista con cui ho concordato tantissimo quando ha detto che le donne nel passato lavoravano tanto quanto gli uomini, e laddove questi ultimi magari producevano risorse grezze o facevano lavori pesanti, le donne trasformavano tali risorse e facevano lavori in base alla loro competenza fisica (comunque lavori abbastanza pesanti). Questo è discriminatorio oppure è anche logico e propedeutico al benessere di individui e società.<br />
<br />
=== Valutazione Critica della Misoginia e Misandria ===<br />
Infine, Mansi conclude con una valutazione critica dei termini "misoginia" e "misandria"<br />
<br />
In generale ritengo errato dire che le società fossero automaticamente misandriche e misogine per simili ragioni. Il prefisso mis- implica che la ragione sia l'odio o un sentimento negativo verso un certo gruppo. Assegnare ruoli diversi in base al sesso può derivare da un sentimento negativo/positivo verso un gruppo, ma non necessariamente.<br />
<br />
== Conclusione ==<br />
Possiamo riassumere il parere di Davide Mansi affermando che la discriminazione non ha intrinsecamente una connotazione negativa. Egli sostiene che "assegnare ruoli diversi in base al sesso può derivare da logiche pratiche e dalla necessità di adeguarsi alle competenze fisiche e sociali, piuttosto che da un sentimento negativo verso un determinato gruppo." Mansi enfatizza che "in passato, le divisioni di ruoli tra uomini e donne spesso si basavano su criteri logici e funzionali per il benessere della società, e che l'uso del termine 'discriminazione' non implica automaticamente un sentimento di odio o di negatività."<br />
<br />
== Vedi anche ==<br />
<br />
* [[In-group e out-group, teoria dell'identità sociale|In-group e out-group, teoria dei gruppi / dell'identità sociale]]<br />
<br />
[[Categoria:Femminismo]]<br />
[[Categoria:Differenze di genere]]<br />
[[Categoria:Psicologia]]<br />
[[Categoria:Storia]]<br />
[[Categoria:Problematiche sociali]]<br />
[[Categoria:Teoria]]<br />
[[Categoria:Politica]]<br />
[[Categoria:Parità di genere]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=In-group_e_out-group,_teoria_dell%27identit%C3%A0_sociale&diff=29323In-group e out-group, teoria dell'identità sociale2023-12-18T16:32:30Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>== Teoria dei gruppi ==<br />
'''Ingroup''' è il gruppo con cui si identificano gli individui e del quale si sentono membri, mentre '''outgroup''' (fuori dal gruppo) e' il gruppo con cui gli individui non si identificano.<br />
<br />
Entrambe le tipologie di gruppi spiegano la '''formazione del pregiudizio''' secondo Tajfel. L'<nowiki/>'''ingroup bias''' è mostrare '''sentimenti positivi''' e trattamenti speciali per le persone appartenenti al nostro ingroup e avere '''sentimenti negativi''' e trattamenti ingiusti nei confronti dei membri dell''''outgroup'''. Il motivo di ciò sembra essere la stima di sé. Le persone aumentano la stima di sé quando si identificano con un gruppo preciso, questo se il gruppo viene percepito come superiore agli altri.<br />
== L'esperimento di Tajfel ==<br />
Un giorno decide di ''formare dei gruppi in modo casuale'' (lanciando una moneta) e osserva che ''i membri che condividevano'' tra di loro ''il '''medesimo gruppo''''' (quindi dell'ingroup) '''''si comportavano come se fossero amici''' di lunga data'' (definiti come personalità piacevoli e più rispettose rispetto ai membri dell'outgroup).<br />
<br />
== Vedi anche ==<br />
<br />
* [[Ruoli di Genere e Discriminazione: Un'Analisi Storica e Sociale]]<br />
<br />
[[Categoria:Psicologia]]</div>Adminhttps://www.tematichedigenere.com/index.php?title=Ruoli_di_Genere_e_Discriminazione:_Un%27Analisi_Storica_e_Sociale&diff=29322Ruoli di Genere e Discriminazione: Un'Analisi Storica e Sociale2023-12-18T16:29:55Z<p>Admin: </p>
<hr />
<div>== Introduzione: Tesi Femminista sulla Discriminazione contro le Donne ==<br />
La prospettiva femminista tende a interpretare la discriminazione di genere come un fenomeno che colpisce principalmente le donne, spesso incorniciando a priori vari fenomeni in questa ottica. Esempi come la disparità salariale, dove le donne guadagnano meno degli uomini per lo stesso lavoro, e la sottorappresentazione femminile in posizioni di potere sono visti come manifestazioni di strutture patriarcali. Inoltre, il femminismo evidenzia il problema persistente della violenza di genere, con le donne frequentemente vittime in contesti domestici e sociali. Questa visione preconcetta interpreta molteplici aspetti della disuguaglianza sociale come elementi di un sistema che privilegia gli uomini, spesso senza indizi preliminari che supportino direttamente tale inquadramento.<br />
<br />
== Teoria dei Gruppi e Le Radici Minime della Discriminazione ==<br />
<br />
=== Introduzione alla Teoria dei Gruppi ===<br />
La teoria dei gruppi in psicologia è una lente attraverso cui si esaminano le dinamiche di formazione e interazione all'interno dei gruppi sociali. Secondo questa teoria, i gruppi possono formarsi e operare su basi anche molto sottili, come caratteristiche fisiche o interessi comuni, che possono sembrare insignificanti a prima vista. Questo fenomeno evidenzia come le persone tendano naturalmente a categorizzarsi in "noi" contro "loro", stabilendo una distinzione anche su minimi dettagli distintivi.<br />
<br />
=== Esempio dell'Esperimento di Jane Elliott ===<br />
L'esperimento di Jane Elliott è un caso studio emblematico di come piccole differenze possano causare discriminazione. In questo esperimento, Elliott ha diviso una classe di studenti basandosi sul colore degli occhi. Gli studenti con occhi azzurri venivano trattati come superiori rispetto a quelli con occhi di altro colore, portando a comportamenti discriminatori e a un senso di superiorità tra i membri del "gruppo privilegiato". L'esperimento ha dimostrato come anche una differenza apparentemente superficiale possa portare rapidamente a pregiudizi e discriminazione.<br />
<br />
=== Conseguenze nella Società ===<br />
Queste dinamiche, osservate nell'esperimento di Elliott, si rispecchiano anche in contesti sociali più ampi. Le differenze minime, come il sesso, l'etnia o altre caratteristiche fisiche, possono diventare la base per discriminazioni sistemiche e pregiudizi radicati. Questo suggerisce che la discriminazione non nasce sempre da profonde divisioni ideologiche o culturali, ma può svilupparsi anche da differenze apparentemente banali.<br />
<br />
=== Interrogativi sul Patriarcato ===<br />
La comprensione della formazione di gruppi basati su differenze minime porta a interrogativi sulla centralità del concetto di patriarcato nella discriminazione di genere. Se la tendenza a discriminare può scaturire da qualunque minima differenza, allora il patriarcato, visto come un sistema dominante e oppressivo basato sul genere, potrebbe essere solo una delle molteplici manifestazioni di questa tendenza umana alla categorizzazione e alla discriminazione. Questo solleva domande importanti sulla natura e le cause della discriminazione di genere e sulla sua relazione con le strutture di potere più ampie nella società.<br />
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== Discriminazione non vuol dire disprezzo ==<br />
Qui di seguito riportiamo una riflessione di Davide Mansi, psicologo. <br />
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=== Esperimento di Jane Elliott e la Discriminazione Minima ===<br />
Mansi inizia con un riferimento all'esperimento di Jane Elliott, evidenziando come "spesso succede che differenze anche stupide e inconsequenziali come il colore degli occhi possono essere fonte di conflitto se uno dei due gruppi crede nella propria superiorità." Questo dimostra come anche le differenze più piccole possono essere amplificate in contesti di gruppo, portando a discriminazioni.<br />
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=== Discriminazione e Fattori Oggettivi ===<br />
Prosegue poi discutendo la discriminazione in termini più ampi: "Però ciò non è automatico. Esempio: se tutti accettassero banalmente che gli uomini sono fisicamente più forti e le donne più deboli e che è più logico dividere i compiti e i ruoli in base a questa differenza oggettiva (con le dovute eccezioni, e.g. disabilità) come regola generale (e dunque con diversi corollari) il conflitto non ci sarebbe. Eppure ciò è una forma di discriminazione." Mansi qui sottolinea che la discriminazione può derivare da una valutazione pratica delle differenze, piuttosto che da pregiudizi.<br />
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=== Ruoli di Genere nel Contesto Storico e Sociale ===<br />
Mansi aggiunge poi una prospettiva storica: "Dire che la società è sia misogina che misandrica a priori perché seleziona gli individui in base a criteri basati sul sesso per certi ruoli è errato. In particolare oggi questa discriminazione è limitata o addirittura avviene solo da parte di individui e non più sistematicamente, anche se la media potrebbe ingannarci in questo. In passato esistevano spesso criteri molto logici per allocare uomini e donne a compiti diversi." Qui, evidenzia come la divisione di ruoli basata sul sesso abbia avuto fondamenti logici in differenti periodi storici.<br />
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=== Lavoro delle Donne nel Passato ===<br />
Mansi qui riflette sulla logica e la necessità dietro la divisione di ruoli in passato.<br />
<br />
Stavo poco fa ascoltando una femminista con cui ho concordato tantissimo quando ha detto che le donne nel passato lavoravano tanto quanto gli uomini, e laddove questi ultimi magari producevano risorse grezze o facevano lavori pesanti, le donne trasformavano tali risorse e facevano lavori in base alla loro competenza fisica (comunque lavori abbastanza pesanti). Questo è discriminatorio oppure è anche logico e propedeutico al benessere di individui e società.<br />
<br />
=== Valutazione Critica della Misoginia e Misandria ===<br />
Infine, Mansi conclude con una valutazione critica dei termini "misoginia" e "misandria"<br />
<br />
In generale ritengo errato dire che le società fossero automaticamente misandriche e misogine per simili ragioni. Il prefisso mis- implica che la ragione sia l'odio o un sentimento negativo verso un certo gruppo. Assegnare ruoli diversi in base al sesso può derivare da un sentimento negativo/positivo verso un gruppo, ma non necessariamente.<br />
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== Conclusione ==<br />
Possiamo riassumere il parere di Davide Mansi affermando che la discriminazione non ha intrinsecamente una connotazione negativa. Egli sostiene che "assegnare ruoli diversi in base al sesso può derivare da logiche pratiche e dalla necessità di adeguarsi alle competenze fisiche e sociali, piuttosto che da un sentimento negativo verso un determinato gruppo." Mansi enfatizza che "in passato, le divisioni di ruoli tra uomini e donne spesso si basavano su criteri logici e funzionali per il benessere della società, e che l'uso del termine 'discriminazione' non implica automaticamente un sentimento di odio o di negatività."<br />
<br />
== Vedi anche ==<br />
<br />
* [[In-group e out-group, teoria dell'identità sociale|In-group e out-group, teoria dei gruppi / dell'identità sociale]]</div>Admin